Patty Pravo cita Laura in un intervista

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Shilla Shady
00mercoledì 9 agosto 2006 00:05
A parlare e' Patty Pravo
le parti sottolineate sono quelle che riguardano Laura che ha citato

«Cantanti italiane da buttare
Io mi piaccio e salvo la Pausini» Tour, nuovo cd e riedizione del disco «Oltre l'Eden» che fu bloccato dopo un'inchiesta antidroga. «Cercavano Maradona e sono finiti da me» STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO

Patty Pravo
ROMA — Complimenti signora, compie quarant'anni di carriera. «Ah sì? Ma no, sono molti di più. Ho iniziato che ero una bambina». Gli anniversari lasciano indifferente Patty Pravo. L'impenetrabile lady della musica italiana, rimane in realtà una «monella» irriverente e graffiante: «Madonna? Una vecchietta. Laura Pausini? Faccia tanto amore e magari un figlio».

Era proprio il 1966 quando la veneziana Nicoletta Strambelli (è il suo vero nome) scosse discografici e classifiche con «Ragazzo triste». «Non me lo ricordo, non ci faccio caso... Festeggerò? No», sottolinea aiutandosi con un gesto della mano. Ma, in fondo, non è vero. Un tour partito ieri da Arona che toccherà tutt'Italia, un album nel 2007 («Negli anni Settanta usavo la tecnologia, ora cerco il suono del respiro») e la riedizione di «Oltre l'Eden...», un disco dell'89 prodotto con Paolo Dossena, che era finito fuori commercio. «La casa discografica si impuntò per cambiare qualcosa, mi sarebbe piaciuto se fosse stato ripubblicato con la doppia versione: l'originale e quella modificata». Poi l'album si bloccò per una delle tante vicissitudini di Patty, coinvolta in un'indagine su un traffico di droga dalla quale venne prosciolta. «Non è stato piacevole finire sulle prime pagine dei giornali per la cocaina. Cercavano Maradona e sono finiti da me. Che sciocchezza! Mi sono fatta di tutto tranne che di quella roba lì, la prendono le persone che non ce la fanno da sole. Preferivo l'effetto down, tipo l'oppio. Sa, sono una oziosa».

Non lasciatevi ingannare, Nicoletta è una salutista, al massimo gira con una bottiglia di minerale da un litro e mezzo. «Ci vuole rigore e disciplina per fare questo mestiere. C'è un tempo per tutto. Mi dà fastidio vedere che le persone ora ingurgitano sostanze di ogni tipo e non lo fanno per gioco. E noi siamo arrivati a colpevolizzare anche chi fuma uno spinello... Bisogna distinguere. Chi si fa di eroina, quelli sì che vogliono morire, se non è la droga lo farebbero in un altro modo. Come Kurt Cobain: a me sembrava una brutta copia del rock anni Settanta. All'epoca qualcuno morì, però mi creda sono di più i sopravvissuti».

Gentile e ospitale, indossa pantaloni verdi, una maglietta bianca e le scarpe da ginnastica. Eppure è distante e inafferrabile come una diva d'altri tempi. «La fama per me non è mai stata un fardello. Mi rivedo giovanissima e senza una lira, tornavo dall'Inghilterra in macchina con un mio amico. Avevamo finito la benzina e non sapevamo come fare. A un distributore scoprii che "Ragazzo triste" era seconda in classifica. Naturalmente mi hanno fatto il pieno gratis. Fossero questi i pesi della vita», sospira Patty la ribelle che ha sempre bisogno di «grandi spazi di libertà. Viaggio, scompaio totalmente. Ho attraversato tre deserti, percorso la via della seta, sono stata con i tuareg a sud del Marocco».

Erano gli anni del Piper quando scandalizzava con le minigonne trasgressive e i capelli biondo platino, poi sono arrivati i look camaleontici: geisha o androgina, sempre irriverente. Nella sua casa che si affaccia sui tetti di Roma, ospita gabbiani e corvi. «Si sono divisi la mia terrazza, sono liberi di fare quel che vogliono». Un po' come lei, che decide ogni volta di prendere una strada diversa, anche adesso che ha compiuto 58 anni: «Sperimentare costa, si perdona soltanto a chi resta chiuso in una nicchia. È più difficile ottenere credibilità per chi ha avuto successo.
Sono orgogliosa di album come "Oltre l'Eden" o "Ideogrammi" ma non furono capiti. Le situazioni me le creo, anche se non è facile». Lei, naturalmente, non è una donna semplice. «Ho sempre avuto un caratterino — ammette — e la mia educazione in conservatorio non ha migliorato le cose. Quando incisi "Ragazzo triste" spostai il pianista per suonare io. Quarant'anni fa tutti eravamo abituati a cantare dal vivo con la band, l'orchestra. Oggi c'è approssimazione: fanno tanti problemi, quando non cantano in playback. Se non hai la voce è meglio che vai a produrre saponette».

Ammira l'indimenticabile Nina Simone e Christina Aguilera. E le italiane? «La loro tecnica è da buttare», è la fulminea risposta. Pausa e poi: «Laura Pausini è brava, ci crede in quello che fa... però è ora che si riposi: dopo tredici anni a quei livelli ha bisogno di una vita normale...». Non le piace nemmeno Madonna. «Ha imparato a cantare, ma fra questo e sentirsi Dio ne passa. Si traveste ma non ha inventato niente. Ha forza di volontà, disciplina, non ha mai abbassato il livello però non è un punto di riferimento». Non ha pietà nemmeno per i grandi miti del rock: «I Pink Floyd? Meglio che si ritirino, sono vecchi e si vede. Lo dico perché li ho amati tanto. Li ho conosciuti, negli anni Sessanta. Vennero al Piper e volevano convincermi che le luci psichedeliche le avevano inventate loro. Eravamo ragazzini, litigammo, diventammo amici. Mi affascinano i Rolling Stones che ancora oggi hanno il coraggio di fare le cose come si deve».
E lei signora, quando non si piacerà più, cosa farà? «Scomparirò».

30 luglio 2006
corrire della sera

non gli piace nessuno a questa eh----....... :GQ
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