Partito Democratico

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Slobodan
00sabato 7 ottobre 2006 18:48
Ad Orvieto è in corso il seminario ulivista sul Partito Democratico,in cui dovrebbero confluire DS e Margherita(e chi altri ci starà).
Vi riporto qui sotto ciò che i tre maggiori quotidiani d'area diessina e margheritosa accennano al riguardo.

A parte qualche passo dell'intervento di Reichlin,citato solo dall'Unità,non mi pare che vi sia nulla di interessante sui valori comuni,sull'analisi storica, sulle riflessioni di convergenza culturale e sulla prospettiva politica di questa operazione che pure porrà le basi,se effettuata, per un cambiamento epocale nella vita sociale culturale e politica del nostro Paese.
Solo battute,accenni e non detti,impostati per lo più verso le problematiche organizzative che tangono non i milioni di cittadini ed elettori interessati ma le nomenklature dei partiti che vi aderiranno.
Il tutto quindi si sta svolgendo,a quanto ci è dato sapere,in un'aurea di pressapochismo e di superficialità che non promette nulla di buono.
Tante volte ho avuto modo di scrivere le mie perplessità di natura culturale e politica su questo polpettone similriformista che pare debba nascere.
Su questo forum abbondano elettori di area radicale antagonista e cani sciolti,fra cui il sottoscritto ridotto all'extraparlamentarismo non da pulsioni o vocazioni estremiste ma dalle contingenze della politica italiana di questi anni,e se non erro l'unico diessino,Carlo,è su posizioni favorevoli alla nascita del PD.
Credo che però un processo simile,che ripeto porterà una novità(bella o brutat che sia per ciascuno di noi),sostanziale con cui fare i conti in ottica politica,debba interessare l'intera sinistra nelel sue sfaccettature e pure coloro che si collocano su posizioni "moderate" e che fan riferimento piuttosto allo schieramento avverso a quello del centrosinistra.

E' quindi un dibattito che porta a riflettere,almeno noi se non i "big" ulivisti,e che personalmente mi pone nelle condizioni di accelerare i tempi e i modi per un ritorno all'impegno politico nello specifico per tentare di evitare quello che secondo me sarebbe il grande errore dei semianristi di orvieto,quello cioè di avere la pretesa di cancellare la storia del '900 in virtù di qualche gallone sbiadito e di medaglie di latta ottenute ed esibite sulla scia della morte della politica che si trascina come uno zombie dalal fine del secolo scorso e di impantanarsi in un moderatismo neocentrista deleterio per il futuro in primis della sinistra ed in secundis(col rishcio che sia pure l'ultimis [SM=x584446] )e quello delle classi sociali riferimento secolare delle battaglie progressiste,rischiando di delegare a chi non ne ha non i diritti e la legittimità ma la capacità progettuale e culturale,e mi riferisco alla sinistra neocomunista,le prerogative e gli spazi che in tutta europa uan qualsiasi forza socialdmeocratica pur pallida riesce comunque ancora a mantenere.
sarebeb uno sbaglio enorme,un errore di prospettiva contro cui battersi lo trovo,da socialista riformista qual sono,un impegno e un dovere morale prima che politico.

Il 14 ottobre a Napoli ci sarà una convention de "I Socialisti" sulla prospettiva(o anche solo l'opportunità) di costruire anche in Italia,dopo aver perso stupidamente gli ultimi 15 anni,una formazione politica che superi le divisioni della sinistra del '900 in nome però del Socialismo e non del suo superamento.
Invitato,non potrò parteciparvi per via di un sinus pilonidalis('na ciste al culo!)che mi devono operare la settimana prossima e colgo l'occasione per un invito a Carlo a fare una capatina fra un giro in moto e 'na chiavata per sapere qualcosina di più di quel che mi verrà detto...
E' però previsto un incontro,anche qui a Ferrara,per novembre,cui parteciperanno tutti coloro,DS in testa,Sdi a seguire e socialisti da prefisso telefonico sparsi per il Po,che fanno ancora riferiemnto alla famiglia del PSE.
E' in quelal prospettiva che sto preparando il mio intervento che vi renderò noto,nel frattempo mi piacerebbe sapere "il popolo del Paura" come si colloca rispetto al progetto del PD,che sicuramente saprà darmi spunti interessanti di riflessione,coem sempre.
vabbè dai,come talvolta... [SM=x584429]


Repubblica online:

Al seminario sul Pd intervengono tutti i leader dell'Unione
Il premier Prodi soddisfatto: "Ci sono grandi convergenze"
Veltroni: "Ultima chance, non perdiamola"
D'Alema: "Non mi convince un partito dei cittadini e del leader"
Rutelli: "Gli elettori del centrosinistra non hanno una pazienza infinita"

ROMA - L'ottimismo di Prodi, il monito di Veltroni, la difesa della struttura-partito di D'Alema, l'accellerazione di Rutelli. Il seminario di Orvieto per far compiere un altro passo al Partito Democratico vede schierati tutti i leader. Con l'assenza pesante della sinistra Ds.

"Molto bene, ci sono state grandi convergenze sia di volontà che di sentimenti", dice Romano Prodi a metà giornata, sostenendo che "sono state trovate grandi linee in comune sulle quali dobbiamo costruire. Vediamo se le conclusioni di oggi saranno coerenti con tutte le premesse".

Appassionato l'intervento di Walter Veltroni: "Questa è l'ultima chance, se andasse perduta faremmo fatica alle prossime elezioni". Secondo il sindaco di Roma
nel progetto del Pd devono convivere, "senza essere l'una contro l'altra, i partiti e la società civile". E ancora: il Pd "non nasce senza le forze politiche, ma non nasce neanche se si chiude".

Concetto ripreso da Massimo D'Alema, che mette in guardia chi vuole sciogliere l'esperienza dei partiti in qualcosa di "leggero", meno attento a radicamento e organizzazione. "Non mi convince - dice - un partito di cittadini e del leader". Il ministro degli Esteri ricorda che le primarie sono state un momento straordinario, ma "se non ci fosse stata la sezione dei Ds o il circolo della Margherita, non si sarebbero potute svolgere. Non c'è un'ora x in cui tutto di scioglie, tutti vanno al gazebo e nasce il Partito democratico".

Francesco Rutelli ritiene che il Pd debba prendere "l'abbrivio creativo e forte" che viene dalla richiesta degli elettori del centrosinistra, "la cui attesa non è infinita". Il leader della Margherita ha anche toccato il tema della collocazione europea del Partito democratico sostenendo che essa non è "tra gli elementi caratterizzanti del progetto".

Precedentemente aveva parlato il ministro dell'Interno Giuliano Amato secondo il quale "se non dimostriamo la capacità di unirci e di ridare tessuto sociale, riceveremo discredito, perderemo consenso e rischiamo di rivivere una situazione simile ai primi anni '90".

Peppino Caldarola (Ds) - sulla linea di D'Alema - non è convinto della necessità di annullare i partiti nel nuovo soggetto: non sono d'accordo con Arturo Parisi nemmeno nelle virgole, sostiene, e se si va avanti con tutti questi americanismi si avranno "soluzioni alla Beppe Grillo".

Se si parte, avverte Dario Franceschini, il problema della collocazione in Europa, tra i più dibattuti a Orvieto - potrebbe risolversi d'incanto da solo. L'importante è tenere a mente le priorità: "ci sono ragioni di prospettiva ma anche ragioni urgenti, e la stabilità di questa coalizione passa per la presenza di un'area riformista molto forte che sia baricentro".

Sempre tra i cattolici, Pierluigi Castagnetti mette in chiaro che soprattutto nella prima fase "i voti si pesano, non si contano" (come a dire che i partiti avranno un loro ruolo almeno agli inizi), mentre Antonio Bassolino e Anna Finocchiaro mettono fretta nel raggiungere l'obiettivo considerato, da Basoslino, una "necessità per l'Italia".

Nel frattempo Ciriaco De Mita puntualizza: "La stampa mi colloca tra i contrari e non è vero, ma non è vero nemmeno che sono a favore". Quel che non gli piace è comunque l'idea di un Ulivo mondiale.
(7 ottobre 2006)



Corriere online:

Veltroni: «Questa è l'ultima chance per le prossime elezioni» D'Alema: «Ora servono teste, non voti» Il ministro degli Esteri al seminario di Orvieto per la costituzione del partito democratico: «Dobbiamo unire le grandi famiglie»

ORVIETO (TERNI) - «Non mi convince un partito di cittadini e del leader». Massimo D'Alema intervenendo a Orvieto al seminario organizzato dell'Ulivo per la costituzione del partito democratico si dice d'accordo con la nascita della nuova entità politica ma mette in guardia sul rischio di un superamento delle attuali formazioni. E non è sufficiente secondo D'Alema il semplice appello alla società civile per creare il partito democratico: «Non c'è un'"ora x" in cui tutto di scioglie, tutti vanno al gazebo e nasce il partito democratico».
PARTITI E SOCIETA' CIVILE - Con l'obiettivo di «un partito del 40%», per D'Alema «questo ultimo miglio deve essere percorso con grandissima sapienza», in modo che «la prossima volta anche gli assenti di oggi siano presenti». E se in buona parte «il Partito democratico c'è già nelle scelte politiche compiute e nelle coscienze, in un comune sentire», il ministro degli Esteri sottolinea che «le primarie sono state un momento straordinario ma senza le sezioni dei Ds e i circoli dei Dl esse non si sarebbero potute svolgere». Società civile, quindi, ma anche partiti, «due aspetti non in contraddizione fra di loro» e che si devono legare a «una leadership forte», indispensabile per «un paese frantumato come il nostro».
TESTA E CUORE - «In Italia ci sono sindacati, associazioni, categorie, gruppi di interesse. Dobbiamo unire le grandi famiglie democratiche e questo determinerà un processo nuovo di riorganizzazione» ha detto D'Alema, invitando poi gli alleati di maggioranza a ragionare più in termini di programma condiviso che di voti. «Ora c’è bisogno, più che di voti, di testa e cuore, di intelligenza e passione - ha detto -. C'è da fare una scelta costitutiva, ma questo patto non si può mettere ai voti e non può essere imposto da una maggioranza. Adesso il problema è fare un patto che unisca le forze che vanno dalla sinistra radicale fino alla componente moderata».
VELTRONI - «Non metterei questa scelta nel novero delle iniziative senza alternative perché così non si fa la novità della politica italiana, ma è vero che questa è l'ultima chance». Da Orvieto ha espresso la sua posizione anche il sindaco di Roma Walter Veltroni. «È chiaro che il partito nuovo c'è già: nella coscienza degli elettori, nelle esperienze amministrative, nel risultato elettorale - ha detto -. Se si perde questa chance noi faremo fatica alle prossime elezioni».
07 ottobre 2006



L'Unità online:

Orvieto, primi passi per il Pd: «Primarie ad ottobre 2007»

Il partito democratico si farà. Restano solo da superare gli ultimi scogli e definire i tempi. A dirlo ad Orvieto le tre relazioni di apertura della due giorni del seminario "politico-programmatico"convocato da Prodi proprio per tracciare le linee della nascita del nuovo soggetto politico. A parlare tra i primi, ieri, Petro Scoppola (scelto dai Dl) con la relazione «Ragioni del nuovo partito», poi Roberto Gualtieri (Ds) con «Il profilo culturale e programmatico» e infine il prodiano Salvatore Vassallo con «La forma del partito».

Tutti e tre hanno messo in evidenza un elemento comune: il Pd nascerà e dovrà essere slegato dalle singole appartenenze, dovrà rappresentare un´idea più ampia che coinvolga tutti quelli che vogliono partecipare. Momento di riferimento evocato, anche esplicitamente, le primarie che, un anno fa, incoronarono trionfalmente Romano Prodi leader dell'Unione.

Il tema centrale della discussione del secondo giorni quello della democrazia interna, avviato da Vassallo. Una proposta che, per i dissindenti è uno dei principali talloni d'Achille del progetto.

Il prodiano Vassallo propone una sorta di "road map" verso la nascita del Pd. Ovvero: primarie aperte per la scelta del leader (forse già la «seconda domenica di ottobre del 2007»), adesione individuale la partito e attuazione del principio "una testa un voto". Il dalemiano Peppino Caldarola ribatte: «Si prevede una formula organizzativa molto americana, fatta di blog e di internet con qualche gazebo. Ma Beppe Grillo ha già fatto di meglio». Il prodiano Pierluigi Castagnetti ribatte a difesa dell'impostazione di Vassallo . «Il metodo matematico "una testa, un voto" - dice - non può risolvere i problemi. Nella fase costituente, se vogliamo guardare in faccia alla realtà, non dobbiamo tralasciare le difficoltà». Dunque nessuno scandalo a che in questa prima fase invece di "contarsi" ci si"pesi".

Massimo D´Alema ironizza: «Un grande partito così, con un grande leader a capo e sotto una massa indistinta c´era già: era il Pcus». Mentre Caldarola va giù duro anche sui contenuti: «Peggiore partenza non poteva esserci. Nelle relazioni che ho ascoltato non c´è l´Italia, il paese reale, bensì due culture politiche: una cattolica e l´altra gramsciana. Così siamo a una semplice riedizione del compromesso storico». Quindi polemizzando con un'intervista rilasciata da Arturo Parisi, ribadisce la posizione che condivide con Gavino Angius e che osteggia la nasciata del Pd sia per l'organizzazione interna che si dovrebbe dare-un partito leggero con dentro fondazioni ma non correnti, sia per l'orizzonte strategico, che Caldarola e i suoi vorrebbe ancorato alla socialdemocrazia europea. «Non esiste più un'anomalia italiana», è la base di partenza del discorso dei dissidenti presenti a Orvieto (il Correntone di Fabio Mussi, l'area di Cesare Salvi e la Sinistra ecologista di Fulvia Bandoli non hanno proprio voluto partecipare): quindi sarebbe inconcepibile che a livello europeo Margherita e Ds pur confluendo in un unico soggetto facessero riferimento a due distinte famiglie di pensiero e gruppi europei.

È in questo dibattito che si inserisce l'applauditissimo intervento di Alfredo Reichlin. Il "grande vecchio" della sinistra - inizia ribadendo la sua provenienza «dal Movimento operaio che ha dominato il Novecento»- è in appoggio al progetto di Partito Democratico. E gli argomenti che usa fanno breccia nella platea. Per lui siamo entrati «in una nuova storia», che pone delle sfide alla democrazia. Di fronte ai poteri economici sempre più internazionalizzati e globali «solo la politica, la polis, è in grado di assicurare la libertà». Guai quindi a limitarsi «a una politica di piccolo cabotaggio», altrimenti «saranno altri potentati a decidere, poteri economici o carismatici». Quindi sottolinea «l'eccezionalità della crisi italiana» che può concludersi con «l'emarginazione dell'Italia». «Serve unità - è il ragionamento - e la classe politica con la consapevolezza della sfida. L'attuale frammentazione è insufficiente e non dà risposte». Non si tratta di una riedizione del compromeso storico o di un assemblaggio di partiti superati dalla storia, ma di riannodare le fila che vanno dal «patto non scritto tra Turati e Giolitti del 1901» all'unità nazionale creatasi nel dopoguerra sulla Costituente.

Una sfida vitale per Prodi e Fassino che ora ha un percorso più definito. «L´avvio è stentato, ma il treno è partito» titola il Riformista, in edicola nonostante lo sciopero dei giornalisti.

Al palazzo del popolo di Orvieto - a partecipare alla prima tappa di questo percorso, il seminario di due giorni - ci sono praticamente tutti i dirigenti Ds e Dl (a parte i 43 dissidenti): capigruppo dell´Ulivo, ministri, segretari di partito. Forse per questo, per superare le difficoltà che ancora restano in Ds e anche in Margherita, la via del Partito democratico delineata ad Orvieto prevede anche lo «scioglimento delle correnti interne». E certamente anche una "ristrutturazione" dei vertici dei due partiti.

Slobodan
00mercoledì 11 ottobre 2006 15:11
ho capito.
frega 'n cazzo a nessuno.
ISKRA!
00mercoledì 11 ottobre 2006 15:15
Re: ho capito.

Scritto da: Slobodan 11/10/2006 15.11
frega 'n cazzo a nessuno.



Non esattamente... diciamo che per adesso sono in attesa di capire che cosa succede nei DS.

Piuttosto... Hai seguito le litigate tra Pannella e Boselli? [SM=x584436]
Slobodan
00mercoledì 11 ottobre 2006 15:30
Re: Re: ho capito.

Scritto da: ISKRA! 11/10/2006 15.15


Non esattamente... diciamo che per adesso sono in attesa di capire che cosa succede nei DS.

Piuttosto... Hai seguito le litigate tra Pannella e Boselli? [SM=x584436]



Vabbè ma non vale...
Non si può stare ad aspettare in eterno cosa succede sotto la quercia!

bisogna stimolare,indirizzare,altrimenti si resterà dei comprimari che giocan di sponda.
Bosgna fare uno sforzo,in un senso o nell'altro,altrimenti poi non lamentiamoci più che il tutto(o il nulla)viene sempre e solo determinato da qualcun altro,nella fattispecie le dirigenze diessine che rappresentano forse in maneira fraudolenta la fetta più corposa della sinistra italiana all'oggi.
Il mio non è una patetica chiamata alle armi del poPPolo della sinistra,della BBase,però fa specie vedere il disorientamento,forse lo sconforto,ad ogni livello gerarchico della politica,da roma ai confini dello stivale.
Ci vuoel qualcuno che faccia da bussola,ma mica con la pretesa di essere il Nord da seguire,almeno porre sul tavolo le varie prospettive.
Altrimenti continueremo sempre e solo a subire intervistine colme di battutine vuote dei d'alema dei de mita e dei lapo pistelli.
Non vedo pulsioni propositive,e cosa ancora più tragica,nemmeno distruttive,che sono le più immediate e banali.
Avverto il vuoto,ed è un vuoto desolante.a tutti i livelli,ripeto. ed è un peccato,me se lo si lasci dire.ed è strano,terribile forse,che ad avvertirlo sia uno come me che da anni si fa i cazzi suoi ormai.


Quantoa pannella e boselli,l'avevo ampiamente previsto,da fonti Sismi in mio possesso ( [SM=x584433] )la cosa verrà definitivamente risolta entro la fine dell'anno.
ISKRA!
00mercoledì 11 ottobre 2006 20:36
Re: Re: Re: ho capito.

Scritto da: Slobodan 11/10/2006 15.30
Quantoa pannella e boselli,l'avevo ampiamente previsto,da fonti Sismi in mio possesso ( [SM=x584433] )la cosa verrà definitivamente risolta entro la fine dell'anno.



Qui in Friuli venezia Giulia la cosa si è già risolta, per questo ti chiedevo un'opinione.
Finita l'esperienza della Rosa del Pugno nella nostra regione.

Mi sa che le incrinature sono diventate crepe e tra poco saranno solo macerie.

Slobodan
00sabato 21 ottobre 2006 14:27
Re:

Scritto da: Slobodan 07/10/2006 18.48

previsto un incontro,anche qui a Ferrara,per novembre,cui parteciperanno tutti coloro,DS in testa,Sdi a seguire e socialisti da prefisso telefonico sparsi per il Po,che fanno ancora riferiemnto alla famiglia del PSE.
E' in quelal prospettiva che sto preparando il mio intervento che vi renderò noto






Premessa: nelle settimane scorse ho aderito al movimento politico de I Socialisti,ritesserandomi a una formazione politica dopo due anni da Cincinnato e riprendendo il percorso iniziato 31 anni fa.
E' un movimento sorto al Congresso del NPSI di un anno fa dalal scissione di coloro che ritenevano,a differenza di DiMichelis,esaurita la fase di alleanza con la CdL,presentatosi in mezza Italia(prevalentemente al sud,comunque non in E.R.)all'interno dell'Unione.
Non ha eletto parlamentari,e non è presente al governo del Paese in quanto l'unico suo membro,Bobo Craxi sottosegretario agli esteri,è stato sconfessato per la sua decisione di presentarsi nelal lista unitaria dell'Ulivo non riuscendo a presentare la lista in Lombardia,con un accordo personale con i vertici ulivisti lombardi e romani.
A guidare il Movimento(non si può chiamarlo Partito)è attualmente l'assessore regionale calabrese Zavettieri,già deputato nazionale negli anni 70 e 80 del PSI,che qualcuno di voi avrà conosciuto l'altra sera da Santoro.
A Ferrara si è creato un circolo(anche qui sezione mi pare inappropriato)composto da ex NPSI cui hanno aderito alcuni compagni sdi delusi dalla rnp e altri storici militanti e dirigenti ex Psi ormai "in pensione",come me.

Avendo previsto che il decorso postoperatorio fosse molto più lungo e truce, ho gettato le basi per il mio intervento la settimana scorsa,e un po' per il poco tempo a disposizione un po' per le preoccupazioni che annebbiavano e limitavano la mia voglia di fare,l'ho impostato sulla falsa(mica troppo poi)riga di ben tre relazioni terze per quanto riguarda l'excursus storico e gli accenni alle regole economiche,declinate ovviamente alla nostra situazione e condizione e pro domo mia,che trova corrispondenza in pieno alle mie esigenze ed intenzioni(ovviamente,fra socialisti ci si intende,la sintonia tarvalica le Alpi) e che mi ha evitato un pomeriggio intero al pc,permettendomi di concentrarmi sui passaggi di merito esprimendone i giudizi,le analisi,el riflessioni e gli suspici.
Rileggendolo ora mi è parso validissimo,non escludo ritocchi nell'imminenza dell'evento ma ve lo proppino comunque così com'è ora perchè le variazioni saranno comunque dettate dalla contingenza e non influiranno sull'impianto.
ho pure rispettato le norme sulal privacy [SM=x584432]

Avviso ai (AL)rompicoglioni [SM=x584429] :i fatti e le opinioni son semrpe intrecciate in un comizio,si sa,quindi le forzature rilevabili asetticamente mi sono note da solo [SM=x584433]





Cari amici e cari compagni,

è per me un enorme piacere presenziare a questo incontro e tengo a ringraziare moltissimo “Tizio e Caio” che mi hanno invitato a contribuire alla discussione sulle prospettive di una presenza socialista nell’odierno panorama politico italiano.
Devo premettere che mi è stato chiesto di porre l’accento, nel mio intervento, sui Valori del Socialismo e sulla loro attualità.
Ma visto che c’è fra noi il Senatore “Sempronio”, ho deciso di impostare la mia riflessione in altri termini, quelli storici, anche se ovviamente la nostra Storia è pervasa da quei valori che l’amico “Sempronio” ci ha ben ricordato/sicuramente ci ricorderà esaustivamente.
Ed anche perché vorrei per una volta esimermi dall’esibizione dell’Orgoglio Socialista che i tanti amici qui presenti che da anni mi conoscono e che mi onorano di seguirmi conoscono bene: riterrei stupido impostare il mio intervento sul chi è stato più bravo,più buono,più bello,chi aveva ragione e chi torto, e rinfocolare così l’eterna divisione a sinistra in un incontro che deve servire piuttosto ad Unire.
Stasera vorrei Ricordare,non solo ai compagni che con me han subìto la diaspora socialista negli anni difficili del post-craxismo ma soprattutto a coloro che han vissuto e poi rielaborato la storia dell’altra sinistra, quella comunista, che senso ha oggi appartenere alla famiglia del socialismo europeo, perché vedo in giro troppa approssimazione, per usare un eufemismo e non offendere nessuno…
Non fraintendete il mio intervento come paternalista o saccente: sarà solamente un excursus storico della missione socialista di ieri in funzione dell’oggi e del domani.
E per questo permettetemi di farlo non a braccio com’è mio costume ma leggendo il testo che mi sono preparato prendendo spunto da un articolo apparso tempo fa su Le Monde a firma di colui che per tanti di noi giovani studenti universitari di sinistra negli anni Settanta è stato un comune punto di riferimento:Michel Rocard, oggi europarlamentare del PSE, non un delirante profeta noglobal.
Lo stesso Rocard che abbiamo ritrovato ancora come punto di riferimento negli anni Ottanta nel governo di Mitterand e della sua straordinaria stagione riformista sintetizzata nella parola d’ordine Changer la Vie, cambiare la vita…
Volava alto la sinistra francese di allora,dobbiamo volare alto anche noi oggi, perché volare basso come stiam facendo ormai da troppi anni ci porterà a veder erodere ancor di più il nostro consenso nel Paese,un Paese che se è costretto a volare basso preferisce farlo con i simpatici imbonitori della destra, non certo con le tristi macchiette della sinistra di oggi.

Spero di non annoiarvi perché l’intervento è lungo e a tratti tecnico,ma come detto non vuole essere un comizio, e comunque capirò l’eventuale esigenza di alcuni ad uscire per fumare!


Chi siamo e da dove veniamo Noi lo sappiamo bene.
Dove vogliamo andare anche, se con ostinazione ci definiamo Socialisti in questa Italia del 2006 e nonostante tutto quello che ci è capitato negli ultimi 15 anni.

Ma è sempre bene rinfrescar la memoria per prepararci alle sfide che ci attenderanno in futuro…

Nato come “ideologia scientifica” un secolo e mezzo fa e presente in forma organizzata anche in Italia da 114 anni , il Socialismo è sempre stato nel contempo un movimento di lotta e il tentativo eroico e teorico di costruire una società meno ingiusta e più umana. Ha enormemente contribuito a migliorare i salari e le condizioni lavorative, come pure a risolvere l’emergenza della sicurezza sociale.

E’ un bilancio importante, quello del Socialismo.

E’ stato un impulso spontaneo, non dottrinario, come quello che ha spinto Giacomo Matteotti e i primi pionieri socialisti a battersi perché potesse esservi un conflitto sociale senza che i carabinieri del Re si schierassero con i padroni, perché illegale non era scioperare, ma solo usare la violenza non giustificata da legittima difesa. In nome del Socialismo ci si battè perché l'orario di lavoro per le donne e i bambini non dovesse essere di diciotto ore ma di quattordici, poi di dodici e poi ancora di meno. Ci si battè perché chi lavorava potesse creare le premesse per ottenere un trattamento pensionistico nella vecchiaia e un reddito che lo assistesse nei periodi in cui non poteva lavorare perché si era rotto una gamba. Ci si battè perché il latte, il gas e la luce potessero essere forniti da aziende di proprietà pubblica e portate ai cittadini che il gergo degli economisti ancora oggi definisce marginali e per i quali il costo può superare la remunerazione del servizio. Queste, e tante altre come il diritto all’ istruzione sono state le conquiste del Riformismo Socialista, in particolare ferrarese, nel primo periodo della sua storia. Esse sono state il frutto di un'azione impegnativa che ha portato libertà, dignità e diritti a chi non ne aveva mai avuto.
Libertà, dignità e diritti che nei decenni successivi sono stati ampliati dalla presenza socialista anche nel governo nazionale.

L'effetto è stato quello di rendere più governabili e più civili le nostre società. La naturale unilateralità sfruttatrice della macchina capitalistica, così come inizialmente si era messa in moto nelle prime fasi dello sviluppo industriale, è stata bilanciata da un'azione che ha sottoposto il conflitto ad un intervento pubblico regolatore. Attraverso l’amministrazione e la regolazione delle istituzioni pubbliche il riformismo ha così ottenuto risultati riequilibranti a benefìcio sia dei deboli che dell'insieme.

Ma in nome del Socialismo durante il ‘900 sono state anche perpetuate le peggiori tragedie della Storia moderna e contemporanea, addirittura quantitativamente maggiori di quello che viene considerato l’abisso dell’Uomo, cioè l’esperienza nazista hitleriana.
La tragica deriva dell’economia pianificata e del totalitarismo nei Paesi Comunisti ha portato alla sconfitta finale ed alla scomparsa indegna dell’unico progetto alternativo al Capitalismo.
Con il Comunismo, degenerazione dell’Idea Socialista, non è venuta meno solo l’esperienza leninista e sovietica,ma incredibilmente si è aperta una profonda crisi delle Socialdemocrazie, che invece avrebbero dovuto,col crollo dei regimi totalitari dell’Est, veder riconosciuta la propria validità culturale, politica e storica.
Le forze capitaliste hanno vinto, strategicamente ed economicamente, riuscendo inoltre a trasmettere all’opinione comune il messaggio che solo il Capitalismo porterebbe la libertà e garantirebbe il benessere.
Questo invincibile capitalismo, che si riteneva fosse indebolito e minacciato dopo la grande crisi del 1929-1932 e la seconda guerra mondiale, si è totalmente ripreso a partire dagli anni ’50, e da allora non ha smesso di consolidare la sua influenza sul mondo,suggellando la propria vittoria dopo il 1989.

Al punto che non esiste più un progetto alternativo credibile ed il movimento socialdemocratico e, più in generale, le forze progressiste, sono in preda allo sconforto identitario.
I nostri (e quando dico noi mi riferisco a tutti coloro che oggi si considerano riformisti,progressisti e socialisti) onanisti dibattiti sulla globalizzazione e sull’Europa sono palesemente contraddistinti dall’ignoranza, dalla confusione, dall’ipocrisia, da strategie personali e dalla totale mancanza di lungimiranza che regna nelle leadership progressiste,e qui in Italia tutto ciò è elevato all’ennesima potenza.
Il panorama è avvilente, cari amici.

Dalla ripresa del capitalismo dopo la guerra, ormai sessant’anni fa, si sono verificati tre fatti principali, ognuno indipendente dagli altri, che è di assoluta importanza individuare per sapere ciò che avviene e dove si sta andando.

Il primo deriva dalla tecnologia. L’accelerazione vertiginosa della velocità nel trasporto di beni, di persone e dell’informazione, nell’analisi nel trattamento e nel calcolo dei dati, e nel processo di produzione, ha ristretto le dimensioni del mondo, ha reso interdipendenti tutti i Paesi ed ha necessariamente provocato l’apertura delle frontiere per tutto ciò che si muove, fatta eccezione per gli uomini: prodotti, capitali, servizi, idee, mode, abiti e musiche. Ovviamente, la contaminazione ambientale, le epidemie e la criminalità non si sono fatte attendere.
Il temine «villaggio globale» ne descrive bene il risultato.

Il secondo evento riguarda il fatto che alcuni Paesi europei hanno deciso di associarsi mediante dei vincoli istituzionali di natura tale da rendere impossibile la guerra tra gli stessi Paesi. L’obiettivo è dato dalla pace in questo continente con una storia di divisioni e di guerre alle spalle lunga quasi due millenni, il mezzo dall’organizzazione e dal consolidamento dell’interdipendenza economica. Uno dei risultati è la creazione di un mercato di vastissime dimensioni, in grado di consentire alle imprese dell’area di acquisire un’estensione mondiale.

Entrambi questi aspetti, la globalizzazione e la necessità di riconoscere e dare una comune identità europea al nostro continente da sempre diviso ,erano già stati previsti e individuati,con una lungimiranza ed una riflessione analitica ciclopica,da una delle più grandi menti dell’800,colui che ancora resta il convitato di pietra di ogni discussione fra Socialisti e fra progressisti in genere:il suo nome era Carlo Marx.
La diagnosi di Marx è tuttora attualissima.
Ciò che era errato,inconcepibile,folle e come tale è naufragato in un oceano di sangue e miseria era la cura proposta,quella che non poteva non portare alle dittature totalitarie comuniste.
Ma in nome dell’avversione alla cura, sbagliatissima, paradossalmente e sorprendentemente a mio avviso oggi se ne vuole disconoscere la diagnosi,in primis tra le forze socialiste e progressiste.
In poche parole si è buttato il bambino con l’acqua sporca.
Ma se l’acqua era sporca, e lo era, anzi putrida, il bambino era ed è sanissimo.

Il terzo, e a mio avviso principale, evento attuatosi con il crollo del Comunismo non ha alcun rapporto con i primi due, ma li influenza fortemente. Si tratta di un cambiamento profondo nelle regole e nel funzionamento del Capitalismo, che fornisce un carattere incontrollabile e pericoloso alla globalizzazione.

Il capitalismo è un sistema terribilmente efficace, ma socialmente crudele e seriamente instabile. E’ proprio questa instabilità che ha rischiato di spazzare via tutto in seguito alla crisi del ’29 accennata in precedenza.

Dopo la crisi , il capitalismo restaurato ha conosciuto trent’anni di crescita continua in una stabilità sorprendente e un costante progresso sociale. Ciò si deve al fatto che sono state rispettate tre grandi regole che influenzano tutti i paesi sviluppati. Quella di Keynes: potete servirvi delle finanze pubbliche per attenuare le oscillazioni del sistema, invece di rispettare degli equilibri formali. Quella di Beveridge: realizzate una buona protezione sociale; ciò comporterà non solo dei vantaggi dal punto di vista umano, ma stabilizzerà il sistema rendendo incomprimibile, pertanto resistente ad ogni crisi, il livello della domanda sociale. E quella di Henry Ford: pagate dei salari elevati se volete che la gente consumi.
Ed è a questi tre economisti che le moderne socialdemocrazie han fatto riferimento fino a ieri, con sfumature diverse da realtà a realtà.

Fu dopo la seconda guerra mondiale che si produsse un quarto evento: un gruppo di professori di Chicago, guidati da Milton Friedman, elaborò una nuova dottrina che sostanzialmente diceva: viviamo una fase straordinaria della storia del mondo. Dopo millenni di povertà, il mondo diventa ricco. Ciò si deve al fatto che abbiamo inventato un motore efficace, il capitalismo e la libera impresa, e un carburante ultrapotente, il profitto. E se si producesse un ulteriore profitto, il sistema sarebbe ancora più efficace. Sbarazziamoci delle tasse, degli ostacoli al mercato costituiti dai servizi pubblici e dalla previdenza sociale, e delle molteplici regole che limitano il profitto cumulabile dalle imprese. Quale che sia l’attività in questione, l'equilibrio raggiunto dal mercato è il migliore possibile e qualsiasi intervento pubblico può soltanto deteriorarlo: è la nascita del liberismo sfrenato, filosofia semplicista ed erronea, che stimola l'avidità del guadagno, la riduzione aprioristica delle tasse e la demonizzazione dell’influenza dello Stato cui han fatto riferimento le destre anglosassoni ed asiatiche per mezzo secolo e che oggi contamina l’intero panorama geopolitico mondiale,Cina inclusa, e della fattispecie europeo,senza escludere molti settori del centrosinistra nostrano.

A tal punto che oggi le tre grandi regole,alla base della politica socialdemocratica del Welfare State, sono scomparse, i ricchi si sono ulteriormente arricchiti, le ineguaglianze si sono enormemente aggravate fra l’occidente e il resto del mondo, come pure all’interno del nostro paese fra nord e sud e metropoli e campagne, è riapparsa la povertà di massa nei paesi sviluppati, la protezione sociale si erode dappertutto, i servizi sociali sono minacciati,c’è mancanza di trasparenza nel sistema finanziario che obbedisce solo a se stesso ed è ridiventato instabile e ha provocato grandi crisi economiche, l’esaurimento delle risorse e la contaminazione continuano a pieno ritmo poiché ci si rifiuta di applicare le regole che li frenerebbero.

Non è una previsione apocalittica,è ciò che sta accadendo oggi nella nostra società.


Ad un tratto, l’Europa subisce in modo drammatico le conseguenze di questa unica regola del gioco, quella iperliberista, tanto più che le forze politiche non intendono certamente apporvi resistenza. nemmeno a sinistra,e tantomeno in Italia.

Ne consegue che ovunque, in Europa e soprattutto in Italia, i salari ristagnano o aumentano troppo lentamente, la disoccupazione rimane di gran lunga troppo alta, aggravata in Italia dall’insufficienza della ricerca e della formazione professionale, l’unico fattore rispetto al quale potrebbe migliorare un po’ la situazione.

La natura più umana del capitalismo europeo sta scomparendo a vantaggio del capitalismo molto più brutale degli anglosassoni.

Oggi più che mai, tutti i guasti dell´ultra-liberalismo vengono a galla, e stanno mostrando i suoi molteplici e gravi difetti: è ormai evidente che i mercati, lungi dall´autoregolarsi, hanno bisogno di limiti e contro-poteri.

E’ qui che entra in campo la necessità di una forza riformista:

La socialdemocrazia si definisce nella ricerca d´un triplice compromesso tra il capitale e il lavoro, il mercato e lo Stato, la competizione e la solidarietà. Con la globalizzazione e le politiche economiche liberiste, è sempre il primo termine di questi tre binomi che si rafforza a discapito dell´altro.
Ma noi dobbiamo tutelare il lavoro, salvaguardare la capacità d´intervento dello Stato e mantenere la solidarietà. Altrimenti non saremmo Socialisti.
Non possiamo lasciare a coloro che si dichiarano ancora comunisti e che fan riferimento,volenti o nolenti,alla fallimentare cura e non solo alla giusta diagnosi marxista accennata prima,la delega della difesa della classi sociali più deboli storico punto di riferimento delle socialdemocrazie:sarebbe un errore e un suicidio,per la Sinistra e per il futuro di quelle classi sociali,che non possiamo permetterci e dobbiamo evitare.
E sarebbe un’anomalia rispetto all’Europa,dove a fare il proprio dovere in difesa del riequilibrio sociale sono ancora le grandi formazioni socialiste,laburiste e socialdemocratiche.

La rifondazione della socialdemocrazia passerà innanzitutto per l´Europa. Qui ha preso vita la forma moderna del nostro socialismo per la società di oggi: una società solidale nell´economia di mercato.
Mancano appena due anni alle elezioni europee: un appuntamento importante per il futuro della socialdemocrazia in Italia e in Europa.
Dobbiamo fuggire dalle divisioni, dai riflessi di ripiegamento e di corsa al ribasso, troppo frequenti fra i riformisti italiani , dobbiamo riprendere appieno il nostro posto nella società e nel panorama politico, ponendoci nel ruolo di catalizzatori, superando le difficoltà, i rancori passati e le dispute di parrocchia per volgere lo sguardo verso un orizzonte comune. E questo orizzonte comune si chiama PARTITO SOCIALISTA EUROPEO, non si chiama Partito Democratico,un polpettone pseudoriformista con la pretesa di cancellare la storia e le identità del ‘900 e che sarebbe solo una somma di riformismi più o meno convinti,che resterebbe un contenitore di ex comunisti ed ex democristiani,in cerca di una nuova identità per sanare la vergogna del loro passato ed autolegittimarsi come neoliberali agli occhi dei poteri forti e imbrogliando i propri elettori,con una dicitura che vuole ricordare Clinton ma dove la parte della Monica Lewinsky sarebbero costretti a farlo gli elettori in nome di una mera spartizione di poltrone e strapuntini e di una logica di potere che nulla hanno a che fare con la genuina tradizione del riformismo socialista italiano.
Cari DS, decidete finalmente cosa fare da grandi ! Non potete fare i socialisti in Europa e i senza carne né pesce in Italia. perchè tenendo i piedi in due staffe rischiate di restare in eterno quello che solo un atto di coraggio vi impedirebbe d’essere,certo non qui a Ferrara ma l’Italia non è Ferrara,agli occhi non miei ma stando ai dati dell’80% dell’elettorato che da 15 anni continua a non fidarsi di voi:degli ex comunisti e nulla più.
E l’orizzonte non si chiama nemmeno Rosanelpugno, dove convivono in politica economica ed estera due visioni distinte e distanti,quella radicale e quella storica socialista.
Il Garantismo e le lotte per i diritti civili sono scolpite nella roccia della Storia socialista,non vi è necessità di rinominarsi per essere credibili,lo dico col cuore in mano agli amici e ai compagni che stanno ancora a dar credito a Boselli ed alle sue acrobazie.
Poiché siamo profondamente italiani, europei e profondamente socialisti, è questo il senso dell´appello che oggi lanciamo insieme ai DS, allo SDI e a tutti i socialisti riformisti sparsi fra i mille rivoli della politica e ancor di più nell’astensione e nella delusione : "Socialisti di tutta Italia unitevi!"


Noi siamo solo un movimento,nemmeno un partito,ma siamo gli eredi di oltre un secolo di Storia ed abbiamo le spalle coperte.

Per chiudere,vorrei fare una battuta ricordando una famosa frase di Bernstein, il padre della socialdemocrazia tedesca ed europea :
"Il movimento è tutto": così amava sintetizzare le sue conclusioni.
A nessuno venga in mente Casarini o qualche altro stupido fanatico estremista.
Bernstein intendeva dire che il risultato non è affidato al fine ultimo e che è la dinamica della realtà che produce di per sé esiti migliorativi:questa è l’essenza del riformismo.
E noi siamo riformisti,siamo socialisti e siamo un movimento.abbiamo tutte le carte in regola.

E con un gioco di parole: Viva i Socialisti ferraresi…e Nasca anche da noi il PARTITO SOCIALISTA EUROPEO.
Slobodan
00domenica 22 ottobre 2006 12:12
Ora,pare che la minoranza dei DS(il cosidetto Correntone,con riferimenti del "calibro" di Mussi e Salvi...)sia deciso a dare filo da torcere,fin dai prossimi congressi locali,alal linea fusionista di Fassino e D'Alema preventivando anche una scissione nel caso il progetto del PD vada davvero in porto e l'esperienza della Quercia si esaurisca nell'osmosi con la Margherita.

Questa situazione pone me,e non solo me,di fronte a scenari complicati.

Una spaccatura dei DS sarebbe una opportunità ed alllo stesso tempo una variabile impazzita per il rimescolamento delel carte a Sinistra.

Io credo,pur con tutta la buona volontà e i migliori auspici,che sarà difficile evitare una spaccatura nei DS,e di conseguenza mantenere l'intero partito,il maggiore della sinistra,unito,sia dentro che fuori il PD.

Se il PD non si farà(e se non si farà sarà non per i piedi puntati della minoranza ds ma piuttosto per quelli delle frange più refrattarie all'interno della Margherita,altro partito in subbuglio)si apriranno fertili praterie per la sfida del PSE.

Ma resta,coem detto,un'opzione su cui scommetterei poco,perchè vedo Fassino e Baffino ben lanciati verso sta stronzata unitaria e Mussi e Salvi determinati a non contribuirvi(a parte che io,con la mia modesta cultura politica,sconsiglierei vivamente fassino e d'alema ad entrare in un contenitore senza un pezzo di partito,cosa che ridurrebbe il loro potere contrattuale nei confronti di uan margherita che colmerebbe il gap di punti,già esiguo,che divide all'oggi i due partiti,ma tant'è,non sarò ascoltato)

Quindi nascerebbe sto PD,partito(ne?)pseudoriformisat all'acqua di rose,molto clintoniano e molto poco in sintonia col progressisimo europeo.

In questo minestrone,come solennemente annunciato,non c'è spazio per i socialisti,quindi per me(boselli farà quel cazzo che vuole,quello andrebbe dappertutto pur di disfarsi del suo partito,è come e peggio di Fini).

ma allora QUALE spazio ritagliarmi?

Si verificherà un fatto comico:che mentre nascerà sta macedonia con pretese riformiste,a cui un riformista doc come me non potrebbe aderire,a mantenere viva uan presenza socialdemocratica sarebbe la sinsitra scissionista dei ds,già pds già pci.

e a sto punto questi compagni,che han sbagliato tutat la vita e che ancor oggi son restii a dirimersi,sarebebro di fronte a due opzioni:il tentativo di creare una Sinistra unitaria numericamente consistente con il prc,il pdci e magari i verdi,oppure scommettere su se stessi con l'ambizione di fare l'ennesimo partito a sinistra, di stampo socialdemocratico classico ma con uan percnetuale più da PRI che da SPD.

Nel primo caso(che sarebeb poi la versione italiana di Linke, Lafontaine + la pds)ci sarebbe spazio per me nel medesimo partito con caruso e cossutta? no.
Innanzitutto perchè la Linke ha potuto agevolmente superare lo scoglio del richiamo,anche simbolico,a falce martello e comunismo,con una Pds che già da tempo aveva fatto i conti-seppur approssimati-con l'esperienza della Sed,mentre convincere bertinotti e dilbierto a portare gli interi partiti oltre il richiamo,anche solo simbolico, della foresta sarà molto più arduo.e poi perchè,coem spessore e coem seguito,lafontaien mangia il riso in testa,ai "correntisti"...

ed anche ammesso ciò possa accadere,le divergenze politico-culturali,oserei dire mentali,fra me e i caruso e i cossutta sarebbero più dei punti di contatto e delle buoen intenzioni.
E' tutta un'altra Storia.e sarebeb credo uan forzatura non meno evidente di quella che sta portando ad unire gli ex dc agli ex pci, la Binetti a Grillini,e che avrebbe alal base dell'unità già le crepe per la divisione del domani.

tempo perso,quindi. peccato,forse,ma lavorare per poi ridursi coem l'agonizzante RnP odierna lo troverei di una miopia politica pazzesca che non farebeb onore a nessuno.

Allora resta in campo l'altra possibilità:creare la mini formazioen socialdemocratica con gli ex comunisti e molti ex psi sparsi per lo Stivale.
sappiate che questa opzione è sul tavolo,che il Correntone è intavolato anche con socialisti "insospettabili" quali quelli attualmente fuori addirittura dall'Unione,come il NPSI,e non solo con quelli di Zavettieri o gli irrequieti dello sdi.
Ci attenderebbe una sfida,che però non ci è nuova:fare la minoranza,riformista,in un partito socialista massimalista dove la maggioranza sarebbe composta dagli ex pci.
nno sarebbe la priam volta nelal storia,e per quanto mi riguarda è uan sfida che mi sento di accettare,nno avendo alcuan altra opzione a disposizione,vista l'impresentabilità del progetto del PD.

staremo a vedere come si evolveranno le cose,io comuqnue son pronto a fare la mia parte:la prospettiva di poter risultare allettanti ai futuri delusi diessini del Pd(e saranno tanti)per me c'è tutta.il gioco vale la candela.

per la serie:meglio un panino in compagnia che una merda tutta mia. [SM=x584493]
questo è quello che passa il convento.
si sono persi 15 anni,è ora di rimboccarsi le maniche.


p.s.:pensa,Carlo, 20 anni dopo potremmo ritrovarci ancora a votare insieme lo stesso partito...allora eri tu non troppo a tuo agio,adesso probabilmente lo sarò io...ma le possibilità di divertirci ci sono,e lo spazio politico pure. pensaci.
abbandona Bassolino,riabbraccia Slobo [SM=x584429]
Modificato da Slobodan 22/10/2006 13.34
zobmie
00domenica 22 ottobre 2006 16:58
La stessa scelta che farei io.
Anzi no.
Non ho nessuna fiducia negli italiani (politici compresi), ormai avezzi solo a razzolare o al massimo a svolazzare rasoterra (pur con abbondanti starnazzi).
Troppo conformismo, medioscrità, ignavia,opportunismo, compromessi; troppa inclinazione per le cose facili, comode, a portata di mano. Ed intrinseca avversione per battaglie lungimiranti, alte (ammesso che ci sia qualche mosca bianca che le proponga).
Valori?Ideali? Ma con chi, dove, come,quando?
Siamo in una (lunga e grave) fase di decadenza ed il fondo è ancora lontano.
Non parliamo già di risalita, per carità!

Ad ogni modo, auguri!.
I don Chisciotte fan sempre simpatia.
[SM=x584483]
Imprimaturix
00martedì 28 novembre 2006 10:59
io non ho capito perchè
se la maggioranza della base della Margherita non vuole andare in un partito di ex comunisti
e la maggioranza della base dei DS non vuole andare in un partito di ex democristiani questi 2 partiti si debbano fondere
L idea del partito democratico puo essere buona ma non nel breve periodo ,sinceramente da elettore e simpatizzante della mergherita non so se rinnoverei il mio voto ad una formazione che ha nei suoi vertici gente come Mussi.

Slobodan
00martedì 28 novembre 2006 16:55
Re:

Scritto da: Imprimaturix 28/11/2006 10.59
io non ho capito perchè
se la maggioranza della base della Margherita non vuole andare in un partito di ex comunisti
e la maggioranza della base dei DS non vuole andare in un partito di ex democristiani questi 2 partiti si debbano fondere
L idea del partito democratico puo essere buona ma non nel breve periodo ,sinceramente da elettore e simpatizzante della mergherita non so se rinnoverei il mio voto ad una formazione che ha nei suoi vertici gente come Mussi.




beh, allora datti da fare, iscriviti ad un circolo e fai una battaglia congressuale nella tua realtà.
Nei DS è in atto una contrapposizione fra la maggioranza fassindalemiana ed il resto del partito(non solo "la sinistra" del correntone di mussi e salvi, ma anche i "laburisti" di spini)che sfocerà inevitabilmente nella formulazione di due mozioni antitetiche al prossimo congresso.
proprio ieri a ferrara,in vista di quello provinciale,c'è stato un incontro della minoranza che punta ad evitare la fusione della quercia all'intenro del pd.
accade in tutte o quasi le federazioni,ne sono certo.
non frequento la margherita,ma credo che anche al suo interno la fazione dei popolari irrequieti di carra, bianco e credo anche de mita stia conducendo un iter che porterà al prossimo congresso a presentare una riserva,se non un'alternativa,al progetto rutellianmariniano della fusione coi ds nel pd.

Quindi le critiche al progetto del pd vi sono in entrambi i partiti interessati,bisogna stare a vedere se esse otterranno o meno le maggioranze congressuali, che siano già maggioritarie lo dici tu,in base a non so cosa.
io credo invece che rutelli e fassino porteranno il grosso del partito sulle posizioni di unità fra ds e margh e quindi all'avvio del progetto del pd,che poi penso avrà percorso non breve e con uno sbocco non immediato,potendo passare inizialmente per una federazione,eventualmente aperta anche ad altri soggetti quali socialisti boselliani e repubblicani sbarbatiani,coem inizialmente fu la lista unitaria ulivista poi parzialmente naufragata.

a quel punto le minoranze ostili nei due partiti dovranno decidere se combattere all'interno del pd uan battaglia di minoranza oppure scegliere l'ardua via della creazione di nuove formazioni politiche,una a sx ed una al centro.

a quel punto anche tu deciderai il da farsi.
ma ritenerti vittima di un complotto vertivistico,così come lo palesi,lo trovo davvero fuori luogo ed assolutamente risibile,non in linea col personaggio del valoroso "crociato" [SM=x584436]

p.s.: comuqneu hai tempo,credo,dacchè ritengo,se vale qualcosa la mai esperienza politica,che ds e margh attenderanno di fare i loro congressi dopo le amministartive di primavera 2007,in modo da potersi contare ed avere sul tavolo qualche aggiornato elemento sui reali rapporti di forza...
qualcuno(chi tra i vertici ds o margh sarà da verificare) potrebbe non aver più tanta voglia di correre verso un soggetto unitario se vi sarà sproporzione eccessiva fra i due partiti.
ed in quel contesto,il peso contrattuale delel minoranze minaccianti una scissione conterà ancora di più.
i margini per evitare il pd vi sono quindi,se la cosa ti sta a cuore rimboccati le maniche, altrimenti le tue lamentele sarebbero solo sterili seghe [SM=x584493]
e, TU MI INSEGNI, a forza di masturbarsi si rischia di diventare ciechi, poi se non autorizzano le ricerche sulle staminali rischi pure di dover rinunciare alle cure... [SM=x584429]
Slobodan
00martedì 13 febbraio 2007 14:20
La grande orgia democratica
I dodici saggi dell'Ulivo hanno ultimato il documento per la nuova formazione
Nel testo si fissano i tempi e i punti fermi del futuro schieramento politico
Partito democratico, pronto il Manifesto
"Ci impegniamo a nascere nel 2008"
Ribadito il valore della laicità e la volontà di istituzionalizzare le primarie
Sinistra Ds all'attacco: In realtà la via verso il partito nuovo è già nero su bianco


Luciano Violante, uno dei dodici "saggi"
ROMA - Il Manifesto è pronto, per veder nascere il partito "di popolo, radicato e diffuso sul territorio, capace di rendere partecipati e condivisi i processi di riforma" bisognerà aspettare invece il 2008. E' quanto si legge nel "Manifesto per il partito democratico", scritto in tre mesi dai 12 "saggi" dell'Ulivo. "Sottoscrivendo questo Manifesto - affermano - ci impegniamo a lavorare con piena convinzione, determinazione e lealtà per fare, a tutti gli effetti, entro la fine del 2008, dell'Ulivo il Partito dei democratici, il nostro partito".

Un testo articolato. Si tratta di un documento di quindici cartelle in tutto, suddivise in tre capitoli: "Noi, i democratici"; "L'Italia, una nazione d'Europa"; "L'Ulivo, il nostro partito". All'interno si afferma che sottoscrivere il manifesto e versare una quota minima "saranno condizione per partecipare, sulla base del principio "una testa, un voto", alla formazione degli organi costituenti, secondo le regole definite in modo consensuale dal coordinamento dell'Ulivo".

L'amore per l'Italia. Il documento, che nelle intenzioni dei promotori dovrebbe essere un primo mattone nella costruzione di un nuovo sistema politico, si apre con una dichiarazione patriottica: "Noi, i democratici, amiamo l'Italia". Il manifesto affronta anche i nodi della collocazione europea, della scelta del leader e della laicità.

Né col Pse né con il Ppe. "Vogliamo contribuire a rinnovare la politica europea dando vita col Pse e le altre componenti riformiste a un nuovo vasto campo di forze, che colmi la carenza di indirizzo politico sulla scena continentale". Il Manifesto risolve così la scottante questione del collocamento del futuro partito nel Parlamento di Bruxelles. Di fronte alle sfide impegnative della contemporaneità, si legge ancora, "tutte le tradizionali famiglie politiche del centrosinistra europeo faticano a trovare da sole risposte adeguate". "Abbattiamo definitivamente - esorta il Manifesto - i muri ideologici del Novecento e cominciamo a costruire ponti, tra culture politiche e settori della società italiana, tra i generi e le generazioni".

Obbligo di primarie. Per quanto riguarda la leadership, il documento vincola il futuro partito a ricorrere allo strumento delle primarie, da utilizzare anche "nelle candidature alle massime cariche di governo, nelle Regioni e negli enti locali". Quanto al rapporto con le fedi, il Partito democratico riconosce la laicità "non come un'ideologia antireligiosa e neppure come il luogo di una presunta neutralità", bensì come "rispetto e valorizzazione del pluralismo".

L'importanza della laicità. "Abbiamo ben chiari - prosegue il testo - i limiti della politica, non crediamo nella onnipotenza dello Stato, difendiamo la sua laicità, abbiamo a cuore la difesa dei diritti civili e lottiamo contro tutte le discriminazioni. Secondo noi la politica e la legge devono intervenire con cautela sui temi che hanno a che fare con la scienza e la tecnica in riferimento alla vita umana, al suo inizio, alla sua fine e alla sua riproduzione. Si tratta di questioni che vanno acquisendo una rilevanza centrale nel dibattito pubblico, perchè sollevano inediti e radicali interrogativi di natura etica, che sfidano l'intelligenza e la coscienza".

Dignità e libertà come valori. "Noi riteniamo - prosegue ancora il Manifesto - che solo il dialogo tra diverse visioni religiose, etiche e culturali può portare a soluzioni normative ragionevoli e condivise, rispettose del criterio irrinunciabile della dignità della persona umana e capaci di far incontrare il valore della libertà di ricerca e di scelta col principio per cui non tutto ciò che è tecnicamente possibile è moralmente lecito".

Il faro della Costituzione. "In questo quadro - conclude in proposito il documento - riteniamo che i rapporti fra lo Stato e la Chiesa cattolica siano stati validamente definiti dalla Costituzione e che ogni sviluppo di quei rapporti debba muoversi nel solco fissato dalla stessa Carta costituzionale".

I dodici "saggi". A redigere il manifesto, dopo l'abbandono di Giorgio Ruffolo, sono stati: Rita Borsellino (che però precisa di non aderire automaticamente al Pd), Liliana Cavani, Donata Gottardi, Roberto Gualtieri, Sergio Mattarella, Ermete Realacci, Virginio Rognoni, Michele Salvati, Pietro Scoppola, Giorgio Tonini, Salvatore Vassallo, Luciano Violante.

La sinistra Ds. Insorge la Sinistra Ds, già in ebollizione congressuale, contro i vertici della Quercia, colpevoli di dire "solo mezze verità" mentre in realtà la via verso il partito nuovo è già nero su bianco. Mussi e compagni sfoggiano sarcasmo contro la maggioranza ed in particolare il segretario Ds Piero Fassino. Duri Carlo Leoni e Fulvia Bandoli: il manifesto sancisce che il Pd nascerà entro il 2008 e quindi "non è una forzatura dire che entro un anno si scioglieranno sia i Ds sia la Margherita".

E l'altra verità scorta dalla minoranza ma anche dai sostenitori della terza mozione di Angius è che "il nuovo partito non aderirà al Pse". La lingua batte dove il dente duole e quindi, è l'analisi di Bandoli, "cercare di tranquillizzare gli incerti (che sono tanti), affermando come fa la mozione Fassino, che i Ds non si sciolgono dopo il congresso di aprile è solo un modo sbagliato e un pò veterocomunistà di dire agli iscritti metà della verita".

Gioca sul sarcasmo anche Cesare Salvi, che ironizzando su ideali e valori, indicati dai saggi, conclude: "Ora l'obiettivo è più ambizioso: riconciliare illuminismo e cristianesimo. Dopo il tentativo di Emanuele Kant, la palla ora passa a Fassino e Rutelli".

(12 febbraio 2007)


e così i 12 SAGGI [SM=x584432] hanno redatto il manifesto per il PD, "sintesi della sinistra italiana" secondo quanto affermato da ezio mauro [SM=x584432]

Ruffolo si è chiamato fuori...guarda caso l'unico socialista [SM=x584435]

così troviamo Rita Borsellino (che però precisa di non aderire automaticamente al Pd),che esiste come soggetto politico solo perchè ha avuto un fratello morto.chi cazzo è rita borsellino??? bah.


Liliana Cavani,in menopausa galoppante e semrpe più patetica,viste le stronzate che scriev sull'unità.


Donata Gottardi, Roberto Gualtieri,Giorgio Tonini, Salvatore Vassallo [SM=x584445]


Sergio Mattarella,altro noto imbucato. [SM=x584452]

Ermete Realacci,per la serie paperino va al galà della buona società.


Virginio Rognoni,mummia democristiana.

Michele Salvati e Pietro Scoppola, quel tocco di caviale sulla fagiolata.


Luciano Violante. che accostato a SAGGIO non fa meno ridere di Calderoli Roberto da Bergamo.

ma veniamo alla ciccia:



Si tratta di un documento di quindici cartelle in tutto, suddivise in tre capitoli: "Noi, i democratici"

gli altri no.solo loro! [SM=x584430]



"L'Italia, una nazione d'Europa"


il che dimostra una buona preparazione in geografia,che non guasta mai... [SM=x584424]



"L'Ulivo, il nostro partito".



ma non è quello DEMOCRATICO il loro partito??? [SM=x584442]



All'interno si afferma che sottoscrivere il manifesto e versare una quota minima "saranno condizione per partecipare, sulla base del principio "una testa, un voto", alla formazione degli organi costituenti, secondo le regole definite in modo consensuale dal coordinamento dell'Ulivo".


quindi prima cacciate la grana,e poi potete chiamarvi democratici. [SM=x584429]


L'amore per l'Italia. Il documento, che nelle intenzioni dei promotori dovrebbe essere un primo mattone nella costruzione di un nuovo sistema politico, si apre con una dichiarazione patriottica: "Noi, i democratici, amiamo l'Italia". Il manifesto affronta anche i nodi della collocazione europea, della scelta del leader e della laicità.


capito? loro amano l'italia,sono patriottici.un misto di cavour e toto cutugno.
che tristezza...mi viene in mente il mitico Tango,all'ultima pagina c'era sempre la lista delel 10 cose per cui vale la pena vivere.
e in testa,per i comapgni di allroa,c'era sempre LA FIGA.
poi venivano l'inter,il milan,il panino con la mortadella,jannacci,le vacanze in tenda...che tristezza che oggi sia l'italia,come da statuto di an...che involuzione compagni! [SM=x584429]





Né col Pse né con il Ppe. "Vogliamo contribuire a rinnovare la politica europea dando vita col Pse e le altre componenti riformiste a un nuovo vasto campo di forze, che colmi la carenza di indirizzo politico sulla scena continentale". Il Manifesto risolve così la scottante questione del collocamento del futuro partito nel Parlamento di Bruxelles. Di fronte alle sfide impegnative della contemporaneità, si legge ancora, "tutte le tradizionali famiglie politiche del centrosinistra europeo faticano a trovare da sole risposte adeguate". "Abbattiamo definitivamente - esorta il Manifesto - i muri ideologici del Novecento e cominciamo a costruire ponti, tra culture politiche e settori della società italiana, tra i generi e le generazioni".



chiaro? "risolvono" così,i saggi.
u nsecolo e emzzo di storia del movimento operaio e progressista europeo risolto in 2 righe,per poter far oggi convivere Enzo Carra e Luciano Violante(e cito loro due non a caso [SM=x584435] )nello stesso partito!
semplice. loro abbattono i muri e costruiscono i ponti.
che poi i muri da loro veenrati per decenni siano stati da altri già abbattuti son quisquilie!
vanno per ponti,come Pierino sotto quello di Baracca... [SM=x584441] e magari auspicano che pure in europa si faccia altrettanto.tzè,quegli sfigati di socialdemocratici tedeschi e svedesi,non sanno che si perdono!





Obbligo di primarie. Per quanto riguarda la leadership, il documento vincola il futuro partito a ricorrere allo strumento delle primarie, da utilizzare anche "nelle candidature alle massime cariche di governo, nelle Regioni e negli enti locali". Quanto al rapporto con le fedi, il Partito democratico riconosce la laicità "non come un'ideologia antireligiosa e neppure come il luogo di una presunta neutralità", bensì come "rispetto e valorizzazione del pluralismo".

L'importanza della laicità. "Abbiamo ben chiari - prosegue il testo - i limiti della politica, non crediamo nella onnipotenza dello Stato, difendiamo la sua laicità, abbiamo a cuore la difesa dei diritti civili e lottiamo contro tutte le discriminazioni. Secondo noi la politica e la legge devono intervenire con cautela sui temi che hanno a che fare con la scienza e la tecnica in riferimento alla vita umana, al suo inizio, alla sua fine e alla sua riproduzione. Si tratta di questioni che vanno acquisendo una rilevanza centrale nel dibattito pubblico, perchè sollevano inediti e radicali interrogativi di natura etica, che sfidano l'intelligenza e la coscienza".

Dignità e libertà come valori. "Noi riteniamo - prosegue ancora il Manifesto - che solo il dialogo tra diverse visioni religiose, etiche e culturali può portare a soluzioni normative ragionevoli e condivise, rispettose del criterio irrinunciabile della dignità della persona umana e capaci di far incontrare il valore della libertà di ricerca e di scelta col principio per cui non tutto ciò che è tecnicamente possibile è moralmente lecito".


che bello, il fantastico mondo del pd!
ma chi l'ha scritto st'equilibrismo,Rumor?
ci sarà da ridere! [SM=x584432]




Il faro della Costituzione. "In questo quadro - conclude in proposito il documento - riteniamo che i rapporti fra lo Stato e la Chiesa cattolica siano stati validamente definiti dalla Costituzione e che ogni sviluppo di quei rapporti debba muoversi nel solco fissato dalla stessa Carta costituzionale".


è già tutto definito.e bene.non serve scaldarsi... [SM=x584429]
non c'è posto per biscardi e la sua moviola,nel PD.




La sinistra Ds. Insorge la Sinistra Ds, già in ebollizione congressuale, contro i vertici della Quercia, colpevoli di dire "solo mezze verità" mentre in realtà la via verso il partito nuovo è già nero su bianco. Mussi e compagni sfoggiano sarcasmo contro la maggioranza ed in particolare il segretario Ds Piero Fassino. Duri Carlo Leoni e Fulvia Bandoli: il manifesto sancisce che il Pd nascerà entro il 2008 e quindi "non è una forzatura dire che entro un anno si scioglieranno sia i Ds sia la Margherita".



san far di conto,i compagni! bravi! 10 e lode.



E l'altra verità scorta dalla minoranza ma anche dai sostenitori della terza mozione di Angius è che "il nuovo partito non aderirà al Pse". La lingua batte dove il dente duole e quindi, è l'analisi di Bandoli, "cercare di tranquillizzare gli incerti (che sono tanti), affermando come fa la mozione Fassino, che i Ds non si sciolgono dopo il congresso di aprile è solo un modo sbagliato e un pò veterocomunistà di dire agli iscritti metà della verita".



anche angius,è sagacissimo eh? [SM=x584429]
chissà che farà,al congresso [SM=x584469]




Gioca sul sarcasmo anche Cesare Salvi, che ironizzando su ideali e valori, indicati dai saggi, conclude: "Ora l'obiettivo è più ambizioso: riconciliare illuminismo e cristianesimo. Dopo il tentativo di Emanuele Kant, la palla ora passa a Fassino e Rutelli".

[SM=x584432] [SM=x584432] [SM=x584432] [SM=x584458] [SM=x584458] [SM=x584458]









ISKRA!
00domenica 18 febbraio 2007 20:00
Parole di Mussi...
«I Ds sono diventati un gigantesco gioco dell'oca in cui si è tornati al punto di partenza. Occhetto con il suo 16 per cento dovette fare le valigie mentre ora si celebrano i successi di un segretario che ci fa fare il 17,2 per cento».


«Siamo diventati una forza marginale del Paese, siamo oggi un partito degli eletti. Nelle nostre sezioni si discute di più delle liste che della situazione in Medio Oriente».


«Dobbiamo vincere il congresso, no al partito democratico e no al manifesto presentato nei giorni scorsi».



Mussi punta tutto quanto... Sa che questa è l'ultima partita, probabilmente la ha già persa, ma vuole presentarsi all'ultimo giro di puntate pronto a vedere, comunque vada.
Ed a differenza del Poker, qui anche chi vince rischia di pagare un prezzo.

[SM=x584499]
virruzz
00martedì 20 febbraio 2007 15:24
Re: Parole di Mussi...

Scritto da: ISKRA! 18/02/2007 20.00
«I Ds sono diventati un gigantesco gioco dell'oca in cui si è tornati al punto di partenza. Occhetto con il suo 16 per cento dovette fare le valigie mentre ora si celebrano i successi di un segretario che ci fa fare il 17,2 per cento».


«Siamo diventati una forza marginale del Paese, siamo oggi un partito degli eletti. Nelle nostre sezioni si discute di più delle liste che della situazione in Medio Oriente».


«Dobbiamo vincere il congresso, no al partito democratico e no al manifesto presentato nei giorni scorsi».



Mussi punta tutto quanto... Sa che questa è l'ultima partita, probabilmente la ha già persa, ma vuole presentarsi all'ultimo giro di puntate pronto a vedere, comunque vada.
Ed a differenza del Poker, qui anche chi vince rischia di pagare un prezzo.

[SM=x584499]



Ma Mussi non è perdente.
Il partito democratico non ha anima, riferimenti, valori comuni se non quello indefinibile del riformismo. Troppo poco quando dentro hai ultraconservatori, reazionari, teodem, (ex) stalinisti, liberisti, socialdemocratici etc.

Chiaro che nella testa dei promotori dei questa iniziativa c'è la certezza che in Italia non si può creare un partito socialista/socialdemocratico come nelle grandi democrazie europee, sia perchè per 50 anni è stato il PCI il secondo partito in italia e sia perchè il PSI è nella memoria recente un sinonimo di malaffare e corruzione. In realtà la vera sfida, vincente nei confronti della sinistra dello schieramento sarebbe quella di creare un partito di sinstra moderata, ma di sinistra.

Il partito democratico, potenzialmente avrebbe un 30% ma comunque non sarà mai forza di governo solitaria e probabilmente perderà parte dei suoi voti per via di tante defezioni che ci saranno. Va bene in coalizione, ma condividere la sezione con i democristiani (o per i democristiani coi comunisti) non mi pare fattibile.

D'altro canto che se parte comunque il PD, cosa che francamente mi auguro, sarebbe un'occasione per la sinistra post-comunista di aggregare un bel partito cercando di superare i personalismi e gli orticelli (Cossutta, Bertinotti, Pecoraro, e le varie correnti e subcorrenti) e con l'aiuto della sinistra DS ciò sarebbe possibile.

V.
Slobodan
00venerdì 23 marzo 2007 21:06
inquietezze...
Polemico articolo del quotidiano del partito di Francesco Rutelli
"Tessere gonfiate, baruffe, un'immagine antica e deprimente"
Europa striglia la Margherita
"Un partito che si sta sciogliendo"
Bordon avverte: "Troppi teatrini potrei disertare il congresso"



ROMA - "La Margherita si sta sostanzialmente sciogliendo in rispetto alle scadenze concordate per il Partito democratico". E' un vero proprio grido di dolore quello che Europa, il quotidiano della Margherita lancia dalle sue colonne. Una fotografia impietosa dello stato interno della Margherita, lacerata da continue faide interne tra la componente popolare e i rutelliani. Con i primi che parlano ormai apertamente di "cambio di leadership" e con i congressi (che si stanno svolgendo in vista dell'ingresso del costituendo Partito Democratico) trasformati in arene dopo ogni colpo basso è lecito. E sempre su Europa Willer Bordon, presidente dell'Assemblea federale della Margherita avverte: "Basta con questo teatrino, potrei disertare il congresso".

Una situazione che Europa descrive senza tanti giri di parole: "La Margherita va verso l'appuntamento con il Pd tra scandali del tesseramento, esaurimento della spinta propulsiva liberal, pulsioni neoclericali e orgogliosa riproposizione dell'identità popolare. E con un presidente azzoppato, presentato dai giornali come un improbabile leader di minoranza".

Un articolo che arriva all'indomani dello slittamento del faccia a faccia tra Rutelli e gli ex popolari che stanno cercando di prendersi il partito in vista del congresso. Con Rutelli che cerca di ricucire lo strappo con Marini e Franceschini di cui non sente più l'appoggio. Situazione che Europa non nasconde, leggendo in questo scontro interno, la riproposizione di "vecchi modelli di fare politica" che la Margherita voleva mettere da parte. "Siamo lontani -sottolinea Europa- da quando la Margherita si proponeva come avanguardia del Partito democratico puntando soprattutto sul proprio superiore 'software': l'innovazione e il coraggio dei contenuti. Ma adesso siamo in presenza della rinuncia all'atout principale del partito nei confronti dell'alleato". E quel che si vede adesso è la riproposizione della vicenda delle tessere gonfiate, "immagine deprimente e antica".

E davanti ad uno scenario di tal genere, si chiede il quotidiano "chi fin qui è rimasto alla finestra ad aspettare, perchè al passaggio di un simile corteo dovrebbe scendere in strada a partecipare?".

(23 marzo 2007)
Bl@CkBoY
00domenica 25 marzo 2007 20:28
Re: Parole di Mussi...

Scritto da: ISKRA! 18/02/2007 20.00
«I Ds sono diventati un gigantesco gioco dell'oca in cui si è tornati al punto di partenza. Occhetto con il suo 16 per cento dovette fare le valigie mentre ora si celebrano i successi di un segretario che ci fa fare il 17,2 per cento».


«Siamo diventati una forza marginale del Paese, siamo oggi un partito degli eletti. Nelle nostre sezioni si discute di più delle liste che della situazione in Medio Oriente».


«Dobbiamo vincere il congresso, no al partito democratico e no al manifesto presentato nei giorni scorsi».



Mussi punta tutto quanto... Sa che questa è l'ultima partita, probabilmente la ha già persa, ma vuole presentarsi all'ultimo giro di puntate pronto a vedere, comunque vada.
Ed a differenza del Poker, qui anche chi vince rischia di pagare un prezzo.

[SM=x584499]



Non ho avuto modo di leggere riflessioni sul perchè non sia potuta nascere in questi anni quella sinistra unitaria che si vuole fare ora. A oggi c'è una sinistra frammentata che non riesce ad esprimere una identità comune. Una parte si riconosce nella Sinistra Europea, un'altra nel PSE, un'altra nella quarta internazionale. Non c'è un progetto politico comune, ci sono alleanze elettorali e di governo.

Mussi dichiara che vuole unire la sinistra e intanto si divide dalla sua componente più consistente. Quanto raccoglie Mussi su scala nazionale ? il 10 il 15% ? Tradotto in percentuali elettorali sarebbe un partitino del 2%. Si fonde col PRC che ha l'acqua alla gola per formazione dei quadri locali ? Fornisce al PRC la struttura dirigente locale ? E' questa la sinistra unificata che può motivare la uscita daal PD, visto che il PDCI fa orecchie da mercante ? E i Verdi ? Ho grossi dubbi.

Resta l'arcipelago socialista, a cui tornano altri. Perchè con Mussi va una parte dei socialisti che erano entrati nel PDS.
Ma l'arcipelago socialista che Boselli cerca di riaggregare comprenderebbe, se ci stanno, De michelis e i fratelle Craxi. Come frebbero a dialigare con Mussi con la Stefania dentro che odia i "comunisti" ?

Non è un progetto politico credibile. E', invece, un astuta scelta di partecipazione al sottogoverno col pacchetto del 2% di azioni e con il voto determinane al Senato, in modo di avere una legge elettorale di susssistenza, finaziamenti e prebende per terminare onorevolmente la carriera di Onorevoli politicamente bolliti, figli di un tempo che fu. Villone, ad esempio, che da dell'imbecille a Padoa Schioppa.
Tutto molto bello, berlusconiano nell'essenza culturale. Ma la sinistra? che ci guadagna. E l'Italia, che ci guadagna ?

E intanto penso a una amica che ha aderito alla mozione Mussi perchè schifata dal modo di fare politica dei DS.

Intanto mi organizzo per l'Internazionale Gothica.
Slobodan
00lunedì 26 marzo 2007 14:37
Re: Re: Parole di Mussi...

Scritto da: Bl@CkBoY 25/03/2007 20.28


i fratelle Craxi. Come frebbero a dialigare con Mussi con la Stefania dentro che odia i "comunisti" ?

Non è un progetto politico credibile.



La Stefania non c'entra un cazzo, lei è di forzaitalia.

non è coinvolta in nessun progetto a sinistra.
e come lei i Sacconi, i Cicchitto e le Boniver.

Con Mussi per ora non va nessun socialista,nemmeno Spini o altri ex pidiessini provenienti dal PSI(peraltro ben pochi).
anche perchè nemmeno lui sa se e dove andare,oggi come oggi.

sono mesi decisivi. la costituente socialista pare prenda piede davvero,stavolta,e lo sdi,i socialisti di zavettieri,quelli di gianni,e poi lanfranco turci,macaluso,caldarola,possono attrarre mussi e angius,ben più che i diliberti.anche quantitativamente,altro che 2%.
staremo a vedere.
uan cosa è certa:coi comunisti non andrà nessun socialista.
e non credo nemmeno che questa sia l'opzione di mussi(di angius no di sicuro)
se il pd nasce, sarà possibile ricreare una forza socialista alla sua sinistra(io non mi son mai sentito meno di sinistra di dalema o rutelli...).e l'obiettivo,è chiaro,è quello di ridurre,e poi esautorare,il ruolo della sinistar comunista in un'ottica governativa,alle prossime elezioni che mi auguro saranno ben prima della fine della legislatura.

la "cosa" di giordano non può riguardare nessuno che non sia comunista o verde.e anche L'Unità se ne dovrà fare uan ragione,a meno che Mussi non ritenga di mandare a cagare questi 16 anni postscissione...
Bl@CkBoY
00lunedì 26 marzo 2007 18:24
Re: Re: Re: Parole di Mussi...

Scritto da: Slobodan 26/03/2007 14.37


La Stefania non c'entra un cazzo, lei è di forzaitalia.

non è coinvolta in nessun progetto a sinistra.
e come lei i Sacconi, i Cicchitto e le Boniver.

Con Mussi per ora non va nessun socialista,nemmeno Spini o altri ex pidiessini provenienti dal PSI(peraltro ben pochi).
anche perchè nemmeno lui sa se e dove andare,oggi come oggi.

sono mesi decisivi. la costituente socialista pare prenda piede davvero,stavolta,e lo sdi,i socialisti di zavettieri,quelli di gianni,e poi lanfranco turci,macaluso,caldarola,possono attrarre mussi e angius,ben più che i diliberti.anche quantitativamente,altro che 2%.
staremo a vedere.
uan cosa è certa:coi comunisti non andrà nessun socialista.
e non credo nemmeno che questa sia l'opzione di mussi(di angius no di sicuro)
se il pd nasce, sarà possibile ricreare una forza socialista alla sua sinistra(io non mi son mai sentito meno di sinistra di dalema o rutelli...).e l'obiettivo,è chiaro,è quello di ridurre,e poi esautorare,il ruolo della sinistar comunista in un'ottica governativa,alle prossime elezioni che mi auguro saranno ben prima della fine della legislatura.

la "cosa" di giordano non può riguardare nessuno che non sia comunista o verde.e anche L'Unità se ne dovrà fare uan ragione,a meno che Mussi non ritenga di mandare a cagare questi 16 anni postscissione...



A me risultano abboccamenti fra i fuoruscibili e l'area socialista che sembra più attenta del PDCI e dei Verdi alle profferte Muffite.

Stefania e De Midchelis seguirebbero il Bobo. Così venticella il gossip.

"e l'obiettivo,è chiaro,è quello di ridurre,e poi esautorare,il ruolo della sinistra comunista in un'ottica governativa,alle prossime elezioni "

L'ottica avrà bisogno di diverse diottrie. Ma sono in fervida attesa.

Le prossime elezioni non ci saranno prima della boa della metà legislatura, sai, problemi pensionistici. Che ci vuoi fare, rivoluzionari sì, una sinistra da rifondare sì, ma con acume. Mussi ha questa finestra temporale per fare gli opportuni contratti. Poi il futuro si può far grigio.

Slobodan
00lunedì 26 marzo 2007 19:03
Re: Re: Re: Re: Parole di Mussi...

Scritto da: Bl@CkBoY 26/03/2007 18.24


A me risultano abboccamenti fra i fuoruscibili e l'area socialista


Stefania e De Midchelis seguirebbero il Bobo. Così venticella il gossip.




1)sai che scoperta...

2)gossip spazzatura. la Stefania sta bene dove sta e non ha nessuan intenzione di finire a sinistra. a maggior ragione perchè c'è suo fratello...
quanto a Gianni...vedi il punto uno.


ps: ma tu mi leggi o no?
per sapere,così eventualmente mi evito la fatica di replicare...
Bl@CkBoY
00lunedì 26 marzo 2007 20:23
Re: Re: Re: Re: Re: Parole di Mussi...

Scritto da: Slobodan 26/03/2007 19.03


1)sai che scoperta...

2)gossip spazzatura. la Stefania sta bene dove sta e non ha nessuan intenzione di finire a sinistra. a maggior ragione perchè c'è suo fratello...
quanto a Gianni...vedi il punto uno.


ps: ma tu mi leggi o no?
per sapere,così eventualmente mi evito la fatica di replicare...



Ti leggo con la giusta misura.

Non ha intenzione di finire a sinistra, dici. Insomma, non mi pare ch eil rischio sia poi così grande. Lì c'è un po' un limbo che oscilla fra il radicalismo radicale, liberale liberista libertario, che non vuol dire 'na sega, un laicismo di ritorno dopo la riproposizione Craxiana del Concordato ribassista, un vuoto progettuaale da mille e una notte (magari !).

Il pezzo migliore è De Michelis, che almeno di politica estera ci capisce qualcosa.

Siamo ai saldi. Te ne rendi conto o no ?
alekxandros
00sabato 14 aprile 2007 22:22
Le esequie della sinistra italiana. Ma niente di nuovo sotto il cielo, è già accaduta la stessa cosa con il Partito Socialista. Corsi e ricorsi storici...come diceva Vico. Il Partito Socialista nacque a sinistra nel 1892, con un anima marxista, una massimalista e una riformista. Poco più di 100 anni dopo, il PSI era diventato un partito di destra, che usava ancora definirsi di sinistra (non senza fastidio...) per un puro esercizio dialettico. Per questo Craxi era contrario al bipolarismo...in un sistema bipolare sarebbe stato costretto ad uscire allo scoperto, schierandosi laddove aveva traghettato (non solo lui...) il partito, cioé a destra. Non a caso...la maggior parte dei "generali" del PSI d'allora è schierato con il Nuovo PSI, alleato di Forza Italia. Eppure il PSI aveva una tradizione storica di partito di sinistra, basta pensare a personaggi leader quali Matteotti, Nenni e Pertini.

Oggi, in tempi sicuramente più rapidi (del resto nell'epoca della globalizzazione tutto è più veloce, anche i processi politici), s'assiste alla medesima cosa, e il tutto è ancora più surreale se pensiamo che stiamo parlando dell'ex PCI. Nel breve giro di poco più di un decennio, da PCI a PDS a DS a PD. Da sinistra marxista a sinistra massimalista a sinistra riformista a centrosinistra a partito di centro (il Partito Democratico è un partito di centro). Il passo per arrivare a destra è davvero breve...non facciamoci illusioni.

Chi vuole tutto questo? I poteri forti internazionali...lo sdoganamento definitivo dell'ex PCI e della sua classe dirigente, passa attraverso questo percorso, il cui passaggio al Partito Democratico è soltanto l'ultima fermata.
Bl@CkBoY
00lunedì 23 aprile 2007 13:55
Re:

Scritto da: alekxandros 14/04/2007 22.22
Le esequie della sinistra italiana. Ma niente di nuovo sotto il cielo, è già accaduta la stessa cosa con il Partito Socialista. Corsi e ricorsi storici...come diceva Vico. Il Partito Socialista nacque a sinistra nel 1892, con un anima marxista, una massimalista e una riformista. Poco più di 100 anni dopo, il PSI era diventato un partito di destra, che usava ancora definirsi di sinistra (non senza fastidio...) per un puro esercizio dialettico. Per questo Craxi era contrario al bipolarismo...in un sistema bipolare sarebbe stato costretto ad uscire allo scoperto, schierandosi laddove aveva traghettato (non solo lui...) il partito, cioé a destra. Non a caso...la maggior parte dei "generali" del PSI d'allora è schierato con il Nuovo PSI, alleato di Forza Italia. Eppure il PSI aveva una tradizione storica di partito di sinistra, basta pensare a personaggi leader quali Matteotti, Nenni e Pertini.

Oggi, in tempi sicuramente più rapidi (del resto nell'epoca della globalizzazione tutto è più veloce, anche i processi politici), s'assiste alla medesima cosa, e il tutto è ancora più surreale se pensiamo che stiamo parlando dell'ex PCI. Nel breve giro di poco più di un decennio, da PCI a PDS a DS a PD. Da sinistra marxista a sinistra massimalista a sinistra riformista a centrosinistra a partito di centro (il Partito Democratico è un partito di centro). Il passo per arrivare a destra è davvero breve...non facciamoci illusioni.

Chi vuole tutto questo? I poteri forti internazionali...lo sdoganamento definitivo dell'ex PCI e della sua classe dirigente, passa attraverso questo percorso, il cui passaggio al Partito Democratico è soltanto l'ultima fermata.



Ma la riflessione vera riguarda che cosa ha fatto nel frattempo la sinistra doc.
Il PCI aveva tradito, il Pds erano ormai socialdemocratici, i DS hanno abbandonato il socialismi. La maschera è finalmente caduta.
Quale migliore opportunità ?

Che fare ? e con chi, eventualmente.

Intanto in Francia Royal deve conquistare l'elettorato di Monsieur Hulot, se vuole vincere. Idem Sarko.

E la vera sinistra, quella che aveva azzoppato Jospin ? Spariti nel nulla.
E la vera sinistra italiana ? Attendesi progetto.


Bl@CkBoY
00lunedì 23 aprile 2007 14:08
Si può essere d'accordo o meno sull'operazione PD. Per valutarla bisogna però capirla.

Il dibattito mi sembra fuori del tempo e dello spazio. Il tempo dei diossini è finito. Il PCI è finito nel 1 9 8 9 ! Diciotto anni fa.
Realizzate cosa significhi in termini di generazioni questo lasso temporale ? Il PCI ? E cu fù ?

Si dice che c'è un disegno dei poteri forti internazionali.

Chi oggi si contrappone al disegno ? Quale è l'antagonista ? L'Islam ? La Chiesa Cattolica ?

In Europa le formazioni politiche che si richiamano al socialismo non riescono da sole a avere un consenso maggioritario. I partiti comunisti sono realtà all'1% o politicamente isolate.

Fatemi capire quale scenario delineate .
ISKRA!
00martedì 24 aprile 2007 21:55
Re:

Scritto da: Bl@CkBoY 23/04/2007 14.08

In Europa le formazioni politiche che si richiamano al socialismo non riescono da sole a avere un consenso maggioritario. I partiti comunisti sono realtà all'1% o politicamente isolate.

Fatemi capire quale scenario delineate .



PSOE
SPD
PSF

Quanto alle realtà comuniste, tu secondo me semplicemente ignori quando parli di 1% quello di cui stai parlando.

Questa risposta dovrebbe bastare.


A proposito. Mentre parliamo è andato via anche Gavino... [SM=x584483]
Bl@CkBoY
00mercoledì 25 aprile 2007 18:25
Re: Re:

Scritto da: ISKRA! 24/04/2007 21.55


PSOE
SPD
PSF

Quanto alle realtà comuniste, tu secondo me semplicemente ignori quando parli di 1% quello di cui stai parlando.

Questa risposta dovrebbe bastare.


A proposito. Mentre parliamo è andato via anche Gavino... [SM=x584483]



Sì, e in Francia Bayrou vuole fondare il Partito Democratico e non si schiera con la Royal e dichiara che con Prodi e Rutelli vuole fondare il PD europeo.
Intanto il PPE diventa la casa della destra europea.
Ma il progetto politico ? Quale sinistra ?

ISKRA!
00giovedì 26 aprile 2007 11:44
Re: Re: Re:

Scritto da: Bl@CkBoY 25/04/2007 18.25


Sì, e in Francia Bayrou vuole fondare il Partito Democratico e non si schiera con la Royal e dichiara che con Prodi e Rutelli vuole fondare il PD europeo.
Intanto il PPE diventa la casa della destra europea.
Ma il progetto politico ? Quale sinistra ?




[SM=x584442] [SM=x584443] [SM=x584445]

Guarda che secondo me non hai capito bene la faccenda.

Bayrou fonda un partito similissimo all'UDF (che già adesso si chiama unione per la democrazia francese) per far fruttare alle legislative il consenso delle presidenziali.

Sembra più vicino alla Royal che gli ha fatto promesse non indifferenti, in caso di futura alleanza, ma non ha dato indicazioni di voto ed aspetta un dibattito con la Royal per sciogliere alcuni nodi. Con Sarkozy sembra esserci incompatibilità personale.

Quanto al partito democratico europeo, quello di cui parla Bayrou non è il PD, ma il gruppo dei liberaldemocratici, dove siede sia la margherita rutelliana che l'UDF.

Queste confusioni dimostrano anche la vaghezza voluta del termine democratico, che si sposa con tutto, peccato che non sia un capo d'abbigliamento.

[SM=x584499]
Slobodan
00giovedì 26 aprile 2007 14:17
Re: Re: Re:

Scritto da: Bl@CkBoY 25/04/2007 18.25



Ma il progetto politico ? Quale sinistra ?




ma a te che te frega? [SM=x584429]
sei per il pd:pensa all'eventuale suo progetto...e alla sua eventuale politica.
quanto alla sinistra...non mi pare vi sia traccia lì.

quanto alle pernacchie al 4% di lcr...è vero,col 4 non si va da nessuna parte.(che poi a mio avviso nemmeno col 51,la lcr andrebeb da nessuan parte,ma questa è uan mia soggettiva e partigiana interpretazione)
ma nemmeno col 25 del ps. tantomeno col 18 di bayrou.
nè col 30(sono largo...)del PD italiano...
nessuno va lontano,coi suoi soli voti.se i voti son questi...
Slobodan
00venerdì 27 aprile 2007 15:58
Riprendiamo...

Scritto da: Slobodan 26/04/2007 14.17



quanto alla sinistra...non mi pare vi sia traccia lì.




E' proprio così.
al di là del folklore sul termine "compagni" che svanisce(e comuqnue è uno dei sintomi della sindrome involutiva neocentrista dei ds)la nascita del pd(con la fine dei ds)rappresenta uan novità ciclopica nella storia politica italiana.

la Sinistra italaina nelal sua lunga storia ha subìto molti traumi,ma tutti all'insegna di uan certa continuità con ciò che si strappava . questa operazione è invece una rottura profonda,che non può lasciare indefferenti nessuno,a sinistra.

Penso alle fratture tra il repubblicanesimo Mazziniano e il protosocialismo Garibaldino in pieno Risorgimento.
Più avanti,alla scomposizione del Partito dei Lavoratori primo amalgama di istanze operaistiche più o meno confusamente marxiste,all'allontanamento degli anarchici.
Poi a Livorno,e dopo livorno la nascita del PSU con l'allontanamento di Matteotti Bissolati e dei riformisti.
Dopo ancora,durante il ventennio,alla nascita di Giustizia e Libertà da parte del socialista liberale Rosselli,fulcro del futuro P d'A,da cui poi nacque l'esile filone lamalfiano a fronte del rientro nel PSI della maggior parte dei giellini.
E poi Palazzo Barberini.
E ancora il Midas e la straordinaria stagione craxiana,che rivendico aver vissuto,rinnovamento della sinistra,marx surclassato da Proudhomm, all'interno però di uan continuità storica con la tradizioen popolare del socialismo riformista.
E poi la nascita del PDS ("il futuro ha radici antiche")e il divenire DS,con il PSE come sua nuova(seppur antica) stella cometa. una storia lineare,dunque.

Anche in Europa,l'operazione PD non ha raffronti.

i due casi più eclatanti di strappi sono l'spd tedesca e il labour inglese.
L'spd che,a bad godesberg prima,sul finire dei '70 poi,ad Amburgo fra poco,si rinnova,ma semrpe all'insegna della tardizione del partito socialista più grande,forte e famoso d'europa.
E la stagione blairiana,la nascita del NEW Labour,modernizzazione di un partito vecchio e stanco,schiavo delel T.U. in un'epoca in cui il sindacato,anche oltremanica,rappresenta più la conservazione che il progressismo,ma sempre seguendo un filo logico e onesto rispetto alla sua storia.che è storia,e presente,di sinistra.

Anche il ps farncese,il psoe spagnolo,il pasok greco,coem pure la socialdemocrazia scandinava,chi più chi meno,chi meglio chi peggio,han saputo rinnovarsi negli ultimi decenni.ma mai nessuno si è sognato di eliminare il riferimento,anche solo simbolico,al socialismo come tradizione e prospettiva,e al LAVORO dirimente protagonista delel sue battaglie.

persino in est europa,dove il comunismo reale aveva sporcato anche il termine socialismo,gli ex partiti di regime si son rinominati socialidemocratici,non si son sognati di fare capriole temrinologiche assurde.

In Italia invece i ds si sciolgono,confluiscono con ex diccì e libdem(chiamiamo così i zanone,i dini...)nel PD,guardando non oltr'alpe e a est e voest oltre il mare nostrum,ma direttamente oltre l'atlantico.agli USA.
al PD americano,di Kennedy e Clinton,più che di Roosvelt.

Non è cosa da poco.è una sfida notevole.a mio avviso sciagurata,perchè l'italia non è gli usa.
mi viene in mente Carosone...tu vuò far l'americano...ma i soldi pe' Camel chi te li dà? la borsetta di mammà(i voti della gente,ndS) rischia di non bastare...

Visto che siamo in tema di canzoni...mi viene in mente la playlist di luca sofri per il congresso ds.
Via L'internazionale(coerentemente),dentro Over the Rainbow...
NO COMMENT.

Un partito,il ds già pci,che ostracizzava anche Nikita di Elton Jhon quando Belringuer baciava in bocca Honecker è passato direttamente da Bandiera Rossa alla colonna sonora del Mondo di OZ!!! dalal svolta di salerno del 44 a un film del 39...questa la modernità fassiniana!

da ridere,nno fosse da piangere.

Io credo invece che la colonan sonora azzeccata dei due congressi avrebeb dovuto essere CI SARA' di albano e romina:

Albano/fassino: Dopo questa vita che
si dimentica di te
dopo questo cielo senza arcobaleno
dopo la malinconia
che mi prende a ogni bugia
dopo tutta questa voglia di sereno
dimmi chi ci sarà

Romina/Rutelli: Dopo il sogno delle Hawaii
come tutti i marinai
attraverso questo mare di cemento
Dopo un altro inverno che
soffia neve su di me
che ho già freddo se non sono accanto a te

INSIEME: devi crederci
ci sarà
una storia d’amore ed un mondo migliore
ci sarà
un azzurro più intenso ed un cielo più immenso
ci sarà
la tua ombra al mio fianco vestita di bianco
ci sarà
anche un modo più umano per dirsi ti amo di più


Albano/Fassino: Dopo un oggi che non va
dopo tanta vanità
e nessuno che ti da niente per niente

Romina/Rutelli: Dopo tutto il male che
c’è nel mondo intorno a te
com’è bello ritrovarti accanto a me

INSIEME: devi crederci
ci sarà
una storia d’amore ed un mondo migliore
ci sarà
un azzurro più intenso ed un cielo più immenso
ci sarà
la tua ombra al mio fianco vestita di bianco
ci sarà
anche un modo più umano per dirsi ti amo
ci sarà
una storia d’amore ed un mondo migliore
ci sarà
un azzurro più intenso ed un cielo più immenso
ci sarà
la tua ombra al mio fianco vestita di bianco
ci sarà
anche un modo più umano per dirsi ti amo...

Ovviamente,Mussi e Angius se ne vanno canticchiando Nostalgia Canaglia...

L'operazione,come detto,è notevole. i congressiti fusionisti puntano in alto,nei numeri e nelal qualità delle proposte.bah.
Non mi pare che il PD sia propositivo di chissa che.
Uniscono la staticità democristiana coi due passi avanti e uno indietro di leninaina memoria cara agli eredi del pci:in sintesi,ovviano con un passetto al centro.

Io ho semrpe evitato l'aggettivazione "vero"(non parliam di "puro!",memore della lezione di Nenni)per definire chi è di sinistra.
ma qui non si corron rischi,perchè di sinistra non vi è traccia.
la sinistar in italia e in europa ha una storia e una tardizione,e un linguaggio,ben precisi.
nel pd non si parla quella stessa lingua,il passato viene sepolto,e la prospettiva della macedonia "democratica" non è chiara,e quando è chiara va verso la moderazione centrista.

Ora,regalare LA SINISTRA ai comunisti è sciagurato.Nè nutro molto ottimismo sulla funzione di un nuovo PSI.
ritengo dunque i ds colpevoli della soppressione della sinistra,a medio termine,in Italia.e mi girano i coglioni non poco.fassino e d'alema fanno i froci col culo degli altri.e quel 75% di coglioni che li han votati son davvero dei mentecatti(magari fossero tutti borghesi benestanti,allroa is potrebeb capire.no,pure i più sfigati,precari,operai,pensionati,han detto sì,a occhi chiusi,da tradizione togliattiana)

il pd potrà anche riuscire,quantitativamente,a divenire una grossa forza,peccato che sarà una forza politica solo vagamente riformista(il riformismo di per sè però non è nè di dx nè di sx,del resto reagan e tacher han fatto molte più riforme di qualsiasi altro,bisogna vedere che riforme sono,per definirle politicamente)e che non avrà nulal a che spartire con la parola SINISTRA.

E' l'abdicazione di un secolo,e passa,di storia e di cultura popolare.
gestita da chi fino a 20 anni fa stava a sinistar dalla parte sbagliata,ha passato sti 20 anni a barcamenrarsi e a reinvetarsi neoliberali perchè incapace di riconsocere gli errori del passato ed accettare la vittoria del socialismo democratico sull'orrore bolscevico,ed oggi ha fatto il triplo salto mortale al centro.in italai avremo uan sinistra ridicola,velelitaria(al di là dei numeri),di mera testimonianza se socialdmeocratica,di pusillanimità se radicale antagonista o comunista,coem cazzo la si vuol chiamare.
Un unicum europeo,da vomito.da espatrio,anzi!

Io non abdico.non nelal mia testa. chi la dura,la vince.e la mia è una testa dura.
perchè il Socialismo sopravviverà come Idea,ce l'ha insegnato Matteotti,alal faccia di veltroni,alle speculazioni spicciole di piccoli uomini.
A lungo termine,torneremo a parlarne.e nella roccia della Storia non vi sarà traccia di farnceschini o minniti,ma ancora e sempre solo di Turati,Pertini,Brandt,Papandreu.









Bl@CkBoY
00giovedì 17 maggio 2007 19:49
Quindi ?
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