Confutazione trasmissione Radio Maria del GRIS di agosto 2013...

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viceadmintdg1
00lunedì 19 agosto 2013 21:09
sulla generazione/sui nomi di Dio
viceadmintdg1
00lunedì 19 agosto 2013 21:13
La trasmissione si apre con l’intervento del conduttore don Franco Fiorino. Fa alcune raccomandazioni sulla necessità di portare avanti un confronto e un dialogo che sia rispettoso allo stesso tempo delle persone e della verità della Parola di Dio.
viceadmintdg1
00lunedì 19 agosto 2013 21:15
Poi da la parola al primo ospite, Aldo Lorenzi che incentra il suo intervento sulla questione della generazione, basandosi sul suo libro I testimoni di Geova, Scritti, dottrine ed evoluzione storica, Ed Il Cerchio, 2010. Egli dice:


La scrittura di riferimento è Matteo 24:34:
“Veramente vi dico che questa generazione non passerà affatto finché tutte queste cose non siano avvenute.

Nel corso del tempo sono state fatte varie speculazioni o mutamenti, sul termine “questa generazione” attribuendogli valori temporali diversi a seconda delle aspettative del momento.

Ecco l’interpretazione del I presidente della Società Torre di Guardia Russell, nel IV volume degli Studi sulle Scritture “La battaglia di Armaghedon” del 1897 p. 605.
Li si legge che si trattava di un periodo che partendo dal 1780 si sarebbe concluso nel 1914 con la fine della tribolazione e la battaglia di Armaghedon iniziata nell’ottobre del 1874 con la presenza di Gesù sulla terra.

Nella Torre di Guardia del 15 ottobre, p. 636 si legge:

"Gesù profettizzo che questa generazione che vide la I guerra mondiale e l’inizio dei dolori per il mondo avrebbe anche visto la fine di questi dolori nella distruzione del mondo ad Armaghedon. Noi non sappiamo né il giorno né l’ora ma la fine del mondo è vicina.

Nel 1963 i tdG credevano che “questa generazione” si riferisse senza ombra di dubbio alle persone che erano in vita o nate nel 1914 come si legge in Svegliatevi del 8/3/1963 pp. 28-29:

“La generazione menzionata in Matteo 24:34 include le persone che erano vive quando nel 1914 cominciò la guerra in cielo. Tutti quelli che erano in vita o che nacquero verso quel tempo fanno parte di questa generazione”. I membri di questa generazione vedranno la fine del mondo.

Nel libro La verità che conduce alla vita eterna p. 95, del 1968, veniva spiegato, mediante una rappresentazione grafica,

che gli ultimi giorni avrebbero avuto compimento nell’arco di una generazione a partire dal 1914 e veniva affermata che mancava un breve periodo di tempo, citando il salmo 90:10.

Ecco le conclusioni che traevano basandosi su questo Salmo:

Se la generazione del 1914 era composta da persone aventi 15-20 anni di media e la durata di una generazione è di 70 o al massimo 80 anni, questo significa che ne 1975 la generazione sarebbe giunta al suo culmine!

Nella Svegliatevi del 22/4/1969 p. 13,14 si legge:

“Anche supponendo che ragazzi di 15 anni capissero abbastanza da rendersi conto del significato di ciò che accadde nel 1914 oggi i più giovani di “questa generazione” avrebbero sempre quasi 70 anni... Gesù disse che la fine di questo mondo malvagio sarebbe venuta prima che questa generazione passasse nella morte. Questo… ci dice che gli anni rimasti prima che venga la fine non sono molti”.

Il 1975 è passato e noi siamo ancora qui, pertanto si è resa necessaria una correzione.

Nella Torre di Guardia del 1981 si legge che coloro che videro l’inizio del “segno della sua presenza” potevano avere 10 anni.

Non più quindi 15 anni come affermato nel 1969 ma ora bastavano 10 anni.

Arriviamo al 1986 e dato che la fine non arrivava e la generazione invecchiava si rese necessaria una nuova correzione. Si legge infatti nella Svegliatevi del 8/12/1986:

“A quale generazione si riferiva Gesù? Senza dubbio alla generazione in vita dal 1914”.

Quindi la Società Torre di Guardia è passata a dire che la generazione prima era quella che aveva nel 1914 15-20 anni, poi è scesa a 10 e ora è sufficiente che siano nati nel 1914.

Ma il tempo passa e la fine non arriva, perciò i tdG si chiedono: “ma quanto dura questa generazione?”

Nella Torre di Guardia del 1/1/1989 (ed inglese) si legge:

“Egli (l’apostolo Paolo) stava anche ponendo la base per un lavoro che si sarebbe completato nel 20° secolo” (“nel nostro secolo”, ed italiana).

I cambiamenti continuano.

Nella Torre di Guardia del 1 nov. 1995 p. 19:

“questa generazione” deve riferisi ai popoli della terra che videro il segno della presenza di Cristo ma non cambiano condotta”.

Qui sparisce ogni riferimento al 1914.

Poi nel 2008 c’è un nuovo intendimento nel quale “la generazione sono i cristiani fedeli”, cioè i 144.000 o gli unti. Inoltre qui viene introdotto il nuovo concetto della sovrapposizione, spiegando che la generazione si riferisce ad “un insieme di persone di varie età le cui vite si sovrappongono nel corso di un determinato periodo o evento”.

Recentemente, nel 2010 ancora cambiamenti e aggiunte. La Torre di guardia del 15 aprile pp. 10-11 afferma [noi questa citazione l’abbiamo trovata invece nella w10 15/6 p. 5):

“Evidentemente Gesù voleva dire che le vite degli unti che erano presenti nel 1914, quando si cominciò a vedere il segno, si sarebbero sovrapposte alle vite di altri cristiani unti che avrebbero visto l’inizio della grande tribolazione”.

Qui viene allontanato di molto l’inizio della grande tribolazione.

Purtroppo loro continuano con questi cambiamenti, perché l’imminente fine del mondo è il punto di forza della loro predicazione, e in questo modo riescono ad accalappiare diverse persone che non sono preparate!



Interviene don Fiorino concludendo:


Grazie Aldo. Ci hai mostrato come sono proprio inspiegabili certi mutamenti, che vanno incontro alle necessità del momento. In effetti sappiamo che molti tdG che ricoprivano posizioni preminenti hanno abbandonato, perché la loro coscienza non poteva più sopportare passivamente questi cambiamenti!



Lascio la parola a chi desidera replicare...
Aquila-58
00martedì 20 agosto 2013 12:09
Grazie Admin,

viceadmintdg1, 18/08/2013 10:55:

Poi da la parola al primo ospite, Aldo Lorenzi che incentra il suo intervento sulla questione della generazione, basandosi sul suo libro I testimoni di Geova, Scritti, dottrine ed evoluzione storica, Ed Il Cerchio, 2010. Egli dice:


La scrittura di riferimento è Matteo 24:34:
“Veramente vi dico che questa generazione non passerà affatto finché tutte queste cose non siano avvenute.

Nel corso del tempo sono state fatte varie speculazioni o mutamenti, sul termine “questa generazione” attribuendogli valori temporali diversi a seconda delle aspettative del momento.


Purtroppo loro continuano con questi cambiamenti, perché l’imminente fine del mondo è il punto di forza della loro predicazione, e in questo modo riescono ad accalappiare diverse persone che non sono preparate!




Lascio la parola a chi desidera replicare...



Cominciamo male, mi pare!

Innanzitutto, specifichiamo una cosa: noi cristiani testimoni di Geova non parliamo affatto di “fine del mondo” ma di “fine del sistema di cose” e la differenza è tutt' altro che di poco conto....
Mi premeva specificare la cosa anche se, in questa sede, non mi soffermo sul perchè della succitata traduzione del sostantivo greco aion.
.
Il punto è che quando si parte da una posizione sbagliata (“ l’imminente fine del mondo è il punto di forza della loro predicazione”), inevitabilmente si finisce per arrivare a conclusioni sbagliate...

I cristiani testimoni di Geova sono convinti di adempiere una parte del segno composito della parousìa di Cristo, espressa in Mt. 24:14:

Questa buona notizia del Regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine” (TNM).

Pertanto, i cristiani testimoni di Geova, adempiendo questa parte essenziale del segno della parousìa di Cristo, sono principalmente proclamatori del Regno di Dio e svolgono l' opera in tutta la terra prima che sopraggiunga la fine.....
Se non si comprende a fondo l' opera svolta dai cristiani testimoni di Geova, poi si può solo andare avanti a forza di falsità.....ma la falsità è una cosa e la realtà un' altra...

Qual' è la "guida" dei testimoni di Geova?

La guida divina infallibile dei testimoni di Geova è solo e soltanto la Bibbia, la Parola ispirata da Dio.
Tuttavia Gesù in Mt. 24:45-47 parlò di un “servo fidato e prudente”.
Traggo la traduzione dalla Bibbia CEI:
Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito?” (Mt. 24:45 CEI).
La parabola è specificatamente collocata nel contesto matteano del capitolo 24, laddove si parla di parousìa di Cristo, di sunteleias tou aionos (Mt. 24:3), di telos (Mt. 24:14). 

Non è un caso che si parli del "tempo della fine" espressamente in un libro profetico come quello di Daniele (Dan. 12:4, 9-10), laddove poi il contesto matteano Cristo vi fa riferimento (Mt. 24:15). 
Qui Gesù pone la domanda fatidica: 
"Chi è dunque il servo fidato e prudente?"
Cristo afferma che "costui" è stato costituito sopra i domestici per dare cibo a tempo debito, tutto in previsione del ritorno del Signore. 
In questo contesto, non si stia parlando genericamente del cristiano vigilante o del cristiano addormentato ma di "qualcuno" che il Signore ha stabilito affinchè, attraverso il cibo a tempo debito, si potesse riconoscere il suo ritorno (Mt. 24:45-47). 

Anche la cattolicissima Bibbia di Gerusalemme concorda con questa impostazione, scrivendo nella nota in calce a Mt. 24:45-51: 

"La prima [delle tre parabole, quella del servo fidato e prudente, l' aggiunta è mia..] mette in scena un servo di Cristo incaricato di una funzione nella chiesa, come furono gli apostoli". 

Che si tratti proprio di questo è particolarmente evidente anche da Luca 12:35-44: Gesù esorta i discepoli ad essere vigilanti in vista del ritorno del Figlio dell' uomo (Luca 12:40 ; Mt. 24:44).
Pietro chiede se la parabola è per gli apostoli o per tutti, Gesù risponde dicendo:
“Chi è dunque l' amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito?” (Luca 12:42 CEI).
Gesù quindi rese evidente, con tale risposta alla domanda di Pietro, che l' “amministratore fidato e prudente” è “qualcuno” incaricato dal Signore di fornire, attraverso il “cibo a tempo debito” (che altro non è che l' intendimento graduale delle Scritture e delle profezie) ai domestici fedeli (confr. Luca 12:45-46), l' opportunità di essere pronti e felici in qualunque momento il Signore arrivi, proprio perchè sono stati svegli, vigilanti nella sua attesa, sapendola riconoscere (Luca 12:37-38 ; Mt. 24:32-33).

C' è sinceramente da chiedersi se la stessa vigilanza sia presente anche tra coloro che si definiscono cattolici.......

Pertanto, il servo fidato e prudente (lo schiavo fedele e discreto, secondo la resa della TNM) non è ovviamente una guida divina e non ha:
1)nessuna pretesa di esserlo:
2)non ha alcuna pretesa di essere infallibile (come magari qualche Papa ex cathedra...), dato che non è un profeta ispirato, non è stato costituito per essere tale (Gesù lo avrebbe detto: “Verrà un altro profeta...”, ma non lo disse..)
3)ha il solo compito scritturale non di darci una guida divina infallibile (per noi la guida divina infallibile è soltanto la Bibbia), ma di guidarci nell' intendimento progressivo, “a tempo debito”, della guida divina infallibile, la Sacra Bibbia, così che possiamo restare svegli e vigilanti fino alla fine.


Questo comporta un' attesa che si chiama “tensione escatologica”, presente non solo tra i testimoni di Geovama già in era apostolica, figuriamoci oggi:

Questo vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve; d' ora innanzi quelli che hanno moglie vivano come se non l ' avessero......” (1 Cor. 7: 29 CEI).

Pietro va addirittura oltre e parla di fine ormai imminente:
La fine di tutte le cose è vicina. Siate dunque moderati e sobri, per dedicarvi alla preghiera” (1 Pt. 4:7).

Da notare che Pietro non allude alla “venuta di Cristo e al nostro radunarci con lui” (2 Tess. 2:1 CEI), ma parla di “fine di tutte le cose”.......

Chissà se anche gli apostoli intendevano “accalappiare diverse persone che non sono preparate!”, che, presumo, saranno le persone ritenute "semplici", non i "dotti" della vostra chiesa.....

Ma non è che i preparati "dotti" della vostra chiesa, alla fine, si ritroveranno come i profeti e i sacerdoti dei tempi di Geremia?

Dicono i profeti: “Non vedrete la spada, non soffrirete la fame, ma vi concederò una pace autentica in questo luogo” (Geremia 14:14 CEI).

Poi, quando ci sarà la fine predetta da Gesù in Mt. 24:14, non accadrà mica qualcosa di simile a questo?

Se esco in aperta campagna, ecco le vittime della spada; se entro nella città, ecco chi muore di fame. Anche il profeta e il sacerdote [coloro che avrebbero dovuto essere le guide del popolo, l' aggiunta è mia....] si aggirano per la regione senza comprendere” (Geremia 14:18 CEI).

Converrà meditare?
viceadmintdg1
00giovedì 22 agosto 2013 14:19
Successivamente viene data la parola ad un ospite già intervenuto in una precedente trasmissione: Rocco Politi (ex tdG).
Ci limitiamo a segnalare il seguente articolo di TdGonline www.tdgonline.net/indice/articoli/fuoriusciti.htm che spiega quale credibilità meritano gli interventi dei fuoriusciti!
(SimonLeBon)
00lunedì 26 agosto 2013 22:36
Re:
viceadmintdg1, 8/22/2013 2:19 PM:

Successivamente viene data la parola ad un ospite già intervenuto in una precedente trasmissione: Rocco Politi (ex tdG).
Ci limitiamo a segnalare il seguente articolo di TdGonline www.tdgonline.net/indice/articoli/fuoriusciti.htm che spiega quale credibilità meritano gli interventi dei fuoriusciti!



Pensavo che i fans radiomariani si fossero ormai annoiati anche loro a furia di sentire i solito piagnistei, messi in scena dai soliti noti.

Ma evidentemente radio Maria ci vuole bene e fa tanta pubblicità alla nostra causa!

Simon
viceadmintdg1
00mercoledì 28 agosto 2013 13:45
L’ultimo intervento è quello di don Battista Cadei, ormai un ospite fisso. Incentra la sua parte sul tema dei nomi di Dio dicendo:


Questo è uno degli argomenti che stanno più a cuore ai tdG e che propongono spesso nella loro opera di evangelizzazione, chiedendo: "le sa qual è il nome di Dio"?

La domanda che dobbiamo porci quindi è: con quale anzi con quali denominazioni la Bibbia chiama Dio?

Nella Bibbia ebraica Dio non è chiamato con un solo nome ma con parecchi nomi. Es:

• Elohim = Dio (Vedi Genesi 1:1)
• Adonai= Il Signore (vedi Isaia 6:1)
• Elyon = Altissimo (Salmo 91:1)
• El Shaddai= Onnipotente (Salmo 91:1)
• YHWH= questo è sicuramente il nome più importante. Gli studiosi pronunciano queste 4 lettere Yahweh, mentre i tdG Geova. Il Tetragramma è il nome divino più usato nella Bibbia ebraica, vi ricorre più di 6800.
Possiamo notare che la Bibbia ebraica chiama Dio con parecchi nomi. Quindi è più corretto domandare quali sono i nomi di Dio, non qual è il nome di Dio, come fanno i tdG. La molteplicità dei nomi indica che nessun nome è esauriente perché Dio è più grande di qualsiasi denominazione.
Il Tetragramma ha una storia particolare. Già la sua pronuncia è un problema. Gli antichi ebrei infatti scrivevano solo le consonanti delle parole. Il lettore doveva intuire in base alla pratica e al contesto le vocali da aggiungere. Solo nel medioevo i rabbini inventarono il sistema di linee e punti da mettere sopra e sotto le consonanti per indicare le rispettive vocali.
Gli ebrei per scrupolosa osservanza del comandamento:
"non pronuncerai invano il nome di YHWH tuo Dio" (Esodo 20:7)
già prima di Cristo cessarono di non pronunciarlo per non cadere nel rischio di pronunciarlo invano. E quando incontravano le 4 lettere lo leggevano Adonai, cioè Signore. Nel testo scrivevano le 4 lettere YHWh ma vi aggiungevano le 4 vocali di Adonai, cioè A O A per ricordare che non dovevano pronunciare le consonanti ma leggere Adonai.
Nel medioevo i cristiani non capivano questa cosa e trovavano scritto appunto quello che secondo loro andava letto YaHoWaH, che poi per una legge interna alla lingua ebraica divenne YeHoWaH, che in italiano diventa Geova.
In seguito gli studiosi hanno capito che questa pronuncia era scorretta, dovuta all’incrocio delle consonanti del Tetragramma e le vocali di Adonai. Oggi gli studiosi sono d’accordo su questi punti:

-La pronuncia Geova, usata nel passato, è sicuramente erronea perché frutto dell’applicazione delle vocali di Adonai al Tetragramma.
-La pronuncia più probabile è Yahweh o secondo alcuni Yaho. Questo lo sanno anche i tdG, infatti hanno scritto nel libro La conoscenza che conduce alla vita eterna, p. 24:
“Alcuni studiosi hanno avanzato l’ipotesi che il nome di Dio si pronunciasse “Yahweh”, ma non possono essere sicuri. La pronuncia “Geova” è usata da secoli ed è attestata nella letteratura italiana".

Per la precisione però bisognerebbe dire che la pronuncia Geova è attestata nella letteratura italiana arcaica, cioè antiquata; per es. l’Inno a Satana del Carducci scritto nel 1860, contiene la parola Geova. Ma di fatto è usata attualmente solo dai tdG.

Per motivi di tempo ci fermiamo qui ma riprenderemo il discorso il mese prossimo. Concludiamo ricordando i punti che abbiamo trattato:

• i nomi di Dio sono parecchi
• il nome più frequente è il Tetragramma, generalmente pronunciato Yahvé ad eccezione dei tdG he lo chiamano Geova, nome su cui non ci troviamo d’accordo.


In seguito interviene un ascoltatore il quale obietta che in realtà solo Geova è il nome di Dio, gli altri elencati da don Cadei sono solo titoli non nomi propri.

Cadei risponde:


Alcune volte Elohim è un nome comune, ma se noi leggiamo in Genesi 1:1 e altri casi simili, troviamo i cosiddetti testi elohisti che usano unicamente elohim per chiamare l’unico vero Dio. Idem per Adonai che oltre all’uso comune è rivolto a Dio con un senso diverso, a indicare solo lui.

Per quanto riguarda il nome Geova lo ritroviamo è vero in alcune enciclopedie, soprattutto quelle più datate. Ma in ogni caso oggi sappiamo che Geova è il risultato di una lettura errata. I cattolici quando si sono accorti hanno smesso di usare Geova, mentre i tdG lo usano ancora e sono liberissimi di farlo, è diventato addirittura un loro segno di distinzione!



Parola a chi desidera replicare...




Barnaba1977
00mercoledì 28 agosto 2013 16:56
Prima parte:


Nella Bibbia ebraica Dio non è chiamato con un solo nome ma con parecchi nomi. Es:
• Elohim = Dio (Vedi Genesi 1:1)
• Adonhai= Il Signore (vedi Isaia 6:1)
• Elyon = Altissimo (Salmo 91:1)
• El Shaddai= Onnipotente (Salmo 91:1)
• YHWH= questo è sicuramente il nome più importante. Gli studiosi pronunciano queste 4 lettere Yahweh, mentre i tdG Geova. Il Tetragramma è il nome divino più usato nella Bibbia ebraica, vi ricorre più di 6800.




Alcune volte Elohim è un nome comune, ma se noi leggiamo in Genesi 1:1 e altri casi simili, troviamo i cosiddetti testi elohisti che usano unicamente elohim per chiamare l’unico vero Dio. Idem per Adonai che oltre all’uso comune è rivolto a Dio con un senso diverso, a indicare solo lui.




Possiamo notare che la Bibbia ebraica chiama Dio con parecchi nomi. Quindi è più corretto domandare quali sono i nomi di Dio, non qual è il nome di Dio, come fanno i tdG. La molteplicità dei nomi indica che nessun nome è esauriente perché Dio è più grande di qualsiasi denominazione.



Prima di cominciare la nostra dissertazione, diamo una definizione alla parola "nome". La Treccani in merito dice:

In senso ristretto, e nell’uso com., il sostantivo, cioè il vocabolo che serve a designare una singola persona, un singolo animale, una singola cosa, o una classe di persone, animali o cose[...]
Secondo la grammatica, i nomi si distinguono nelle due grandi classi dei n. proprî, che si riferiscono a singola persona, a singolo animale, a singola cosa e si scrivono con l’iniziale maiuscola[...] e dei n. comuni, che si riferiscono a intere classi di persone, animali, o cose


Chiaramente Elohim è una parola usata molte volte per identificare Dio. Ma la domanda è: Elohim è un "nome" proprio o comune? Identifica cioè univocamente il solo e vero Dio o una classe, un insieme, di persone o cose? Prima di tutto esaminiamo dove viene usato elohim in riferimento a cose diverse del solo vero Dio.

Giudici 16:23 וְסַרְנֵי פְלִשְׁתִּים נֶֽאֱסְפוּ לִזְבֹּחַ זֶֽבַח־גָּדֹול לְדָגֹון אֱלֹהֵיהֶם וּלְשִׂמְחָה וַיֹּאמְרוּ נָתַן אֱלֹהֵינוּ בְּיָדֵנוּ אֵת שִׁמְשֹׁון אֹויְבֵֽינוּ׃
24 וַיִּרְאוּ אֹתֹו הָעָם וַֽיְהַלְלוּ אֶת־אֱלֹהֵיהֶם כִּי אָמְרוּ נָתַן אֱלֹהֵינוּ בְיָדֵנוּ אֶת־אֹויְבֵנוּ וְאֵת מַחֲרִיב אַרְצֵנוּ וַאֲשֶׁר הִרְבָּה אֶת־חֲלָלֵֽינוּ׃

La parola אֱלֹהֵיהֶם è Elohim. Il testo CEI rende così questi versetti, in cui ho evidenziato la traduzione di Elohim:

(Giudici 16:23,24 - CEI200) Ora i prìncipi dei Filistei si radunarono per offrire un gran sacrificio a Dagon, loro dio[Elohim], e per far festa. Dicevano: «Il nostro dio[Elohim] ci ha messo nelle mani Sansone nostro nemico». Quando la gente lo vide, cominciarono a lodare il loro dio[Elohim] e a dire: «Il nostro dio[Elohim] ci ha messo nelle mani il nostro nemico, che devastava la nostra terra e moltiplicava i nostri caduti».

Qui Elohim è tradotto Dio in riferimento ad un falso dio, Dagon. 1Samuele 5:7 e 1Re 18:27 ne fanno un uso analogo.

Ci sono altri versetti (Salmo 82:1, 6; Esodo 4:16; 7:1) che attribuiscono il nome comune Elohim a degli uomini.

Dopo aver evidenziato questi ed altri versetti, il lessico di Gesenius, all'esponente אֱלֹהֵיהֶם (Elohim), dice:

with the art. הָאֱלֹהִים is GOD [...] But equivalent to this is אֱלֹהֵיהֶם without the article (Josh. 22:34), which is used very often in prose and in poetry, with hardly any distinction, for יהוה, either so that both names are employed togethers, or the use of the one or the other depends on the nature of the phrases and usage of the language, and the inclination of the particular writers.

Trad.:
con l'art. הָאֱלֹהִים è DIO [...] Ma equivalente a questo è אֱלֹהֵיהֶם senza l'articolo (Josh. 22:34), il quale è usato molto spesso in prosa ed in poesia, con rare distinzioni, per יהוה, o in modo che entrambi i nomi siano utilizzati assieme, o che l'uso di uno o dell'altro dipenda dalla natura delle frasi e dall'uso nel linguaggio e dalla tendenza di ciascun scrittore.

Insomma, perché Elohim identifichi univocamente Dio, dobbiamo rifarci al contesto, a come è usata la parola. Questo è assai diverso dall'uso di un nome proprio. Si utilizza l'articolo per identificare Dio, come noi dicessimo l'Iddio. Perché quest'uso? Perché gli antichi ebrei usavano spesso mettere le prerogative del loro unico Dio in contrapposizione agli altri dei. Un po' come quando noi chiamiamo il Sommo Poeta, Dante Alighieri, "il Vate". Significa che gli altri scrittori di poesia non siano più poeti? No! Semplicemente in quel contesto si sta parlando di Dante e della sua supremazia nel linguaggio come precursore degli scrittori moderni! Nulla toglie ai vari Pascoli, Ungaretti, Montale, Shakespeare o Neruda! Quindi, per quanto Elohim possa identificare il vero Dio, non è un nome proprio, ma un nome comune.

Il ragionamento è analogo per Adonai. Adonai è il plurale maiestatis di adhòhn, signore, indica cioè il Sovrano Signore, Dio. Anche questo non è un nome proprio, altrimenti non si spiegherebbe perché su 306 volte che ricorre questo termine (escludendo quelle dove i soferim hanno sostituito il tetragramma con adonai), ben 301 volte (!) appaia accompagnato dal tetragramma, come fosse un titolo.

Il ragionamento per Elyon è analogo a quello di Elohim ed anche qui incontriamo usi differenti da quello di identificare il solo e vero Dio. Si usa per il re messianico (Sl 89:20, 27), per la nazione di Israele (Deuteronomio 26:18, 19), ecc. Indicativo è che in Salmo 83:18 si usa il termine Elyon per identificare la posizione di YHWH, cioè la suprema posizione. Questo rende Elyon definitivamente un titolo e non un nome proprio.

El shaddai è forse il titolo più interessante. Si riferisce sempre e solo a Geova, identificandolo univocamente. Ma lo rende questo un nome proprio? Ancora la risposta è no. Questo termine compare quattro volte nelle scritture ebraiche accompagnato da elohim. Interessante è l'uso che viene fatto con Elohim, "l'Iddio onnipotente", che lo distingue univocamente dagli altri dèi. Insomma, il ragionamento addotto è che Shaddai si riferisca a Dio unicamente per il fatto che venga usato solo per identificare lui. Allora vai che bisogna cambiare passaporto al Segretario delle Nazioni Unite, perché c’è solo lui, al Presidente della Microsoft, poiché è lui solo e pure al Premier, ma solo finché non decade la carica…

Ultimo, ma non meno importante è il nome vero e proprio di Dio, YHWH, che noi rendiamo Geova. Cosa rende questo termine differente dagli altri, oltre al fatto che è il più usato? Ai lettori della Bibbia, anche i più distratti, balza subito agli occhi il precetto biblico espresso in Esodo 3:15:
וַיֹּאמֶר עֹוד אֱלֹהִים אֶל־מֹשֶׁה כֹּֽה־תֹאמַר אֶל־בְּנֵי יִשְׂרָאֵל יְהוָה אֱלֹהֵי אֲבֹתֵיכֶם אֱלֹהֵי אַבְרָהָם אֱלֹהֵי יִצְחָק וֵאלֹהֵי יַעֲקֹב שְׁלָחַנִי אֲלֵיכֶם זֶה־שְּׁמִי לְעֹלָם וְזֶה זִכְרִי לְדֹר דֹּֽר׃
(CEI2008) Dio disse ancora a Mosè: «Dirai agli Israeliti: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione.

(TNM) Quindi Dio disse ancora una volta a Mosè:
“Devi dire questo ai figli d’Israele: ‘Geova l’Iddio dei vostri antenati, l’Iddio di Abraamo, l’Iddio di Isacco e l’Iddio di Giacobbe, mi ha mandato a voi’. Questo è il mio nome a tempo indefinito, e questo è il memoriale di me di generazione in generazione.


Non serve aggiungere altro! Il nome racchiuso nel tetragramma è l’unico col quale Dio dice di voler essere ricordato. Questo è in armonia con l’uso che gli ebrei facevano dei nomi. Per alcuni ebrei, il nome dato alla nascita non era definitivo, ma poteva variare nel tempo a seconda dell’incarico attribuito da Dio. Abramo divenne Abraamo e Sarai divenne Sara, Giacobbe divenne Israele, ricordiamo Nabal che si guadagnò quel nome per la sua stupidità, ecc. Quando Dio dice che vuole essere ricordato con quel nome, dobbiamo vederlo in quest’ottica, è come un sigillo sulle sue promesse, egli è qualsiasi cosa gli serva, egli sarà per sempre tutto quello che è necessario per compiere la sua volontà. Questo nome ha quindi supremazia sui vari titoli o appellativi attribuiti a Dio.
Barnaba1977
00mercoledì 28 agosto 2013 17:33
Seconda parte:


Per quanto riguarda il nome Geova lo ritroviamo è vero in alcune enciclopedie, soprattutto quelle più datate. Ma in ogni caso oggi sappiamo che Geova è il risultato di una lettura errata. I cattolici quando si sono accorti hanno smesso di usare Geova, mentre i tdG lo usano ancora e sono liberissimi di farlo, è diventato addirittura un loro segno di distinzione!
Il Tetragramma ha una storia particolare. Già la sua pronuncia è un problema. Gli antichi ebrei infatti scrivevano solo le consonanti delle parole. Il lettore doveva intuire in base alla pratica e al contesto le vocali da aggiungere. Solo nel medioevo i rabbini inventarono il sistema di linee e punti da mettere sopra e sotto le consonanti per indicare le rispettive vocali.
Gli ebrei per scrupolosa osservanza del comandamento:
"non pronuncerai invano il nome di YHWH tuo Dio" (Esodo 20:7)
già prima di Cristo cessarono di non pronunciarlo per non cadere nel rischio di pronunciarlo invano. E quando incontravano le 4 lettere lo leggevano Adonai, cioè Signore. Nel testo scrivevano le 4 lettere YHWh ma vi aggiungevano le 4 vocali di Adonai, cioè A O A per ricordare che non dovevano pronunciare le consonanti ma leggere Adonai.
Nel medioevo i cristiani non capivano questa cosa e trovavano scritto appunto quello che secondo loro andava letto YaHoWaH, che poi per una legge interna alla lingua ebraica divenne YeHoWaH, che in italiano diventa Geova.



Noi siamo consapevoli di questo. La nostra enciclopedia Perspicacia (1990) infatti dice:
*** it-1 p. 1025 Geova ***
Nella seconda metà del I millennio E.V. studiosi ebrei introdussero un sistema di vocalizzazione del testo consonantico ebraico. Quando si arrivava al nome di Dio, invece di inserire i corrispondenti segni vocalici se ne mettevano altri per ricordare al lettore che doveva dire ʼAdhonài (Sovrano Signore) o ʼElohìm (Dio).
Il codice di Leningrado B 19A, dell’XI secolo E.V., vocalizza il Tetragramma in modo da leggere Yehwàh, Yehwìh e Yehowàh. L’edizione di Ginsburg del testo masoretico vocalizza il nome divino in modo da leggere Yehowàh. (Ge 3:14, nt.) Gli ebraicisti in genere preferiscono “Yahweh” ritenendola la pronuncia più probabile. Fanno rilevare che la forma abbreviata del nome è Yah (Iah nella forma italianizzata), che ricorre nel Salmo 89:8 e nell’espressione Halelu-Yàh (Lodate Iah!). (Sl 104:35; 150:1, 6) Anche le forme Yehòh, Yoh, Yah e Yàhu che si trovano nella grafia ebraica dei nomi Giosafat, Iosafat, Sefatia e altri, possono tutte essere derivate da Yahweh. Le traslitterazioni greche del nome ad opera dei primi scrittori cristiani seguono una tendenza simile con la grafia Iabè e Iaouè, che per la loro pronuncia in greco assomigliano a Yahweh. Comunque fra gli esperti non c’è affatto accordo sull’argomento, e alcuni preferiscono altre pronunce ancora, come “Yahuwa”, “Yahuah”, “Yehuah”.

Ma in seguito aggiunge:
Lo scopo delle parole è quello di rappresentare delle idee; in italiano il nome “Geova” identifica il vero Dio, e rende oggi quest’idea meglio di qualunque altro termine.

Credo che questa argomentazione sia esauriente.


In seguito gli studiosi hanno capito che questa pronuncia era scorretta, dovuta all’incrocio delle consonanti del Tetragramma e le vocali di Adonai. Oggi gli studiosi sono d’accordo su questi punti:
-La pronuncia Geova, usata nel passato, è sicuramente erronea perché frutto dell’applicazione delle vocali di Adonai al Tetragramma.
-La pronuncia più probabile è Yahweh o secondo alcuni Yaho. Questo lo sanno anche i tdG, infatti hanno scritto nel libro La conoscenza che conduce alla vita eterna, p. 24:
“Alcuni studiosi hanno avanzato l’ipotesi che il nome di Dio si pronunciasse “Yahweh”, ma non possono essere sicuri. La pronuncia “Geova” è usata da secoli ed è attestata nella letteratura italiana".



Qui mi permetto solo una nota: su quel sicuramente erronea ci andrei con i piedi di piombo: la storia è piena di scoperte che hanno cambiato concezioni su cui tutti gli studiosi erano concordi, come la traversata atlantica di Colombo, o l’osservazione degli astri di Galileo. Tuttalpiù può dire che la pronuncia Yehowah sia improbabile o altamente improbabile, ma l’uso di sicuramente erronea è indice dell’evidente mancanza di oggettività del Cadei e dei suoi omologhi.


Per la precisione però bisognerebbe dire che la pronuncia Geova è attestata nella letteratura italiana arcaica, cioè antiquata; per es. l’Inno a Satana del Carducci scritto nel 1860, contiene la parola Geova. Ma di fatto è usata attualmente solo dai tdG.



Noto con sommo dispiacere l’intento denigratorio e provocatore del Cadei di accostare la pronuncia Geova a Satana per mezzo del sonetto del Carducci, mezzo subdolo per accostarci al male quando poteva usare molti esempi meno offensivi. Ma questi, si sa, sono i loro mezzucci…

In merito all’arcaicità dell’uso Geova, è doveroso fare delle considerazioni.
La prima è che il valore di una parola, il suo significato, la sua semantica, non dipende da mere considerazioni accademiche, ma dall’idea che trasmettono. Anche i dizionari si adeguano all’uso popolare che si fa delle parole: paranoia indicava un tempo una malattia mentale, oggi indica anche un momento di prostrazione psicologica (Treccani); una volta c’era il VIP invitato ad una trasmissione televisiva, oggi c’è l’opinionista; un tempo grufolare era il verso del maiale ed oggi significa mangiare con gusto; ecc. Insomma, non sono gli accademici a dare un significato alle parole, ma l’uso che se ne fa di queste: gli studiosi non fanno altro che prenderne atto.
La seconda è che la pronuncia originale di una parola è pressoché ininfluente sul suo attuale significato. Prendiamo “cavallo”, in latino la parola usata per cavallo era equus. Poi, visto che per ammansire le povere bestie le si castrava (caballus, cavagli; a cui sono stati cavati i testicoli) il cavallo da lavoro venne adottato come rappresentante della specie. Ed ecco qui che oggi chiamiamo cavallo qualcosa che un latino non capirebbe.
Ancora, i latini usavano “Dominus” per identificare un signore ed anche il Signore. Ebbene senior/senioris significava “vecchio”, “anziano”, parola che poco ha a che vedere con l’uso di “signore “ che si fa al giorno d’oggi.

Insomma, le parole sono strumenti di comunicazione, utili nella misura in cui vengono comprese dal destinatario del messaggio.
È vero che ad oggi ad usare Geova siamo perlopiù solo noi TdG, ma considerando che la nostra opera è estesa a praticamente tutte le nazioni del mondo, rendendo disponibile la nostra letteratura al 99% della popolazione mondiale nella lingua madre, avendo le riviste con tiratura di gran lunga maggiore di ogni altra rivista del pianeta, permetterai che qualcosa in merito al significato di Geova nell’uso comune possiamo sicuramente dirlo. Oggi sono miliardi le persone che sanno che con Geova noi identifichiamo il solo vero Dio.

Inoltre, una nota va al divieto di utilizzare il nome di Dio in qualsiasi forma nella liturgia, come da missiva di giugno 2008 da parte della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Riteniamo che questo divieto sia solo l’ultimo atto di una pericolosa tendenza che ha avuto ed ha la Chiesa Cattolica. Nel passo citato dell’Esodo, Dio dice chiaramente che vuole essere ricordato come YHWH, qualsiasi sia la pronuncia che gli si voglia dare. Quindi sostituire il nome sacro, non solo nelle proprie preghiere e letteratura ma anche nella sacra Bibbia, con dei titoli di valenza nettamente inferiore è un sacrilegio peggiore che pronunciar male tale nome. Nascondere il nome va contro il volere di Dio. Noi faremo di tutto, invece, perché tale nome sia conosciuto. E poco importa che la pronuncia sia errata: noi ne sappiamo il significato, al contrario del 99% delle persone che non sanno distinguere la destra dalla sinistra, sempre e comunque a lode del nostro Dio, Geova.
Aquila-58
00giovedì 29 agosto 2013 18:04
Grazie Admin, qualche altra considerazione, qua e là, dopo l' ottima trattazione del nostro Barnaba......

viceadmintdg1, 26/08/2013 21:38:

L’ultimo intervento è quello di don Battista Cadei, ormai un ospite fisso. Incentra la sua parte sul tema dei nomi di Dio dicendo:

Questo è uno degli argomenti che stanno più a cuore ai tdG e che propongono spesso nella loro opera di evangelizzazione, chiedendo: "le sa qual è il nome di Dio"?

La domanda che dobbiamo porci quindi è: con quale anzi con quali denominazioni la Bibbia chiama Dio?

Nella Bibbia ebraica Dio non è chiamato con un solo nome ma con parecchi nomi. Es:

• Elohim = Dio (Vedi Genesi 1:1)




Elohim non è un nome proprio, ma un titolo. Nella Bibbia ebraica vengono chiamati elohim anche gli angeli, giusto per intenderci (Salmo 8:5, 8:6 CEI)

viceadmintdg1, 26/08/2013 21:38:


• Adonai= Il Signore (vedi Isaia 6:1)




anche questo è un titolo, non un nome proprio.


viceadmintdg1, 26/08/2013 21:38:


• Elyon = Altissimo (Salmo 91:1)




ahi ahi, Cadei!
Anche in Salmo 83:18 (83:19 CEI) Geova è definito l' “Altissimo”, peccato che nella prima parte del versetto venga detto che il suo nome è YHWH...pertanto questo rende ancor più evidente che “Altissimo” è un titolo, giacchè il salmista specifica che il suo nome è YHWH!

viceadmintdg1, 26/08/2013 21:38:


• El Shaddai= Onnipotente (Salmo 91:1)




titolo, non nome proprio:
"Dio parlò a Mosè e gli disse: "Io sono il Signore (il realtà YHWH). Mi sono manifestato ad Abramo, a Isacco, a Giacobbe come Dio l'Onnipotente, ma non ho fatto conoscere loro il mio nome di Signore" (in realtà YHWH) (Esodo 6:2-3).
Cadei, Cadei, Lei sa distinguere un nome proprio da un titolo?

viceadmintdg1, 26/08/2013 21:38:


• YHWH= questo è sicuramente il nome più importante. Gli studiosi pronunciano queste 4 lettere Yahweh, mentre i tdG Geova. Il Tetragramma è il nome divino più usato nella Bibbia ebraica, vi ricorre più di 6800.




Innanzitutto YHWH non è il "nome più importante" [SM=g27985] ma è il Nome Proprio di Dio, a suo stesso dire (Esodo 3:15 ; Isaia 42:8), seconda poi, se per Lei la pronuncia esatta del tetragramma è Yahweh, Le chiedo: come mai tale pronuncia è sparita anche dalla note della cattolica Bibbia CEI e della cattolica Bibbia di Gerusalemme, che nelle edizioni 1971 riportavano la forma Jahvè, mentre ora riportano solo il tetragramma , YHWH?
Non sarà per caso che Yahweh (o Jahvè) è una forma errata, altrimenti perchè toglierlo anche dalle note in calce?

viceadmintdg1, 26/08/2013 21:38:


Possiamo notare che la Bibbia ebraica chiama Dio con parecchi nomi. Quindi è più corretto domandare quali sono i nomi di Dio, non qual è il nome di Dio, come fanno i tdG. La molteplicità dei nomi indica che nessun nome è esauriente perché Dio è più grande di qualsiasi denominazione.




ma questa è una sua idea, ma non è l' idea di Dio, caro Cadei:
"I miei pensieri non sono i vostri pensieri" (Isaia 55:8 CEI).
Se Dio ha fatto conoscere il suo Nome (e il significato del suo nome.....) a Mosè e quindi a tutti noi, evidentemente non ritiene "non esauriente" o troppo “piccolo” quel nome, vogliamo forse essere più realisti del re?

viceadmintdg1, 26/08/2013 21:38:



Gli ebrei per scrupolosa osservanza del comandamento:
"non pronuncerai invano il nome di YHWH tuo Dio" (Esodo 20:7)
già prima di Cristo cessarono di non pronunciarlo per non cadere nel rischio di pronunciarlo invano.




si, ma che vuol dire "non pronunciarlo invano"?
Vogliamo dare la parola a un rabbino?
Il rabbino Dario Disegni, nella sua Bibbia Ebraica, nella nota in calce a Esodo 20:7, scrive:
"Invano: Qui si tratta di giuramento falso, ma si condanna anche l' uso in modo profano e frivolo del nome del Signore"!
Vogliamo dare la parola ad una Bibbia cattolica?
Nota in calce della Bibbia di Gerusalemme ad Esodo 20:7:
invano”: “ciò potrebbe includere, oltre lo spergiuro e la falsa testimonianza, l' uso magico del nome divino”.
Non vi è alcuna proibizione scritturale ad usare il Nome in maniera rispettosa, è questo il punto!

Dio diede il Nome a Mosè e disse:
"Dirai agli israeliti: "Il Signore (in realtà YHWH), Dio dei vostri padri.........mi ha mandato a voi"
"Va, riunisci gli anziani d' Israele e di loro: "Il Signore (in realtà YHWH), Dio dei vostri padri........mi è apparso" (Esodo 3:15-16 CEI).
Come si vede, Geova disse qual' è il suo Nome e il significato (Esodo 3:14), comandando a Mosè di dirlo agli israeliti, senza proibizione e impedimento alcuno!
Solo nel libro deuterocanonico di Sapienza il nome diviene “incomunicabile”, laddove si dice:
"Divenne un' insidia alla vita il fatto che uomini, resi schiavi dalla disgrazia e dal potere, abbiano attribuito a pietre o a legni il nome incomunicabile" (Sapienza 14:21 CEI).
Incomunicabile significa che non può essere reso comune, comunicato, l' esatto contrario di quel che Dio disse di fare a Mosè, dando il suo nome.
E' invece il nome dei falsi dèi che non si deve menzionare, secondo la Bibbia (Esodo 23:13 ; Giosuè 23:7)!
Inoltre, il libro di Sapienza è un libro intriso di filosofia greca a cui attinge a piene mani, come afferma la nota in calce della Bibbia CEI a Sapienza 1:4:
"Anima e corpo: i due elementi di cui è costituito l' uomo, secondo la filosofia greca, alla quale attinge anche l' autore del libro di Sapienza"!

viceadmintdg1, 26/08/2013 21:38:




-La pronuncia Geova, usata nel passato, è sicuramente erronea perché frutto dell’applicazione delle vocali di Adonai al Tetragramma.


Per la precisione però bisognerebbe dire che la pronuncia Geova è attestata nella letteratura italiana arcaica, cioè antiquata; per es. l’Inno a Satana del Carducci scritto nel 1860, contiene la parola Geova. Ma di fatto è usata attualmente solo dai tdG.




è un discorso inconcludente, perchè la forma "Geova" non ha alcuna pretesa di essere l' esatta vocalizzazione (cosa impossibile..) del Nome Divino, caro Cadei.
La forma "Geova" è una forma perfettamente corretta nella lingua italiana ed è usata perchè, nella nostra lingua, permette di identificare immediatamente il referente, YHWH, cosa che non consente di fare un titolo come Signore, riferito nella Bibbia a YHWH, a Gesù, agli angeli, ai re...
Quindi l' uso della forma "Geova" è perfettamente lecito, dato che tale forma si trova anche in alcuni vocabolari italiani

www.grandidizionari.it/Dizionario_Italiano/parola/G/geova.aspx?que...

Yahweh, oltre che non essere la pronuncia esatta del Nome, non è italiano, non è ebraico, è un ibrido inesatto, quindi fintanto chè non si troverà, nella lingua italiana, un nome più corretto della forma Geova, noi continueremo tranquillamente ad usarla.....
Sinceramente, non vedo alcuna controindicazione ad usare una forma del tutto corretta nella lingua del nostro paese!

viceadmintdg1, 26/08/2013 21:38:



In seguito interviene un ascoltatore il quale obietta che in realtà solo Geova è il nome di Dio, gli altri elencati da don Cadei sono solo titoli non nomi propri.

Cadei risponde:

Alcune volte Elohim è un nome comune, ma se noi leggiamo in Genesi 1:1 e altri casi simili, troviamo i cosiddetti testi elohisti che usano unicamente elohim per chiamare l’unico vero Dio. Idem per Adonai che oltre all’uso comune è rivolto a Dio con un senso diverso, a indicare solo lui.




si, ma che risposta è?
Dio non ha mai detto che Elohim sia il suo nome, dove lo trova scritto nella Bibbia?
Al contrario ha detto chiaramente che YHWH è il suo nome (Esodo 3:15 ; Isaia 42:8) e qui è Dio in persona che parla, per mezzo del profeta!

viceadmintdg1, 26/08/2013 21:38:


Per quanto riguarda il nome Geova lo ritroviamo è vero in alcune enciclopedie, soprattutto quelle più datate. Ma in ogni caso oggi sappiamo che Geova è il risultato di una lettura errata. I cattolici quando si sono accorti hanno smesso di usare Geova, mentre i tdG lo usano ancora e sono liberissimi di farlo, è diventato addirittura un loro segno di distinzione!

Parola a chi desidera replicare...







Geova, come detto forma pienamente corretta nella lingua italiana, non è il distintivo di un bel nulla, caro Cadei.
I cristiani testimoni di Geova non usano questa forma come fosse un amuleto, ma perchè permette di comunicare immediatamente (e correttamente, nella nostra lingua...) all' interlocutore di chi si sta parlando e il fatto che Dio abbia un nome proprio Eterno, come Egli stesso disse in Esodo 3:15.....
viceadmintdg1
00venerdì 30 agosto 2013 22:26
Con quest'ultima obiezione abbiamo concluso anche questo mese la confutazione delle critiche di Radio Maria a cura del GRIS!
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