candidature sinistre
Pasquino: nei Ds candidati incompetenti
Angius e Mussi non hanno alcun merito
Sono le 9 del mattino a Washington e il professor Gianfranco Pasquino - politologo di rango, collaboratore della casa editrice Il Mulino , editorialista del quotidiano l’Unità - è nel suo ufficio: lì nella capitale degli Stati Uniti sta tenendo una serie di lezioni presso la prestigiosa «School of advanced international studies», lezioni che cerca di conciliare con l’attività di ricerca della «Brookings institution». Le sue giornate, racconta, scorrono con immaginabile e interessante ripetitività, appena increspate dalle notizie - «soprattutto chiacchiere e retroscena, indiscrezioni e sorprendenti verità» - che gli giungono dall’Italia coinvolta - «o sconvolta?» - dalla campagna elettorale. Ieri, sull’ Unità , c’era un suo commento dal titolo eloquente: «La candidatura premio di fedeltà». A leggerlo, sembra che lei sia rimasto piuttosto colpito da certe scelte del centrosinistra...
«Sorpreso è un termine riduttivo».
Allibito?
«Allibito, ecco, mi sembra più appropriato».
Cos’è che la stupisce così tanto?
«Il fatto che la selezione delle candidature e la nomina dei possibili parlamentari abbiano risposto a un criterio quasi esclusivo e sovrastante».
Quale?
«Il premio alla fedeltà politica assoluta e, dunque, al conformismo passato e futuro che garantisce la riselezione alla prossima tornata, pur nella conoscenza e nel rispetto di quella regola eminentemente burocratica del limite delle due legislature, che non ha nulla a che vedere né con la competenza, né con il Partito prossimo venturo di cui, qui dagli Stati Uniti, sento tanto parlare...».
Il partito Democratico, professore...
«Democratico in che senso?».
Lei parla, evidentemente, di competenze inesistenti e di meriti, invece, ingiustamente riconosciuti, di meccanismi burocratici che portano alla riconferma obbligatoria... Può fare esempi?
«Lei mi sta chiedendo nomi? Lei vuol farmi litigare con qualcuno? Lei forse crede che io resterò a insegnare a Washington per il resto dei miei anni?».
Professore, qualche esempio, solo qualche esempio...
«Beh, allora prendiamo Fabio Mussi».
Prendiamo Mussi.
«Di cosa sarebbe specialista? Quale straordinaria competenza ha dimostrato per essere così considerato un autentico "intoccabile"?».
Mussi è un diessino di lungo corso, guida una corrente che...
«Ecco, appunto. Guida una corrente. Credo la chiamassero Correntone, la cosiddetta "sinistra dei Ds". Bene. Questo dimostra che se viene rieletto così sistematicamente, in modo così ineluttabile, è solo merito del potere che ha. E non è il solo».
Prego, professore.
«Un altro nome?».
Un altro.
«Gavino Angius. Va bene, è il capogruppo alla Camera dei Ds... ma cos’ha fatto di così meritevole? Niente. Ha il solo vantaggio di essere riconosciuto come un capo. Un capo, per quanto ne so, anche irascibile... infatti temo che dopo queste mie dichiarazioni sarà furibondo... Vado avanti?».
Se ha altri nomi...
«Ne ho trenta, quaranta... Vogliamo parlare di Massimo Villone?».
Docente come lei, presidente della Commissione affari costituzionali...
«E poi? Oltre ad aver scritto un libro con Cesare Salvi, uomo politico che stimo, cosa resta di Massimo Villone?».
Lei, professor Pasquino, sta implicitamente muovendo critiche assai pesanti ai massimi dirigenti dei Ds, al presidente e al segretario, a D’Alema e a Fassino, che sulle candidature, ovviamente, hanno avuto l’ultima parola.
« Questa legge elettorale proporzionale, che blocca le liste, conferisce, nei fatti, un potere eccezionale ai grandi capi del partito. Io suggerisco solo di disciplinare questo potere».
Lei chiede regole per stabilire le candidature?
«Regole. Come stabiliamo chi è competente e chi no? Chi fornisce al partito e, di conseguenza, a un eventuale governo, capacità e conoscenza? Il potere non può essere l’unico discriminante».
Lanfranco Turci se ne è andato.
«Il mio amico Lanfranco ha fatto bene. Lui, uno bravo, esperto, con una professionalità politica storicamente accertata, era stato fatto fuori dalle liste: era giusto? E poi...».
Poi cosa?
«Gli hanno proposto un eventuale incarico da sottosegretario... Ma a cosa? E cos’è questo mercato? Uno del livello di Turci poteva piegarsi a tutto questo?».
Ci sono state chiacchiere anche su Anna Serafini (Ds), consorte di Piero Fassino, e su Linda Lanzillota (Margherita), sposata con Franco Bassanini ...
«Nel mio editoriale sull’ Unità parlo di "ricongiungimenti familiari in Parlamento"... Non mi faccia aggiungere altro, tanto poi già immagino l’ira di Fassino, che mi chiama, che mi devo cuccare solo quando è arrabbiato...».
Offensiva di Codacons-Dc. Il governatore Loiero regista dell’operazione
Unione, nella lista dei «ribelli» entrano Sgarbi e Catizone Cossiga: iniziativa coraggiosa
L’ex sottosegretario: sono un estremista di centro
ROMA - Notizia Ansa di mercoledì 1 marzo, ore 20.37: «Movimento per l’autonomia, Sgarbi in lista in tre regioni». Notizia Ansa di venerdì 3 marzo, ore 16.02: «Sgarbi, accetterò candidatura offerta da Craxi». Notizia Ansa di sabato 4 marzo, ore 16.18: «Lista Consumatori-Dc, anche Sgarbi tra i candidati». Stargli dietro, non è mai stato facile. Neanche adesso: «Pronto? (un attimo, ferma l’auto...). La mia candidatura? Quale delle numerose? (lì, fammi vedere quella chiesa lì...). Sto andando a Macerata, mi hanno preso in lista, ma non devo farmi vedere troppo... Sì, fino a ieri mattina stavo nel centrodestra ed ero il fiore all’occhiello degli autonomisti siciliani di Lombardo. Poi mi ha chiamato Bobo Craxi e ha annunciato la mia candidatura nel centrosinistra, senza che io l’autorizzassi. In quel momento però stavo in casa di un’eminente personalità e c’è stato questo colpo d’intuito: abbiamo chiamato Prodi, abbiamo messo il mio destino in mano a lui. Lo staff mi ha contattato subito: "Sa, il Professore dice che lei è puro genio e sregolatezza...". Così sono entrato in quest’altra lista: in tutt’Italia, corro alla Camera per il centrosinistra. Col Codacons. Con la Dc di Pino Pizza. E con le liste civiche di Agazio Loiero».
Sgarri quotidiani. Piovono petali, dalla Margherita. E sopra ci saltano gl’impresentati dell’ultima ora. Vittorio Sgarbi, l’ex sottosegretario impallinato dai berlusconiani. Eva Catizone, l’ex sindaco di Cosenza abbattuto dal centrosinistra. Agazio Loiero, il governatore della Calabria che raduna i ribelli «contro il colonialismo della politica», compila le liste dei dissidenti assieme al movimento consumatori e agli scudocrociati, se ne infischia degli appelli unionisti di Fassino e Rosy Bindi. «Grande atto di coraggio», è la benedizione di Francesco Cossiga, in una lettera dove attacca «i leader che non possono pensare di prendere a calci nel culo, dopo Loiero, anche gli altri».
L’obbiettivo dell’alleanza Codacons-Dc-Loiero è scavallare il due per cento: «Craxi non è neanche il migliore dei perdenti - dice Sgarbi -. Noi invece facciamo il pieno in Calabria e dappertutto possiamo giocarcela contro Mastella. Con un vantaggio: lui al Nord non prende un voto». La campagna acquisti è porta a porta: «A Roma, io abito al 141 e Pino Pizza al 142. Ci conosciamo da una vita, m’è bastato attraversare la strada». E dopo due anni cambiare finalmente la casacca, da Berlusconi a Prodi... «Ma io sono Sgarbi, un battitore libero, un estremista di centro. Faccio quel che voglio: in Parlamento, andrò a sedermi vicino a Di Pietro. Sono come Pannella, una contraddizione è inevitabile. Noi non possiamo chiuderci in uno schieramento. E col proporzionale, la questione non è più destra o sinistra. Di Pietro e Illy dicono cose di destra e stanno nel centrosinistra. Loiero stava con Casini e adesso è con Prodi. Follini odia Berlusconi eppure lo sostiene. Mastella odia Prodi eppure lo vota. Le nostre liste civiche e di consumatori non hanno vecchie targhe di partito, come Craxi o Mastella. E Prodi ci crede: non per niente, in Emilia si candida con noi il capo di Nomisma».
Berlusconi-Sgarbi: un amore finito? «I nostri rapporti sono ottimi. Ci abbracciamo e ci baciamo. Ma io rompevo i coglioni a troppi sconosciuti di Forza Italia. E lui non ha la forza di difendere le posizioni». Lo dice anche Calderoli... «A me Calderoli è simpatico. Ha fatto una provocazione marginale, le sue dimissioni sono state una dovuta formalità. In realtà, il primo atto d’amicizia vera verso Gheddafi l’ho fatto io con Grauso, nel 1998, quando abbiamo violato l’embargo aereo americano. E adesso Gheddafi dovrebbe essere più grato che arrabbiato». Anche il flirt coi «leghisti» siciliani di Lombardo è durato poco: «L’idea d’allearsi con la Lega è stata mia. Ma non così: finiranno male». E nel Codacons, che farà? «In Italia puoi avere in prestito un libro, ma non vedere un quadro senza pagare: chiederò musei gratis per tutti». Un programma moderato... «Io farei anche casino. Contro i costi degli aerei, contro le spremute a due euro e mezzo in autostrada. Ma il Codacons mi ha chiesto di non andare in tv: temono che la mia immagine sia scioccante, per i consumatori». Obbedirà? «Se è questo che vogliono, mi accontento di fare il prudente conservatore. Andrò in Calabria a incontrare una ragazza che si chiama Edvige ed è felice, almeno lei, di consumarmi».