Nucleare : cosa dovremo fare ? Un altro referendum ???

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eptadone
00venerdì 23 maggio 2008 00:01
Quell'idiota di Scaiola le vuole assolutamente, gli scienziati dicono che non è la soluzione giusta

QUI Scaiola:

http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/ambiente/nucleare1/nucleare-scajola/nucleare-scajola.html


Scajola: "Nuove centrali nucleari
costruite entro cinque anni"
L'Enel: "Noi siamo pronti a partire". Realacci: "E' ideologia, finirà come l'articolo 18"

Il ministro Scajola alla tribuna di ConfindustriaROMA - "Entro questa legislatura porremo la prima pietra per la costruzione nel nostro paese di un gruppo di centrali nucleari di nuova generazione". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, intervenendo all'assemblea di Confindustria. "Non è più eludibile - ha aggiunto tra gli applausi - un piano di azione per il ritorno al nucleare", chiarendo che non si tratta di affermazioni di principio ma di un "solenne impegno assunto da Berlusconi, con la fiducia, che onoreremo con convinzione e determinazione".






[SM=x584471] Scaiola è francamente un deficiente, sentire le sue dichiarazioni mi fanno venire voglia di diventare un'attivista di greenpeace... [SM=x584471]



QUI gli Scienziati :

http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/ambiente/nucleare1/appello-candidati/appello-candidati.html


ROMA - Solo il solare può garantire all'Italia un futuro energetico sostenibile. Oltre seicento tra docenti universitari e ricercatori hanno sottoscritto un appello "ai candidati alla guida del Paese nelle elezioni politiche 2008" per chiedere che venga messa da parte tanto la tentazione del nucleare, quanto il ritorno al carbone. "In virtù della conoscenza acquisita con i nostri studi e la quotidiana consultazione della letteratura scientifica internazionale - si legge nel documento - sentiamo il dovere di informare la classe politica e il Paese riguardo la crisi energetica e climatica incombente, che minaccia di compromettere irrimediabilmente la salute e il benessere delle generazioni future". "Tutti gli esperti - prosegue l'appello - ritengono che sia urgente iniziare una transizione dall'uso dei combustibili fossili a quello di altre fonti energetiche, così che possa essere graduale".

Se per molti osservatori, soprattutto nel campo economico e politico, la risposta a queste problematiche sta nel ripercorrere la strada del nucleare, gli scienziati firmatari del documento sono convinti che il ricorso all'atomo sia una falsa soluzione. "Riteniamo - scrivono ancora - che l'opzione nucleare non sia opportuna per molti motivi: necessità di enormi finanziamenti pubblici, insicurezza intrinseca della filiera tecnologica, difficoltà a reperire depositi sicuri per le scorie radioattive, stretta connessione tra nucleare civile e militare, esposizione ad atti di terrorismo, aumento delle disuguaglianze tra paesi tecnologicamente avanzati e paesi poveri, scarsità dei combustibili nucleari".

Di contro, i firmatari dell'appello sollecitano "chi guiderà il prossimo governo a sviluppare l'uso delle fonti di energia rinnovabile e in particolare il solare nelle varie forme in cui può essere convertita". "Il sole infatti - ricordano - è una stazione di servizio inesauribile che in un anno invia sulla Terra una quantità di energia pari a diecimila volte il consumo mondiale".

La versione integrale del testo e l'elenco completo dei ricercatori che hanno firmato il documento, promosso tra gli altri dal docente di chimica dell'Università di Bologna Vincenzo Balzani, possono essere consultati su www.energiaperilfuturo.it, il sito online della campagna, dove anche i semplici cittadini possono sottoscrivere l'appello. Al momento tra i firmatari non risulta il nome del premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia, ma proprio pochi giorni fa in un'intervista a Repubblica il celebre scienziato affermava posizioni praticamente identiche.

(1 aprile 2008)

eptadone
00venerdì 23 maggio 2008 00:04
La parola all'ingegnere.....

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Silvestrini, ex consulente di Bersani, spiega perché non crede al piano Scajola
"Costi e problemi troppo grandi, il nucleare è destinato a diminuire di peso"
"Impossibile l'atomo in cinque anni
il nemico è il mercato, non i verdi"
Il caso Usa: "Il bando indetto da Bush senza incentivi è andato deserto"
Resta aperta poi la questione scorie: "Nessun paese l'ha ancora risolto in via definitiva"
di VALERIO GUALERZI

ROMA - Da ambientalista è estremamente realista e pragmatico sul fatto che la lotta al riscaldamento globale non può essere fatta in punta di fioretto, ma altrettanta coerenza Gianni Silvestrini la pretende dai sostenitori del ritorno all'atomo. "Se la situazione climatica dovesse precipitare nei prossimi decenni l'umanità finirebbe con l'utilizzare tutte le armi disponibili incluso il nucleare, superando ogni preoccupazione", ammette l'ingegnere, ex consulente del ministro Bersani, che da anni coordina attraverso il Kyoto Club gli industriali che hanno sposato la validità e la filosofia del Protocollo internazionale per la riduzione dei gas serra.

Ingegner Silvestrini, malgrado la premessa, lei però sembra scettico sull'utilità del piano annunciato dal ministro Scajola.
"I cinque anni a cui fa riferimento Scajola mi sembrano improponibili, le procedure in realtà sono lunghissime: si tratta di individuare il sito, ottenere i permessi necessari, stringere accordi internazionali, far approvare i progetti, senza parlare dell'indispensabile consenso sociale. Ma oltre al metodo c'è un problema di merito. Penso che in realtà si tratti di una risposta controproducente. Malgrado l'enfasi data dai media al possibile rinascimento nucleare, la percentuale di elettricità nucleare è destinata a ridursi, secondo la Iea, dal 15 al 9% entro il 2030 a causa della chiusura delle vecchie centrali".

Il ministro parla però di impianti di nuova generazione.
"Se effettivamente i reattori di quarta generazione
daranno i risultati sperati in termine di riduzione dei costi e dei rischi, il nucleare potrebbe dare un contributo più significativo, ma solo nei decenni successivi".

Scajola, tra gli applausi di Confindustria, ne ha parlato invece come di una soluzione attuale.
"Resto dell'avviso che in Italia, anche in presenza di un improbabile consenso politico e sociale, la produzione non potrebbe iniziare prima del 2020, come del resto ammette la stessa Edison fissando la data al 2019. In effetti, il principale nemico dell'energia atomica non sono gli ambientalisti ma la liberalizzazione dei mercati elettrici. In una realtà concorrenziale, l'incertezza sui costi, sui tempi di costruzione e sulle dinamiche della domanda penalizzano fortemente questa tecnologia. Secondo un recente studio Usa condiviso dall'industria atomica (il Nuclear Power Joint Fact-Finding) l'elettricità di una nuova centrale nucleare è destinata a costare il doppio (8-11 centesimi di dollaro per kWh) rispetto alla media.

Non a caso la gara per la costruzione di nuove centrali indetta da un nuclearista convinto come Bush è andata deserta fino a quando l'amministrazione non ha introdotto un incentivo di 1,8 centesimi di dollaro al chilowattora, la stessa cifra prevista per l'eolico. Sostenere che il ritorno al nucleare riduce la bolletta è falso, questo lo ammettono anche sostenitori "seri" dell'atomo come Clò. In Europa l'impianto in costruzione in Finlandia è in ritardo di due anni e presenta extracosti per 1,5 miliardi di euro, tanto che la Siemens, fornitrice della tecnologia, nel 2008 ha perso in Borsa un terzo del suo valore. In sostanza, c'è un conflitto insanabile tra l'imperante mercato liberalizzato dell'energia e la rinascita del nucleare".

Eppure continuiamo a guardare con una certa invidia alla Francia.
"La situazione è diversa in presenza di un forte ruolo dello Stato, ma Scajola non ha precisato se pensa ad aiuti del Tesoro. Ci sono infatti Paesi in cui il nucleare può essere considerato un successo come la Francia appunto, anche se un bilancio completo potrà essere effettuato solo tra qualche decina - o meglio migliaia - di anni. E altri, invece, in cui il ricordo è negativo, come gli Usa dove aziende fallite e decine di miliardi di dollari buttati al vento ne fanno il più grande disastro industriale del Paese, senza parlare della Russia, dove l'incidente di Chernobyl ha causato significativi danni sanitari ed economici".

Scajola ha garantito che si terrà conto della questione sicurezza.
"Ma nessuno dei problemi connessi con il nucleare - sicurezza, scorie, proliferazione - è stato ancora risolto. A 55 anni dall'inizio dell'avventura nucleare i problemi aperti sono ancora molti. I lavori per il deposito di Yucca Mountain negli Usa continuano a slittare nel tempo e nessun paese ha attivato un cimitero definitivo per le scorie. Lo smantellamento delle centrali esistenti è un'altra incognita. Le previsioni di costo della chiusura del ciclo nucleare nel Regno Unito sono in continua crescita e l'ultima stima è di 100 miliardi di euro".

Ma se il risultato è la possibilità di avere energia ad emissioni zero a tempo indeterminato si tratta di rischi e costi che si potrebbe decidere di voler correre.
"In realtà un tema generalmente sottovalutato riguarda proprio la disponibilità di materiale fissile. In effetti negli anni scorsi si era in presenza di una sovrabbondanza di uranio anche per l'utilizzo del materiale proveniente dal programma di disarmo nucleare. Questa situazione è destinata a cambiare e le difficoltà ad aprire nuove miniere stanno già facendo lievitare il prezzo, sestuplicato negli ultimi 5 anni.

(22 maggio 2008)




http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/ambiente/nucleare1/atomo-parla-silvestrini/atomo-parla-silvestrini.html
[SM=x584461]

zobmie
00venerdì 23 maggio 2008 12:03
L'energia alternativa è aria fritta.Con l'aria non si mangia.

E noi tra poco moriremo di fame di energia.

Ricorrere al nucleare è come, in casi estremi, mangiarsi il gatto.
Disgustosa ma è l'unica soluzione per tirare avanti.
(In attesa dell'idrogeno o della provvidenza)


[SM=x584438]
Bl@CkBoY
00venerdì 23 maggio 2008 18:21
ma di che vi preoccupate ...
Entro cinque anni la prima pietra... significa che un sanno che pesci pigliare. L'è la scusa per rinviare il problema "energia". Le centrali nucleari di quarta generazione sono previste per il 2030.

Quell'artre sono diseconomiche, lo sanno tutti e prima di entrare in esercizio sarebbero già obsolete.

Più ragionevole è la scelta ENEL di ricondizionare le centrali nucleari cecoslovacche. L'energia la si traporta cogli elettrodotti.

Intanto c'è da progettare il mix di produzioni energetiche e il risparmio, che significa anche tecnologia per accumulare l'energia prodotta nelle ore di basso consumo per reimmetterla nelole punte.

Tutto un lavoro complesso che si guardano bene dall'affrontare.

Un po' di chiacchiere, sperando che buona parte di queste chiachiere vertano sul confronto ideologico nucleare sì/nucleare no, dove tutti hanno ragione e nessuno ha ragione. Uno scontro fra religioni. E loro intanto fanno bella figura ... per porre la prima pietra ... fra cinque anni.

E' un po' come per l'emergenza rifiuti: fra 30 mesi. Bona!
Un po' di sceneggiata con l'esercito a presidiare le discariche, segrete. Poi si vedrà.

Come per la sicurezza: basterà che le televisioni non ne parlino più.
Evvai.

Di che vi preoccupate ?
profondoorrosso
00venerdì 23 maggio 2008 23:11
Re: ma di che vi preoccupate ...
Bl@CkBoY, 23/05/2008 18.21:

Entro cinque anni la prima pietra... significa che un sanno che pesci pigliare. L'è la scusa per rinviare il problema "energia". Le centrali nucleari di quarta generazione sono previste per il 2030.

Quell'artre sono diseconomiche, lo sanno tutti e prima di entrare in esercizio sarebbero già obsolete.

Più ragionevole è la scelta ENEL di ricondizionare le centrali nucleari cecoslovacche. L'energia la si traporta cogli elettrodotti.

Intanto c'è da progettare il mix di produzioni energetiche e il risparmio, che significa anche tecnologia per accumulare l'energia prodotta nelle ore di basso consumo per reimmetterla nelole punte.

Tutto un lavoro complesso che si guardano bene dall'affrontare.

Un po' di chiacchiere, sperando che buona parte di queste chiachiere vertano sul confronto ideologico nucleare sì/nucleare no, dove tutti hanno ragione e nessuno ha ragione. Uno scontro fra religioni. E loro intanto fanno bella figura ... per porre la prima pietra ... fra cinque anni.

E' un po' come per l'emergenza rifiuti: fra 30 mesi. Bona!
Un po' di sceneggiata con l'esercito a presidiare le discariche, segrete. Poi si vedrà.

Come per la sicurezza: basterà che le televisioni non ne parlino più.
Evvai.

Di che vi preoccupate ?




appunto!
quando verra' il comunismo le auto saranno tutte fuorilegge
percio' il confronto ideologico auto si auto no tutte chiacchiere
e il petrolio ce lo usiamo per condire le trenette al bambu'
altro che gatti!
che magari prima si erano mangiati un po di amanita falloides che a loro fanno un baffo ma a noi ahinoi.....
Tu dici fra trenta mesi..... non mi cifar pensare..
Niente troppo difficile e troppa fatica
ci pensa Gabanelli
Bl@CkBoY
00sabato 24 maggio 2008 00:38
Re: Re: ma di che vi preoccupate ...
profondoorrosso, 23/05/2008 23.11:




appunto!
quando verra' il comunismo le auto saranno tutte fuorilegge
percio' il confronto ideologico auto si auto no tutte chiacchiere
e il petrolio ce lo usiamo per condire le trenette al bambu'
altro che gatti!
che magari prima si erano mangiati un po di amanita falloides che a loro fanno un baffo ma a noi ahinoi.....
Tu dici fra trenta mesi..... non mi cifar pensare..
Niente troppo difficile e troppa fatica
ci pensa Gabanelli




La questione è che negli obiettivi, oltre alle chiacchiere, c'è di mettere la prima pietra prima della fine della legislatura. Poi chi vivrà vedrà. E' un modo per pararsi il culo sulle questioni dell'energia che non può aspettare il 2020 per avere centrali già tecnologicamente vechie da ammortizxare in 10 anni (11 per costruirle e 10 per ammortizzarle) perchè per il 2030 sono previste le centrali di quarta generazione.

Nel frattempo che si fa ? Si fanno le centrali in Cecoslovacchia. Ma non si parla di quale politica energetica si voglia fare.

E' la politica del rinvio dei problemi, come la politica del debito pubblico, che si riinvia.
Come la questione dei rifiuti, che pareva dovesse arrivare zorro e invece si son presi trenta mesi, con l'esercito schierato a fare che ? Con quali regole di ingaggio, aprire il fuoco sui manifestanti ? Sul serio pensano che l'esercito possa reintrepretare Bava Beccaris ?
Vogliamo scherzare ? E allora che ci vanno a fare, che non stiano già facendo ora ?

Insomma, niente di nuovo sotto il sole. Speravo che almeno la destra fosse rinsavita. Con le prime sortite sanno di molto delle solite pagliacciate Con l'emendamento su rete 4, poi ... con Belpietro che dice che no, non è vero, sono stati capiti male etc ... la solita sceneggiata. Tragico.


eptadone
00sabato 24 maggio 2008 01:36
qui in Germania l'eolico va che è una meraviglia

La Germania è il paese in Europa che fa il più largo uso di energia eolica. Attualmente siamo su una capacità energetica pari a quasi 17 GigaWatt (2005) e le previsioni sono di 54 GigaWatt per il 2030 che coprirebbero più del 30% del fabbisogno energetico di tipo elettrico della Germania.

Occorre ricordare che le fonti rinnovabili sono per lo più intermittenti e che un sistema elettrico nazionale ne sopporta una quota modesta intorno al 10-20%. L'eolico è la fonte rinnovabile attualmente più matura e più economica con costo per KiloWatt dell'impianto intorno ai 1000 euro e in continua diminuzione.

Sono sufficienti dei piccoli contributi statali per rendere conveniente la produzione di corrente elettrica tramite questo tipo di energia.



vedere qui


eptadone
00sabato 24 maggio 2008 03:37
Primo : ridurre i consumi e usare le fonti rinnovabili


Manifestazione
In marcia per il clima
Roma, appello Oggi alla sala Pintor presso «Carta», dalle 15 alle 20, riunione preparatoria per la manifestazione ambientalista che si terrà il 7 giugno a Milano
G. RA.
Roma

«Fermiamo la febbre del pianeta». E' l'invito che ci rivolgono, da un volantino molto colorato, tre amabili pinguini, assai preoccupati, perché evidentemente sono senza ghiaccio e soffrono il caldo dei cambiamenti climatici. Essi ci invitano alla manifestazione nazionale di Milano il 7 giugno, (Ore 15, Piazza S. Babila) con l'obiettivo di meno emissioni di C02, più efficienza energetica, più energie rinnovabili.
Oggi pomeriggio 23/5, dalle 15 alle 20 si terrà una discussione preparatoria nella sala Luigi Pintor, presso la redazione di Carta (Roma, Via dello Scalo di San Lorenzo, 67).
La manifestazione è promossa da una lunga serie di associazioni, tanto nazionali che locali a partire da Legambiente e da Acli e Acli-ambiente. Tra esse i sindacati confederali, le altre maggiori sigle ambientaliste conosciute a livello nazionale, le organizzazioni di impegno sociale. Spiccano Banca Etica, Slow Food, la Tavola della Pace di Assisi, l'Unione degli studenti, il contratto mondiale dell'acqua, Lega Consumatori e Federconsumatori. Hanno poi una funzione particolare la Coldiretti e la Cia, Confederazione italiana agricoltori.
In tutto sono una sessantina di sigle che hanno aderito all'invito e si sono impegnate per la riuscita della manifestazione, per mobilitare l'ambientalismo italiano e non solo esso, in una prima gramde giornata di lotta e di propaganda - come si diceva una volta - due mesi dopo le elezioni di aprile. E' segno che il movimento è ancora in piedi, nonostante tutto.
La riunione preparatoria di oggi è proposta con un breve appello e firmata da una serie di persone, attive per anni in difesa dell'ambiente e preoccupate delle conseguenze di una crescita senza tregua dello sfruttamento globale. «Siamo donne e uomini di sinistra impegnate/i sulle questioni ambientali e nella tutela del territorio, convinte/i che la cultura e la politica ambientale siano tratti fondamentali e costitutivi della sinistra del nuovo secolo. Sentiamo urgente questo impegno e la necessità di discutere tra noi della situazione politica attuale e delle modalità di rilancio delle iniziative comuni».
Sabato 7 giugno a Milano vi sarà un corteo nel pomeriggio; nella mattinata vi saranno molti incontri tematici, lungo le strade della città. Saranno i gruppi ambientalisti, quelli dei consumatori, quelli dell'acqua, quelli della pace, del «mangiare tranquillo», della Cittadinanza attiva, e Greenpeace e gli Amici della terra, che riapriranno altrettanti discorsi con la popolazione. Le organizzazioni contadine terranno banco, mostrando i prodotti, offrendo frutta e latticini, per chiedere alla città alleanza e appoggio, con tutto l'orgoglio del ben fare.
Dove tutto questo pensare e fare fosse finito al momento del voto, non è ben chiaro. Di certo i temi ambientali, la questione del bere e del mangiare, ma non solo, erano spariti, o almeno messi in disparte, quasi ci fossero temi più rilevanti da affrontare e da risolvere.
Ora sembra che il buonsenso sia tornato in campo. Si riparla di clima, finalmente. E si propone una rivoluzione.
«La rivoluzione che vogliamo ha degli obiettivi precisi, si propone subito, in tutta Europa e nel mondo, di ridurre in dieci anni, del 20% il consumo complessivo di energia, attraverso risparmio e maggiore efficienza, di far dipendere per almeno il 20% il fabbisogno energetico da fonti rinnovabili e di ridurre del 30% le emissioni di gas che alterano il clima sulla terra».
L'Italia finora ha fatto tutto il contrario e il nuovo governo, affiancato dalla nuova Confindustria si ripromette di continuare in quella direzione. A meno che...

eptadone
00sabato 24 maggio 2008 03:39
il nucleare non conviene

La fissione costa al kwh più del gas e del carbone. Esclusi ovviamente i danni ambientali
Il prezzo insostenibile del nucleare
C. L. D. B.
Roma

La produzione di energia elettrica tramite fissione nucleare costa tanto. Anche se i fautori del nucleare mettono l'accento sui bassissimi costi operativi, a questi, vanno però aggiunti gli esorbitanti costi di costruzione, di smantellamento e di gestione delle scorie radioattive. Senza contare gli «altri costi» non quantificabili, come quelli ambientali ed energetici.
Infatti una centrale nucleare difficilmente può entrare in funzione prima di dieci anni, e nel frattempo di energia, invece che produrne, ne consuma. Se il «piano Scajola» andrà in porto, quindi, di benefici per l'Italia, se di benefici si potrà parlare, se ne vedranno a partire dagli anni venti del Duemila. Nel frattempo, si continuerà a subire le bizzarrie del mercato petrolifero, con l'incognita assoluta sul prezzo che avrà l'uranio allora. Una centrale ha anche bisogno, per funzionare, di considerevoli quantitativi d'acqua, e di questi tempi non è cosa da poco. La scelta del luogo di costruzione poi, soprattutto in Italia, pone forti interrogativi, specie in tempi di «arresto per chi protesta». Dubbi anche sul rispetto della democraticità nello smaltimento delle scorie radioattive, in particolare dopo l'imposizione del segreto di stato su tutto ciò che riguarda il nucleare, tra gli ultimi atti del governo Prodi.
Ma anche escludendo questi costi da «esternalità», la situazione non è affatto così rosea per il nucleare, soprattutto dal punto di vista economico. Per costruire un reattore da mille megawatt, secondo un calcolo del Mit (Massachussets Institute of Technology), servivano nel 2003 circa due miliardi di dollari. Greenpeace cita il Doe, ministero per l'energia statunitense, che stima i costi di produzione dell'energia nucleare, con nuovi impianti, in 6,33 centesimi di dollari per ogni chilowatt (kwh). Produrre con il carbone ne costa 5,61, mentre con il gas, che è il metodo più economico, ne costa 5,52. L'eolico, ancora inefficiente, costa più del nucleare: 6,8 centesimi al kwh. A questi costi per la fissione tuttavia, va aggiunto un sussidio governativo di 1,8 centesimi/kwh, innalzando il costo di produzione «reale» a più di 8 centesimi complessivi. Inoltre, va anche sommato il necessario per lo smantellamento, o decommissioning della centrale, cifra difficilmente quantificabile a priori, ma di certo significativa. Il costo oscillerebbe dai 500 milioni ai 2,6 miliardi di dollari per i reattori più sofisticati: praticamente quanto il costo di costruzione di una centrale nuova di zecca.
Insomma, sembra chiarissimo il motivo per cui di centrali nucleari, al mondo, se ne costruiscono davvero poche. .....



[SM=x584461]

soleluna75
00sabato 24 maggio 2008 16:09
Beh, stando ai sondaggi che girano il referendum sul nucleare oggi lo stravincerebbero i Sì, c'è poco da invocare referendum popolari quando il popolo è bue e mediatizzato, guarda che fine ha fatto il referendum sulla fecondazione assistita o sull'articolo 18 per citare gli ultimi!!
zobmie
00sabato 24 maggio 2008 18:45
Re: Quell'idiota di Scaiola le vuole assolutamente, gli scienziati dicono che non è la soluzione giusta
eptadone, 23/05/2008 0.01:






QUI gli Scienziati :







Ad ogni articolo di uno "scienziato" contro il nucleare se ne può opporre uno a favore.
Ad es. oggi sul Corriere OL Umberto Veronesi dice: "Nessuna
alternativa e non è pericoloso" e spiega i motivi.

Non vedo perchè credere ciecamente ai contrari e chiudersi le orecchie di fronte ai favorevoli.
Un dato di fatto è che le fonti energetiche tradizionali sono in esaurimento e quelle alternative alla prova dei fatti sono mezzi palliativi.Con costi dell'energia in continuo aumento.
Un altro dato di fatto è che le fonti fossili non sono innocue ma contribuiscono grandemente all'inquinamento del pianeta.

Per concludere, secondo me il nucleare può essere una risorsa contingente per poter superare i prossimi decenni durante i quali la crisi energetica potrebbe minare davvero il nostro futuro.
In attesa che la tecnica ci fornisca fonti o sistemi migliori.

[SM=x584438]






Conte Von Stauffemberg
00sabato 24 maggio 2008 19:21
io in genere non ascolto mai il parere delle donne,forse,complice l'età mi sono lasciato convincere da mia moglie a esplorare la nv frontiera del fotovoltaico,ho contattato l'enel,mercoledì ho l' appuntamento con la ditta appaltatrice che viene a fare il sopralluogo,che se ne dica su questa nv frontiera, sono sicuro che dovrò tirare fuori un bel po di Euro,altro ostacolo ormai sicuro, sono i verdi,i nemici giurati del nucleare,fautori dell'energia alternativa,infatti nella zona dove abito è proibito(impatto ambientale)l'installazione delle eliche eoliche,e sembra anche che il divieto sia esteso anche ai pannelli fotovoltaici,alla faccia delle energie alternative,
riguardo al Nucleare, con la base dei sommergibili USA in Sardegna,quante centrali nucleari per la produzione di energia elettrica, abbiamo avuto sotto il culo per tutti questi anni?
i verdi ambientalisti,dove cazzo vivono?
eptadone
00domenica 25 maggio 2008 02:58
Re:
soleluna75, 24/05/2008 16.09:

Beh, stando ai sondaggi che girano il referendum sul nucleare oggi lo stravincerebbero i Sì, c'è poco da invocare referendum popolari quando il popolo è bue e mediatizzato, guarda che fine ha fatto il referendum sulla fecondazione assistita o sull'articolo 18 per citare gli ultimi!!




I lettori di Repubblica la pensano diversamente (ma è ovvio che non sono un campione completamente affidabile) :


http://temi.repubblica.it/repubblica-sondaggio?cmd=vedirisultati&pollId=715




eptadone
00domenica 25 maggio 2008 03:00
riporto il risultato di un vero sondaggio ....
....che risale già allo scorso ottobre.


Leggi qui :

http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/ambiente/nucleare1/sondaggio-nucleare/sondaggio-nucleare.html




Schiacciante maggioranza di contrari al ritorno all'atomo in un sondaggio Ipr
Soddisfazione dei Verdi: "Cittadini consapevoli, sconfitta la lobby di Casini"
Nucleare, gli italiani dicono no
Solo il 38% vuole nuove centrali

Una centrale nucleareROMA - Non c'è il ritorno al nucleare tra le possibili soluzioni all'orizzonte degli italiani per arginare la crisi energetica e rispettare la riduzione delle emissioni di gas serra imposte dal Protocollo di Kyoto e dall'Unione Europea. La conferma arriva da un sondaggio condotto dall'Ipr Marketing per conto dei Verdi. E' schiacciante infatti il no alla costruzione di nuove centrali che emerge dal campione di mille cittadini rappresentativi dell'intera popolazione nazionale.

A dirsi contrario è infatti il 56 per cento degli intervistati, mentre è favorevole il 38%. Il rimanente 6% si dice senza opinione. Un'opposizione all'energia atomica maggiormente radicata in chi si definisce elettore di centrosinistra. Tra i simpatizzanti dell'Unione la percentuale sale infatti al 67, mentre tra quelli della Casa delle libertà cala al 47, senza però diventare minoranza in quanto anche chi dal centrodestra guarda con favore al nucleare non va oltre lo stesso 47%.

Ancora più netta è la contrarietà all'energia atomica se dal generico si passa al particolare, domandando agli italiani se sono disposti ad accogliere un nuova centrale nei pressi del loro comune di residenza. In questo caso i "no" salgono al 70 per cento, contro un 25 per cento di favorevoli e un 5 per cento di indecisi. Più netta, anche in questa circostanza, l'opposizione degli elettori di centrosinistra che si dicono contrari in 74 su 100, mentre la percentuale tra quelli di centrodestra si ferma al 62.

Il risultato del sondaggio è stato accolto con soddisfazione dai Verdi. "A venti anni di distanza dal referendum in cui i cittadini decisero di abbandonare l'energia nucleare - afferma il capogruppo del Sole che ride a Montecitorio Angelo Bonelli - la maggioranza è ancora contraria. Ciò significa che quel voto non fu l'effetto di una suggestione, ma il frutto di una scelta fatta con maturità e conoscenza, come oggi. Gli italiani non si lasciano ingannare dalla propaganda delle lobby dell'atomo, oggi rappresentate da Casini".

"Per tornare al nucleare - prosegue - lo Stato si dovrebbe indebitare perché costruire una centrale nucleare è molto più costoso che costruirne una di qualsiasi altro tipo. E' in corso un'offensiva nuclearista che non tutela l'interesse pubblico, ma solo gli interessi economici di parte. Per questo i Verdi rilanciano la necessità di una grande mobilitazione contro il nucleare e per il solare a partire dall'iniziativa del 10 novembre".

(22 ottobre 2007)


eptadone
00domenica 25 maggio 2008 04:34
Re: Re: Quell'idiota di Scaiola le vuole assolutamente, gli scienziati dicono che non è la soluzione giusta
zobmie, 24/05/2008 18.45:




Ad ogni articolo di uno "scienziato" contro il nucleare se ne può opporre uno a favore.
Ad es. oggi sul Corriere OL Umberto Veronesi dice: "Nessuna
alternativa e non è pericoloso" e spiega i motivi.

Non vedo perchè credere ciecamente ai contrari e chiudersi le orecchie di fronte ai favorevoli.
Un dato di fatto è che le fonti energetiche tradizionali sono in esaurimento e quelle alternative alla prova dei fatti sono mezzi palliativi.Con costi dell'energia in continuo aumento.
Un altro dato di fatto è che le fonti fossili non sono innocue ma contribuiscono grandemente all'inquinamento del pianeta.

Per concludere, secondo me il nucleare può essere una risorsa contingente per poter superare i prossimi decenni durante i quali la crisi energetica potrebbe minare davvero il nostro futuro.
In attesa che la tecnica ci fornisca fonti o sistemi migliori.

[SM=x584438]










Non mi risulta che Umberto Veronesi sia un fisico esperto nè un esperto economista.
E' un esperto chirurgo e quello è il suo campo.




La favola atomica
GIANNI MATTIOLI
MASSIMO SCALIA

Ministri, politici e Confindustria ripetono che dall'energia nucleare si può trarre energia abbondante, tanto da liberarci dalla schiavitù del petrolio e del gas, energia pulita, tanto da contrastare l'incubo del cambiamento climatico, energia a prezzi ben più limitati, tanto da ridar fiato alla nostra stanca economia.
Tutto ciò è una favola, non ha alcun fondamento scientifico razionale: non poco o tanto discutibile, semplicemente inesistente. Tanto che sorge una domanda ingenua: è possibile che ministri, politici e industriali possano proclamare tante assurdità senza che un tecnico amico gli suggerisca qualche dato?
Basterebbe guardare gli altri paesi nucleari: forniscono un quadro di crisi dell'energia nucleare, documentata dai rapporti dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (Aie) e, in particolare, dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) delle Nazioni Unite.
L'energia nucleare abbondante. Di che parliamo? Oggi essa copre il 6,4% del fabbisogno mondiale di energia, e di uranio fissile, a questo ritmo modesto di impiego, secondo il rapporto Aiea del 2001 ce n'era per 35 anni. Certo, si potrebbe ricorrere all'uranio 238, ben più abbondante in natura: si tratta di un tipo di uranio non fissile, ma attraverso il processo di cattura di un neutrone, si puo trasformare in plutonio, materiale fissile, anzi ingrediente principale per le bombe. Materiale dunque ad alto rischio di proliferazione militare e anche sanitario: un milionesimo di grammo è la dose che può essere letale per inalazione. La Francia, che aveva perseguito con decisione questa strada, l'ha abbandonata col venir meno dell'urgenza strategica della force de frappe.
La questione delle scorie radioattive provenienti dalla fabbricazione e dall'impiego del combustibile nucleare. Solo per l'Italia, con il suo modesto passato nucleare, si tratta di un centinaio di migliaia di metri cubi, da sistemare in modo che non vengano più a contatto - per «ere» intere - con l'ambiente, la falda idrica, tutti noi. Oggi non c'è soluzione. Si era fatto molto affidamento - anche per Scanzano - sulle strutture geologiche saline, fidando sul carattere idrorepellente: l'acqua è un temibile avversario per la sua capacità di fessurazione di qualsiasi contenitore e conseguente messa in circolazione dei materiali radioattivi. La fiducia è crollata qualche anno fa, quando, nel corso della messa a punto del deposito Wipp del New Mexico, l'acqua ha fatto irruzione là dove non ci si sarebbe aspettati di trovarla e, inoltre, si è anche ipotizzata la possibile circolazione d'acqua a causa dell'insediamento di materiali ad alta temperatura (a causa della loro radioattività) con conseguente alterazione delle condizioni di stabilità geologica. Oggi si spera nelle rocce argillose e la Francia indirizza a queste strutture geologiche la sua ricerca.
Ma allora quanto costa il kilowattora, in una situazione nella quale il ciclo del combustibile nucleare è tutt'ora materia di ricerca fondamentale?
E si torna alla complessità di una tecnologia che ripropone il problema della radioattività, l'insoluta sfida che conosciamo dal 1896, con la scoperta di Becquerel. E' questo in definitiva il fattore che ha fatto lievitare il costo dell'energia prodotta, man mano che le popolazioni (e i lavoratori) statunitensi chiedevano standard di protezione sempre più elevati.
Vorremmo ricordare a ministri, politici e Confindustria che tutt'ora il danno sanitario da riadioazioni non ammette soglia al di sotto della quale non c'è rischio: dosi comunque piccole - questa è la valutazione della Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Ionizzanti - possono innescare i processi di mutagenesi che portano al danno somatico (tumori, leucemia) o genetico. Da qui la lievitazione dei costi per la riduzione di rilasci di radiazioni, si badi, in condizioni di funzionamento di routine, degli impianti. E, a maggior ragione, la questione della sicurezza da incidenti.
Nasce da tutto questo il progressivo abbandono del nucleare civile, che dal 1978 diviene totale per gli Usa e all'inizio degli anni '90 per tutti i paesi Ocse (con la sola eccezione del Giappone), Francia compresa. Di qui il consorzio di ricerca guidato dagli Stati Uniti, Generation IV, che proclama la messa a punto di un reattore che si vorrebbe più sicuro, che usi con maggior efficienza l'uranio, non proliferante e che dovrebbe costare di meno. Il prototipo non è atteso prima del 2025, ma il premio Nobel Carlo Rubbia giudica già insufficiente il programma.
In questo quadro è incredibile parlare di energia pulita e poco costosa: il Department of Energy situa a 0,06 euro il prevedibile costo del kWh al 2010 e vien da sorridere se si pensa al costo del vento e alla sua formidabile espansione, altro che nucleare, su scala mondiale.
Certo, le imprese elettromeccaniche devono pur lavorare e forniscono impianti per esempio a Cina e India, ma continuano a non piazzarli in casa: solo gli enormi incentivi del provvedimento di Bush fanno dire alla Exelon, una delle principali elettriche Usa, che, in virtù di quegli incentivi, partiranno un paio di impianti entro il decennio, ancora di terza generazione, come di terza generazione è quello che si annuncia in Francia in mancanza di meglio.
È questo che ci propongono Governo, politici e industriali? Attendiamo chiarimenti.





eptadone
00domenica 25 maggio 2008 04:38
Re: Re: Quell'idiota di Scaiola le vuole assolutamente, gli scienziati dicono che non è la soluzione giusta
zobmie, 24/05/2008 18.45:




Ad ogni articolo di uno "scienziato" contro il nucleare se ne può opporre uno a favore.
Ad es. oggi sul Corriere OL Umberto Veronesi dice: "Nessuna
alternativa e non è pericoloso" e spiega i motivi.

Non vedo perchè credere ciecamente ai contrari e chiudersi le orecchie di fronte ai favorevoli.
Un dato di fatto è che le fonti energetiche tradizionali sono in esaurimento e quelle alternative alla prova dei fatti sono mezzi palliativi.Con costi dell'energia in continuo aumento.
Un altro dato di fatto è che le fonti fossili non sono innocue ma contribuiscono grandemente all'inquinamento del pianeta.

Per concludere, secondo me il nucleare può essere una risorsa contingente per poter superare i prossimi decenni durante i quali la crisi energetica potrebbe minare davvero il nostro futuro.
In attesa che la tecnica ci fornisca fonti o sistemi migliori.

[SM=x584438]









E visto che ti piace UOL :


il premio Nobel 1988 per la fisica Jack Steinberger: «Per evitare la catastrofe - ha detto riferendosi alla fine delle riserve petrolifere e di gas- occorre far diminuire la popolazione mondiale, ridurre i consumi dei Paesi industrializzati, aumentare l'efficienza energetica e rimpiazzare le fonti energetiche fossili con quelle rinnovabili».

eptadone
00domenica 25 maggio 2008 04:42
Rubbia risponde a Veronesi
E mi pare che Rubbia di fisica ne sappia un tantino di più...


Rubbia. "La situazione critica dell'Italia rispetto a Kyoto è dovuta allo scollamento tra quanto abbiamo sottoscritto e le politiche energetiche del paese. La verità è che Kyoto è largamente insufficiente, l'Unione europea ci chiede una riduzione dell'anidride carbonica del 20 per centro entro il 2020 e del 50 entro il 2050. È uno sforzo enorme e non può essere risolto con il nucleare che oggi contribuisce solo al 6 per cento al fabbisogno mondiale di energia. Il nucleare classico, compreso quello di quarta generazione, non può aspirare a una diffusione su larga scala soprattutto per i problemi legati alle scorie radioattive di lunga vita".



L'intero discorso sta qui:

http://www.repubblica.it/2007/03/sezioni/ambiente/energie-pulite/veronesi-rubbia/veronesi-rubbia.html
eptadone
00domenica 25 maggio 2008 04:52
e poi . Residui radioattivi : mica li smaltisci facilmente , sai...!

Cosa rimane dopo la chiusura delle quattro centrali italiane
Dai reattori alle scorie, un'eredità ingombrante
ELEONORA MARTINI

L'Italia sarebbe pronta, secondo la visione del ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola, per il ritorno alla produzione di energia atomica. Eppure, a distanza di vent'anni dalla chiusura delle centrali nucleari, il paese è ancora alle prese con lo smaltimento delle scorie radioattive derivanti dall'attività di quegli impianti e stoccate in alcuni depositi temporanei, o lasciate esattamente là dove sono state generate. Senza contare i rifiuti che ancora non ci sono ma che verranno fuori dallo smantellamento delle quattro centrali spente e in «custodia passiva» da diciotto anni, e dai quattro impianti di sperimentazione del ciclo del combustibile nucleare.
Quando infatti verranno completamente smontati (il termine usato è decommissioning) i quattro reattori nucleari attualmente sotto gestione dell'Enel - Caorso (Emilia), Trino Vercellese (Piemonte), Latina e Garigliano (Lazio) -, e i quattro impianti che erano al servizio del ciclo del combustibile - Itrec (Basilicata), Eurex (Piemonte) Pec (Emilia Romagna) e Cirene (Lazio) -, i circa 80-90 mila metri cubi di rifiuti che ne deriveranno dovranno essere posti in sicurezza per 100 mila anni, il tempo necessario per il decadimento radioattivo.
A questi vanno sommati, secondo un dossier che Legambiente ha stilato a novembre scorso e secondo l'inventario curato dalla stessa Apat, circa «250 tonnellate di combustibile irraggiato - pari al 99% della radioattività presente nel nostro Paese -, e i circa 1.500 m3 di rifiuti prodotti annualmente da ricerca, medicina e industria». Per un totale di circa 25 mila metri cubi di rifiuti radioattivi presenti ancora sul territorio italiano. Nel 2003 il governo Berlusconi e la Sogin (la Società di gestione degli impianti nucleari finita più volte nelle polemiche per una discutibile gestione del generale Carlo Jean), avevano progettato di accumulare questa montagna di scorie in un unico sito a Scanzano Ionico, in Basilicata. Non se ne fece nulla perché «il sito non era stato studiato con rilievi sul campo, ma solo con indagini bibliografiche», come spiega Legambiente.
Attualmente tutte le centrali, tranne Caorso, sono state svuotate delle scorie radioattive e dal combustibile irraggiato che vi erano stoccati. Fino a qualche anno fa ce n'erano 950 metri cubi a Latina, 2.200 a Garigliano, 780 a Trino Vercellese (dove giacevano nella piscina di decadimento anche 47 elementi di combustibile irraggiato pari a 14,3 tonnellate), e 1600 a Caorso (assieme a 1032 elementi di combustibile irraggiato). È proprio qui, nella centrale piacentina, che è rimasta l'ultima tranche di 235 tonnellate di combustibile irraggiato da trasferire entro il 2008 in Francia per essere vetrificate grazie alla tecnologia della Framatome, la ditta che ha vinto la gara per il trattamento. La vetrificazione però non risolve il problema della radioattività: perché siano ridotte a scorie di seconda categoria, meno pericolose e longeve, andrebbero incenerite. Per quanto riguarda invece lo smantellamento, fissato entro il 2015, degli impianti destinati al trattamento del combustibile e alla ricerca scientifica, che hanno anche la funzione di piccoli depositi di rifiuti radioattivi, Legambiente calcola una spesa di circa 862 milioni di euro.
Ma sul groppone, a distanza di più di venti anni, all'Italia sono rimasti anche i depositi di scorie, sia quelli di terza categoria (le più pericolose da stoccare per centinaia di migliaia di anni) che quelle di seconda (generalmente di natura ospedaliera, meno pericolose e con un tempo di decadenza radioattiva di poche centinaia di anni). I più grandi sono tre, quello di Saluggia in Piemonte, la Casaccia, il centro di ricerche dell'Enea vicino a Roma, e a Rondella (Basilicata). Senza contare le 5 mila tonnellate di grafite radioattiva ancora da smaltire, dell'impianto di Latina dove era in funzione un reattore di fabbricazione britannica a gas-grafite. Nel sito piemontese di Saluggia ci sono 110 metri cubi di liquidi radioattivi per i quali è prevista la cementificazione dei silos, una procedura lunga validata dalla commissione tecnico-scientifica ma che richiede ancora molti anni. Il deposito della Casaccia invece è destinato a stoccare solo rifiuti a bassa radioattività. Infine a Rondella, l'impianto Itrec contiene 3 metri cubi di liquido radioattivo, anche qui in attesa di cementificazione, e ancora 64 elementi di combustibile irraggiato da trattare (in tutti questi anni ne sono stati «lavorati» solo 20). Il problema è che stiamo parlando di Torio, un elemento di cui nessuno vuole occuparsi in Europa. Altra tecnologia, americana. Quello che è stipato a Rondella infatti è il risultato del primo trattamento effettuato con il metodo della centrale nucleare americana Elk River, dove negli anni '60 venivano spedite le scorie e i combustibili radioattivi.
Insomma, non sembra proprio un paese pronto a tornare all'atomo.

zobmie
00domenica 25 maggio 2008 08:15
Re: Re: Re: Quell'idiota di Scaiola le vuole assolutamente, gli scienziati dicono che non è la soluzione giusta
eptadone, 25/05/2008 4.34:




Non mi risulta che Umberto Veronesi sia un fisico esperto nè un esperto economista.
E' un esperto chirurgo e quello è il suo campo.







Giusta obiezione.
Io però mi ero permesso la "digressione" perchè all'inizio avevi citato "Oltre seicento tra docenti universitari e ricercatori" contrari e pensavo (come penso tuttora) che in questi 600 fossero imbarcati anche molti non del settore della fisica nucleare.
Ma poi dovremmo deciderci: il referendum lo dovremmo fare tra i fisici nucleari o tra la gente, forzatamente incompetente?

Il fatto è che, secondo me, la scelta del nucleare è una scelta soprattutto politica.
Ed in Italia non la avvieremo mai, visto che probabilmente l'alternanza della politica porterebbe periodicamente al governo i contrari e ciò farebbe vanificare gli investimenti eventualmente effettuati.
Visti che anche le centrali nucleari le dovrebbero costruire i privati, probabilmente sceglieranno paesi in proposito più "sicuri"; a noi sarà magari concesso (come facciamo già ora) acquistare l'energia nucleare prodotta ai nostri confini.Tranquilli in coscienza(!).

[SM=x584438]






eptadone
00lunedì 26 maggio 2008 01:09
e allora...
...perchè invece di sbranarci tanto su un nucleare tanto pericoloso quanto oneroso
non facciamo un po' di solare e di eolico in modo da pote vendere noi dell'energia ai nostri vicini ? Basterebbe attrezzarsi..... il vento in molte zone non manca... e il sole nemmeno...

Purtroppo penso che a Ferrara ci vorrebbero degli impianti a nebbia.... è l'unica cosa che abbiamo in abbondanza [SM=x584437]

...mumble mumble....
[SM=x584444]

Però i ferraresi sono bene allenati in bicicletta. Si potrebbero fare delle centrali a forza muscolare umana : arruolare dei volontari che per un paio d'ore al giorno pedalino.... c'è gente che lo fa nei fitness club, tantovale ricavarne qualcosa!....

(Ricordo di aver visto da qualche parte che avevano costruito una lavatrice che andava solo se uno pedalava sulla bici ad essa collegata... sarebbe un buon modo per dimagrire.... :-D)
[SM=x584425]


Bl@CkBoY
00lunedì 26 maggio 2008 18:02
Re: e allora...
eptadone, 26/05/2008 1.09:

...perchè invece di sbranarci tanto su un nucleare tanto pericoloso quanto oneroso
non facciamo un po' di solare e di eolico in modo da pote vendere noi dell'energia ai nostri vicini ? Basterebbe attrezzarsi..... il vento in molte zone non manca... e il sole nemmeno...

Purtroppo penso che a Ferrara ci vorrebbero degli impianti a nebbia.... è l'unica cosa che abbiamo in abbondanza [SM=x584437]

...mumble mumble....
[SM=x584444]

Però i ferraresi sono bene allenati in bicicletta. Si potrebbero fare delle centrali a forza muscolare umana : arruolare dei volontari che per un paio d'ore al giorno pedalino.... c'è gente che lo fa nei fitness club, tantovale ricavarne qualcosa!....

(Ricordo di aver visto da qualche parte che avevano costruito una lavatrice che andava solo se uno pedalava sulla bici ad essa collegata... sarebbe un buon modo per dimagrire.... :-D)
[SM=x584425]





L'eolico non lo voglione perchè è rumoroso.

Il nucleare può solo essere una delle tante fonti energetiche, magari quello di quarta generazione. Il rischio è che messo sul piaytto il nucleare, attivo fra diec'anni, si eluda qualsiasi altro impegno sullo sviluppo della diversificazione delle fonti energetiche e sul risparmio energetico .

Conte Von Stauffemberg
00lunedì 26 maggio 2008 20:26
con le centrali in Albania come la mettiamo?
ho ancora in piedi su un altro forum questo argomento,come la mettiamo con le centrali che il governo albanese ha in programma di costruire?siamo in grado di impedirlo?
http://www.discutere.it/showthread.php?t=18991
Bl@CkBoY
00lunedì 26 maggio 2008 22:48
Re: con le centrali in Albania come la mettiamo?
Conte Von Stauffemberg, 26/05/2008 20.26:

ho ancora in piedi su un altro forum questo argomento,come la mettiamo con le centrali che il governo albanese ha in programma di costruire?siamo in grado di impedirlo?
http://www.discutere.it/showthread.php?t=18991




Ma gari si compra l'elettricità albanese. Che c'è di male ? E' quel che si dice "fare il bucho col culo degli altri".

Il problema delle centrali di terza generazione è che sono antieconomiche. Quelle di quarta dovrebbero esserlo, economicamente attive. Se ce lo fanno gli albanesi, meglio.
eptadone
00martedì 27 maggio 2008 00:32
a ben guardare
meglio un po' di eolico rumoroso ( magari non attaccato alle case, eh, ci vuole un attimo di usta) piuttoto che il rischio di avere delle scorie radioattive da smaltire non si sa bene dove...
E Chernobyl, nessuno ci pensa più ! Sapete quanti della mia generazione hanno avuto problemi alla tiroide ?? E sapete che il maggiore imputato è il nuvolone radioattivo di Chernobyl ? Beh, pensateci !....


[SM=x584470]


Conte Von Stauffemberg
00martedì 27 maggio 2008 09:02
Re: Re: con le centrali in Albania come la mettiamo?
Bl@CkBoY, 26/05/2008 22.48:




Ma gari si compra l'elettricità albanese. Che c'è di male ? E' quel che si dice "fare il bucho col culo degli altri".

Il problema delle centrali di terza generazione è che sono antieconomiche. Quelle di quarta dovrebbero esserlo, economicamente attive. Se ce lo fanno gli albanesi, meglio.



Se ce lo fanno gli albanesi, meglio.


sotto il ns culo,Chernobyl è in Ucraina,l'esplosione, ha coinvolto in pieno la Bielorrussia del mitico Aleksandr Lukašenko
su guuugggle Heart ,ha mai provato a vede la distanza tra l'Albania e l'Italia?
visto che gli Albanesi l'unica cosa che sanno gestire sono le puttane e la droga,non è meglio averle noi sotto controllo queste88 centrali?


Bl@CkBoY
00martedì 27 maggio 2008 17:32
Re: Re: Re: con le centrali in Albania come la mettiamo?
Conte Von Stauffemberg, 27/05/2008 9.02:



Se ce lo fanno gli albanesi, meglio.


sotto il ns culo,Chernobyl è in Ucraina,l'esplosione, ha coinvolto in pieno la Bielorrussia del mitico Aleksandr Lukašenko
su guuugggle Heart ,ha mai provato a vede la distanza tra l'Albania e l'Italia?
visto che gli Albanesi l'unica cosa che sanno gestire sono le puttane e la droga,non è meglio averle noi sotto controllo queste88 centrali?





Già, magari facedole gestire da operatori albanesi con contratto a termine.

Meglio se le gestiscono in Albania. Secondo me sarebbero più sicure.
Magari ci metterebbero a dirigerle qualche ex venditore di enciclopedie solo perchè iscritto alla Lega Nord. Ci sono dei precedenti illustri in materia.




eptadone
00giovedì 5 giugno 2008 01:35
beh, più lontano è , meglio è ....
....visto l'andazzo :


http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/esteri/nucleare-slovenia/nucleare-slovenia/nucleare-slovenia.html



Fuoriuscita di liquido dall'impianto di raffreddamento a Krsko, 130 km da Trieste
La Ue lancia l'allerta per tutta Europa, dopo qualche ora l'allarme rientra
Fuga in centrale nucleare slovena
L'Europa rivive l'incubo di Cernobyl

BRUXELLES - Il timore di un'altra Cernobyl scuote per qualche ora tutta l'Europa. Nel pomeriggio la Commissione europea lancia l'allerta in tutta il territorio dell'Unione per un incidente verificatosi in una centrale nucleare in Slovenia. Poco dopo arrivano le rassicurazioni della società che gestisce l'impianto e quelle di Bruxelles. E in tarda serata l'esecutivo comunitario conferma che "l'allarme è rientrato".



sì, ma almeno ci si rende conto di quanto pericolo ci sia comunque ad avere aggeggi del genere nei paraggi...


"Non c'è rischio per la popolazione e per l'ambiente", afferma Maja Kocijancic, portavoce della presidenza di turno slovena dell'Ue, sottolineando che la perdita non è stata di materiale radioattivo ma di acqua.

Alla Protezione civile del Friuli Venezia Giulia non arriva nessuna richiesta. "Non è stata allertata neppure la Protezione civile slovena - dice Guglielmo Berlasso, direttore della Protezione civile della regione - con la quale siamo in costante collegamento. A quanto ne sappiamo deve esserci stata una perdita di potenza di un reattore della centrale di Krsko. Non sappiamo nulla di più". "Quando succedono simili incidenti - aggiunge Berlasso - c'è l'obbligo di comunicarlo ai Paesi della Comunità internazionale. Penso che non si debbano creare inutili allarmismi". La sala operativa della Protezione civile resta comunque attiva 24 ore su 24.

Viene immediatamente attivata anche la sala di emergenza dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente (Apat) collegata alla rete internazionale.
"Appena abbiamo ricevuto la comunicazione, intorno alle 18 - dice all'Ansa il direttore del dipartimento nucleare dell'Apat, Roberto Mezzanotte - abbiamo subito attivato la sala di emergenza. Al momento dalle comunicazioni non risultano perdite radioattive e non è nemmeno atteso un rilascio esterno".

In serata il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, comunica che nessuna traccia di radioattività è stata riscontrata nel capoluogo giuliano e a Muggia, le località più vicine al confine con la Slovenia. E anche il ministero della Salute assicura che non c'è alcun rischio di contaminazione in Italia.

L'incidente. Il sistema d'allerta dell'Ecurie (European Community Urgent Radiological Information Exchange) riceve un'informativa dalla Slovenia alle 17.38 ora italiana e la comunicazione viene trasmessa a tutti i 27 Stati membri dell'Unione.

I responsabili della centrale, situata nella regione sud-occidentale della Slovenia a circa 120 chilometri dalla capitale Lubiana, decidono di spegnere il reattore, la cui capacità alle 19.30 ora italiana è ridotta al 22%. Successivamente si apprende che la centrale viene fermata "per qualche ora", in modo da determinare le cause della fuga.

L'Ecurie è stato creato dall'Ue nel 1987, dopo la tragedia di Cernobyl. Entra frequentemente in azione ma è piuttosto raro che Bruxelles ritenga un incidente grave al punto da renderlo di pubblico dominio.

(4 giugno 2008)

zobmie
00giovedì 5 giugno 2008 07:01
Vedremo come finirà.

Se dovesse esserci una perdita pericolosa avranno ragione gli antinuclearisti.
Se invece non succederù nulla, il fatto può essere, forse paradossalmente, portato a supporto anche della tesi di non pericolosità delle nuove centrali.
Non dimentichiamo, comunque, la pericolosità (vedi ad es. naufragio di petroliere) e la tossicità dei combustibili fossili.

[SM=x584438]
eptadone
00giovedì 5 giugno 2008 23:41
appunto :
nanotecnologie
solare
eolico
geotermia
e magari un po' di forza muscolare in più...



Le biciclette reclinate detengono i record di velocità per i veicoli a propulsione umana: il record dell’ora e’ di 85,991 km (per una bici normale e’ di soli 49,70 km).
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