CONTRATTO SCRITTO IN AFFARI

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principessac
00lunedì 11 gennaio 2010 10:32
Domande dai lettori
Dato che i testimoni di Geova si sforzano di essere onesti e si fidano gli uni degli altri, perché ritengono importante stipulare un contratto quando hanno rapporti d’affari tra loro?
Stipulare un contratto è scritturale, pratico e amorevole. Perché diciamo questo? Ebbene, consideriamo questi aspetti dei contratti di lavoro.

La Bibbia contiene una narrazione scritta dei rapporti di Dio con il popolo del patto, gli israeliti. Essa include rapporti d’affari intercorsi tra veri adoratori. Potremmo esaminarne uno contenuto in Genesi capitolo 23. Quando la sua diletta Sara morì, Abraamo voleva acquistare un luogo di sepoltura. Cominciò a trattare con i cananei che abitavano vicino a Ebron. I versetti 7-9 mostrano che offrì una somma precisa per il pezzo di terra che voleva. Il versetto 10 conferma che questa offerta fu fatta in pubblico, dove poté essere udita da altri che erano alla porta della città. Il versetto 13 mostra che il proprietario offrì la terra ad Abraamo, il quale però rispose che l’avrebbe presa solo se avesse potuto acquistarla. E i versetti 17, 18 e 20 spiegano che andò proprio così, e l’acquisto fu confermato “davanti agli occhi dei figli di Het fra tutti quelli che entravano per la porta della sua città”.
Sarebbe stato diverso, comunque, se i due che ebbero tale rapporto d’affari fossero stati entrambi veri adoratori? Il capitolo 32 di Geremia ci dà la risposta. Dal versetto 6 in poi, vediamo che Geremia doveva acquistare della terra da suo cugino. Il versetto 9 mostra che venne concordato un prezzo equo. Ora leggete i versetti 10-12: “Quindi [io, Geremia,] scrissi un atto e apposi il sigillo e presi testimoni mentre pesavo il denaro nella bilancia. Dopo ciò presi l’atto d’acquisto, quello sigillato secondo il comandamento e i regolamenti, e quello lasciato aperto; e diedi quindi l’atto d’acquisto a Baruc figlio di Neria figlio di Maseia davanti agli occhi di Hanamel figlio del mio zio paterno e davanti agli occhi dei testimoni, quelli che avevano scritto nell’atto d’acquisto, davanti agli occhi di tutti i giudei che sedevano nel Cortile della Guardia”.
Sì, anche se stava trattando con un compagno di fede, addirittura un parente, Geremia seguì alcune ragionevoli procedure legali. Furono scritti due documenti: uno fu lasciato aperto per una pronta consultazione, il secondo venne sigillato e avrebbe costituito un’ulteriore prova caso mai fossero sorti dubbi sull’accuratezza di quello lasciato aperto. Tutto questo, dice il versetto 13, si svolse “davanti ai loro occhi”. Fu quindi un rapporto d’affari pubblico, concluso a norma di legge davanti a testimoni. È chiaro, dunque, che i veri adoratori hanno un precedente scritturale per fare le cose in modo così incontrovertibile e documentato.
È anche pratico. Sappiamo quanto è vero che “il tempo e l’avvenimento imprevisto capitano a tutti loro”. (Ecclesiaste 9:11) Questo vale anche per i cristiani fedeli e devoti. Giacomo 4:13, 14 esprime la cosa in questo modo: “Venite, ora, voi che dite: ‘Oggi o domani andremo nella tal città e vi trascorreremo un anno, e negozieremo e guadagneremo’, mentre non sapete che cosa sarà domani la vostra vita”. Quindi potremmo iniziare una certa cosa, come fare un acquisto, eseguire un lavoro o rendere un servizio su cui ci si è accordati, o forse produrre qualcosa per un’altra persona. Ma che cosa ci riserva il domani, o il mese prossimo o l’anno prossimo? Che accadrebbe se noi o l’altra persona avessimo un incidente? Potrebbe sembrare che ciò renda impossibile rispettare l’accordo. Che dire se non fossimo in grado di eseguire il lavoro o di rendere il servizio, o se l’altra persona si trovasse quasi nell’impossibilità di continuare a effettuare i pagamenti o di rispettare l’accordo? Se non c’è un accordo scritto, possono sorgere problemi seri, problemi che si sarebbero potuti appianare o evitare se ci fosse stato un semplice contratto scritto.
E non dovremmo dimenticare che, per la natura incerta di molti aspetti della vita, una terza persona potrebbe doversi occupare dei nostri affari (o di quelli dell’altra persona). Al versetto 14 Giacomo aggiunge: “Poiché siete un vapore che appare per un po’ e quindi scompare”. Per essere realisti, potremmo anche morire all’improvviso. In pratica un accordo scritto, un contratto, permetterebbe ad altri di occuparsi degli affari in corso qualora capitasse un imprevisto all’uno o all’altro dei contraenti.
In un certo senso questo introduce anche il terzo aspetto: Stipulare un contratto scritto è amorevole. In effetti se uno dei contraenti morisse o se a causa di un incidente divenisse incapace di intendere e di volere, sarebbe stato amorevole da parte sua come cristiano provvedere una registrazione scritta dei suoi impegni o della sua situazione patrimoniale. E anziché essere indice di sfiducia, è una dimostrazione di amore per il fratello con cui iniziamo un rapporto d’affari stipulare un contratto scritto che specifichi chiaramente ed esattamente cosa egli si impegna a fare o cosa deve ricevere. Questo passo amorevole ridurrà al minimo qualsiasi causa di risentimento qualora uno degli imperfetti contraenti dimenticasse qualche dettaglio o responsabilità. E chi di noi non è imperfetto, non dimentica o non è soggetto a fraintendere dettagli o intenzioni? — Matteo 16:5.
Ci sono altre ragioni per cui mettere per iscritto gli accordi d’affari è segno di amore verso il nostro fratello, la nostra famiglia e la congregazione in generale. Ma dovrebbe essere chiaro che, oltre ad essere amorevole, mettere tali accordi per iscritto con sufficienti particolari è anche pratico e scritturale.
Seabiscuit
00lunedì 11 gennaio 2010 11:46
cara princi,

quando si citano gli articoli va sempre citata la fonte

Ho inserito la fonte nel sottotitolo

Sea/Mod
HadesBloodyMoon
00lunedì 11 gennaio 2010 14:29
Io da esterna penso che comunque la legge PREVEDE un contratto negli affari, la stretta di mano non vale più....il contratto è una tutela....il tdG è pur sempre una persona che potrebbe sbagliare...e comunque anche fosse onesto come la maggioranza...il contratto tutela da qualcosa che potrebbe accadere indipendente dalla propria volontà...non bisogna prenderlo come un fattore personale...
principessac
00lunedì 11 gennaio 2010 15:54
Re:
Seabiscuit, 11/01/2010 11.46:

cara princi,

quando si citano gli articoli va sempre citata la fonte

Ho inserito la fonte nel sottotitolo

Sea/Mod




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