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POLITICA & SOCIETÀ
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Niscemi, fermati tre minorenni
Sarebbero gli assassini di Lorena Cultraro, 14 anni. La ragazza avrebbe detto ai tre amici di essere incinta di uno di loro. Legata e colpita prima di essere strangolata. Uno dei ragazzi era seguito dagli assistenti sociali
Alfredo Marsala
Niscemi (Caltanissetta)
Nel casolare ci sono molti schizzi di sangue sui muri, frammenti di indumenti, un reggiseno bruciacchiato. Descrivendo la scena del delitto, i Ris di Messina parlano di un massacro. Sul pavimento ci sono anche delle impronte, forse dell'omicida. Anzi degli assassini. Lorena Cultraro, 14 anni, è stata massacrata da più persone, che l'hanno presa a calci e pugni prima di ucciderla e gettarla in una cisterna, nelle campagne di Niscemi.
Dopo un lungo interrogatorio tre ragazzi avrebbero confessato. Sono accusati di omicidio aggravato e occultamento di cadavere e oggi il gip si pronuncerà sulla richiesta di convalida del fermo avanzata dalla procura presso il tribunale dei minori di Catania. Ai carabinieri, che indagano sull'assassinio di Lorena che era scomparsa da casa quindici giorni fa, i tre indagati hanno ricostruito le fasi del barbaro delitto.
E' il 30 aprile. Lorena esce di casa. «Vado dalla nonna», dice alla madre Lidia. In realtà si incontra con i tre amici: Domenico, 17 anni, Giuseppe, 16 anni, e Alessandro di 15. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i quattro raggiungono un casolare. Lorena si spoglia, cominciano dei giochi erotici. La ragazza probabilmente non sospettava che quel gioco la porterà alla morte. Secondo l'accusa, mentre a bordo dei motorini si dirigevano nel casolare i tre ragazzi avevano già preparato il piano omicida. Lorena doveva essere zittita. «Ho ritardi e forse sono incinta, il figlio appartiene a uno di voi tre», avrebbe detto ai ragazzi, secondo quanto ricostruito dagli stessi indagati ai carabinieri, che erano sulle loro tracce dopo avere esaminato il traffico telefonico e di sms dei loro telefoni cellulari. Oggi i medici legali effettueranno l'autopsia sul cadavere della giovane per stabilire se era effettivamente incinta. La ragazza inoltre avrebbe manifestato a due degli amici l'intenzione di raccontare alle rispettive fidanzatine i rapporti particolari che c'erano tra loro. A introdurla in questo giro di sesso sarebbe stato il suo fidanzatino, uno dei tre presunti assassini. Nel casolare durante il gioco erotico, Domenico, Giuseppe e Alessandro legano Lorena con una corda e cominciano a prenderla a calci e a pugni, procurandole diverse ferite. La strangolano con la fune e la gettano nella cisterna. A trovarla, due giorni fa, è stato un contadino. Gli assassini prima di disfarsi del corpo, l'hanno legato a una grossa pietra, in modo che non potesse riaffiorare dall'acqua.
L'efferatezza del delitto e il fatto che siano protagonisti dei ragazzi non ancora maggiorenni ha gettato nello sconforto un intero paese. A Niscemi, 28mila abitanti, tutti parlano dell'omicidio, dei minorenni lasciati troppi liberi, del degrado sociale. C'è chi critica persino Lorena, «una ragazza molto vivace e disinvolta», dice il sindaco Giovanni Di Martino, che si farà carico delle spese per il funerale e che ha proclamato per quel giorno il lutto cittadino. La madre, Lidia, è distrutta dal dolore, il padre Giuseppe, imbianchino e vigile del fuoco volontario per racimolare qualche soldo in più, chiede «giustizia» e non si dà pace «per questa storia terribile».
Gli insegnanti del liceo scientifico Leonardo Da Vinci e dell'Istituto tecnico commerciale, la scuola di Lorena, sono scesi in piazza, dando vita a un corteo per le strade della città, con gli studenti che gridavano «fuori i mostri da Niscemi». Non c'erano i compagni di classe di Lorena, che hanno preferito restarsene in casa. «Si circondava di ragazzi più grandi, che facevano gli sbruffoni davanti la scuola, ma lei era una brava ragazza», dice una compagna. Il professore di religione, padre Rosario Di Dio, racconta che il giorno della scomparsa Lorena aveva detto una frase che lo aveva raggelato: «Morirò come Samara». Samara è il nome dell'inquietante bambina del film horror «The Ring»; Lorena lo aveva visto insieme con i compagni di classe e ne era rimasta molto colpita, tanto da pronunciare quella che ora l'insegnante definisce una profezia. «Sono rimasto impressionato - dice padre Di Dio - anche dal disegno che Lorena aveva fatto e che é stato appeso in classe: una ragazza impiccata». Angosciati e pieni di dolore anche i genitori dei tre minorenni indagati, i quali prima di confessare avrebbero cercato di depistare gli investigatori dicendo di aver visto Lorena salire su una golf in compagnia di un uomo il giorno della scomparsa. «Se dovesse essere accertata la sua responsabilità, è giusto che paghi», dice il padre di Domenico, che esprime parole di cordoglio ai familiari della vittima, «perché sono loro che stanno soffrendo di più». Solo uno dei tre ragazzi andava a scuola, ma per le troppe assenze l'istituto si era rivolto al comune, che aveva incaricato gli assistenti sociali di seguire il giovane.
disinvolta ? per il sindaco è colpa sua se si è scelta un fidanzato assassino, ovviamente. bahh...
i genitori dei tre minorenni indagati, i quali prima di confessare avrebbero cercato di depistare gli investigatori dicendo di aver visto Lorena salire su una golf in compagnia di un uomo il giorno della scomparsa falsa testimonianza . che bastardi.
sono loro che stanno soffrendo di più ma che si facciano inc****e
Il professore di religione, padre Rosario Di Dio una nota folcloriostica - nomen est omen - che si occupa di profezie, ma un allievo ti dice così e tu manco gli chiedi "perchè ?" anche solo per curiosità ?
A fare in culo tutti, valà.
Da una parte una subcultura nazi
dall'altra una subcultura misogina
se questa è l'Italia del terzo millennio,
tantovaleva restare all'epoca delle glaciazioni.