UN BEL RACCONTO

Jon Konneri
00giovedì 16 settembre 2010 13:08
«Mi riconosci?»
Nel 1857 uno spaventevole terremoto di strusse molti paesi del Napoletano e della Basilicata. Un operaio, per incarico dei suoi compagni di lavoro, si mise in cammino verso Latronico per vedere quali danni fossero av venuti in quel paese.

Strada facendo fu raggiunto da un sacer dote dall'aspetto venerando, cinto da una fa scia di lucido cuoio, e con un rosario nelle mani. Il sacerdote lo salutò e, dopo avergli dato uno sguardo, gli disse:

- Mi riconosci?

L'altro, non rammentandosi di averlo mai vi sto, gli rispose di no. E allora il prete gli ripeté che lo aveva conosciuto di persona, quantun que da gran tempo: e chiestogli dove andasse e a qual fine, avutane risposta, lo assicurò che a Latronico il terremoto non aveva prodotto danno alcuno. Quindi gli parlò del male che fanno gli operai a lavorare di festa, gli racco mandò vivamente di astenersene, e dopo aver gli dato altri saggi consigli, disparve.

All'improvvisa sparizione l'uomo rimase stupito, e riandando col pensiero alle parole, alle movenze, al viso del sacerdote scompar so, si ricordò che circa trent'anni prima egli lo aveva davvero conosciuto, gli aveva parlato e, come vetturale, lo aveva trasportato dopo la quaresima predicata a Latronico. Era pro­prio lui.

C. Sica, Il Venerabile Domenico Lentini, Grottaferrata 1931, p. 189.

Jon Konneri
00giovedì 16 settembre 2010 13:10
Sapevo di parlare con un morto»

Domenico Sparpaglione, nella sua biografia del Beato Luigi Orione, narra quanto segue (tralascio alcuni tratti secondari):

«Mauro Montagna e il Diverso Compagno: Un fiore di santità e un esempio ammonitore. Due nomi indissolubilmente legati negli annali di "Santa Chiara".

Don Orione chiamava il primo il suo Domenico Savio. Andò a casa ammalato e volò al Cielo. Poco tempo dopo la sua morte don Orione ha una visione straordinaria. È prossima la mezzanotte del sabato 30 gennaio 1897 e nella cucina del collegio di Santa Chiara il Beato, seduto, la testa appoggiata a un tavolo, riposa. Poco discosto da lui è don Sterpi, ancora diacono, che sta terminando la recita dell'ufficio divino. A un certo punto don Orione si scuote di soprassalto e grida come spaventato:

- Montagna, Montagna!

- State buono, state buono - osservò con l'a bituale calma don Sterpi.

- Mauro Montagna! - insistette don Orione. - Ma lasciatemi dire l'ufficio. Avete sognato. - No, no, era lì, Montagna.

Gli era apparso vestito di bianco, in un nim bo di luce solare sollevato da terra, e mostra va ai suoi piedi una tomba chiusa di fresco, la sua, e altre due aperte. E additando una di queste aveva esclamato: martedì, martedì.

Il giorno dopo don Orione parlò ai giovani dell'avvenimento che Dio gli mandava a mezzo del loro angelico compagno Mauro Montagna, e alla sera li invitò alla recita di un Pater Ave Gloria per il primo dei presenti destinato a la sciare questa vita.

Tra gli astanti c'era il Diverso Compagno, alunno della terza ginnasiale, molto sviluppa to nella persona, un fegataccio si direbbe oggi, non troppo proclive alla pietà e che dava del buon filo da torcere ai superiori.

Il lunedì seguente, durante la scuola, don Sterpi interroga tra gli altri, per puro caso, il Diverso Compagno, il quale non risponde a do vere e dichiara: "Mi sento male".

Si manda per il medico che subito accorre e avverte che il male è grave.

Il malato va peggiorando. Preso da forti smanie dava in convulsioni e quando giunse la mamma e si chinò su di lui piangendo, per ba ciarlo e asciugargli il sudore, ne ebbe un terri bile morso alla guancia. Martedì 2 febbraio: ver so la mezzanotte, l'ora in cui Mauro Montagna era apparso a don Orione, cessava di vivere. Il cadavere irrigiditosi prese aspetti terrificanti e il volto annerì. Fu sepolto al paese nativo, Mornico Losana, in una giornata di bufera e di neve».

Il biografo prosegue: «Capitato per una missione religiosa in un paese alpestre della dio cesi di Tortona dov'era parroco uno zio del "Diverso Compagno", vivamente lo pregai di mettermi a disposizione quanto possedeva de gli scritti di suo nipote, dei suoi parenti e di don Orione; e con grande sorpresa mi imbattei in un documento di capitale importanza. È una lettera straordinaria scritta da don Orione cir ca otto mesi dopo la vicenda narrata.

Ecco il testo: "Carissimo don De Filippi, non sono 10 minuti dal momento che le scrivo che in questa stessa stanza dove le scrivo mi so no trattenuto per circa mezz'ora col suo nipote De Filippi Felice il quale, per disposizione del Signore, e per mio avvertimento e consola zione, è venuto a trovarmi. Io sapevo di par lare con un morto ed ero conscio di me come ora che le scrivo e mi ha parlato di varie cose e mi ha avvertito su alcune disposizioni da prendersi in Collegio.

Caro don De Filippi, oh sono tanto conso lato! non sono 15 minuti fa che egli era con me, e io niente agitato, ma così in pace e così tranquillo: - egli pregherà per noi, ma noi dobbiamo pregare ancora per lui: gli volevo toccare la mano, ed egli da principio sembra va che non volesse, ma poi l'ho toccato e gli so no andato proprio vicino e ho toccato la sua pelle, e in quel momento mi ha dato un grave avviso per le confessioni dei giovani. Oh sono tanto contento! non era niente patito: solo aveva gli occhi così belli come gli occhi di uno che è innocente!...

Questa lettera è riservata a lei e alla sua fa miglia per loro conforto. Felice prega molto per noi: siamo consolati... Tortona, 25 settembre 1897"».

D. Sparpaglione, Il beato Luigi Orione, Edizioni Paoline, 19808, pp. 99-104.

Jon Konneri
00lunedì 27 settembre 2010 13:04
Pregate per me
Un Sacerdote mi diceva: Sono vecchio. Ho viaggiato in Europa, in Asia ed in Africa. Ho conosciuto tanti Religiosi e Prelati; ma l'uomo più santo che io ab bia avvicinato è stato Monsignor Maren go. - Chi era costui?... Il Vescovo della Diocesi di Carrara. Per il molto lavoro a bene del prossimo, forse abbreviò i suoi giorni ed il 22 ottobre 1921 moriva, com pianto dai fedeli e chiamato « santo » innanzi tempo.

Erano trascorsi sette anni ed il Rev.mo Don Fascie, membro del Consiglio Supe riore dei Salesiani, venuto a Trapani nel 1929, così mi narrava:

- Si è verificata in questi ultimi mesi un'apparizione, di Mons. Marengo. Nel l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatri ce, a Nizza, verso l'imbrunire, la Suora Portinaia era nel cortile. Il portone era chiuso. Con sua meraviglia vide sotto i portici, a passeggiare, un Reverendo slan ciato nella persona, ma col capo chino e meditabondo.

- Ma chi sarà costui? - si domandò la Suora. - E come sarà entrato, se il portone è chiuso? -

L'avvicinò e riconobbe Mons. Marengo. - Eccellenza, e voi qui?... Non siete morto?...

- Mi avete lasciato in Purgatorio!... Ho lavorato tanto in questo Istituto e non si prega più per me!

- In Purgatorio?... Un Vescovo così santo?...

- Non basta esser santi davanti agli uomini; bisogna essere tali davanti a Dio!... Pregate per me!... - Ciò detto, sparì. -

La Suora corse ad informare la Diret trice e l'indomani tutte e due si dires sero alla volta di Torino, per narrare il fatto al Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Filippo Rinaldi, oggi Servo di Dio.

Don Rinaldi indisse pubbliche preghie re nel Santuario di Maria Ausiliatrice, onde intensificare i suffragi.

Dopo una settimana Mons. Marengo riapparve nello stesso Istituto, dicendo: Sono uscito dal Purgatorio!... Ringrazio della carità!... Prego per voi! -
Jon Konneri
00lunedì 27 settembre 2010 13:08
Da quarant'anni sconto
Il seguente episodio avvenne nel Mo nastero di San Lorenzo in Montefalco, Archidiocesi di Spoleto, ove vive una Co munità di Suore Clarisse; l'apparizione, o meglio la manifestazione, si ripetè ven totto volte; ebbe inizio il 2 settembre 1918 e si chiuse il 9 novembre 1919. Emi nenti personaggi, tra cui Cardinali,Ve­scovi e medici primari, fecero il proces so nel tribunale ecclesiastico e si con cluse: E' una vera manifestazione d'ol tre tomba! -

Le Suore di Clausura per mettersi in relazione con persone secolari, parlano, attraverso la ruota.

Suor Maria Teresa di Gesù, Abbadessa del Monastero, il 2 settembre 1918, udito il suono del campanello, si presentò alla ruota. Udì una voce gentile, ma mesta: Devo lasciare qui questa offerta. - Ser ve per qualche Messa o per preghiere? - Senza alcun obbligo. - Se è lecito, lei chi è? - Non occorre saperlo! -

Non si sentì altro, neppure il rumore dei passi. Sulla ruota era un biglietto di lire dieci. Il fatto si ripetè diverse volte, sempre con le stesse circostanze.

Sospettandosi qualche cosa di strano, si vigilò che tutte le porte esterne fosse ro ben chiuse e si controllassero i vari ambienti. Si ripeteva il suono del cam panello, la voce mesta e la solita offerta e tutto ciò anche a notte inoltrata. Alle volte andavano alla ruota tre o quattro Suore; una volta erano presenti parec chi Sacerdoti.

L'Abbadessa, istruita sul modo di com portarsi, un giorno chiese: In nome di Dio, chi sei? - Non è ancora permesso dirlo. Sono la solita persona. - L'offerta che lei lascia, io non la piglio! - No, la prenda; è una misericordia! Serve a sod disfare la Divina Giustizia. -

Il 3 ottobre, verso le nove di sera, do po il suono del campanello, la Suora co sì parlò: Io temo che quanto accade sia uno scherzo del demonio! - No; sono un'anima del Purgatorio; sono Sacerdo te; da quarant'anni sconto per avere dis sipati beni ecclesiastici. - Erano di que sto Monastero tali beni? - No; ma ho il permesso di portarli qui. - E dove li prende? - Il giudizio di Dio è giusto! - Ma temo che non sia un'anima del Purgatorio! - Vuole un segno? - Per carità; ho paura!... Con le offerte che lei ha portato, ho fatto celebrare tante Mes se. Se una sola Messa può liberare un'a nima, come mai lei non è libera? - Di queste Messe a me giunge la minima par te. -

Si celebrarono altre Messe; in

tutto trentotto. Nel frattempo si ripetevano i suoni di campanello e le richieste dell'a nima, anche qualche ora dopo la mezza notte. L'ultima Messa fu celebrata nella Chiesa del Gesù in Roma da Padre Luigi Bianchi, Gesuita.

Alle quattro del mattino, il 9 novem bre 1919, ci fu l'ultima manifestazione. La voce era lieta: Sia lodato in eterno Gesù e Maria! Sono già uscito dal Pur gatorio. Ringrazio coloro che mi hanno aiutato e pregherò per tutti! –
Jon Konneri
00domenica 2 gennaio 2011 19:44
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