RASFER TOYNE - Crossroad Inn

RASFER TOYNE - Balivo -

Rasfer arrivò alla locanda quando l'alba era passata da un pezzo, accostò il muretto di pietre bianche sino ad arrivare alla stalla. Aveva cavalcato non più di un paio d'ore quella mattina e il suo cavallo era ancora fresco, ma Rasfer si diresse comunque alla piccola stalla.
Era un posto come un altro per cominciare la propria indagine, poi se le due donne erano arrivate a cavallo erano di certo passate di lì e verosimilmente anche se fossero arrivate a piedi e avessero voluto ripartire a cavallo era da lì che sarebbero passate per acquistare una bestia.
Una volta giunto, smontò di sella diede un apio di pacche sul collo della propria bestia e non vedendo arrivare nessuno chiamò con voce decisa ma sempre cortese il ragazzo di stalla.
"C'è nessuno? Ragazzo? Avrei bisogno di un garzone se non sono di troppo disturbo."

Uscì Pit da un box. "Salve Ser. A vostra disposizione, sono Pit".

"Buongiorno, volevo sapere se è possibile che vi occupiate del mio cavallo, va strigliato e deve essere nutrito. Ve lo chiedo perché immagino passi un sacco di gente da qui, e non vorrei non aveste posto per un altro animale." rispose il segugio

"Sarà fatto Ser, non temete, anche se posto ce n'è. Il responsabile ha venduto due giumente settimana scorsa e adesso abbiamo un po più di posto".

" Perfetto" disse Rasfer passando le redini al ragazzo e mentre lo accompagnava all'interno delle stalla aggiunse, "Pit, so che non sono affari miei, ma dieci giorni ad oggi per caso di qui non è che sono passate due donne provenienti dalla strada che ho fatto io? Sono certo che le avrete notate, ad una prima occhiata potevano dirsi madre e figli, due contadine." poi sorrise al ragazzo "ma insolitamente vestivano di blu, un colore non proprio usuale..."

"No ser, due dame no. Ma un vecchio e una dama giovane si".

"E lei per caso era vestita di blu? Sapresti dirmi se si trovano ancora qui o hanno già lasciato la locanda?"

"Onestamente non ricordo Ser, credo di no ma non ricordo davvero".

"Non ti preoccupare, si vede che chiederò dentro" così dicendo fece un segno con il pollice sopra la propria spalla indicando la taverna dietro di lui, mentre sorrideva la ragazzo "comunque se dovesse tornarti in mentre un dettaglio o dovesse attivare la mia "Ragazza in Blu" ti prego di venire ad avvertirmi."
Rasfer prese commiato ed entro nella locanda che sin dal mattino pareva piena di vita. Prima di dirigersi verso l'oste getto un rapido sguardo tra i presenti in cerca di Beth, di un viso noto o come spesso gli accadeva di qualche stemma di casata, per sapere con chi avrebbe avuto a che fare.

Non appena entrò un tepore lo avvolse e il profumo di salsiccia cotta e spezzatino gli fece ricordare di aver fame. Nella sala c'erano la locandiera, degli avventori al banco con casacche Tully, probabilmente delle guardie della torretta o degli addetti alla campana, un paio di prostitute, due mercanti ad un tavolo intenti in una trattativa, un ubriaco, un menestrello, una coppia di signorotti con un paggio e un ancella e naturalmente le cameriere e quello che doveva essere il braccio destro della cameriera.

Rasfer si diresse verso la locandiera.
"Buongiorno a voi signora, è profumo di spezzatino quello che sento?" sorrise alla donna "ne gradirei una ciotola, magari con un pezzo di pane nero e un boccale di birra.Vorrei anche se fosse possibile affittare un letto per un paio di giorni, il tempo che io riesca a concludere i miei affari se non vi è di disturbo."

La locandiera sorrise e procurò a Rasfer quanto richiesto. "A voi Ser".

Rasfer prese il proprio piatto, passò accanto alla cameriera e le sorrise prima di rivolgere la parola: "Creo qualche disturbo se mi siedo a quel tavolo? "indicò l'ubriaco. "inoltre potresti anche portarmi una caraffa d'acqua e un bicchiere? Ti ringrazio."

La cameriera fece spallucce "La pazienza è la vostra ser...".

L'ubriaco fece un sorriso sbercio a Rasfer "Hai una birra per me Amico?"

"Certamente, eccone qui una," così dicendo gli allungò la pinta che teneva in mano "non ti dispiace se mi siedo a mangiare al tuo tavolo vero?" così decendo si misi a sedere senza aspettare una risposta, "Odio mangiare da solo, mentre amo i pettegolezzi, allora che si dice in questo posto? C'è stata qualche novità ultimamente in questo posto? Qualcosa di strambo che ha attirato la tua attenzione? Qualche bel litigio, una rissa? gente nuova aparte me ovviamente? qualche bella forestiera a cui dare una sbirciata sotto la gonna?" intinse il cucchiaio nello spezzantino e se lo portò alla bocca in attesa della risposta.

L'ubriaco ondeggiò un poco prima di prendere la pinta e tracannarla tutta d'un fiato. Poi l'appoggiò sbattendola sul tavolo e ruttò vigorosamente. Al rutto però seguì un conato di vomito. La birra appena ingerita finì nello stufato di Rasfer.
La cameriera passò dietro al cavaliere sorridendo... "La seconda porzione di stufato si paga ser".

Rasfer scattò all'indietro con la sedia allargando le gambe proprio appena in tempo per evitare il fiotto di vomito.
"La seconda porzione di stufato si paga ser" senti dire dalla cameriera sorridente.
"Credo di aver scelto un compagno di pasto sbagliato" sorrise di rimando alla ragazza, "forse potresti suggermi tu una compagnia migliore" le strizzò l'occhio.

La cameriera fece spallucce "Uno qualunque e stai pur certo che non ti vomiteranno nel piatto".
Intanto... "Ammmicco scussa... hai un altra birrrra puer me?".

"Beh, credo che quella che ti ho offerto prima si trovi nella ciotaola qui davanti." indicò la zuppa davanti a sé, "se sorseggi a denti stretti potresti riuscire a dividere la zuppa dalla birra.
Ora se mi vuoi scusare chedo che sceglierò un altro commensale tra i presenti per chiedermi di farmi compagnia."
Si alzò dando una pacca sulla schina dell'ubriaco: "Non ti invidio il mal di testa quando ti riprenderai."
Si guardò in torno e poi si diresse verso il tavolo con la coppia di signorotti.
"Buongiorno a voi, il mio nome è Ser Rasfer Toyne di Borgonebbioso." disse esibendosi in un lieve inchino "Posso unirvi a voi par spezzare il pane? Il mio precedente commensale non è stata una compagnia molto interessante." indicò con un cenno di capo l'uomo al tavolo alle sue spalle "sono in viaggio da qualche tempo e non mi capita spesso di trovare la sposibilità di scambiare qualche parola con delle persone interessanti."

"Accomodatevi pure Ser... Ryger Oldsbury e questo di fronte a me è Leo Stanfield" poi guarndo l'ubriaco... "Prometto che saremo meno molesti" e sorrise.

"Non stento a crederlo," sorrise sedendosi al tavolo, poi fece un cenno alla cameriera e le chiese con estrema cortesia un'altra ciotola di zuppa "sono in viaggio e volevo sapere se ci sono state buone nuove in queste terre, così ho puntato su quello che mi è sembrato un ..." si soffermò come a cercare un termine appropriato "...un "cliente abituale", ma il destino mi ha rivelato che sono un pessimo scommettitore." sorrise ai commensali "voi è da molto che siete qui alla locanda? Il piattò è più saporito se lo si infarcisce di una bella chicchierata"

"Io sono arrivato questa mattina mentre Leo è qui da ieri sera. Stavamo giusto giusto valutando se spostarci con le mercanzie verso la capitale o verso sud ovest. La guerra giova agli affari dei soli che la gestiscono, noi veniamo da terre Tully" poi abbassò il tono avvicinandosi a Rasfer "...e non credo che i nostri signori riescano a vincerla questa guerra".

"In una guerra ahimè le lacrime scorrono sia tra i vincitori che tra i vinti." commentò amareggiato Rasfer.
Poi alzò il calice con un muto invito ai suoi commensali di fare lo stesso "Brindo ai caduti, e prego gli Dei che lei non sia tra loro!"
Fece una lunga sorsata e abbassò il calice con lo sguardo fisso nella ciotola e un espressione mesta sul viso.

"Comunque sia, dopo il pasto ce ne andremo".

"Mi scuso per il velo di tristezza con cui ho condito questo pasto, è che è una settimana che sto cercando questa ragazza, una ragazza che mi ha rapito il cuore di cui ignoro persino il nome. La guerra ci ha separato prima che il destino ci unisse, è una ragazza di umili origini, quando ci siamo persi indossava un abito blu, e si allontanava lungo la via con una vecchia zia o forse sua madre. Ho chiesto di lei lungo le strade, tra i vicoli e i sentiere e i suoi passi hanno condotto i miei in questa direzione. credo che lei possa essere passata di qui tre o quattro giorni fa, non di più, ma la sua presenza mi sfugge tra le mani come una manciata di sabbia. Per questo chiedo a voi Mastro Stanfield se l'avete vista, qui alla locanda o lungo la via, voi per parole vostre siete mercanti e la mia speranza è legata all' indulgenza di chi potrebbe averla incontrata, magari voi appunto. Se così non fosse però abbandoniamo questi tristi pensieri, lasciate che chieda al musico una canzone che possa rallegrale i nostri spiriti."

"Amico mi spiace ma io non ho visto nulla di simile a quello che mi hai descritto. E se vuoi un consiglio. Prendi una camera, fatti una scopata e dimenticala".

"Ahimè il mio pene testardamente si ostina a dar retta al mio cuore! Ma non per questo devo crucciar la vostra serata." Rasfer fece un cenno al musico "Ragazzo suona qualcosa di allegro, un motivetto che ci faccia sorridere e che scacci via i mali di questa vita." poi fece un sorriso ai due commensali e si alzò in piedi sollevando il calice e alzò il tono della voce perché anche gli altri nella sala potessero sentirlo "Non cantar d'amore te ne prego, poiché la mia mente correrebbe la donna con l'abito blu che cerco da giorni mi ha rapito il cuore e che ancor mi fugge. Che sia piena di duelli e di furbizie, di scopate e di tranelli la canzon che vorrai farci udire"
Rasper tornò a sedersi poggiando il bicchiere e battendo le mani incitando l'applauso degli avventori, intanto scrutò tutti i presenti in cerca di qualcuno che tradisse il seppur minimo indizio sulla Beth: uno sguardo di sottecchi, una mezza frase appena sussurrata, qualcuno a cui era nato un improvviso desiderio di lasciare la sala...

Ci fu un misto di gogliardica euforia e felicità per il brindisi, dove tutti parteciparono, ma nessuno apparentemente diede nell'occhio.

Rasfer ascoltò un paio di canzoni, poi si alzò e facendo il giro largo in modo che i più potessero vederlo si diresse verso la cameriera chiedendo sottolineando con dei gesti eloquenti il luogo di decenza.
Dopo averla ringraziata, prima di seguire le indicazioni della cameriera le domandò con fare cortese se per caso lei rifacesse anche le camere e se eventualmente non avesse magari trovato un vestito blu lasciato da una giovane donna qualche giorno addietro. Certo che lei avesse sentito il suo brindisi non aggiunse altro.

La cameriera annuì, era lei che sistemava ogni mattina le camere ma dovette dare brutte notizie al cavaliere, nessun vestito blu o azzurro ritrovato nelle camere.