Merci e produzioni anseatiche

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2
EdwanMacMurphy
00venerdì 27 agosto 2004 22:16
Non sembra anche a voi che l'importanza del sale in patrician sia un po' troppo ridotta? dopo tutto era un bene molto più che necessario, e anche il testo sottolinea che l'Hansa, nacque proprio prima di tutto sulla via del sale...
non parla del commercio delle pelli, per esempio...[SM=x329186]

[Modificato da Papen82 02/07/2006 16.18]

Sebastiano Ferrero
00sabato 28 agosto 2004 11:34
Infatti trovo sia importante per le città che producono pesce.
Der Kaiser
00sabato 28 agosto 2004 13:25
il sale è molto importante in Patrician, infatti senza le produzioni di carne e pesce sono ferme...
e sono due buone fonti di guadagno,oltre che indispensabili per la crescita della popolazione
EdwanMacMurphy
00sabato 28 agosto 2004 19:40
si, per le proprie aziende è importante, ma per le città assolutamente nulla... nel senso: ci sono città che vivono della produzione di carne (aalborg x esempio) o di pesce, ma è difficile fare affari vendendo sale a queste città....non so voi, ma io il sale lo porto praticamente solo nei miei magazzini...
Virusboy
00lunedì 30 agosto 2004 12:01
Secondo me il sale è importante in Patrician ma ha un prezzo proporzionato alle altre merci. Poi il prezzo è per forza di cose un prezzo di mercato... Cioè diverso nell'impatto rispetto al budget di una famiglia del tempo...

Guardate il costo degli affitti o fate il calcolo degli stipendi e vedrete che il sale per una famiglia di un vostro operaio non è proprio economicissimo!

Infine, andando avanti con il gioco (maggiori produzioni di pesce e carne) riesco a vendere alle volte il sale anche a 45-44 corone! Però il perzzo è molto flessibile e tende ad aumentare e diminuire velocemente! Bisogna perciò venderlo lentamente... [SM=g27827] con grano salis [SM=x329168]
CCM Von Hausser
00mercoledì 1 settembre 2004 12:53
[SM=x329179] ah, bhè! io acquisto quel tanto di sale che mi basta per la pasta e basta... ammazza quanti "asta"! [SM=x329179]
Von Frhulich
00lunedì 29 maggio 2006 12:50
Re: Re: A proposito di mappe di gioco...
I messaggi iniziali di questo filone provengono da qui; per la discussione sulla riorganizzazione della produzione in Patrician e in particolare sull'inserimento di nuove merci si rimanda a questo filone.

Ottimo, Strillo! La carta mi ha fatto subito scattare un riflesso condizionato sulle richieste per PIV ma ... per ora me ne sto buono! D'altra parte per quanto concerne le zone di produzione di pesce, pelli, grano, la mappa standard di PIII sembra, anche sulla base della carta che ci fornisci, storicamente ben fondata. Ci sarebbe, forse, da fare qualche considerazione sul ruolo del miele e, soprattutto, del legname che in PIII sembra alquanto sottovalutato come fonte di lucrosi commerci con l'occidente ... intanto, ancora complimenti! [SM=x329166]

[Modificato da Nemo89 30/06/2006 14.11]

alcen75
00lunedì 29 maggio 2006 14:03
Re:

Scritto da: f.strillone 29/05/2006 13.47
Grazie ragazzi.


Complimenti strillone!
Come vedi io leggo spesso, anche se non sempre rispondo, ma stavolta non potevo tacere! [SM=g27811]
A proposito di materie che non hanno considerato molto...voglio farvi una domanda per vedere se mia moglie ha risposto con lungimiranza (pur non avendoci mai giocato): secondo voi come mai non hanno inserito fra le merci il latte/formaggio?
f.strillone
00lunedì 29 maggio 2006 14:20
Re: Re:

Scritto da: alcen75 29/05/2006 14.03

Complimenti strillone!
Come vedi io leggo spesso, anche se non sempre rispondo, ma stavolta non potevo tacere! [SM=g27811]
A proposito di materie che non hanno considerato molto...voglio farvi una domanda per vedere se mia moglie ha risposto con lungimiranza (pur non avendoci mai giocato): secondo voi come mai non hanno inserito fra le merci il latte/formaggio?



Ma ben ritrovato Alcen! E' un vero piacere, sai? Ti ho citato a proposito di navi, ma non ricordo in quale discussione: si parlava della cocca anseatica che dovrebbe essere, se non erro, una specie di antenata del vascello, o no?
Mumble mumble... latte e formaggio...
Forse per deperibilità merce? O forse perché erano prodotti a consumo prevalentemente contadino?
Papen82
00lunedì 29 maggio 2006 16:46
Re: Re:

Scritto da: alcen75 29/05/2006 14.03

Complimenti strillone!
Come vedi io leggo spesso, anche se non sempre rispondo, ma stavolta non potevo tacere! [SM=g27811]
A proposito di materie che non hanno considerato molto...voglio farvi una domanda per vedere se mia moglie ha risposto con lungimiranza (pur non avendoci mai giocato): secondo voi come mai non hanno inserito fra le merci il latte/formaggio?



Mi pare se ne fosse parlato tempo fa (ricordo dei messaggi di Nemo sull'argomento) e si era arrivati alla conclusione che fossero troppo deperibili e, per come è impostato il gioco, sarebbe stato un problema. [SM=x329166]
alcen75
00lunedì 29 maggio 2006 16:56
Re: Re: Re:
Per quanto riguarda il latte sono assolutamente d'accordo ma per il formaggio no! Non penso che a quei tempi esistesse la crescenza (leggi formaggio fresco) proprio per l'alta deperibilità, ma quando pensiamo a formaggi stagionati, perchè no?!Ed allora la risposta di mia moglie è stata: "forse perchè quasi tutti a quei tempi avevano o una mucca o una capretta, e allora se lo facevano in casa..." ma secondo voi non era una "ricchezza" troppo alta per un tempo, possedere un'animale simile [SM=g27833]
Per quanto riguarda la cocca anseatica, ti propongo subito il link seguente (così se a qualcuno viene voglia di comprarne una... [SM=g27831] )
www.euromodel-ship.com/modelli_it/cocca_anseatica_it.htm
Salutoni a tutti e a presto.
f.strillone
00martedì 30 maggio 2006 13:29
A proposito di latte e formaggio
Non sto a pubblicare cose trovate navigando su internet (che gran fonte, però!!!); mi limito alle conclusioni della mia ricerca “notturna” (ho sistemato gli appunti in quest’ultima mezz’ora: che bello dedicarsi a queste cose durante la propria pausa pranzo!).
L’allevamento era prevalentemente incentrato su animali da fatica (bovini, asini, cavalli) per alleviare il lavoro dell’uomo, ma era presente anche per gli animali di piccola taglia per la carne (suini e ovini) e il latte (ovini); non credo si possa considerare da “ricchi” la presenza di questi animali presso i contadini, anzi era necessaria e abbastanza diffusa per i motivi sopra elencati (concordo comunque sul fatto che non era alla portata tutti, Alcen). L’allevamento ha subito un processo di trasformazione lento per divenire quello che conosciamo oggi tutti noi.
Il latte, considerato cibo per l’infanzia e dei barbari (per il solo fatto che non conoscevano a fondo il vino), non poteva essere commerciato perché facilmente deperibile e veniva quindi utilizzato, oltre che per il consumo quotidiano della famiglia (prevalentemente contadina), per la produzione del formaggio con tecniche antiche (Etruschi, pare) conosciute in ogni dove.
Il formaggio era mal visto dai medici fino nel tardo Medioevo, periodo in cui assunse, però, un ruolo importante nell’alimentazione contadina (questo già dall’antichità, naturalmente) e, più tardi e in un lento processo di nobilitazione del prodotto, di tutte le caste sociali. Quindi, l’importanza economica di questo prodotto tardò ad essere percepita dai mercanti, compresi quelli anseatici.
Ciò non toglie che mi piacerebbe tanto poter commerciare, insieme a birra e vino, qualche buon formaggio stagionato al punto giusto per valorizzare la degustazione delle due bevande: pensate, in questo modo si potrebbero ottenere prezzi migliori, ovvero più alti!
Saluti a tutti
[SM=x329166]
Nemo89
00venerdì 30 giugno 2006 14:17
Messaggio proveniente da qui.

Scritto da: Von Frhulich 05/06/2006 11.50

Alcune notizie che, oltre a delle informazioni (che non fanno mai male), possono aiutare nella discussione sull’opportunità di ampliare e diversificare l’elenco delle merci proposte in PIII
[ovvia avvertenza: non è farina del mio sacco]
La più antica tra le fibre vegetali è certamente il lino. Il Linum Usitatissimum, pianta dalla quale, a seguito della macerazione delle fibre, è ricavato il tessuto, conosciuto nella regione dell’antico Egitto fin dal V millennio avanti Cristo, fu coltivato da Egizi, Fenici, Babilonesi e altri popoli del Medio Oriente che ne diffusero l’uso a Greci e Romani. A partire dal Medioevo la coltivazione del lino si diffuse in tutta Europa e le Fiandre, con il loro clima umido, ne divennero uno dei principali centri di produzione. Il dominio del lino rimase incontrastato fino all’inizio dell’Ottocento quando il cotone, con l’introduzione di nuovi telai che ne facilitarono la filatura, da prodotto pregiatissimo destinato all’alta nobiltà, divenne un prodotto di massa.
Il cotone, il cui termine deriva dall’arabo katun ovvero "terra di conquista", già presente prima del secondo millennio avanti Cristo in India ed anche in Perù, fu introdotto dai Saraceni prima in Sicilia nel IX Secolo e poi in tutta Europa attorno al 1300. Considerato un prodotto d’importazione, e per di più difficile da filare e tessere, rimase per lungo tempo un tessuto di lusso al pari della seta. In Europa famose erano le impalpabili stoffe di cotone indiano dipinte con tinture che apparivano gradualmente con il passare del tempo.Gli Europei, al loro arrivo in America, trovarono il cotone coltivato e manifatturato nelle Indie Occidentali, nel Messico, nel Perù, nel Brasile. Erano colture che traevano origine dalle specie locali, diverse da quelle del vecchio mondo.
La seta, fibra ricavata dal filamento del bozzolo del cosiddetto "baco da seta" (Bombyx Mori), ebbe la sua origine circa nel 2600 a.C. in Cina o, secondo alcuni, in India. Di certo la seta cinese, ottenuta da un filo continuo lungo dai 600 ai 900 metri, era la più pregiata per struttura e colore. La seta indiana, al contrario, era prodotta utilizzando fibre corte perché non era conosciuto il sistema di bollitura e dipanatura dei bozzoli necessario ad ottenere un filo continuo. I Cinesi per centinaia d’anni custodirono gelosamente il segreto delle varie fasi della sericoltura: leggi imperiali punivano severamente coloro che lo rivelavano.
Gli occidentali credevano che la seta si ottenesse dalle fibre della parte interna della corteccia di un raro albero. Solamente con il declino dell’impero, la cerchia di coloro che erano a conoscenza di questa lucente fibra si allargò. All’inizio del II Secolo a.C. i mercanti percorrevano vie carovaniere dall’Oriente attraverso l’Asia Centrale fino ai porti del Mediterraneo per portare le preziose sete; questi percorsi presero il nome di "via della seta".
Nel 551 d.C. l’imperatore Giustiniano, per assicurarsi la fornitura di bachi da seta, inviò due monaci in Cina e questi fecero ritorno a Costantinopoli con bastoni di bambù riempiti di bachi da seta. Da allora cominciò la tradizione del baco in Occidente che da Costantinopoli si diffuse in tutta Europa. Nel 1140 il prezioso insetto entrò in Sicilia e, tra il 1300 ed il 1500, la produzione della seta in Italia raggiunse un notevole sviluppo grazie alla grande richiesta delle famiglie nobili che amavano indossare le splendide sete; Firenze, Milano, Lucca, e Venezia furono i principali centri di lavorazione.
La filatura e la tessitura della lana si svilupparono dopo quelle delle fibre vegetali. Da ritrovamenti archeologici, risalenti a circa 5000 anni fa, risulta che la lavorazione della lana era diffusa in diversi luoghi, dalle Ande all’Egitto, dall’Asia Minore all’Europa Settentrionale.
Roma importava lana grezza dalla Grecia, dalle Gallie e dall’Africa per lavorarla nelle fabbriche dell’impero. La Spagna fu un grande centro di produzione e tessitura della lana e l’allevamento della pecora merino durante il XIV secolo segnò una grossa svolta nell’industria laniera. La morbidezza e la struttura sottilissima della fibra merino permetteva di realizzare stoffe damascate bellissime e resistenti.
In Italia Firenze divenne la capitale tessile, ma fu la Francia il centro mondiale della lana, dove la fiera che si teneva a Champagne attirava venditori ed acquirenti da tutte le nazioni ... [SM=x329166]

Nemo89
00venerdì 30 giugno 2006 14:18
Messaggio proveniente da qui.

Scritto da: Von Frhulich 07/06/2006 23.23
Per quanto concerne le stoffe, il punto è che a PIII la produzione è chiaramente di stoffe di lana. Credo (e tu potrai confermarlo o meno) che le produzioni specializzate di cotone erano altrove, Italia, Fiandre, per non parlare della seta: rispettando la realtà storica, quindi, velluti, broccati e stoffe di seta dovrebbero essere importati. Comunque, considerando che le Fiandre non sono poi così lontane dalle nostre zone, e considerando anche che in PIII ci consentono di scoprire l'America nel 1300 ( [SM=x329214] [SM=x329196] [SM=g27812] ), non sarebbe poi troppo fuori luogo fabbricare stoffe con cotone importato.

Nemo89
00venerdì 30 giugno 2006 14:19
Messaggio proveniente da qui.

Scritto da: f.strillone 07/06/2006 13.44

Allevamento Ho postato la scorsa settimana in merito a latte e formaggio (nell’apposita discussione Curiosità storiche) e già in quel caso, che ora ribadisco, ho fatto notare che l’allevamento come lo intendiamo noi (produzione di latte e carne) non esisteva se non per il consumo contadino (caprini e ovini); era, piuttosto, orientato ad avere in casa animali da lavoro (bovini, cavalli, asini) per alleviare le fatiche contadine e comunque limitati di numero.
Con questo non vogliamo assolutamente pensare ad un errore storico di Patrician che ci consente l’allevamento ovvero la produzione di carne e cuoio; anzi, nella seconda metà del 1300 i proprietari terrieri (feudatari o ex, di lì a poco…) cominciarono a vedere l’affare proprio nell’allevamento incline a questo scopo tramutando parte delle loro terre da coltivazione ad allevamento appunto.

Stoffe (pregiate e non) Qui il discorso, almeno personalmente, lo vedo molto semplice, tutto legato a…
Sulla nostra amata carta di gioco abbiamo… Bruges che, grazie alla sua posizione privilegiata sull'estuario dello Zwyn, che ha di fronte quello del Tamigi, strinse legami commerciali con l'Inghilterra diventando il porto più fiorente dell'Europa Nord-Occidentale.
Non solo, Bruges divenne presto un importante nodo delle vie commerciali che univano le Fiandre all'Italia attraverso la Champagne prima e in seguito attraverso le Alpi e la valle del Reno, per i commerci europei con il mar Baltico e il mare del Nord.
All'inizio il commercio principale fu quello della lana che veniva dall'Inghilterra, rivenduta altrove o fatta lavorare sul posto. Grazie al minuzioso lavoro delle Congregazioni di commercianti stranieri, in particolare tedeschi (toh! la Lega), la città divenne un importante centro di scambi. Vi confluivano l'ambra prussiana, il grano baltico, la birra di Brema, le pellicce di Novgorod, legname e merluzzi dalla Norvegia che erano scambiati con le stoffe locali, oggetti di ottone, sale e vino francesi, velluti di Genova, broccati veneziani, spezie. (altro materiale su Bruges lo pubblicherò prossimamente nell’apposita discussione: ho trovato molte cose interessanti!)
In parole povere, le generiche stoffe che abbiamo a disposizione sono ben di più di quel che pensiamo noi e gli ideatori del gioco credo l’abbiano intesa proprio così (non nel senso di produzione in loco, ma che arrivavano dall’Italia: velluti, broccati…); se mai una mancanza si deve rimproverare ai programmatori, è quella di non aver consentito a Bruges la produzione delle stoffe, visto che corrisponde a realtà come realtà è l’inserimento dell’importazione delle spezie! Sono d’accordo sull’eventualità di diversificare i prezzi a seconda della qualità, magari legata al numero di impianti che dopo un tot sfornano broccati piuttosto che fustagni… oltre ad essere già stato detto sopra da qualcuno abbiamo già qualcosa del genere: il bonus produzione ogni 3.

Vino Per questo bene mi permetto una piccola considerazione. Vada per la produzione in loco (Colonia e Groningen), ma azzeccata storicamente è l’importazione in Londra; proprio presso questa corte, era apprezzato non solo il vino di provenienza francese piuttosto che italiana, ma anche quello spagnolo “liquoroso” (leggasi PORTO) e i vari passiti italiani e francesi (questi in minor misura). Anche in questo caso gli ideatori del gioco credo abbiano inteso nel vino sia quello “classico” che quelli da me citati che erano considerati un extra-lusso e molto più pregiati presso Londra e tutta l’Inghilterra in generale.

Ambra Era uno dei materiali di scambio in Bruges: questo, a parer mio, è un bene che manca nel nostro gioco; vedrei bene anche lo scambio di oro (grezzo o lavorato in gioielli)

Per quanto riguarda le materie prime, che dire… mi sembra buona l’idea di Nemo; solo per fare un esempio, i Tedeschi erano considerati i migliori lavoratori del ferro ed erano presenti in ogni città, così come era considerato quasi a livello di un Nobile ogni maniscalco di paese: un lavoro ben pagato e molto ambito in quell’epoca di pre-industrializzazione (utilizzo di utensili vari, molto limitato fino a metà del 1200)! Altra nota pro idea è relativa alla provenienza delle materie prime: Europa del Nord con prevalenza dei Paesi Scandinavi, un’altra volta in linea con la nostra mappa standard!
Una cosa soltanto: si rischia, con il metodo di recupero materie prime dall’entroterra, di dover considerare troppe rotte terrestri che i commercianti anseatici non usavano, almeno direttamente; queste erano più gestite dai mercanti stranieri, francesi e italiani in primo luogo, e gli anseatici vendevano/acquistavano a/da loro: in questo caso deve necessariamente entrare in gioco la trattativa con questi mercanti… caspita! mi rendo conto di quanto sarebbe divertente: un modo per avere contatti con colleghi commercianti, anche se non in diretta concorrenza, con cui negoziare su prezzi e quantità di merci… bello, decisamente accattivante l’idea!!!

Se serve altro, sto leggendo un libro di Le Goff che è divenuto oramai la mia principale fonte: credo ci siano altre considerazioni utili a questa discussione.
A presto
[SM=x329166]

Franz Goldzerberg
00lunedì 10 luglio 2006 22:11
Miiiii,una mia discussione è citata nella libera università.
Sono onorato [SM=g27828] [SM=x329168]
Ma è citata soprattutto per gli interventi di chi ha partecipato...
comunque,il sale era prezioso perchè era un conservante,e quindi serviva a chi importava pesce e carne,anche.
O no?
LittleTeo
00lunedì 10 luglio 2006 22:45
Re:

Scritto da: Franz Goldzerberg 10/07/2006 22.11
comunque,il sale era prezioso perchè era un conservante,e quindi serviva a chi importava pesce e carne,anche.
O no?



Be, si, prezioso ma non costoso: non sempre i due concetti coincidono... [SM=g27818]
Nemo89
00martedì 11 luglio 2006 11:32
Be0, ma è costoso in Patrician: il suo prezzo è facilmente intorno ai 50m al barile, cioè 500m al carico: metà di quanto costa la carne, e un decimo delle spezie!
LittleTeo
00martedì 11 luglio 2006 12:05
Re:

Scritto da: Nemo89 11/07/2006 11.32
Be0, ma è costoso in Patrician: il suo prezzo è facilmente intorno ai 50m al barile, cioè 500m al carico: metà di quanto costa la carne, e un decimo delle spezie!



Non è un po' esagerato, 50? Io direi 25-35...

Cmnq è vero: non è la merce meno costosa perchè, ad esempio, se i cereali fossero in barili costerebbero 9-10 marchi al barile... [SM=x329192]
Franz Goldzerberg
00martedì 11 luglio 2006 21:32
Yustel...Giustissimo
Io non ho detto che è costoso(anche se lo è...) ma che è prezioso......come l'acqua ai giorni nostri,no?
Consigliere Bricks
00domenica 24 settembre 2006 10:41
[SM=g27828] Concordo, Edwan Mac Murphy. Il sale era molto importante! Sì, bisognerebbe farlo notare alla Ascaron... Altra cosa, visto che si parla di prezzi:
Nel XIV secolo, in Europa la legna cominciò a scarseggiare, comportando un’impennata nei prezzi di acquisto e di vendita: secondo me si dovrebbe comprarla o venderla ad un prezzo consigliato almeno doppio!

Grazie e ciao! [SM=x329167]
LittleTeo
00domenica 24 settembre 2006 15:21
Re:

Scritto da: Consigliere Bricks 24/09/2006 10.41
[SM=g27828] Concordo, Edwan Mac Murphy. Il sale era molto importante! Sì, bisognerebbe farlo notare alla Ascaron... Altra cosa, visto che si parla di prezzi:
Nel XIV secolo, in Europa la legna cominciò a scarseggiare, comportando un’impennata nei prezzi di acquisto e di vendita: secondo me si dovrebbe comprarla o venderla ad un prezzo consigliato almeno doppio!

Grazie e ciao! [SM=x329167]



Beh, in fondo, la legna non è che costi così poco... a volte è addirittura un problema, anche se con 10 segherie copri tutta la richiesta della Lega... [SM=x329192]
||MaVeRiK||
00domenica 24 settembre 2006 16:00
Io non riesco mai a venderlo [SM=x329211]
Nemo89
00lunedì 25 settembre 2006 20:02
Re:

Scritto da: Consigliere Bricks 24/09/2006 10.41
Nel XIV secolo, in Europa la legna cominciò a scarseggiare, comportando un’impennata nei prezzi di acquisto e di vendita: secondo me si dovrebbe comprarla o venderla ad un prezzo consigliato almeno doppio!

Piú che altro, attraverso l'Hansa passava tutto il legname provieniente dalla Scandinavia e dalla Russia e diretto in tutta Europa (fino a Venezia, una volta disboscato il Veneto); bisognerebbe accentuare questo ruole di snodo commerciale internazionale, che era dopotutto la massima fonte di guadagni per i mercanti anseatici. Ma è già proposto nella lista dei desideri.
f.strillone
00martedì 3 ottobre 2006 12:12
… e l’olio di oliva?
Illustri Patrizi eccomi con un quesito non ancora affrontato e che per affinità possiamo accodare alle poche valutazioni fatte in qualche discussione concernente il vino e alle tante, invece, fatte per le stoffe (pregiate e non).
Una merce per nulla presa in considerazione dal nostro gioco preferito è sicuramente l’olio… sto parlando naturalmente di quello di oliva che trovava un ampio utilizzo prevalentemente (o forse esclusivamente?) alimentare (non era ancora usato per la conservazione) e riconducibile ad un consumo presso le caste più ricche prevalentemente anche se di indubbia provenienza contadina.
Mi sono imbattuto in un libro che riporta una splendida ricerca, ovviamente “medievale”, sul commercio di tale bene in Italia (ovvero tra le varie regioni) e in Europa (paesi principali Spagna e Portogallo oltre, ovviamente, l’Italia).
Mi soffermo sul Portogallo in quanto era il principale esportatore di olio di oliva verso il nord dell’Europa (la Spagna lo era per l’Inghilterra e comunque forniva un prodotto decisamente più scarso rispetto agli altri anche se in grandi quantità) e che faceva capo, per questo commercio, alla città di Bruges (a “rieccoce” con questa città!) da dove veniva poi smistato in tutto il Baltico, ovvero nelle principali città anseatiche; sempre in Bruges arrivava anche olio greco (ma in minor misura, se non scarsa) e soprattutto il nostro pregiato olio del sud, in particolare quello pugliese, il più ambito e pagato… pensate che un barile di olio, solo per varcare l’Appennino (dalla Toscana all’Emilia) aveva un ricarico di un fiorino d’oro al barile, prezzo notevole per l’epoca (pensate, per il nostro alter ego, quale grande fonte di guadagno potrebbe essere!).
Per concludere, così come una spedizione nel Mediterraneo ci porta ad acquistare vino in svariate città, non vedo perché non si possa inserire l’olio di oliva: è o no da prendere in considerazione? (se non altro per un futuro Patrician IV)
Attendo vostre considerazioni.

Un saluto
[SM=x329166]
Von Frhulich
00martedì 3 ottobre 2006 12:47
Ciao Strillo, sono ancora vivo! [SM=x329167]
Per me sì, senz'altro, è da prendere in considerazione, come tutte le merci qui proposte e che hanno qualche fondamento storico. Una varietà di merci molto più ampia di quella che propone l'attuale Patrician sarebbe per me altamente auspicabile anche perchè spingerebbe il giocatore ad operare delle scelte nel campo del commercio (adesso chi fa una partita "seria" finisce per produrre tutto il producibile e commerciare tutto il commerciabile: se una nuova versione ci proponesse in aggiunta tutte le merci che sono state qui elencate, da produrre o importare ... bè, vorrei vedere!)con conseguente varietà di situazioni di gioco.
Per quanto concerne l'olio d'oliva, proprio per le considerazioni che facevi tu, doveva essere roba caruccia, da ricchi, insomma lauti guadagni assicurati![SM=x329210]
Quindi voto anch'io per una sana ( e saporita) bruschetta anseatica! [SM=x329166]
alcen75
00martedì 3 ottobre 2006 13:41
Re:
Quoto in pieno!
Decisamente un bene che andrebbe senz'altro inserito...figuratevi che io fino ad un paio di settimane fa (quando Strillo mi aveva parlato delle capanne di pesca e di cosa producono oltre al pesce) pensavo che l'olio in questione fosse proprio quello d'oliva!!!
f.strillone
00martedì 3 ottobre 2006 14:14
Re: Re:

Scritto da: Von Frhulich 03/10/2006 12.47
Ciao Strillo, sono ancora vivo! [SM=x329167]
......................................
Quindi voto anch'io per una sana ( e saporita) bruschetta anseatica! [SM=x329166]



Ben ritrovato Von ... cmq i vari condimenti per la bruschetta li forniamo gratis!!!
Mi viene in mente... chi se la sente di aprire una discussione di cucina medievale? [SM=x329218]




Scritto da: alcen75 03/10/2006 13.41
.................
pensavo che l'olio in questione fosse proprio quello d'oliva!!!



naaaaaaaaaaaaaaaaaa
naturalmente si tratta di olio di fegato di merluzzo!!! [SM=x329172]
Nemo89
00martedì 3 ottobre 2006 18:18
Ma siamo sicuri che i nordici usassero l'olio di oliva?
f.strillone
00mercoledì 4 ottobre 2006 10:04
Re:

Scritto da: Nemo89 03/10/2006 18.18
Ma siamo sicuri che i nordici usassero l'olio di oliva?



Beh… effettivamente… proprio nel trecento si sviluppano due scuole alimentari concernenti i condimenti: nel sud (Italia su tutti) l’olio è il condimento per ogni tipo di preparazione; nel nord (e sottolineo nord Europa) il primato per il condimento va sicuramente ai grassi animali, grazie allo sviluppo dell’allevamento del maiale (e tutti sappiamo che non se ne butta via nulla…)
Però… le Repubbliche di Genova e Venezia ne favorirono il commercio oltre l’area mediterranea, che non era solo l’est, ma comprendeva la più volte citata via del mare verso le Fiandre e Bruges; ne possiamo trovare conferma (ma qui la ricerca andrebbe approfondita e non so grazie a quali fonti… la mia è un libro trovato on-line sul sito dell’Istituto Datini) nel fatto che sulle tavole dei ceti medio alti dei paesi nordici cominciava ad essere presente un condimento misto di grasso animale con olio di oliva.
Sicuramente i preparati farmacologici a base di oleum si potevano facilmente trovare nelle farmacie di tutta Europa: in più opere si accenna al ricorso all'olio di oliva e agli unguenti aventi come base l’olio… anche se a volte il ricorso a questo tipo di cura trovava radici nella religione se non nelle credenze del popolo.
Secondo me, anche se per “il rotto della cuffia”, l’olio si può inserire tra le merci commerciate nel periodo… utilizzo curativo o alimentare che fosse.

saluti
[SM=x329166]
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 23:41.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com