Ora siamo preparati per una prossima pandemia?
Cosa ci ha insegnato la pandemia da Covid-19. L’approfondimento di Luca Longo
Ormai siamo diventati tutti epidemiologi ed esperti di statistica di popolazione. Ogni sera studiamo il bollettino sulla pandemia Covid-19 e il numero dei nuovi contagiati dal nuovo coronavirus Sars-CoV-2. Ci immedesimiamo nelle paure che angosciano i nuovi ricoverati, guardiamo con apprensione la cifra in nero dei deceduti ma con sollievo quella verde dei fortunati che ce l’hanno fatta. Studiamo complicati grafici dove vengono interpolati il numero totale dei tamponi con quelli positivi, valutiamo la flessione del rapporto terapia intensiva su contagiati fra due regioni o nazioni diverse, correggiamo per la differente età media di due popolazioni, ascoltiamo in tv o sui media online le farneticazioni di qualcuno che la sa lunga e poi discutiamo i risultati in chat con gli amici chiedendoci se qualche governante non ci stia nascondendo qualcosa.
Non sapendo nulla di medicina, non avrei nulla di buono da portare in questo dibattito, ma vorrei che cominciassimo, invece, a ragionare sul dopo.
QUANDO?
Prima di tutto, quando comincerà il dopo, o meglio, quando potremo dire che tutto sarà finito? Quando raggiungeremo il picco dei positivi? Degli ospedalizzati? Dei ricoverati in terapia intensiva? Oppure quando un certo valore o un certo rapporto supererà o andrà al di sotto di una certa soglia?
Probabilmente non potremo mai arrivare a dire che ne siamo completamente fuori, ma solo che verrà il giorno in cui la pandemia Covid-19 non rappresenterà più – a livello di popolazione – un pericolo maggiore di quello causato da altre gravi malattie infettive o da altri rischi per la salute collettiva.
Però, passata l’emergenza, non tutto tornerà come prima. Come scrivevo in un precedente articolo, sapremo trarre vantaggio da questa drammatica esperienza.
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