Delitto e Castigo, Fëdor Mikhailovic Dostoevskij

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hookerwithapenis
00mercoledì 10 gennaio 2007 20:21
Direi che merita una discussione.
Libro che narra di uno studente che uccide una vecchia usuraia (e sua sorella) premeditatamente, per rubarle i soldi necessari al suo sostentamento, secondo una sua idea che diceva che un fine buono può essere raggiunto anche con mezzi riprovevoli.

"È una cosa lunga, Avdot’ja Romànovna. Si tratta... come posso spiegarvelo?... Si tratta di una specie di teoria, secondo la quale io ritengo, per esempio, che un delitto sia lecito, se lo scopo essenziale è buono. Una sola cattiveria e cento buone azioni! Naturalmente, per un giovane con molti meriti e con un amor proprio smisurato è anche spiacevole sapere che, per esempio, se avesse solo tremila rubli, tutta la sua carriera, tutto il suo avvenire e lo scopo della sua vita assumerebbero un aspetto diverso; e intanto quei tremila rubli non ci sono. Ag­giungete, poi, l’esasperazione provocata dalla fame, da un’abi­tazione angusta, dagli stracci, dalla chiara consapevolezza della sua bella posizione sociale e anche di quella della sorella e della madre. Ma soprattutto la vanità, l’orgoglio e la vanità, accompagnati magari, lo sa Iddio, da inclinazioni buone.... Io non lo accuso, non pensatelo nemmeno, vi prego; e poi, non è affar mio. C’entrava anche una sua teoria personale, una teoria così e così, secondo la quale gli uomini si dividono in mate­riale grezzo e individui speciali, cioè individui per i quali, data la loro posizione elevata, la legge non vale; anzi, sono loro che fanno le leggi per gli altri uomini, per il materiale, per la spazzatura. Non c’è male, una teoria così e così: une thèorie comme une autre. Napoleone lo ha terribilmente affascinato; cioè, con più precisione, lo ha affascinato l’idea che moltissimi uomini geniali non abbiano badato a una cattiveria singola e siano passati oltre, senza stare a pensarci. A quanto sembra, si è immaginato di essere anche lui un uomo geniale, ossia ne è stato convinto per un certo tempo."

Ciò che segue è il crollo mentale di Raskolnikov (il protagonista), che non regge il peso della sua azione e vive un periodo di estremo turbamento, in un crescendo di ansia che culmina con il termine dei problemi di Raskolnikov.
Lo consiglio caldamente.

E’ il rendiconto psicologico di un delitto. Un giovane, che è stato espulso dall’Università e vive in condizioni di estrema indigenza, suggestionato, per leggerezza e instabilità di concezioni, da alcune strane idee non concrete che sono nell’aria, si è improvvisamente risolto a uscire dalla brutta situazione. Ha deciso di uccidere una vecchia che presta denaro a usura...
Zahk
00mercoledì 17 gennaio 2007 18:58
sono molto cntento del fatto che ci siano altre persone che apprezzano la letteratura russa, ma raccontare mezzo libro non è una gran cosa...
tankianista sempre
00martedì 25 settembre 2007 20:30
Io l'ho letto poco fa e ieri ho scritto 1 recensione...mi è piaciuto molto...sono rimasta davvero colpita dalla capacità che ha Dostoevskj di trasmettere le sensazioni e gli stati d'animo dei persnaggi attraverso la narrazione...i temi che tocca in questo romanzo sn complessi..sicuramente da leggere...sn d'accordo...
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