Polemica De Gregorio - Menapace

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Sabin@
00giovedì 8 giugno 2006 10:43

Commissioni. Nominate 2 donne su 13. E' polemica sull'esclusione di Lidia Menapace

Roma, 8 giugno 2006

Il puzzle delle presidenze delle 13 Commissioni permanenti del Senato si è concluso. Alle donne sono andate solo due presidenze. Tra le vittime eccellenti la senatrice di Rifondazione Comunista Lidia Menapace che non riesce a conquistare la presidenza della commissione Difesa che sembrava scontata.
Un giro di telefonate da' vita a un accordo, i cui effetti si vedono alla prima votazione: l'urna premia il senatore dell'Italia dei Valori Sergio De Gregorio, eletto con i voti della Cdl piu' il suo. In tutto 13.

Insomma, succede quello che l'Unione proprio non si aspettava neppure dopo l'intervista rilasciata al Corriere della Sera in cui Lidia Menapace definiva le frecce tricolore "uno spreco" e la Nato ormai "priva di senso". Al massimo ci si aspettava qualche scheda bianca come segnale politico. E invece l'accordo tra il centrodestra e il senatore dell'Idv fa saltare tutti gli schemi. Con inevitabili conseguenze politiche.

L'opposizione ha gioco facile nel rivendicare i meriti di cio' che e' accaduto, sottolineando di aver evitato (dicono un po' tutti a turno) che venisse eletta alla Difesa una presidente che rappresentava "un'offesa alle forze armate". Offensivo il presidente dei deputati di Alleanza nazionale Ignazio La Russa che, rasserenato, si permette una battuta che marca, ancora una volta, una discriminazione di genere: "Mi felicito con i senatori di An che, con il loro voto, hanno fatto in modo di far tornare nell'oblio questa signora che, se ne avesse, farebbe meglio a occuparsi dei nipotini". Si fosse trattato di un uomo non si sarebbe mai espresso così.

Nella maggioranza i primi a lanciare strali sono stati gli esponenti di Rifondazione Comunista che, con il capogruppo Russo Spena, parlano esplicitamente di "mercimonio". L'Unione si compatta subito, 'condanna' De Gregorio e gli chiede un passo indietro. E mentre l'appena eletto presidente si affretta a dichiarare davanti alle telecamere che "le frecce tricolore non
sono un optional", tanto per marcare la differenza con la sua 'concorrente', il suo partito lo sconfessa apertamente tramite una nota: "Si dimetta" e' stato l'imperativo arrivato sia dal leader del partito Antonio Di Pietro che dal capogruppo a Palazzo Madama Antonello Formisano. Invito raccolto? Neanche per sogno, visto che per tutto il giorno, a ancora dopo aver incontrato faccia a faccia il ministro delle Infrastrutture, l'interessato ha continuato a dire "resto un senatore di Idv, non lascio la presidenza della commissione Difesa".

Ma molti giurano che il suo passaggio effettivo nei ranghi della Cdl sia solo una questione di tempo. Sara' forse perche' gia' prima di approdare alla corte di Di Pietro, De Gregorio aveva militato nelle file di Fi e della Dc di Rotondi. Fatto sta che Gustavo Selva di An, senza remore, afferma: "e' probabile che lasci il suo gruppo".

Nonostante la presa di posizione dell'Italia dei Valori, comunque, nel resto dell'Unione l'episodio De Gregorio rimane un rospo difficile da mandare giu'.

(Rai News 24)




Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 19:06.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com