Cacciari si muove

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eptadone
00giovedì 29 maggio 2008 02:27

La storia

Un villaggio per i rom, la svolta del comune di Venezia
In controtendenza con le politiche securitarie, il sindaco Cacciari finanzia un progetto per l'integrazione dei nomadi
Tre milioni di euro per 150 persone, che avranno delle casette a Mestre. Previsto anche uno spazio per le roulotte. Insorge la destra

ORSOLA CASAGRANDE
Venezia

Poco meno di tre milioni di euro per un progetto che, in questi tempi di pogrom contro i rom, è come una ventata d'aria fresca. Anzi, la conferma che diversamente si può. Il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, l'ha ribadito nei giorni scorsi: il campo dei sinti di Mestre sarà un piccolo villaggio, in grado di ospitare centocinquanta cittadini che sono tutti cittadini italiani da almeno un paio di generazioni. Un villaggio che avrà casette ma anche lo spazio per parcheggiare la roulotte. I fascisti locali insorgono. E si sprecano nei commenti da far accapponare la pelle. Ma tant'è, il pacchetto sicurezza appena approvato dal consiglio dei ministri va in quella direzione. Così sulla stampa locale si possono leggere le esternazioni del centrodestra veneziano. «Una follia», per il capogruppo di An in comune Raffaele Speranzon, che aggiunge: «I problemi dell'integrazione non si risolvono così. Il nuovo campo che risponde alle esigenze di chi ci vive già non farà che attrarre nuovi nomadi». Per il presidente del consiglio comunale, il forzaitaliota Renato Boraso la proposta dell'amministrazione è «scandalosa, una decisione che grida vendetta. A Mestre non si fanno le opere strategiche come le fognature - dice - o non si trovano le risorse per abbassare le rette degli asili nido ma in compenso si investono quasi tre milioni di euro per strutture con acqua, luce e gas che chissà chi pagherà». La Lega batte sul tasto sicurezza. «La giunta di centrosinistra - dichiara il capogruppo del partito di Bossi, Alberto Mazzonetto - finge di ignorare tutte le attività criminose per le quali l'attuale campo di via Vallenari è tristemente noto».
In via Vallenari da anni si sono installate le roulotte dei cittadini sinti italiani di Mestre. Molti di loro lavorano, altri si sono sposati o convivono con gagè locali. «I lavori del nuovo villaggio - dice l'assessore ai servizi sociali fresco di nomina, Sandro Simionato - inizieranno a ore. Si tratta della prima parte del lavoro, quello di infrastrutturazione». Cioè si faranno le fognature e si prepareranno gli allacciamenti e quant'altro. «Sei mesi - dice Simionato - e poi arriveranno le casette». Trentotto per ospitare i nuclei familiari presenti. Sette famiglie hanno in realtà accettato la collocazione in case pubbliche. Gli altri preferiscono «mantenere le loro tradizioni - dice ancora l'assessore - e è per questo che vicino alle casette prefabbricate in cemento, ciascuna di 45 metri quadrati, con servizi igienici e cucina, ci sarà il posto per la roulotte». I sinti veneziani sono impegnati nella raccolta del ferro, soprattutto, spesso inseriti in un percorso gestito o comunque in accordo con un'azienda municipale. La decisione di andare avanti con la realizzazione del villaggio è per l'amministrazione Cacciari importante perché implica un miglioramento netto delle condizioni attuali oggettivamente giunte al limite. Anche se anche adesso il campo ha addirittura due numeri civici, il 19 e il 19A. «Il problema - spiega l'assessore Simionato - è che lo spazio è davvero compresso e limitato, ormai il campo è circondato da edifici e i servizi igienici sono molto limitato». Il nuovo villaggio invece avrà acqua, luce, gas, fognature. «Ciascuna famiglia - dice Simionato anche per rispondere alle petulanti accuse sul chi pagherà i servizi - dovrà gestirsi non solo la casetta ma sarà responsabile anche delle utenze». Del resto i sinti veneziani sono presenze «anziane» nel tessuto cittadino. Anche se continuano a essere guardati con diffidenza sono comunque presenti nelle scuole, per esempio. «Fino alla quinta elementare - dice Simionato - grazie ai percorsi pensati dall'amministrazione e da alcune associazioni e gruppi i bambini a scuola ci vanno. Alle medie è un po' più complesso, ma stiamo lavorando anche su questo aspetto».
Per una buona notizia non poteva mancare quella pessima. La commissione cultura del consiglio regionale del Veneto ha infatti nei giorni scorsi approvato con i voti di Forza Italia e Lega la proposta di legge della stessa Lega che cancella la legge veneta del 1989, denominata «interventi a tutela della cultura dei rom e dei sinti». Ora la proposta arriverà in aula. Contrari alla proposta il Pd, Italia dei Valori e Nuovo Psi.



eptadone
00giovedì 29 maggio 2008 02:40
Cacciari
Qualche volta la fa giusta.
Non mi è piaciuto quando ha vietato il cibo ai piccioni.
Per me erano parte dell'attrattiva di Venezia.

foto e testo sulla protesta dei venditori di grano a Venezia


Blitz dell’associazione ambientalista “100% animalisti” che ieri ha deciso di mettere fine alla “fame dei piccioni veneziani”, dopo il provvedimento dell’amministrazione comunale di vietare la vendita e la somministrazione di becchime in piazza San Marco.

Sono arrivati all’alba su barche battenti bandiere dei pirati e hanno elargito oltre un quintale e mezzo di grano. «La piazza era deserta - ha detto Paolo Mocavero, presidente dell'associazione - i colombi si sono precipitati sul mangime ». Hanno cosparso tutta la piazza storica della città. Il sindaco di Venezia Cacciari ha promesso provvedimenti. «Mi metterò in contatto con la municipale - ha detto - affinché vengano multati. Inoltre aumenteremo i controlli della città». A.S.




Poteva mettere un limite quantitativo, ma vietare del tutto che si dia del grano ai piccioni sarebbe come vietare le giostre, l'aranciata, i pattini a rotelle... non so se mi spiego...

voglio dire: non ci saranno dei mezzi per evitare che i piccioni portino malattie ?

Magari basta dargliene di meno di cibo...
O fare qualche controllo in più... Ma togliere il piacere di farseli volare attorno.... beh, mi pèare un'esagerazione.

C'è chi li odia, lo so. Ha me hanno sempre fatto simpatia.
[SM=x584423]


=cireno=
00sabato 31 maggio 2008 07:40
Re: Cacciari
eptadone, 29/05/2008 2.40:

Qualche volta la fa giusta.
Non mi è piaciuto quando ha vietato il cibo ai piccioni.
Per me erano parte dell'attrattiva di Venezia.

foto e testo sulla protesta dei venditori di grano a Venezia


Blitz dell’associazione ambientalista “100% animalisti” che ieri ha deciso di mettere fine alla “fame dei piccioni veneziani”, dopo il provvedimento dell’amministrazione comunale di vietare la vendita e la somministrazione di becchime in piazza San Marco.

Sono arrivati all’alba su barche battenti bandiere dei pirati e hanno elargito oltre un quintale e mezzo di grano. «La piazza era deserta - ha detto Paolo Mocavero, presidente dell'associazione - i colombi si sono precipitati sul mangime ». Hanno cosparso tutta la piazza storica della città. Il sindaco di Venezia Cacciari ha promesso provvedimenti. «Mi metterò in contatto con la municipale - ha detto - affinché vengano multati. Inoltre aumenteremo i controlli della città». A.S.




Poteva mettere un limite quantitativo, ma vietare del tutto che si dia del grano ai piccioni sarebbe come vietare le giostre, l'aranciata, i pattini a rotelle... non so se mi spiego...

voglio dire: non ci saranno dei mezzi per evitare che i piccioni portino malattie ?

Magari basta dargliene di meno di cibo...
O fare qualche controllo in più... Ma togliere il piacere di farseli volare attorno.... beh, mi pèare un'esagerazione.

C'è chi li odia, lo so. Ha me hanno sempre fatto simpatia.
[SM=x584423]





I piccioni sono peggio delle masse di visitatori usa e getta: rovinano Venezia, che è diventata una citta morente.
Fossi io al posto di Cacciari metterei la dogana sul Ponte e farei pagare 20 euro di ingresso. Poi ripulirei, con quei soldi, tutti i marmi dei palazzi veneziani, le strade, e metterei la cera per terra. Chi butta una cicca o peggio, una bottiglietta, sei mesi di lavori forzati (pulire i canali, le calli ecc)
I piccioni in più, oltre a smerdacchiare dappertutto, portano una valanga di malattie, eppoi sono stronzi, perchè perseguitano i passerotti, che infatti a Venezia sono diventati radi. E portano le zecche, fra l'altro. Non doveva proibire di dar loro da mangiare, li doveva far sterminare tutti.


zobmie
00sabato 31 maggio 2008 08:02
I piccioni sono i topi del duemila.

Non lo dico io ma Woody Allen quindi, epta, ascoltalo.

[SM=x584423]
stella rossa
00sabato 31 maggio 2008 08:31
Re:
zobmie, 31/05/2008 8.02:

I piccioni sono i topi del duemila.

Non lo dico io ma Woody Allen quindi, epta, ascoltalo.

[SM=x584423]




e anche dottor house [SM=x584432]





eptadone
00sabato 31 maggio 2008 18:44
piuttosto...
introdurre dei predatori di piccioni....

(quali sono ? boh ? certi gatti mangian pure le tortore, ma non bisogna viziarli con le scatolette, altrimenti addio alla caccia !....)

comunque sui piccioni sono tutti degli esagerati.

più gatti e meno scatolette.

ecco la soluzione!
[SM=x584478]




eptadone
00mercoledì 4 giugno 2008 01:33
leghisti



24ORE CRONACA
Roma, 22:32

La struttura, finanziata dal Comune con 2.800.000 euro
è destinata a una comunità di Sinti da anni residente nell'area
Mestre, leghisti fanno irruzione
in un campo nomadi in costruzione
Cacciari: "E' una protesta totalmente strumentale. La struttura è destinata
a cittadini veneziani a tutti gli effetti, i loro figli vanno a scuola da anni"

.......

Tra i manifestanti, c'è anche il capogruppo in consiglio comunale della Lega nord Alberto Mazzonetto che spiega il blitz così: "Il sindaco di Venezia, Cacciari, tradisce le aspettative dei veneziani. I finanziamenti per il campo nomadi dovevano andare ai cittadini per la realizzazione di case popolari".

Dura la replica di Cacciari: "La Lega cerca evidentemente lo scontro, ma noi andiamo avanti. Prima o poi si stancheranno". Sulla possibilità dell'uso della forza, il sindaco precisa tuttavia che sta "alla Questura decidere come muoversi, non al Comune". "E' un'iniziativa vergognosamente strumentale - prosegue Cacciari - priva di ogni fondamento. La decisione di istituire il campo risale addirittura al 1997, è stata approvata da tutti i consigli comunali possibili, e la richiesta di sospensiva è stata rigettata dal Tar".

Il sindaco sottolinea peraltro che le persone che si insedieranno nel campo "sono cittadini veneziani a tutti gli effetti, di seconda e terza generazione, esattamente come parte di coloro che stanno manifestando. I loro figli vanno a scuola da anni, i genitori lavorano, regolarmente, nella raccolta del ferro. Ripeto, è una protesta totalmente strumentale".

La tensione intorno ai nomadi è dunque sempre altissima un po' in tutto il Paese. Ieri in serata ci sono stati ancora incendi nei campi rom di Ponticelli, il quartiere di Napoli teatro dal 10 maggio scorso di proteste contro i nomadi. Ad andare a fuoco, sterpaglie rifiuti e masserizie del campo di via Argine, ormai abbandonato. Per spegnere i roghi sono intervenuti i vigili del fuoco con due autobotti.

(3 giugno 2008)




[SM=g1569739]

zobmie
00giovedì 5 giugno 2008 07:18
Io però mi faccio sommessamente una domanda ( anche se mi potrei beccare del razzista o quanto meno del leghista):

questi "zingari", pardon "rom", no "sinti"... insomma questi "nomadi" (così non si offende nessuno) sono nomadi (come li chiama anche Cacciari) o no?
Se sono nomadi, che senso ha costruire case per loro?
Se non lo sono costruiamo pure case popolari ma partecipino assieme agli altri cittadini alle ragolari graduatorie di prammatica in questi casi.
Invece, che il fatto di essere nomade possa costituire titolo di privilegio rispetto al povero diavolo di cittadino che così non si definisce mi sembra piuttosto discutibile.
Quindi io ne farei una questione di equità non di razzismo.

[SM=x584438]



eptadone
00venerdì 6 giugno 2008 00:03
Re:
zobmie, 05/06/2008 7.18:

Io però mi faccio sommessamente una domanda ( anche se mi potrei beccare del razzista o quanto meno del leghista):

questi "zingari", pardon "rom", no "sinti"... insomma questi "nomadi" (così non si offende nessuno) sono nomadi (come li chiama anche Cacciari) o no?
Se sono nomadi, che senso ha costruire case per loro?
Se non lo sono costruiamo pure case popolari ma partecipino assieme agli altri cittadini alle ragolari graduatorie di prammatica in questi casi.
Invece, che il fatto di essere nomade possa costituire titolo di privilegio rispetto al povero diavolo di cittadino che così non si definisce mi sembra piuttosto discutibile.
Quindi io ne farei una questione di equità non di razzismo.

[SM=x584438]






I rom sono tendenzialmente nomadi se artisti (musicisti, giocolieri etc....) ma è evidente che se trovano un altro lavoro si fermano in un posto e si adattano, diventando stanziali. I sinti sono tendenzialmente stanziali.




Si ritiene che il termine rom provenga dal sanscrito Dxomba (ड़ोमब) che designava gli artisti nell'India antica, in particolare indicava cantanti, ballerini, attori e percussionisti, che trasmettevano al popolo la saggezza indiana in un linguaggio più accessibile del sanscrito. Sotto le occupazioni moghol e soprattutto britannica la parola ha preso un senso peggiorativo che non aveva nell'India antica. Oggi, in Lingua romaní, rom significa uomo, marito e designa l'etnia stessa solamente presso i rom propriamente detti.[9]
A volte vengono usati per indicare i rom anche altri nomi meno precisi poiché accomunano ai rom anche altre etnie, ad esempio in italiano zingari e gitani, in inglese gipsy, in spagnolo e in catalano gitanos, in portoghese cigano, in tedesco Zigeuner.
Del popolo orginario dell'India in realtà, i rom si distinguono da:
i kalé che hanno perduto l'uso della lingua rom, si definiscono kalé e vivono soprattutto in Spagna e in Sud America
i sinti (o sinte), tra i quali si possono distinguere i sinti piemontesi e lombardi, la cui lingua è largamente influenzata dall'italiano e dal piemontese, e i Sinti del Nord, la cui lingua è influenzata dal tedesco e dall'alsaziano. Essi si definiscono Sinti e sono chiamati manouches dai francesi.
All'interno del popolo rom vengono inoltre individuati dei sottogruppi sulla base di un criterio principalmente ergonimico (fatta sulla base del lavoro svolto):[10]
Căldărari (o anche Kotlar(i) o Kalderash o Kalderásha) originari dei Balcani e migrati anche in Nord America e Europa Centrale, tradizionalmente dediti al mestiere del ramaio;
Lovára: allevatori e commercianti di cavalli (dall'ungherese ló = cavallo);
Churára o čurára: affilatori di coltelli (dal romaní čurín = coltello);
Machwáya, Boyásha e altri.




I Sinti (in Francia chiamati Manouches o Manush [1]) sono una delle etnie della popolazione romaní. Così come i Rom e i Kalé la loro origine è indiana. E così come per le altre etnie romaní si ritiene che i Sinti abbiano lasciato l'India all'inizio dell'undicesimo secolo per giungere in Asia Minore alla fine dello stesso secolo e quindi nei secoli successivi migrare attraverso l'Impero Bizantino in Europa. [2] [3]
In Europa e anche in Italia arrivarono tra la fine del XIV secolo e il XV secolo. Oggi sono stanziati soprattutto nei paesi dell'Europa occidentale (Germania, Francia, Spagna, Italia). [4]
La storia recente dei Sinti è analoga a quella della popolazione Rom: furono perseguitati in tutti i paesi europei subendo di volta in volta pratiche di inclusione (schiavizzazione nei paesi dell'Est Europa) e in particolare in Romania (schiavitù abolita solo dopo il 1850), esclusione (cacciata dai territori), e discriminazione.
Il nazismo ed il fascismo riservarono ai Rom e Sinti lo stesso trattamento riservato agli ebrei. Essi furono deportati in campi di concentramento. Si stima che circa 500.000 Rom-Sinti trovarono la morte nei campi di sterminio durante il Porajmos.
Tradizionalmente i Sinti hanno esercitato l'attività del giostraio e del circense, tra i più famosi circensi italiani di origine sinti c'è Moira Orfei e la sua famiglia [5]. Di origine sinti è anche Andrea Pirlo. [6] [7]
I sinti parlano la lingua romaní e utilizzano nei diversi gruppi alcuni dialetti.
La divisione che si fa in sottogruppi dell'etnia dei Sinti si basa sul territorio in cui vivono, così, ad esempio, avremo Sinti: [8]
Gáchkane (Tedeschi)
Estrekárja (Austriaci)
Valshtiké (Francesi)
Piemontákeri (Piemontesi)
Lombardi
Marchigiani, ecc...




da Wikipedia.


Quindi costruire case per loro equivale al costruire case per cittadini italiani.
Provengono da un'etnia che ha un passato nomade ma non significa che debbano fare i giostrai anche per i secoli venturi.


eptadone
00venerdì 6 giugno 2008 04:36
leggi cos'hanno fatto quelli di Rivolta (grandi!) . . . . .( :-D)))


Sui rom Cacciari cede alla Lega nord
Il sindaco di Venezia sospende la costruzione del villaggio contestato dalle camicie verdi. Ieri mattina i centri sociali hanno occupato la sede leghista di Mestre

ORSOLA CASAGRANDE
Mestre

Una sospensione, solo una sospensione, dicono dall'entourage del sindaco Cacciari. Per far sbollire le tensioni che avevano portato all'occupazione leghista del campo dove il comune di Venezia ha deciso di dare una casa a 150 sinti perfettamente integrati, prima. E poi, ieri mattina, a un blitz degli attivisti del centro sociale Rivolta di Marghera nella sede della Lega di Mestre. Ma di fatto Cacciari si è arreso alle campagne della destra. «Malgrado la situazione di forte tensione nel corso delle ultime ore, la riunione in Prefettura ha dimostrato la possibilità di un percorso concordato e ragionevole, a tutela delle inderogabili esigenze della pubblica amministrazione e dei legittimi interessi e delle legittime preoccupazioni di una parte della popolazione», ha detto Cacciari uscendo dalla riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza. Da qui la scelta di «soprassedere all'inizio effettivo dei lavori», fino a una prossima convocazione del tavolo presso la Prefettura.
Intanto ieri mattina un gruppo di giovani del Rivolta sono entrati nella sede mestrina del Carroccio e hanno cominciato, sotto gli occhi solidali di tanti cittadini, a trasferire in strada tutto ciò che c'era nella sede. L'ufficio è al piano terra di un palazzo non lontano dalla stazione. Gli occupanti hanno portato in strada tavolini, sedie, stampanti e materiale politico. «Questa - hanno detto gli occupanti - è la nostra risposta alla vergognosa campagna razzista e xenofoba che la Lega sta scatenando. In quattro gatti hanno provato a bloccare i lavori per il campo sinti, ora è il nostro turno e abbiamo deciso di sgomberare la sede della lega razzista». Dal centro sociale Rivolta arriva anche un appello alla gente di Mestre e Venezia, che «ricorda bene che questa città ha tradizioni di accoglienza molto antiche». Per Luca Casarini «questo atto di sgombero è un primo assaggio. La Lega cerca di portare i cittadini su posizioni razziste che non sono di questa città. Lo abbiamo visto durante il blocco dei lavori, i cittadini sono stati alla larga da quella manifestazione, c'erano soltanto i militanti e i dirigenti della Lega». In effetti anche la settimana scorsa, quando i leghisti hanno organizzato una manifestazione sempre contro il villaggio dei sinti, hanno avuto bisogno di chiamare i rinforzi da Treviso per far numero. E chiacchierando con la gente che sta attorno a via Piave, quartiere multietnico e non privo di tensioni anche negli scorsi anni, non si respira certo aria di razzismo o voglia di «pulizia».
Appare sempre più evidente che se la Lega trova terreno fertile in altre zone del Veneto e del nordest in generale, sul territorio di Venezia incontra parecchie resistenze. E i leghisti, «provocatori sociali» come sono stati definiti ieri dai manifestanti, non possono fare quello che vogliono. Non a caso anche in altre zone, come a Padova dove sabato per contrastare il moschea day leghista si farà una critical mass, stanno nascendo iniziative di contrasto.
Intanto, dopo il blitz dei centri sociali, i vertici della Lega hanno minacciato denunce e ricorsi. Dure critiche anche per l'amministrazione comunale che però si ammorbidiranno in serata dopo il dietrofront di Cacciari. Anche se nel frattempo l'eurodeputato piemontese Mario Borghezio aveva fatto in tempo a tuonare: «Siamo pronti a scendere a Venezia in migliaia, volontari verdi, camicie verdi, alpini e patrioti padani. Siamo pronti a marciare su Venezia e ovunque sia necessario per difendere le sacrosante iniziative della Lega in difesa della nostra gente dall'invasione di rom e clandestini». Non contento Borghezio aveva aggiunto: «I no global delle varie bande se lo mettano ben in testa: non ci fermeranno! Il repulisti della Padania è già cominciato, quando i Padani usciti dalle riserve dissotterrano l'ascia di guerra non ce n'è più per nessuno». Il presidente dei senatori del carroccio, Federico Bricolo, ha invece subito contattato il ministro degli interni Roberto Maroni che avrebbe annunciato una sua prossima visita a Venezia per «prendere visione della situazione». Per Bricolo «se qualcuno pensa di intimorirci si sbaglia di grosso. Noi continueremo a fare le nostre battaglie a testa alta».




comunque, questi leghisti, che tristezza !!! [SM=x584439]
Bl@CkBoY
00venerdì 6 giugno 2008 17:54
Re:
zobmie, 05/06/2008 7.18:

Io però mi faccio sommessamente una domanda ( anche se mi potrei beccare del razzista o quanto meno del leghista):

questi "zingari", pardon "rom", no "sinti"... insomma questi "nomadi" (così non si offende nessuno) sono nomadi (come li chiama anche Cacciari) o no?
Se sono nomadi, che senso ha costruire case per loro?
Se non lo sono costruiamo pure case popolari ma partecipino assieme agli altri cittadini alle ragolari graduatorie di prammatica in questi casi.
Invece, che il fatto di essere nomade possa costituire titolo di privilegio rispetto al povero diavolo di cittadino che così non si definisce mi sembra piuttosto discutibile.
Quindi io ne farei una questione di equità non di razzismo.

[SM=x584438]






Sono cittadini italiani, veneziani di etnia Sinti. E' che essendo Sinti attirano i fulmini di chi soffia sul fuoco delle contrapposizioni etniche. Fa parte del disegno politico di acquisizione del consenso ricalcando modelli noti e sperimentati nel secolo scorso principalmente nei confronti degli eberi, ma anche degli zingari e degli omosesuali.

C'è un orientamento politico che punta a costruire il consenso sulla caccia agli untori.


eptadone
00sabato 7 giugno 2008 01:13
voglio far notare una cosa...
...che in Europa non solo i sinti o i rom si sono "adeguati" a sopravvivere in roulotte o catapecchie per tirare avanti. Tutti voi avete visto i terremotati per TV, a suo tempo.
Una mia zia è stata costretta a vivere per un periodo in una specie di albergo di non so quale categoria perchè le han dato lo sfratto e la casa popolare non
E spero che qualcuno abbia visto il film "Rosetta" dei fratelli Dardenne. Film belga, che parla di lavoro e povertà. Uscito qualche anno fa.






profondoorrosso
00sabato 7 giugno 2008 17:33
Re:
zobmie, 05/06/2008 7.18:

Io però mi faccio sommessamente una domanda ( anche se mi potrei beccare del razzista o quanto meno del leghista):

questi "zingari", pardon "rom", no "sinti"... insomma questi "nomadi" (così non si offende nessuno) sono nomadi (come li chiama anche Cacciari) o no?
Se sono nomadi, che senso ha costruire case per loro?
Se non lo sono costruiamo pure case popolari ma partecipino assieme agli altri cittadini alle ragolari graduatorie di prammatica in questi casi.
Invece, che il fatto di essere nomade possa costituire titolo di privilegio rispetto al povero diavolo di cittadino che così non si definisce mi sembra piuttosto discutibile.
Quindi io ne farei una questione di equità non di razzismo.

[SM=x584438]






biosogna che abbiano un alloggio in ogni luogo in cui, essendi nomadi
vanno a traferirsi
e invece di mettere a confronto nomadi e cittadini poveri
mettioamo a confronto cittadini ricchi e cittadini poveri
se non altro per non dimenticarci che per i poveri il problema non sono i nomadi, ma i ricchi, anche se magari non se ne accorgono


eptadone
00domenica 8 giugno 2008 00:54
Leggere please


LA STORIA
A Milano dietro la polizia che scheda i rom
GIOVANNA BOURSIER
MILANO

In autobus non arrivi mai ma anche il tassista non riesce a trovare il campo rom di via Impastato, estrema periferia milanese, zona sud della città. Alla fine ti lascia per strada, nemmeno un bar a cui chiedere indicazioni, ma se scavalli una collinetta vedi i tetti delle baracche. Ce ne saranno una decina, insieme alle roulottes, come al solito sotto la tangenziale e i piloni dell'alta tensione, su un piccolo piazzale dove vivono circa 40 rom, tutti cittadini italiani, autorizzati dal Comune. C'è una fontana, non ci sono alberi. Volevano piantarli ma poi hanno optato per i vasi con le piante, e hanno fatto una specie di piazzetta fiorita, «così rimane tutto come è stato trovato. Vedi che ordine? Ordine e sicurezza, come dite voi ma piace anche a noi». «Siamo tutti una famiglia qua», interviene Giorgio Bezzecchi, segretario dell'Opera Nomadi milanese che vive in una casa poco lontano, ma ci accompagna da suo padre e sua madre. Perché, da ieri mattina, qua sono tutti impauriti, anche se cercano di non darlo a vedere.
Le forze dell'ordine sono arrivate all'alba, hanno detto che si trattava di un un censimento per identificare gli occupanti e poi fargli una tessera di accesso al campo, «solo che si poteva fare in un altro modo - spiega ancora Bezzecchi, insieme a Maurizio Pagani, sempre dell'Opera Nomadi - invece erano almeno 40 tra poliziotti, carabinieri e polizia locale, hanno svegliato tutti, circondato e illuminato il campo a giorno e poi, casa per casa, hanno chiesto i documenti e li hanno fotografati. Ma questo campo è già stato censito, tutti hanno la cittadinanza, bastava chiedere di andare in un qualunque posto con documenti e foto e tutti sarebbero andati. Invece così fa paura, di questi tempi».
Il padre di Giorgio, Mirko, è un uomo alto, di 70 anni. Nonostante due infarti si accende una sigaretta dopo l'altra. Ma non dice che è preoccupato. Ci offre il caffè e comincia a parlare: «Se lei viene fermata le chiedono la carta d'identità e basta, non c'è bisogno di arrivare in forza, fotografare. Hanno perquisito le case, i cespugli qui intorno, con i guanti, c'era il pullman e i carri attrezzi, forse credevano di trovare auto rubate. Ma noi lavoriamo. Qualcuno in fabbrica, una ragazza è da MacDonald da 4 anni, mai mancata un giorno. Siamo cittadini italiani, ho anche il passaporto, gliel'ho detto ai carabinieri. I miei vecchi erano slavi ma siamo usciti in tempo di guerra, siamo scappati. Ero piccolo. C'era la neve. Sono arrivati con le divise, ci hanno bruciato le case, loro pensavano che fossimo dentro. Per fortuna mio nonno era stato avvertito. Siamo scappati in Italia, poi i fascisti hanno preso me e mio padre e ci hanno messo in un campo, vicino a Teramo. Il papà di mia moglie l'hanno preso a Palmanova e lo hanno ucciso in Germania. Dopo la guerra mia zia materna è tornata da Auschwitz, era marchiata. Ed è da allora che viviamo in Italia. Prima si girava, si vendeva qualcosa, si chiedeva la carità. Sa com'era a quei tempi, non si rubava. Si viveva: poveri ma onesti. Quando siamo arrivati a Milano, 30 anni fa, stavamo su un prato con le roulottes, poi sono arrivati in tanti, sempre più rom, e ci hanno fatto i campi. E ci hanno rovinati. Perché sono favelas, ghetti, ed è cominciata la fine». «Più che la fine - interviene Giorgio - sembra l'inizio. Questo non è un censimento ma una schedatura su base etnica. Cosa vogliono farci?».
Niente, secondo il prefetto Gian Valerio Lombardi, appena nominato commissario all'emergenza rom, «perché quel che dobbiamo fare è scritto nell'ordinanza di nomina dei commissari: accertarsi della presenza di tutti i rom. Chi è regolare non ha nulla da temere, avrà un tesserino e può stare tranquillo. Ma bisogna togliere chi si infila tra loro e delinque. Ho dato disposizioni perché tutto fosse fatto nella massima serenità e umanità». «Infatti erano gentili - dice Mirko - eseguivano solo degli ordini. Speriamo che non succeda come col fascismo». Il primo ordine, del 1940, dice: schedare e censire tutti i rom, per sapere quanti e dove sono.



il manifesto. it

Bl@CkBoY
00lunedì 9 giugno 2008 20:09
Re: Leggere please
eptadone, 08/06/2008 0.54:



LA STORIA
A Milano dietro la polizia che scheda i rom
GIOVANNA BOURSIER
MILANO




Anche loro dicono che il problema è incominciato quando sono arrivati molti altri rom.
E non tutti si sono comportati bene.
L'importante è poter distinguere fra che delinque e chi no.

D'altra parte tutti noi siamo iscritti all'anagrafe a abbiamo la carta d'identità.

Tuttavia la questione mi sembra da doverla incardinare su una carta dei diritti di cittadinanza europea che l'Italia non ha ancora ratificato. Il problema è di cittadini che intendono muoversi nell'area comunitaria portando con sè diritti certi di cittadinanza.

Dobbiamo però essere consapevoli che non tutti i Paesi hanno una "Republic" che garantisce a tutti parità di diritti. Intanto bisognerebbe aver la coscienza civile di cosa sia una "Republic".



eptadone
00martedì 10 giugno 2008 01:09
guarda,
io sono rdisente a Dresda da due anni e ieri ho votato per l'elezione del sindaco.
Il candidato che ho votato io è arrivato secondo (Die Linke - ha vinto invece la candidata del CDU).
Ecco, sinceramente qui in Germania mi sembra che tutti gli europei siano trattati strabene e abbiano pieni diritti.
Ci saranno certo delle lungaggini burocratiche o delle trafile da fare (e io ne ho fatte un paio)
ma una volta fatto quello si è davvero cittadini del luogo e si può vivere veramente bene.
Mi chiedo adesso chi me lo fa fare di tornare in Italia... quasi quasi mi trovo un lavoro qui...
ma gli affetti mi richiamano in patria....almeno per un po', prima di ripartire di nuovo...

[SM=x584453]
Bl@CkBoY
00mercoledì 11 giugno 2008 22:17
Re: Cacciari
eptadone, 29/05/2008 2.40:

Qualche volta la fa giusta.
Non mi è piaciuto quando ha vietato il cibo ai piccioni.
Per me erano parte dell'attrattiva di Venezia.

foto e testo sulla protesta dei venditori di grano a Venezia


Blitz dell’associazione ambientalista “100% animalisti” che ieri ha deciso di mettere fine alla “fame dei piccioni veneziani”, dopo il provvedimento dell’amministrazione comunale di vietare la vendita e la somministrazione di becchime in piazza San Marco.

Sono arrivati all’alba su barche battenti bandiere dei pirati e hanno elargito oltre un quintale e mezzo di grano. «La piazza era deserta - ha detto Paolo Mocavero, presidente dell'associazione - i colombi si sono precipitati sul mangime ». Hanno cosparso tutta la piazza storica della città. Il sindaco di Venezia Cacciari ha promesso provvedimenti. «Mi metterò in contatto con la municipale - ha detto - affinché vengano multati. Inoltre aumenteremo i controlli della città». A.S.




Poteva mettere un limite quantitativo, ma vietare del tutto che si dia del grano ai piccioni sarebbe come vietare le giostre, l'aranciata, i pattini a rotelle... non so se mi spiego...

voglio dire: non ci saranno dei mezzi per evitare che i piccioni portino malattie ?

Magari basta dargliene di meno di cibo...
O fare qualche controllo in più... Ma togliere il piacere di farseli volare attorno.... beh, mi pèare un'esagerazione.

C'è chi li odia, lo so. Ha me hanno sempre fatto simpatia.
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Vuoi mettere il piacere di una bella scagazzata volante che ti irrora in una quieta mattina d'estate mentre contempli la piazza fascinosa e le lievi evoluzioni dei bellissimi piccioni ?

A fucilate.



eptadone
00mercoledì 11 giugno 2008 22:57
beh, io da bambina...
...una volta andavo a passeggio e un piccione mi ha cagato sul gelato.
In verità era un ghiacciolo al limone (mi pare di ricordare...)
Ho pensato che doveva portarmi fortuna, se il piccione era stato così preciso...

Ultimamente mi hanno cagato sulla bicicletta due volte. Mentre era parcheggiata
e in due posti diversi tra l'altro. Ma con la pioggia tutto si lava. Amen.

A me piacciono.
Quando ero piccola a Venezia davo loro da mangiare. Ho ancora le foto, d qualche parte.
Avrò avuto quattro o cinque anni.

[SM=x584422]

Da noi si dice che se pesti una merda ti porta fortuna.
E' vero!
Quella volta che ne pestai una a Rovigo (posto sfigatissimo) dopo qualche mese
ebbi il lavoro più remunerato della mia vita, in Belgio.

Bisogna prendere certe cose con filosofia !!!
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eptadone
00mercoledì 11 giugno 2008 22:59

CACCIARI beve acqua Veritas ::::

LA FONTE DEL SINDACO è
QUI
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