centrosardegna
00mercoledì 1 agosto 2007 19:59
Oltre 1600 civili uccisi nel mese di luglio, 67 nella giornata odierna. Una dittatura trasformata in una carnficina permanente
Messe da parte la felicità (locale) e la retorica (occidentale) per la vittoria della nazionale di calcio nella coppa d'Asia, in Iraq si riprende a morire. Due esplosioni a Bagdad hanno provocato la morte di 67 persone e il ferimento di un altro centinaio. Il primo attentato, che ha ucciso 17 civili, è stato causato dall'esplosione di un autobomba, parcheggiata in una delle vie più popolari di Karrada per via dei negozi e delle gelaterie. La settimana scorsa nello stesso quartiere erano morte 25 persone.
Sono stati invece 50 a morire per l'esplosione di un autocisterna di carburante in prossimità di una pompa di benzina nei pressi del sobborgo di Mansour.
Nel solo mese di luglio oltre 1600 civili sono stati uccisi nel mese di luglio, poco più di 1000 il mese prima. Nonostante questi numeri pazzeschi, la carneficina irachena non fa più notizia né provoca sdegno. Si continua a morire e chi ha determinato tutto questo, prosegue indisturbato a giocare alla guerra. Sulla pelle degli altri si può.