Corso Sardegna, al centro le corsie dei bus
Riporto, copiandolo dal giornale
, l'articolo a pag.19 del Secolo XIX di domenica 20 Marzo 2011:
Stretta sul progetto che permetterebbe di aumentare la velocità dei mezzi pubblici
Corso Sardegna, al centro le corsie dei bus
Ma spunta lo scoglio di un distributore di benzina sul tracciato: "Da qui non ce ne andiamo"
Di Roberto Sculli
Ed eccolo lì, il progetto per corso Sardegna. L'uovo di Colombo per far accelerare i bus sistematicamente imbottigliati alle porte della Valbisagno, il primo tassello per costruire, un giorno, il sistema di trasporto di massa che quella popolosa fetta di città attende da sempre. Due corsie riservate ai bus, una per senso di marcia, ricavate al centro della carreggiata. Una "direttissima" modello corso Europa, disegnata rubando spazio all'aiuola, e separando, per sempre, il traffico privato da quello pubblico.
I tecnici della Mobilità hanno preso le misure, sul campo, infine l'hanno disegnata.
Il progetto è pronto da settimane ma il Comune non sa decidere, prende tempo e, dietro alle dichiarazioni di facciata, rischia di attorcigliarsi ancora una volta, perchè oltre ai "soliti" ostacoli, come la raffica di parcheggi che dovranno essere sacrificati, sta cercando di affrontare un altro scoglio mica da poco: quello in cui, più o meno a metà dello stradone, si sono imbattute le matite degli specialisti del traffico.
Un Mosè, piazzato nel mezzo del mare della busvia, fatto di benzina, migliaia di clienti ogni giorno e una famiglia che lavora lì da una vita.
Gente che non ha nessuna intenzione di farsi da parte: "Già nel 93 ci dissero che dovevamo chiudere per far spazio ad un fantomatico progetto di trasporto pubblico - ricorda Vincenzo Piperissa, papà del titolare - Nel 2011 siamo ancora qui, vorrà pur dire qualcosa".
Il distributore IP proprio di fronte alla chiesa di Santa Fede è il rebus che Tursi, con le elezioni che si avvicinano a grandi falcate, sta cercando di risolvere. Il nodo di corso Sardegna è considerato fondamentale per dare impulso alla nuova rete AMT, prima ancora della futuribile busvia (tramvia?). Perchè è da quello stradone che passerebbero le linee principali che servono la Valbisagno, compreso il nuovo "48" che collegherà Molassana e l'ospedale San Martino. Una novità su cui il comune e AMT puntano molto, tanto che è stata prevista (e testata sul campo), una corsia preferenziale ad hoc, nella trafficatissima piazza Giusti, per consentire alla nuova linea di svoltare in via Paolo Giacometti.
Il guadagno in termini di velocità dei bus, sbandierato ormai da un paio di annetti, grazie all'asse di corso Sardegna, è tale che nei piani di AMT, in piazza Galileo Ferraris, trova posto uno dei grandi nodi di interscambio della città. Lì arriveranno le linee "di forza", collegate, nello stesso grande capolinea, con tutte le "collinari". Risultato: linee più brevi ma tempi di percorrenza certi.
E proprio la velocità, che si perderebbe costringendo i bus a circumnavigare la pompa, è il nocciolo della ricerca di una soluzione per il distributore. I contatti, con il titolare e la compagnia petrolifera, fino a questo momento sono stati soltanto a livello informale. "Meglio - dice Simone Piperissa - abbiamo capito che stava succedendo qualcosa quando, qualche mese fa, abbiamo visto i geometri prendere le misure con i teodoliti, proprio qui davanti". Una specie di tacito preavviso di sfratto. "Però - aggiunge Simone - noi siamo tranquilli perchè vendiamo due milioni e mezzo di litri di carburante l'anno. In città soltanto due distributori fanno meglio".
L'IP, insomma, prima ancora che i gestori, si opporrebbe con decisione a un trasloco di forza, soluzione che peraltro Tursi giudica difficilmente percorribile: "A meno che il Comune non trovi una postazione che permetta un introito paragonabile, e tutti i posti buoni sono già presidiati, direi che non se ne parla proprio".
L'isola in mezzo alla corrente è ben salda. E non è un caso che, pur lungi dall'essere ottimale, il Comune abbia previsto una soluzione alternativa: niente corsie bus a centro strada, ma un "rinforzo" di quelle attuali, a destra della strada. La exit strategy, tuttavia, è vista come fumo negli occhi, perchè rischierebbe di vanificare tutto.