Ufficio Immigrazione

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
stella rossa
00lunedì 23 giugno 2008 19:26
Questa mattina sono stata all'ufficio immigrazione.
volevo semplicemente qualche informazione e non sapevo neanche se quello fosse il luogo deputato a tale scopo.
una quarantina di persone, un caldo bestiale. una quarantina di persone davanti al bancone, per essere precisi. dietro nessuno.
vado per prendere il numero, un ragazzo cingalese mi sorride e mi dice che non esiste nulla di simile. le persone sono semplicemente ammassate l'un l'altro davanti al bancone aspettando un segno. mi ammasso pure io. inizio a discutere con un tipo. deve fare venire per due settimana la figlia minorenne in italia, gli manca soltanto una dichiarazione, non c'è nessuno che gli spiega l'iter necessario. è lì dalle cinque del mattino per un semplice sì o no, sono le undici e c'è un caldo bestiale, e lì non c'è neanche un mozzico di ventilatore. il tipo mi dice: lo sai da dove vengo io? sono rumeno.
rimango senza parole, la romania è in ue, io ho viaggiato in lungo e largo l'europa e mai sono stata trattata in quel modo, come un essere umano di serie b. io gli dico: "ma se io volessi andare in romania non avrei bisogno di nessun permesso..." mi fa un cenno di assenso con la testa, mi sento in profondo imbarazzo.
Per una decina di minuti anch'io sono stata parte di una massa di poveracci trattati al pari delle bestie, disorientati sia per la naturale ignoranza degli iter burocratici che per le difficoltà linguistiche. gli impiegati stavano davanti a noi dietro il vetro, parlavano al telefono, chiacchieravano cordialmente fra loro, bevevano il caffé o semplicemente fissavano il vuoto.
ma non davano conto a nessuno. a volte si avvicinava una poliziotta e diceva: tu, torna la prossima volta, tu, ti manca questo, da domani sei senza permesso di soggiorno, tu ma non hai capito quello che ti ho chiesto, mi serviva tale cosa, portamela...
io dovevo solo chiedergli se quello era il fottutissimo ufficio giusto a cui rivolgermi, ma c'era una valanga di persone prima di me, e in cuor mio non mi sentivo neanche di scavalcarli, non era un mio diritto.
agisco d'istinto, entro dove non sarei potuta entrare e chiedo alla tipa che prima fissava il vuoto: ho bisogno solo di sapere se questo è l'ufficio di cui ho bisogno, a chi posso chiedere- la tipa si altera- c'è una signora che dà informazioni al banco - non mi pare, sta soltanto mandando via un mare di gente - tizia, non stai dando informazioni? - dice all'atra - si ovvio (come no) - esco incazzatissima...ma alla fine io sono pur sempre un essere umano che per l'essenza mistica di essere italiana gode di più diritti rispetto alla miriade di disgraziati che mi stavano attorno, ovvero il diritto di essere trattata come una persona, non come un essere inferiore indegno di stare al mondo, almeno in questo mondo italiano.
magicamente si apre un varco davanti a me e mi ritrovo davanti "alla tizia che dà informazioni". mi rendo conto che dovevo dismettere subito i panni dell'antipaticona, perché nonostante le avessi messo sotto il naso il certificato di rifugiato del mio amico iraniano, mi stava liquidando dicendomi di andare al patronato. mi stampo in faccia l'espressione della pietà di michelangelo produco una lacrimuccia e sbotto: devo fare venire questa persona in italia, è iraniano e ha l'asilo in turchia, è in serio pericolo di vita perché rischia di essere rapito dalla polizia segreta del SAVAK. non devo fare nessuna assunzione, devo soltanto sapere come farlo venire qui. la tipa è mortificata, mi dice che non è colpa sua e che mi farà parlare con chi è di competenza, la gente che è attorno a me mi danno pacche sulle spalle e cercano di tirarmi su il morale.
io sono pur sempre una cittadina, mica cazzi, vengo addirittura portata nell'ufficio di due dirigenti, trattamento lusso extra.
mi rendo subito conto che devo inventare qualche balla, sennò mi prendono per pazza: non posso certo dirgli che sto cercando di aiutare un compagno perseguitato perché marxista-leninista, nè che sono mossa da spirito di solidarietà e di appartenenza. "E' il mio fidanzato, l'ho conosciuto in Turchia", la mia faccia è sempre quella del capolavoro di michelangelo, la loro è compassionevole. ma sbattimenti di ciglia e occhi lucidi non bastano, lex dura sed lex. può soltanto venire con un visto turistico per tre mesi, poi dovremmo sposarci o dovrebbe ingravidarmi "ma stia attenta perché queste persone sono intelligenti tenderà a strumentalizzarla utilizzando la sua storia personale". lui è stato sei volte in carcere, sei volte sotto tortura, e ha solo 28 anni, ma non mi ha mai, mai e poi mai fatto cenno a queste sue vicessitudini. evita l'argomento e basta.
io cerco altre scappatoie, gli dico cosa mi hanno riferito gli altri enti a cui mi sono rivolta, ma non c'è niente da fare. o l'anello o caco il pupo. ipotesi irreale.
vado via.
ero entrata dalla porta secondaria della questura, ora esco dalla porta principale.
Conte Von Stauffemberg
00lunedì 23 giugno 2008 22:24
Re:
stella rossa, 23/06/2008 19.26:

Questa mattina sono stata all'ufficio immigrazione.
volevo semplicemente qualche informazione e non sapevo neanche se quello fosse il luogo deputato a tale scopo.
una quarantina di persone, un caldo bestiale. una quarantina di persone davanti al bancone, per essere precisi. dietro nessuno.
vado per prendere il numero, un ragazzo cingalese mi sorride e mi dice che non esiste nulla di simile. le persone sono semplicemente ammassate l'un l'altro davanti al bancone aspettando un segno. mi ammasso pure io. inizio a discutere con un tipo. deve fare venire per due settimana la figlia minorenne in italia, gli manca soltanto una dichiarazione, non c'è nessuno che gli spiega l'iter necessario. è lì dalle cinque del mattino per un semplice sì o no, sono le undici e c'è un caldo bestiale, e lì non c'è neanche un mozzico di ventilatore. il tipo mi dice: lo sai da dove vengo io? sono rumeno.
rimango senza parole, la romania è in ue, io ho viaggiato in lungo e largo l'europa e mai sono stata trattata in quel modo, come un essere umano di serie b. io gli dico: "ma se io volessi andare in romania non avrei bisogno di nessun permesso..." mi fa un cenno di assenso con la testa, mi sento in profondo imbarazzo.
Per una decina di minuti anch'io sono stata parte di una massa di poveracci trattati al pari delle bestie, disorientati sia per la naturale ignoranza degli iter burocratici che per le difficoltà linguistiche. gli impiegati stavano davanti a noi dietro il vetro, parlavano al telefono, chiacchieravano cordialmente fra loro, bevevano il caffé o semplicemente fissavano il vuoto.
ma non davano conto a nessuno. a volte si avvicinava una poliziotta e diceva: tu, torna la prossima volta, tu, ti manca questo, da domani sei senza permesso di soggiorno, tu ma non hai capito quello che ti ho chiesto, mi serviva tale cosa, portamela...
io dovevo solo chiedergli se quello era il fottutissimo ufficio giusto a cui rivolgermi, ma c'era una valanga di persone prima di me, e in cuor mio non mi sentivo neanche di scavalcarli, non era un mio diritto.
agisco d'istinto, entro dove non sarei potuta entrare e chiedo alla tipa che prima fissava il vuoto: ho bisogno solo di sapere se questo è l'ufficio di cui ho bisogno, a chi posso chiedere- la tipa si altera- c'è una signora che dà informazioni al banco - non mi pare, sta soltanto mandando via un mare di gente - tizia, non stai dando informazioni? - dice all'atra - si ovvio (come no) - esco incazzatissima...ma alla fine io sono pur sempre un essere umano che per l'essenza mistica di essere italiana gode di più diritti rispetto alla miriade di disgraziati che mi stavano attorno, ovvero il diritto di essere trattata come una persona, non come un essere inferiore indegno di stare al mondo, almeno in questo mondo italiano.
magicamente si apre un varco davanti a me e mi ritrovo davanti "alla tizia che dà informazioni". mi rendo conto che dovevo dismettere subito i panni dell'antipaticona, perché nonostante le avessi messo sotto il naso il certificato di rifugiato del mio amico iraniano, mi stava liquidando dicendomi di andare al patronato. mi stampo in faccia l'espressione della pietà di michelangelo produco una lacrimuccia e sbotto: devo fare venire questa persona in italia, è iraniano e ha l'asilo in turchia, è in serio pericolo di vita perché rischia di essere rapito dalla polizia segreta del SAVAK. non devo fare nessuna assunzione, devo soltanto sapere come farlo venire qui. la tipa è mortificata, mi dice che non è colpa sua e che mi farà parlare con chi è di competenza, la gente che è attorno a me mi danno pacche sulle spalle e cercano di tirarmi su il morale.
io sono pur sempre una cittadina, mica cazzi, vengo addirittura portata nell'ufficio di due dirigenti, trattamento lusso extra.
mi rendo subito conto che devo inventare qualche balla, sennò mi prendono per pazza: non posso certo dirgli che sto cercando di aiutare un compagno perseguitato perché marxista-leninista, nè che sono mossa da spirito di solidarietà e di appartenenza. "E' il mio fidanzato, l'ho conosciuto in Turchia", la mia faccia è sempre quella del capolavoro di michelangelo, la loro è compassionevole. ma sbattimenti di ciglia e occhi lucidi non bastano, lex dura sed lex. può soltanto venire con un visto turistico per tre mesi, poi dovremmo sposarci o dovrebbe ingravidarmi "ma stia attenta perché queste persone sono intelligenti tenderà a strumentalizzarla utilizzando la sua storia personale". lui è stato sei volte in carcere, sei volte sotto tortura, e ha solo 28 anni, ma non mi ha mai, mai e poi mai fatto cenno a queste sue vicessitudini. evita l'argomento e basta.
io cerco altre scappatoie, gli dico cosa mi hanno riferito gli altri enti a cui mi sono rivolta, ma non c'è niente da fare. o l'anello o caco il pupo. ipotesi irreale.
vado via.
ero entrata dalla porta secondaria della questura, ora esco dalla porta principale.



Per una decina di minuti anch'io sono stata parte di una massa di poveracci trattati al pari delle bestie, disorientati sia per la naturale ignoranza degli iter burocratici che per le difficoltà linguistiche. gli impiegati stavano davanti a noi dietro il vetro, parlavano al telefono


ti meravigli? dal 1983,anno in cui mi sono stabilito definitivamente in Italia,ho perso il conto delle volte che sono stato scambiato per un extracomunitario,l'ultima volta è stata all'agenzia delle entrate,quella volta l'impiegata è stata fortunata,non gli ho rovesciato il tavolo addosso [SM=x584429]
per quel ragazzo la cui sorte ti sta tanto a cuore,non la vedo bene,lo status di rifugiato politico,è molto inflazionato,per cui è molto difficile,se non impossibile che ti credano


zobmie
00martedì 24 giugno 2008 07:59
Tutta la mia solidarietà al ragazzo ed alla tua impresa.

Comunque, per consolarti, ieri sono andato in un ufficio postale a ritirare un pacchetto ed ho fatto 52 minuti di coda (giuro! ho l'orario in cui ho ritirato il biglietto per la prenotazione).
Sedili d'attesa tutti occupati, ventilatori o aria condizionata zero, mugugni di chi era in attesa ma, soprattutto, facce di impiegati incantate sia di quelli allo sportello (solo due) che quelli gironzoloni e chiacchieroni nelle retrovie.
Ed io che meditavo amaramente sui monopoli (la posta è pressochè un monopolio), sulle imprese di stato o assimilabili (lavorare bene o alla carlona è uguale quindi "lavoriamo" - si fa per dire - come ci pare) e sulla massa di fancazzisti e menefreghisti che, con la nostra benedizione o indifferenza, affossano l'Italia e affliggono gli italiani.

[SM=x584438]

Alaude
00mercoledì 25 giugno 2008 17:24
Il rapporto di Stella Rossa mi ha fatto ricordare uguale uguale, il Consolato Generale d'Italia a San Paolo del Brasile. Pure lá c'è il carabiniere. Che ci parla in portoghese.
eptadone
00domenica 6 luglio 2008 05:08
a me nella mia città in Italia mi han fermata diverse volte
forse pensando che fossi una russa o una polacca.
Poi anche se non avevo con me la carta d'identità ma parlavo
correttamente italiano e mostravo la tessera arci si scusavano.
che robe.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 14:46.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com