THE DOORS : THE DOORS – 1967

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
lion in a cage
00venerdì 29 aprile 2005 14:33
"Quando la luna, regina della notte,
diffonde sulla terra la sua dolce luce argentea,
le ostriche dai fondali marini salgono in superficie
ed aprono le valve lasciandosi cullare dalle onde del mare.
All'interno delle valve i raggi lunari in un atto d'amore,
si fondono con le gocce di rugiada notturna dando origine
alle perle…"





“ Tutti i grandi poeti,gli epici come i lirici,
compongono i loro bei poemi non grazie all’arte,
ma perchè ispirati e posseduti.
I poeti lirici non hanno la mente sana
quando compongono le loro meravigliose fatiche.
Per il Poeta è una luce,è volare,è una cosa sacra,
e non c’è inventiva in lui finchè non è stato ispirato
e non ha perso la ragione,e la mente non è più in lui.
Quando non ha raggiunto questo stato,è senza forza
e incapace di pronunciare i suoi oracoli. ”

SOCRATE





“ Ladies and gentlemen...from Los Angeles,California :
The Doors ”











Ci furono tre album fondamentali nella magica estate del 1967:
Surrealistic Pillows degli Airplane,Seargent Pepper’s dei Beatles e The Doors.
E in un certo senso è come se solamente quest’ultimo sembri lontano nel tempo,
come se lo ricordassimo da un’altra vita,da un altro mondo.
Molta della musica di quest’album ha quella qualità ritmica di un altro mondo.
E’ distante.
Quando immaginiamo quei giorni,è quasi come se ce li stessimo ricordando.
Ma i Doors erano veramente come ce li immaginiamo.
Era l’estate magica,ed era quasi finita.
E The Doors venivano dalla Terra Degli Angeli.
Dall’ovest,dove il sole tramonta.
Noi eravamo i leaders,eravamo gli eroi.
Jim era solo l’indice delle nostre possibilità.
Non ci voleva mostrare cosa potesse fare lui,ma cosa potevamo fare noi,tutti insieme.
Non ce ne sarà mai piu’ un altro.
E l’America si spavento’, perchè non era solo show-business.
Lui faceva sul serio,ed era troppo furbo.non era solo un rantolo per la rivoluzione.
Non avevamo i fucili,ma avevamo i numeri,e fu solo quando tutto il resto fallì che il sangue divenne la nostra ultima risposta.
Questa rivoluzione non sarebbe accaduta per le strade,dove poteva essere vista e fermata,
ma in ogni casa,in ogni stanza dove non sarebbe mai stata scoperta finchè non fossero cambiate le parti.
Jim non chiamo’ mai per marciare...solo una morbida parata,non per prendere il mondo con le mani,ma coi cervelli.
Giorni stani dovevano venire, e la fine del sogno.
Fu un incontro di quelli che non si scordano,mai.
Una sera,molto,molto tempo fa, un amico mi invito’ a casa sua.
Mi disse ascolta questo,dimmi che ne pensi.
Mise su un vecchio piatto Thorens, un disco preso in prestito dalla collezione del fratello maggiore.
Sul momento non ci diedi peso,ma era una copia originale americana.
La prima volta che sentii Break On Through,con quell’inizio segnato dalla batteria a sx
e dal piano-basso a dx, secondo i dettami dell’epoca,ne rimasi folgorato.
Poi entro’ la voce,e da quel momento lo spirito di Jim Morrison si impossesso’ di me per sempre.
Mai sequenza di brani fu piu’ azzeccata,mai un disco fu così bello in tutti i suoi brani, famoso in tutte le sue parti: copertina,logo del gruppo,testi,voce,musica.
Se c’è un disco che porterei con me sull’isola deserta,questo è sicuramente il primo dei Doors.
Elektra.incidevano per la Elektra i Doors.e quante volte mi sono soffermato ad osservare la mitica farfalla del logo (the scream of the butterfly...),ponendo il microsolco sul piatto?
Le tastiere di Ray Manzarek,che per me saranno sempre “le tastiere alla Doors”,ti riportano immediatamente,più di qualsiasi altra cosa,a quegli anni,a quelle atmosfere,a quella musica.
Il suono di una tastiera elettrica che sembra davvero un giocattolo,un organetto capace di dare sensazioni indimenticabili, surreali ed ossessive,ma che sa anche intessere minareti.
La batteria di Densmore,un’impostazione tecnica jazz con un sound che vira verso ritmi primitivi,sensuali,corosivi,con quel modo duro e violento di percuotere la batteria seguendo anche il più sommesso movimento del cantante e le sue continue improvvisazioni.
La chitarra di Krieger,un misto di flamenco-blues capace di creare atmosfere psichedeliche ed esotiche.
La magica voce di Jim Morrison,quella voce ora calda e sensuale,ora roca e impastata,
quella voce così fottutamente americana, un istrione capace di sussurrare,improvvisare,recitare poemi,urlare,incitare,eccitare,far sognare...
la liturgia della parola,i testi ermetici intessuti in una struttura a collage,con accordi maggiori che salgono e scendono d’un tono,cuciti dall’organo di Manzarek su cui troneggia la voce messianica,suadente,ipnotica e tenebrosa di un angelo:
James Douglas Morrison.
il Poeta.
l’Artista che più di ogni altro ha incarnato l’ideale di poeta maledetto tanto caro a Oscar Wilde,Camus, Baudleaire,creatore e vittima di quell’inevitabile confusione tra arte e vita in cui spesso gli artisti ricadono.
Jim Morrison è l’archetipo della rock star,il sex symbol per antonomasia coi suoi pantaloni di pelle neri ,così aderenti da farlo sembrare un corpo nudo immerso nell’inchistro di china,il suo immancabile cinturone metallico,e i suoi movimenti sensuali che lo rendevano davvero straordinario sul palco:
sciamano,mago,stregone,mantra,guaritore,incantatore,dionisiaco:
il dagherrotipo greco dell’ideale classicheggiante di bellezza,la mascella sporgente,il volto alla Botticelli,i suoi occhi ed il suo sguardo che lo rendevano sempre più simile ad un Angelo del Rinascimento,le sue frasi e il suo indimenticabile modo di recitare,di improvvisare,di cantare,sono entrate ormai nella leggenda,come la sua morte presunta,come la sua tomba al Pere Lachaise,meta di continui pellegrinaggi.
Con lui,i Doors erano capaci di trasformare un concerto rock in una dissacrante performance teatrale,una seduta spiritica,un viaggio attraverso le porte della percezione.
Essi hanno tracciato una linea di confine,una twilight zone,un segmento virtuale tra il vecchio ed il nuovo, un termine di paragone,un qualcosa con cui inevitabilmente ci si confronta, un riferimento a cui ci si ispirerà di fatto per descrivere musicalmente un nuovo gruppo:
da lì in poi,noi diremo : “tastiere alla Doors”,“atmosfere alla Doors”, “voce alla Jim Morrison”...
ed era il 1967.
Quei riferimenti vocali,quel modo di cantare,quelle reminescenze doorsiane,diventeranno poi fertile substrato per la New Wave tutta,e le ritroveremo inevitabilmente nella musica dei Joy Division,di Nick Cave,dei Suicide,di Siouxsie and the Banshees,dei Sound ed in molti altri...
i Doors non sono una leggenda del rock.
i Doors sono
LA LEGGENDA.
Jim Morrison è entrato nel pantheon dei belli e dannati insieme a James Dean,Ian Curtis,Jeff Buckley...
Essi stanno alla musica rock come Mozart alla classica,come la Callas alla lirica.
Sono e saranno sempre una parte di me.
La musica,la magia,il mito,
sono racchiusi in questi undici brani
raccolti nel primo,memorabile album.
Break On Through,velato inno all’ LSD e alle sostanze stupefacenti,
Soul Kitchen,dedicata ad un piccolo ristorante “soul food” di un’amica,
The Crystal Ship,dolcissima romantica canzone che suona davvero come una vera e propria poesia.
La voce di Jim che rimbomba nell’aria come un angelo in volo,con quell’organo nuziale.
Twentieth Century Fox,la regina affascinante,la volpe del ventesimo secolo che ha il mondo rinchiuso dentro una scatola di plastica
Alabama Song,tratta da un’opera di Brecht-Weill ambientata nella Germania nazista,
Light My Fire,bellissima anche nella versione 45 giri in cui è stata tagliata il lungo assolo di chitarra e tastiere.
Un geniale intro di tastiera quasi carnevalesca,un telaio immaginario su cui tessere intricate improvvisazioni jazzistiche in concerto,un testo da scrivere a caratteri cubitali nel cuore di tutti gli adolescenti e non solo.
Una delle canzoni in assoluto che puo’ vantare il più alto numero di covers.
Come dimenticare l’assolo di Ray nel mezzo di Light My Fire?,ormai davvero una leggenda.
E quel passaggio memorabile in cui l’organetto lascia il posto alla chitarra di Robby Krieger?
assolutamente fantastico.
Quanti ragazzi di quante generazioni si sono ritrovati almeno una volta nella vita nel testo di quella canzone?
quanti fuochi nel cuore avrà acceso Jim Morrison?
e Dio solo sa quante volte ho spostato il balance dell’amplificatore tutto a dx o tutto a sx per godere alternativamente solo dell’organo e della chitarra mixati a dx,o della batteria e del piano-basso totalmente riversati a dx.
Così si chiude la prima,stupenda facciata.
La side b,un po’ più oscura e lugubre,più intimista e d’atmosfera...
Back Door Man,un blues lento,la canzone durante la quale avvenne il suo primo arresto on stage,
I Looked You,con quel finale trabocchetto in cui la canzone sembra finire per poi ricominciare
per un ritornello ancora...
End Of The Night,ispirata al racconto Journey To The End Of The Night, del francese Celine,apologista del nazismo,
Take It As It Comes,dedicata al guru Maharishi Yogi,e dulcis in fundo,il capolavoro:
The End,
con quell’inizio da antologia :
chitarra,charleston,basso,cimbalino,voce:
“this is the end,beautiful friend...”
cos’altro si puo’ aggiungere?
The End come soundtrack di Apocalypse Now, il capolavoro di Coppola che ha fatto il giro del mondo immortalando per sempre (se mai ce ne fosse stato bisogno) le note di quella canzone.
Come dimenticare le pale degli elicotteri americani impiegati in Vietnam che volteggiano con The End in sottofondo?
Come non ricordare il momento topico di tutto il film,con The End che accompagna, in un indissolubile binomio musica-immagini (Vittorio Storaro : sei un mito), la scena in cui il tenente Willard porta a termine la sua missione (l’ultima),decapitando il colonnello Kurtz, “ponendo fine al suo comando” ?
The End,il capolavoro consegnato ai posteri.
The End,col suo testo edipizzante.
The End,il simulacro della musica rock.
The End,my only friend.
possiamo spegnere le luci,ora.





ps:la versione in CD cartonata rimasterizzata dai nastri originali contiene alcune “espressioni” vocali di jim morrison facilmente distinguibili in break on through e the end,censurate all’epoca.

mirkosv@ro
00sabato 30 aprile 2005 15:05
...interessante, Lion...alcuni passaggi sono molto acuti....anzi, gli elementi di "rottura" apportati dai Doors forse meriterebbero d'essere sottolineati anche di più. [SM=x125620]
-Vertigo-
00sabato 30 aprile 2005 16:55
Bella recensione, mi piacciono queste osservazioni.
Un album che porterei con me sull'isola senza esitazione alcuna.

Riguardo a The End, spesso la leggo in chiave completamente superomistica: l'uomo che uccide colui che l'ha creato, dio. Non ha caso Coppola, in Apocalypse Now, userà il brano proprio per sottolineare l'uccisione del "dio" Kurtz. E leggendo il libro di Conrad, non avrei altra colonna sonora nella testa.
E poi, alla frase "this is the end, my only friend, the end", serve aggiungere qualcosa? tutte le altre scritte in musica, per assurdo, potrebbero anche scomparire.


[Modificato da -Vertigo- 30/04/2005 17.23]

-Vertigo-
00sabato 30 aprile 2005 17:36
ps
quasi dimenticavo:
a proposito di The End... cosa ne pensate della superba versione live che ci regala Nico?
lion in a cage
00lunedì 2 maggio 2005 12:16
la versione live di nico è una delle piu' carismatiche,proprio come lei,del resto..
consiglio l'ascolto della sua chicca nello splendido live 1 june 1974,con il mai troppo citato kevin ayers (tra gli altri).
riguardo il re lucertola,il complesso edipico era uno dei suoi punti di forza nei suoi concerti,e rendeva molto bene dal vivo.
in effetti il film rappresenta bene questo passaggio e questa analogia che in pochi hanno saputo cogliere.
il singolo fu riedito per l'occasione con il rumore delle pale dell'elicottero come intro.
ottimo il film,altrettanto bello il libro,specialmente nella versione con testo a fronte.
cià
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 22:36.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com