Pensiero ebraico sulla condizione dei morti

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claudio2018
00mercoledì 23 ottobre 2019 09:30
Pensiero ebraico sulla condizione dei morti

Gli ebrei avevano le idee chiare su quale fosse la condizione dei morti nello stesso modo in cui è chiaro per noi almeno fino al momento in cui Dio lo rivelò chiaramente quando ispirò i Salmi e l' Ecclesiaste ?

Il ragionamento converte per cercare di stabilire il motivo per cui Gad / Natan scrisse/ro 1 Samuele 28 in quel modo

Il retaggio cronologico che indicherebbe la non piena chiarezza su questa condizione partirebbe da Tera che adorava falsi dei (con tutti i connessi sull'idea circa la condizione dei morti) verrebbe presumibilmente interrotto dalle rivelazioni ad Abraamo , Isacco e Giacobbe che però peraltro non contemplano ( almeno non da quanto ci è dato di capire dalla Bibbia ) riferimenti rivelatori riguardo a questa condizione e proseguirebbe con la permanenza in Egitto del popolo ebraico per 4 secoli , permanenza che comporto' inevitabilmente in una certa misura l'influenza e l'assorbimento del pensiero egiziano circa questa condizione . Troviamo poi un esplicito divieto ad interrogare i morti durante la Legge senza però motivare tale divieto chiarendo effettivamente quale fosse la loro reale condizione . Per arrivare infine solo al tempo dei Salmi e dell' Ecclesiaste ad una rivelazione precisa che i morti non sono consci di nulla , che periscono i loro pensieri e che non c'è né disegno né conoscenza nello sheol.

Prima di questa rivelazione a dispetto di quanto Geova disse in Genesi che l'uomo alla morte sarebbe tornato polvere non credo affatto che gli ebrei , compresi gli ebrei fedeli ( perché fedeltà non significa per forza conoscenza piena ) avessero le idee chiare circa la condizione dei morti Gad e Natan compresi.

Argomenti ?

Aquila-58
00mercoledì 23 ottobre 2019 12:17
Re: Pensiero ebraico sulla condizione dei morti
claudio2018, 23/10/2019 09.30:


Gli ebrei avevano le idee chiare su quale fosse la condizione dei morti nello stesso modo in cui è chiaro per noi almeno fino al momento in cui Dio lo rivelò chiaramente quando ispirò i Salmi e l' Ecclesiaste ?

Il ragionamento converte per cercare di stabilire il motivo per cui Gad / Natan scrisse/ro 1 Samuele 28 in quel modo

Argomenti ?





Quella della strega di Endor fu una normale seduta spiritica. E' ovvio che la negromante credesse di parlare veramente con lo spirito di Samuele, del resto se la Legge vietava certe pratiche, evidentemente c' era in Israele chi le seguiva.
Ma è altrettanto ovvio che un Dio di amore non potrebbe in alcun modo vietare di comunicare con i cari defunti, se costoro fossero davvero vivi in qualche modo, nello sceol...
Per il resto, il N.T. ci informa che Abraamo conosceva già la speranza della risurrezione (Ebrei 11:19).
Inoltre, è ovvio che la filosofia ellenistica penetrò nel giudaismo e questo è evidente dal libro della Sapienza (deuterocanonico):

"4 La sapienza non entra in un'anima che compie il male
né abita in un corpo oppresso dal peccato.
" (Sapienza 1:4 CEI)

Nota in calce della CEI:

"1,4 anima e corpo: i due elementi di cui è costituito l’uomo, secondo la filosofia greca, alla quale attinge anche l’autore del libro della Sapienza. "


Devo lasciarvi, a stasera


[SM=x1408425]

barnabino
00mercoledì 23 ottobre 2019 14:22
Secondo me gli ebrei in generale si erano lasciati influenzare dalle credenze comuni dei popoli pagani, il racconto della maga di En-Dor e delle tendenze paganeggianti di Saul con presa in giro relativa sono una prova del tentativo dei profeti e sacerdoti di correggere questa tendenza, come altre idolatriche, che erano entrate persino a corte. Come sempre non proprio un'accettazione totale ma più un sincretismo.

Shalom
(SimonLeBon)
00mercoledì 23 ottobre 2019 14:26
Re: Pensiero ebraico sulla condizione dei morti
claudio2018, 23/10/2019 09:30:


Gli ebrei avevano le idee chiare su quale fosse la condizione dei morti nello stesso modo in cui è chiaro per noi almeno fino al momento in cui Dio lo rivelò chiaramente quando ispirò i Salmi e l' Ecclesiaste ?

Il ragionamento converte per cercare di stabilire il motivo per cui Gad / Natan scrisse/ro 1 Samuele 28 in quel modo

Il retaggio cronologico che indicherebbe la non piena chiarezza su questa condizione partirebbe da Tera che adorava falsi dei (con tutti i connessi sull'idea circa la condizione dei morti) verrebbe presumibilmente interrotto dalle rivelazioni ad Abraamo , Isacco e Giacobbe che però peraltro non contemplano ( almeno non da quanto ci è dato di capire dalla Bibbia ) riferimenti rivelatori riguardo a questa condizione e proseguirebbe con la permanenza in Egitto del popolo ebraico per 4 secoli , permanenza che comporto' inevitabilmente in una certa misura l'influenza e l'assorbimento del pensiero egiziano circa questa condizione . Troviamo poi un esplicito divieto ad interrogare i morti durante la Legge senza però motivare tale divieto chiarendo effettivamente quale fosse la loro reale condizione . Per arrivare infine solo al tempo dei Salmi e dell' Ecclesiaste ad una rivelazione precisa che i morti non sono consci di nulla , che periscono i loro pensieri e che non c'è né disegno né conoscenza nello sheol.

Prima di questa rivelazione a dispetto di quanto Geova disse in Genesi che l'uomo alla morte sarebbe tornato polvere non credo affatto che gli ebrei , compresi gli ebrei fedeli ( perché fedeltà non significa per forza conoscenza piena ) avessero le idee chiare circa la condizione dei morti Gad e Natan compresi.

Argomenti ?




Quando si parla di "ebrei" si dice una sola parola, ma s'intendono secoli di storia, in cui il popolo fu fedele a Dio, meno fedele o del tutto infedele.

A mio parere é quindi normale che a seconda dei casi anche le loro credenze cambiassero nel tempo.

Simon
claudio2018
00mercoledì 23 ottobre 2019 14:29
L'impegno dei sacerdoti e dei profeti puntava a promuovere l'ubbidienza al divieto contro la negromanzia ma non ci dice molto su quanto fosse chiara nella loro mente la reale condizione dei morti. 400 anni con gli Egiziani ebbero sicuramente un influenza profonda sulla credenza popolare della gente altrimenti troveremmo riferimenti biblici precisi al riguardo , riferimenti che invece troviamo solo quando Dio ispirò i Salmi e l'Ecclesiaste momento in cui Dio evidentemente ritenne opportuno rivelare chiaramente la verità dell'incoscienza dei defunti.
barnabino
00mercoledì 23 ottobre 2019 14:34
C'è comunque una profonda differenza, la mitologia egizia e babilonese era piena di racconti, credenze, superstizioni, messaggi per i morti, viaggi utraterreni mentre le Scritture sono tai racconti sono assenti se non, appunto, in riferimento a contaminazioni pagane. Io credo che a livello popolare fosse diffusa una sorta di superstizione retaggio delle influenze pagane che profeti e sacerdoti non riusciranno mai a sradicare completamente, esattamente come l'idolatria... il video di Giosia ci fornisce un'immagine realistica di come fosse popolare credera al potere dei Baal accanto a quello di Geova.

Shalom
claudio2018
00mercoledì 23 ottobre 2019 14:36
Re: Re: Pensiero ebraico sulla condizione dei morti
Aquila-58, 23/10/2019 12.17:




Quella della strega di Endor fu una normale seduta spiritica. E' ovvio che la negromante credesse di parlare veramente con lo spirito di Samuele, del resto se la Legge vietava certe pratiche, evidentemente c' era in Israele chi le seguiva.
Ma è altrettanto ovvio che un Dio di amore non potrebbe in alcun modo vietare di comunicare con i cari defunti, se costoro fossero davvero vivi in qualche modo, nello sceol...
Per il resto, il N.T. ci informa che Abraamo conosceva già la speranza della risurrezione (Ebrei 11:19).
Inoltre, è ovvio che la filosofia ellenistica penetrò nel giudaismo e questo è evidente dal libro della Sapienza (deuterocanonico):

"4 La sapienza non entra in un'anima che compie il male
né abita in un corpo oppresso dal peccato.
" (Sapienza 1:4 CEI)

Nota in calce della CEI:

"1,4 anima e corpo: i due elementi di cui è costituito l’uomo, secondo la filosofia greca, alla quale attinge anche l’autore del libro della Sapienza. "


Devo lasciarvi, a stasera


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È un interpretazione della Cei . Si può intendere in un altro senso che non chiama per forza in causa la credenza in un anima immortale come sai bene come veniva intesa la parola anima anticamente
claudio2018
00mercoledì 23 ottobre 2019 14:42
barnabino, 23/10/2019 14.34:

C'è comunque una profonda differenza, la mitologia egizia e babilonese era piena di racconti, credenze, superstizioni, messaggi per i morti, viaggi utraterreni mentre le Scritture sono tai racconti sono assenti se non, appunto, in riferimento a contaminazioni pagane. Io credo che a livello popolare fosse diffusa una sorta di superstizione retaggio delle influenze pagane che profeti e sacerdoti non riusciranno mai a sradicare completamente, esattamente come l'idolatria... il video di Giosia ci fornisce un'immagine realistica di come fosse popolare credera al potere dei Baal accanto a quello di Geova.

Shalom

Sull'idolatria e sui motivi per evitarla Dio era stato molto chiaro ma non era stato altrettanto chiaro sui motivi per evitare l'interrogazione dei morti (e quindi riguardo alla loro reale condizione ) Lo fu solo coi Salmi e con l'Ecclesiaste
claudio2018
00mercoledì 23 ottobre 2019 14:48
In pratica penso che inizialmente Dio si sia limitato a vietare senza spiegare il motivo , motivo che rivelò solo in seguito. Quindi anche Gad e Natan erano a conoscenza del divieto e si attivavano per farlo rispettare ma che avessero le idee chiare sui motivi di quel divieto e quindi sulla reale condizione dei morti questo è tutto da vedere . Anche Russel inizialmente festeggiava il Natale eppure era fedele . La verità sul Natale venne compresa solo in seguito . Lo stesso avrebbe potuto dirsi della comprensione della condizione dei morti nel mondo ebraico
claudio2018
00mercoledì 23 ottobre 2019 14:53
Re: Re: Pensiero ebraico sulla condizione dei morti
Aquila-58, 23/10/2019 12.17:



Ma è altrettanto ovvio che un Dio di amore non potrebbe in alcun modo vietare di comunicare con i cari defunti, se costoro fossero davvero vivi in qualche modo, nello sceol...


È ovvio per noi caro Aquila ma non è detto che fosse altrettanto ovvio per gli ebrei che potevano motivare diversamente il divieto contro la negromanzia da quanto ci porta a fare la nostra conoscenza molto più completa della loro del quadro biblico d'insieme
claudio2018
00mercoledì 23 ottobre 2019 15:00
Re: Re: Pensiero ebraico sulla condizione dei morti
Aquila-58, 23/10/2019 12.17:




Quella della strega di Endor fu una normale seduta spiritica. E' ovvio che la negromante credesse di parlare veramente con lo spirito di Samuele, del resto se la Legge vietava certe pratiche, evidentemente c' era in Israele chi le seguiva.
Ma è altrettanto ovvio che un Dio di amore non potrebbe in alcun modo vietare di comunicare con i cari defunti, se costoro fossero davvero vivi in qualche modo, nello sceol...
Per il resto, il N.T. ci informa che Abraamo conosceva già la speranza della risurrezione (Ebrei 11:19).
Inoltre, è ovvio che la filosofia ellenistica penetrò nel giudaismo e questo è evidente dal libro della Sapienza (deuterocanonico):

"4 La sapienza non entra in un'anima che compie il male
né abita in un corpo oppresso dal peccato.
" (Sapienza 1:4 CEI)

Nota in calce della CEI:

"1,4 anima e corpo: i due elementi di cui è costituito l’uomo, secondo la filosofia greca, alla quale attinge anche l’autore del libro della Sapienza. "


Devo lasciarvi, a stasera


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Sperare nella risurrezione non significa per forza capire che i morti sono inconsci . Quello in cui Abraamo sperava è solo un indicazione molto vaga di quello che credeva , di quanto fosse stato influenzato dalle idee del padre e se i suoi discendenti nel caso avesse avuto le idee chiare le avessero avuto anche loro. Dio non rivelò nulla circa la condizione dei morti . Né a lui né ad Isacco né a Giacobbe e nemmeno ai suoi discendenti. lo fece solo al tempo dei Salmi e dell' Ecclesiaste almeno da quanto ci è dato da capire dalla Bibbia
geremia60(2019)
00mercoledì 23 ottobre 2019 16:06
Re: Re: Re: Pensiero ebraico sulla condizione dei morti
claudio2018, 23/10/2019 15.00:

Sperare nella risurrezione non significa per forza capire che i morti sono inconsci . Quello in cui Abraamo sperava è solo un indicazione molto vaga di quello che credeva , di quanto fosse stato influenzato dalle idee del padre e se i suoi discendenti nel caso avesse avuto le idee chiare le avessero avuto anche loro. Dio non rivelò nulla circa la condizione dei morti . Né a lui né ad Isacco né a Giacobbe e nemmeno ai suoi discendenti. lo fece solo al tempo dei Salmi e dell' Ecclesiaste almeno da quanto ci è dato da capire dalla Bibbia




Giobbe che idea aveva? e Giacobbe scendendo a piangere nello sheol? E Cora finendo nello sheol, la terra.


claudio2018
00mercoledì 23 ottobre 2019 16:09
Re: Re: Pensiero ebraico sulla condizione dei morti
(SimonLeBon), 23/10/2019 14.26:



Quando si parla di "ebrei" si dice una sola parola, ma s'intendono secoli di storia, in cui il popolo fu fedele a Dio, meno fedele o del tutto infedele.

A mio parere é quindi normale che a seconda dei casi anche le loro credenze cambiassero nel tempo.

Simon

Come detto parlo di comprensione , non di fedeltà e di grado di comprensione di un popolo in base a quello che si può evincere dalla testimonianza della Bibbia
claudio2018
00mercoledì 23 ottobre 2019 16:18
Re: Re: Re: Re: Pensiero ebraico sulla condizione dei morti
geremia60(2019), 23/10/2019 16.06:




Giobbe che idea aveva? e Giacobbe scendendo a piangere nello sheol? E Cora finendo nello sheol, la terra.



Giobbe sembra che avesse le idee abbastanza chiare : Cita un sollievo in riferimento alla sua morte e risurrezione ma non cita nessuno stato intermedio celeste , nessuna prospettiva di comunione celeste con Dio . Parla di corpo che viene roso dai vermi (se non fosse per Dio in eterno ) di inesistenza prima di nascere , di attesa della risurrezione e di carne che tornerà fresca come quella di un giovane.

Giacobbe che scende a piangere nello Sheol potrebbe essere interpretato a favore dello stato intermedio

Cora idem alcuni potrebbero interpretare l'espressione "scesero vivi nello sheol" con lo stesso senso
(SimonLeBon)
00mercoledì 23 ottobre 2019 16:24
Re: Pensiero ebraico sulla condizione dei morti
claudio2018, 23/10/2019 16:09:

Come detto parlo di comprensione , non di fedeltà e di grado di comprensione di un popolo in base a quello che si può evincere dalla testimonianza della Bibbia



Secondo te, nei secoli in cui adorarono Baal e i pali sacri, qual'era il loro grado di comprensione?

Simon
claudio2018
00mercoledì 23 ottobre 2019 16:39
Re: Re: Pensiero ebraico sulla condizione dei morti
(SimonLeBon), 23/10/2019 16.24:



Secondo te, nei secoli in cui adorarono Baal e i pali sacri, qual'era il loro grado di comprensione?

Simon

Che i morti fossero vivi e che attraverso la negromanzia si potesse comunicare con loro . Nessun riferimento , nessuno che il morto sia in realtà un demone travestito
geremia60(2019)
00mercoledì 23 ottobre 2019 16:42
Re: Re: Re: Re: Re: Pensiero ebraico sulla condizione dei morti
claudio2018, 23/10/2019 16.18:

Giobbe sembra che avesse le idee abbastanza chiare : Cita un sollievo in riferimento alla sua morte e risurrezione ma non cita nessuno stato intermedio celeste , nessuna prospettiva di comunione celeste con Dio . Parla di corpo che viene roso dai vermi (se non fosse per Dio in eterno ) di inesistenza prima di nascere , di attesa della risurrezione e di carne che tornerà fresca come quella di un giovane.

Giacobbe che scende a piangere nello Sheol potrebbe essere interpretato a favore dello stato intermedio

Cora idem alcuni potrebbero interpretare l'espressione "scesero vivi nello sheol" con lo stesso senso



si ma poi , dopo li annovera nel numero di quelli morti, e lo sheol era presentato chiaramente come la terra , restare vivi sottoterra era impensabile per esseri di carne , poichè vivi si riferisce al loro stato carnale ,
claudio2018
00mercoledì 23 ottobre 2019 16:43
Questo concetto che il morto che parla sia in realtà un demone non è mai rivelato nella Bibbia ci arriviamo solo noi per deduzione con la chiara comprensione della condizione del morto e con la consapevolezza dell'attività demonica . Non loro . Almeno non'e' scritto
geremia60(2019)
00mercoledì 23 ottobre 2019 16:59
Re: Re: Re: Pensiero ebraico sulla condizione dei morti
claudio2018, 23/10/2019 16.39:

Che i morti fossero vivi e che attraverso la negromanzia si potesse comunicare con loro . Nessun riferimento , nessuno che il morto sia in realtà un demone travestito




non era il tempo di dare spiegazioni, ci si imponeva con la paura perchè solo la paura potevano comprendere..anche se chi si distingueva veniva trattato da Dio diversamente..forse giobbe è un caso.Abraamo..

Per il resto se si insegnava con Ecclesiaste che i morti non sanno nulla, quelli spiriti non avevano nulla da spartire con i morti questa comincia ad essere una spiegazione.

Genesi 37:35
Tutti i suoi figli e tutte le sue figlie vennero a consolarlo; ma egli rifiutò di essere consolato, e disse: «Io scenderò con cordoglio da mio figlio, nel soggiorno dei morti». E suo padre lo pianse.

anche qui si ha la consapevolezza che il figlio è nella tomba che si poteva raggiungere andandoci..o per piangere o morendo.





barnabino
00mercoledì 23 ottobre 2019 17:19

Che i morti fossero vivi e che attraverso la negromanzia si potesse comunicare con loro . Nessun riferimento , nessuno che il morto sia in realtà un demone travestito



Abbiamo parlato a lungo di questo episodio, per la verità unico perché non esistono altri episodi di morti che parlano o intervengono. Dunque essendo un unico non resta che inserurlo in un contesto per comprenderlo.

I giudei in generale erano stati influenzati da idee pagane? Si, e molto, basta vedere il successo del culto dei Baal in epoca monarchica, culto che era legato alla necromazia e al culto degli spiriti.

I profeti e i sacerdoti erano influenzati da queste idee? Le Scritture per lo più li mettono insieme ad alcuni re al servizio di Geova e dunque combattono queste tendendenze a quanto pare largamente diffuse tra il popolo e anchetra i nobili.

L'episodio di En-Dor narrato da Natan o Gad non ci fornisce un'informazioni su cosa credesse lo scrittore, di certo attribuisce all'azione di Saul una valenza negativa e non positiva, come sarebbe se davvero Samuele fosse tornato dall'Ades a condannare Saul.

Comuque ne abbiamo lungamente discusso qui

testimonidigeova.freeforumzone.com/d/10341362/-/discussi...

e qui

testimonidigeova.freeforumzone.com/discussione.aspx?idd...

Il racconto biblico non dice che apparve realmente Samuele piuttosto dice:

1. Che la medium disse “Ho visto salire dalla terra un dio”

2. Che Saul, il quale evidentemente non vede nulla, gli chiede: “Qual è la sua forma?” al che essa disse: “Sale un uomo vecchio, ed è avvolto in un manto senza maniche”.

3. Allora Saul riconobbe che era “Samuele”, e si inchinava con la faccia a terra e si prostrava.

Se noti che fosse Samuele è una conclusione del superstizioso re Saul, il narratore si limita a raccontare l'avvenimento dal punto di vista di Saul per deriderne la credulità.

Di fatto comunque l'episodio resta unico, per cui dire che i profeti fossero convinti che i morti continuassero a condurre una vita cosciente e potessero essere realmente evocati pare piuttosto improbabile e non supportata da alcun testo esplicito.

Shalom
claudio2018
00mercoledì 23 ottobre 2019 17:31
Re: Re: Re: Re: Pensiero ebraico sulla condizione dei morti
geremia60(2019), 23/10/2019 16.59:




non era il tempo di dare spiegazioni, ci si imponeva con la paura perchè solo la paura potevano comprendere..anche se chi si distingueva veniva trattato da Dio diversamente..forse giobbe è un caso.Abraamo..

Per il resto se si insegnava con Ecclesiaste che i morti non sanno nulla, quelli spiriti non avevano nulla da spartire con i morti questa comincia ad essere una spiegazione.

Genesi 37:35
Tutti i suoi figli e tutte le sue figlie vennero a consolarlo; ma egli rifiutò di essere consolato, e disse: «Io scenderò con cordoglio da mio figlio, nel soggiorno dei morti». E suo padre lo pianse.

anche qui si ha la consapevolezza che il figlio è nella tomba che si poteva raggiungere andandoci..o per piangere o morendo.






Infatti con la rivelazione dell'Ecclesiaste e dei Salmi si poteva cominciare a collegare , motivare , dedurre anche se non viene mai chiaramente espresso che dietro il morto c'è il demone tantomeno veniva espresso prima
claudio2018
00mercoledì 23 ottobre 2019 17:38
barnabino, 23/10/2019 17.19:


Che i morti fossero vivi e che attraverso la negromanzia si potesse comunicare con loro . Nessun riferimento , nessuno che il morto sia in realtà un demone travestito



Abbiamo parlato a lungo di questo episodio, per la verità unico perché non esistono altri episodi di morti che parlano o intervengono. Dunque essendo un unico non resta che inserurlo in un contesto per comprenderlo.

I giudei in generale erano stati influenzati da idee pagane? Si, e molto, basta vedere il successo del culto dei Baal in epoca monarchica, culto che era legato alla necromazia e al culto degli spiriti.

I profeti e i sacerdoti erano influenzati da queste idee? Le Scritture per lo più li mettono insieme ad alcuni re al servizio di Geova e dunque combattono queste tendendenze a quanto pare largamente diffuse tra il popolo e anchetra i nobili.

L'episodio di En-Dor narrato da Natan o Gad non ci fornisce un'informazioni su cosa credesse lo scrittore, di certo attribuisce all'azione di Saul una valenza negativa e non positiva, come sarebbe se davvero Samuele fosse tornato dall'Ades a condannare Saul.

Comuque ne abbiamo lungamente discusso qui

testimonidigeova.freeforumzone.com/d/10341362/-/discussi...

e qui

testimonidigeova.freeforumzone.com/discussione.aspx?idd...

Il racconto biblico non dice che apparve realmente Samuele piuttosto dice:

1. Che la medium disse “Ho visto salire dalla terra un dio”

2. Che Saul, il quale evidentemente non vede nulla, gli chiede: “Qual è la sua forma?” al che essa disse: “Sale un uomo vecchio, ed è avvolto in un manto senza maniche”.

3. Allora Saul riconobbe che era “Samuele”, e si inchinava con la faccia a terra e si prostrava.

Se noti che fosse Samuele è una conclusione del superstizioso re Saul, il narratore si limita a raccontare l'avvenimento dal punto di vista di Saul per deriderne la credulità.

Di fatto comunque l'episodio resta unico, per cui dire che i profeti fossero convinti che i morti continuassero a condurre una vita cosciente e potessero essere realmente evocati pare piuttosto improbabile e non supportata da alcun testo esplicito.

Shalom

Infatti non dico che i morti possano essere evocati , dico pero' che lo credeva gran parte della comunità di Israele . Gad e Natan compresi ? Forse . Resta il fatto che Geova non aveva chiaramente rivelato cosa ci stesse dietro le quinte . Si era solo limitato ad emettere un divieto

Se abbiamo fatto fatica noi a capirlo che abbiamo la rivelazione completa figuriamoci se non potessero essere tratti in inganno gli Israeliti del passato e non solo gli infedeli
claudio2018
00mercoledì 23 ottobre 2019 17:42



L'episodio di En-Dor narrato da Natan o Gad non ci fornisce un'informazioni su cosa credesse lo scrittore, di certo attribuisce all'azione di Saul una valenza negativa e non positiva, come sarebbe se davvero Samuele fosse tornato dall'Ades a condannare Saul.



Gli attribuisce una valenza negativa solo perché descrive un atto di disubbidienza alla legge ingiustificabile a prescindere dalla possibilità o meno della comunicazione
barnabino
00mercoledì 23 ottobre 2019 17:47

Gad e Natan compresi ? Forse . Resta il fatto che Geova non aveva chiaramente rivelato cosa ci stesse dietro le quinte . Si era solo limitato ad emettere un divieto



Che ci fossero gli spiriti o angeli malvagi era noto fin da Genesi, però. E gli stessi negromanti e gli spiritisti, compresa la maga di En-Dor, dicevano di parlare perché impossessati da uno "spirito" con cui avevano relazioni speciali, l'Ades stesso era popolato da spiriti malvagi che spesso erano visti come custodi o guardiani. Insomma, negramanzia e spiritiamo erano collegati con l'idea dell'esistenza di demoni ed 'elohim.

Le Scritture semplicemente non parlando della cosa, e sarebbe ben strano perché gli altri popoli hanno tutti colorite e ampie mitologie dei mondi ultraterrenti e ultratombali, con punizioni e ricompense che fungevano da deterrrente o incitamento... i profeti delle Bibbia mai si sognano di descrivere tale condizione, evidentemente non ci credevano.


Se abbiamo fatto fatica noi a capirlo che abbiamo la rivelazione completa figuriamoci se non potessero essere tratti in inganno gli Israeliti del passato e non solo gli infedeli



Infatti abbiamo detto che palesemente, visti i divieti, quegli argomenti avevano un certo fascino sugli ebrei... ma leggendo le Scritture non si deduce mai l'esistenza di "spiriti" dei morti coscienti che possono incluire sui viventi.

Shalom
claudio2018
00mercoledì 23 ottobre 2019 17:48
barnabino, 23/10/2019 17.19:


Che i morti fossero vivi e che attraverso la negromanzia si potesse comunicare con loro . Nessun riferimento , nessuno che il morto sia in realtà un demone travestito

il narratore si limita a raccontare l'avvenimento dal punto di vista di Saul per deriderne la credulità.

Shalom

È una tua conclusione. Questo non ci è dato di saperlo.
claudio2018
00mercoledì 23 ottobre 2019 17:51
barnabino, 23/10/2019 17.19:


Che i morti fossero vivi e che attraverso la negromanzia si potesse comunicare con loro . Nessun riferimento , nessuno che il morto sia in realtà un demone travestito



che i profeti fossero convinti che i morti continuassero a condurre una vita cosciente e potessero essere realmente evocati pare piuttosto improbabile e non supportata da alcun testo esplicito.

Shalom

Convinti no ma che non avessero le idee chiare al riguardo è da escludere ? Sapevano con certezza la verità al riguardo ? Parlo di luce progressiva.
barnabino
00mercoledì 23 ottobre 2019 17:53

Gli attribuisce una valenza negativa solo perché descrive un atto di disubbidienza alla legge ingiustificabile a prescindere dalla possibilità o meno della comunicazione



Ma qui ad apparire viene visto Samuele stesso... dunque l'agiografo è abile nel dire che se fosse "autenticamente" apparso Samuele allora il profeta venerato sarebbe il primo che disubbidisce alla Legge.

Inoltre dietro il divieto deve esservi una ragione, quale sarebbe la ragione se non che, come dice il resto delle Scritture, i morti non comunicano e sono nello Sheol e dunque quelle comunicazioni altro non sono che una frode o peggio una comunicazione con esseri spirituali superiori di cui i medium dicevano di ricevere quel potere?

Shalom

claudio2018
00mercoledì 23 ottobre 2019 18:00
barnabino, 23/10/2019 17.53:


Gli attribuisce una valenza negativa solo perché descrive un atto di disubbidienza alla legge ingiustificabile a prescindere dalla possibilità o meno della comunicazione



Ma qui ad apparire viene visto Samuele stesso... dunque l'agiografo è abile nel dire che se fosse "autenticamente" apparso Samuele allora il profeta venerato sarebbe il primo che disubbidisce alla Legge.

Inoltre dietro il divieto deve esservi una ragione, quale sarebbe la ragione se non che, come dice il resto delle Scritture, i morti non comunicano e sono nello Sheol e dunque quelle comunicazioni altro non sono che una frode o peggio una comunicazione con esseri spirituali superiori di cui i medium dicevano di ricevere quel potere?

Shalom


È una deduzione a cui giungiamo noi con relativa facilita ma non sono sicuro che i profeti dell'antichità avessero lo stesso grado di comprensione del motivo del divieto e della reale condizione dei morti. Ci voleva collegamento o intendimento spirituale e questo spesso viene da Dio. Adesso con la conoscenza che abbiamo noi è facile trasferire la stessa conoscenza a loro ma cosa pensassero al riguardo non'e' affatto chiaro altrimenti per che motivo Dio avrebbe ritenuto opportuno chiarirlo in seguito ?
claudio2018
00mercoledì 23 ottobre 2019 18:13
Barnabino :

Le Scritture semplicemente non parlando della cosa, e sarebbe ben strano perché gli altri popoli hanno tutti colorite e ampie mitologie dei mondi ultraterrenti e ultratombali, con punizioni e ricompense che fungevano da deterrrente o incitamento... i profeti delle Bibbia mai si sognano di descrivere tale condizione, evidentemente non ci credevano

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Non lo fanno per una questione di coerenza e di ubbidienza . È ciò che ci si sarebbe aspettato da persone devote a Dio e ligie ad osservare le sue leggi contro lo spiritismo e di conseguenza contro ogni narrazione spiritica dell' oltretomba , stregoneria e compagnia bella . Il fatto che Gad o Natan abbiano narrato una seduta spiritica era un eccezione ispirata da Dio e funzionale al descrivere le conseguenze a cui va incontro chi disubbidisce alle leggi divine. Ma siamo sempre nel campo dell'ubbidienza , non della comprensione
barnabino
00mercoledì 23 ottobre 2019 18:46
Caro Claudio,


Non lo fanno per una questione di coerenza e di ubbidienza . È ciò che ci si sarebbe aspettato da persone devote a Dio e ligie ad osservare le sue leggi contro lo spiritismo e di conseguenza contro ogni narrazione spiritica dell' oltretomba , stregoneria e compagnia bella.



Immaginare il mondo oltretombale o la vita dei morti nello Sheol per la verità di per sé non violava alcun comandamento, ma di fatto non esiste aluna descrizione in merito, non si fa riferimento ad attività nello Sheol e neppure a o a contatti tra morti e vivi. L'episodio di En-Dor è l'unico nel suo genere e non pare essere portato ad esempio di nornalità giacché un profeta avrebbe violato la Legge spingendosi dal mondo dei morti a quello dei vivi su richiesta di una medium pagana.


Il fatto che Gad o Natan abbiano narrato una seduta spiritica era un eccezione ispirata da Dio e funzionale al descrivere le conseguenze a cui va incontro chi disubbidisce alle leggi divine. Ma siamo sempre nel campo dell'ubbidienza , non della comprensione



Beh però anche l'autentico Samuale così sarebbe annoverato tra chi disubbidisce alla legge divina dato che il profeta si sarebbe scomodato ad uscire dall'Ades su richesta della medium laddove pare che tali "viaggi" non siano mai testimoniati altrove se non appunto nelle mitologie pagane.

Il testo invece dice: "Allora Sàul si convinse che era Samuele e si inginocchiò con il viso a terra". Se Natan credeva che Samuele fosse stato presente di persona quella sarebbe stata una precisazione inutile dato che ci fa sapere che non era "Samuele" ma che "Saul si era convinto fosse Samuele".

Io da questo episodio vedo più un'abile derisione della negromazia, altrimenti si avvallerebbe il potere dei medium sui morti e dunque un potere maggiore o pari a quello di Dio che è il solo ad aver potere sulla morte e sullo Sheol. Qui avremmo esseri che sfuggono al controllo di Dio e possono entrae e uscire dallo Sheol a comando di uomini a cui gli spiriti danno un potere particolare... dubito che un profeta potesse avvallare una concezione come questa laddove i falsi dei sono invece descritti come impotenti...

Shalom




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