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Il terrorismo spiegato ai ragazzi

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    |hyena|
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    00 16/04/2006 13:57
    Cari, visto che appartengo a quel piccolo gruppo di autolesionisti che nel tempo libero lavora (!) ho approfittato del ponticello pasquale per mettere mano a una cosetta che voglio condividere con voi.

    Sto collaborando alla stesura di un testo di geografia per il biennio delle scuole superiori, e uno dei temi di cui mi devo occupare è il terrorismo. L'idea è quella di dare un po' di background ai ragazzini perchè siano più consapevoli quando sentono parlare di terrorismo in TV...

    ...posto qui sotto il pezzo (lunghissimo, siete avvertiti). Tra un pochino mi toccherà toglierlo, perchè è vero che il libro esce il prossimo anno e che prima di allora interverranno modifiche, ma c'è pur sempre il copyright da rispettare e non voglio tirare la corda.

    Avvertenza: lo scritto è destinato a ragazzi di 14-15 anni, nel contesto di un libro di scuola. Quindi non mi dite che scrivo cose ovvie e semplicistiche, lo so già in partenza. [SM=g27763]

    ****************************************************************


    Nel settembre del 2001, circa tremila civili statunitensi persero la vita a seguito dell’attacco alle torri del World Trade Center di New York. L’evento suscitò reazioni molto forti non solo per l’elevato numero di vittime, ma anche perché si trattava della prima offensiva sferrata all’interno dei confini statunitensi da terroristi non americani. Governi, mezzi di comunicazione e privati cittadini esprimono oggi grande preoccupazione per le attività dei fondamentalisti islamici, persone di religione musulmana che interpretano i propri testi sacri in senso estremista e sostengono che la civiltà occidentale debba essere distrutta.

    Di fronte alla pesante presenza del terrorismo sia negli eventi storici sia nell’immaginario dei nostri tempi è importante comprendere che non è un fatto nuovo, e non è una pratica a cui ricorrono solo gli integralisti religiosi. Negli anni della Guerra Fredda, molte società si confrontarono con bande armate animate da progetti di eversione politica; in qualche paese, soprattutto nell’America del Sud, il problema è ancora attuale. Molti attentati sono mossi da rivendicazioni territoriali: l’organizzazione Terra e Libertà dei Paesi Baschi (ETA), che combatte per l’indipendenza delle popolazioni di lingua basca della Spagna settentrionale, ha rinunciato a usare le bombe solo nel marzo del 2006. In diverse circostanze le cause nazionaliste si fondono con quelle della fede; è il caso del gruppo Lashkar-e-Tayyba, attivo nella regione indiana del Kashmir, che usa la violenza per promuovere l’annessione al Pakistan delle aree a prevalenza musulmana. Non si deve dimenticare poi il cosiddetto “terrorismo di Stato”, praticato dai regimi totalitari nei confronti dei dissidenti.

    Esistono differenze rilevanti negli obiettivi e nelle strategie dei vari gruppi, e le risposte devono essere adeguate a queste specificità. Ci sono inoltre analogie tra eventi di oggi e altri del passato, che possono aiutare a prevedere i comportamenti degli attentatori.

    Per capire meglio, ci si deve chiedere prima di tutto cosa significa la parola “terrorismo”. Secondo il politologo statunitense Bruce Hoffmann, il terrorismo è “la consapevole creazione di paura e lo sfruttamento della stessa attraverso la violenza o la minaccia di violenza, al fine di ottenere cambiamenti politici”. Leonard Weinberg commenta questa definizione sottolineando che il vero obiettivo dei terroristi non è, di solito, uccidere; essi non cercano di ottenere una superiorità numerica sul nemico decimandone i ranghi, come accadrebbe in una guerra tradizionale. Gli omicidi sono, piuttosto, uno strumento per diffondere un messaggio e per indurre determinati comportamenti da parte delle autorità o della società civile.

    In altre parole, il terrorismo è una tattica di combattimento fondata sulla conduzione di azioni violente a scopo di propaganda e di ricatto. Non è un caso che abbia conosciuto una stagione d’oro in corrispondenza con la diffusione della televisione: il gruppo palestinese “Settembre Nero” poteva contare per la prima volta su un pubblico di milioni di spettatori quando sequestrò e uccise un gruppo di atleti israeliani durante le Olimpiadi di Monaco del 1972. Sebbene condannato dalla grandissima maggioranza degli occidentali, questo atto servì ad aumentare l’interesse verso la causa dei palestinesi e persino a guadagnare ad essa alcuni simpatizzanti. Oggi è molto sfruttata anche la rete internet; molte formazioni costruiscono minacciosi siti autocelebrativi e diffondono video delle proprie imprese sui circuiti del file sharing.

    A definire il terrorismo non è lo scopo, ma il modo in cui è perseguito. L’obiettivo di far rimpatriare le truppe occidentali che dal 2003 si trovano in Iraq è stato condiviso da soggetti molto diversi: l’esercito iracheno fedele al dittatore Saddam Hussein, migliaia di pacifici dimostranti europei, e i fondamentalisti che uccisero circa duecento pendolari facendo esplodere bombe sulla rete ferroviaria di Madrid nella primavera del 2004. Solo gli ultimi si possono definire terroristi. Allo stesso modo, il partito politico irlandese Sinn Fein e l’organizzazione Irish Liberation Army (IRA) hanno lavorato per molti anni a un’unica causa: il trasferimento della contea nord-irlandese dell’Ulster dalla giurisdizione britannica a quella della Repubblica d’Irlanda. Il Sinn Fein, tuttora attivo, ha scelto i mezzi del dibattito parlamentare e degli accordi diplomatici; l’IRA ha impiegato metodi cruenti, almeno fino allo storico accordo di pace del 1994.

    La finalità ultima, anche se non basta a identificare i gruppi terroristi, resta un fattore cruciale nel determinarne molti aspetti: come sono composti, quanto durano, come attaccano, quali sono i loro punti deboli. Questo concetto si può illustrare chiaramente con un confronto tra le organizzazioni di matrice comunista e quelle islamiche.

    Negli anni ’70 e ’80 del Ventesimo secolo l’ideologia marxista ispirò la nascita delle Brigate Rosse (BR) in Italia e della Rote Armee Fraktion (RAF) in Germania. I loro componenti si proponevano di destabilizzare la vita pubblica, attaccando cittadini comuni e spesso anche uomini politici, al fine di creare il clima adatto per una rivolta delle classi sociali più disagiate. Ritenevano che la popolazione europea fosse pronta a ricevere e condividere il loro messaggio, se solo esso fosse stato proposto con sufficiente intensità. Questo desiderio di fare proseliti contribuì a limitare il numero di civili inermi uccisi; i terroristi, pur intenzionati a compiere azioni dimostrative, comprendevano che un eccessivo spargimento di sangue avrebbe alienato almeno una parte del pubblico. Nella dirigenza delle organizzazioni erano spesso presenti donne, a sottolineare la rivolta contro i tradizionali ruoli di genere.

    Ora questi gruppi non esistono più. Furono sconfitti da una combinazione di fattori: i governi svolsero un’efficace attività repressiva, i partiti comunisti europei e i maggiori sindacati presero le distanze da chi praticava la violenza, il pensiero di estrema sinistra divenne progressivamente meno attraente per la collettività a seguito della maggiore informazione circa le pecche del regime sovietico. Molti ex militanti sono stati pienamente riaccolti nella società civile del loro paese, spesso a seguito di un’abiura almeno parziale rispetto agli ideali di un tempo.

    Del tutto diverse sono le caratteristiche di Al Qaida, la rete internazionale di piccole formazioni armate che fa capo al magnate saudita Osama bin Laden, ed è responsabile di una lunga ondata di attentati sempre più distruttivi. L’obiettivo finale di questa organizzazione è la restaurazione del Califfato, un sistema di governo pan-arabo introdotto da Maometto nel VII secolo d. C. L’intero mondo musulmano deve essere riunito sotto un solo sovrano, che impone la legge islamica (sharia) e conduce una feroce guerra contro i nemici di Dio. In primo luogo devono essere eliminati gli americani e gli ebrei, i primi perché la loro società è immorale e satanica, i secondi perché occupano il suolo sacro dell’Islam. Si stermineranno poi tutti coloro che per qualsiasi motivo non fondano la propria vita sul Corano.

    I seguaci di bin Laden non hanno l’obiettivo di convertire gli infedeli, ma di annientarli. Non è necessario guadagnare consenso nel campo nemico: l’importante è diffondere la paura, indebolire le difese fino a quando non saranno disponibili risorse sufficienti per passare dalle tattiche del terrore a una vera e propria guerra. Al Qaida e le formazioni sorelle, come Jemaah Islamiyah in Indonesia, superano tutte le altre organizzazioni per numero di morti causate: l’assassinio a sfondo religioso, anche se non è l’obiettivo finale, è di per sé un atto meritorio e verrà abbondantemente ricompensato nell’aldilà. I terroristi musulmani in generale fanno intenso ricorso agli attentati suicidi; alcuni sono ansiosi di ricevere il premio divino per la loro devozione alla causa. Negli ultimi anni questa forma di aggressione ha coinvolto anche alcune donne; l’Islam fondamentalista tuttavia sostiene la superiorità maschile, e la catena di comando è composta interamente da uomini.

    Contrastare Al Qaida si è rivelato finora piuttosto difficile. La coalizione occidentale guidata dagli Stati Uniti ne ha arrestato molte figure chiave, e i servizi segreti di vari paesi hanno sventato molti più attentati di quanti i terroristi ne abbiano messi a segno, ma l’organizzazione è ancora attiva. In varie zone del mondo, bin Laden è un eroe popolare. Moltissime persone condividono la sua idea di fondo, qualcuno approva anche i suoi metodi.

    Le ragioni di questo fenomeno sono oggetto di un acceso dibattito. Per alcuni i motivi sono da ricercarsi soprattutto nel sottosviluppo economico, che rende le popolazioni mediorientali e asiatiche naturali nemici dell’Occidente. Per altri, la colpa è dell’intrinseca violenza delle Scritture islamiche, che promuovono una società retrograda e invitano esplicitamente alla guerra di religione. La prima interpretazione implica che gli attentati si possano fermare redistribuendo benessere ai popoli più poveri. La seconda suggerisce piuttosto l’impiego della forza militare, almeno contro le frange più estreme e contro i governi che negano libertà fondamentali ai propri cittadini su basi religiose. Le strategie future e gli esiti della lotta al terrorismo dipendono crucialmente da come questi filoni di pensiero saranno contemperati.

    ****************************************************************

    Bene, adesso vado a congratularmi con me stessa per lo sforzo con uno spaghetto alla bottarga, altro che paradiso islamico. [SM=g27760]

    *****

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  • tevariot73
    00 16/04/2006 16:39
    Re:

    Scritto da: |hyena| 16/04/2006 13.57
    ****************************************************************

    Bene, adesso vado a congratularmi con me stessa per lo sforzo con uno spaghetto alla bottarga,




    Spero che sia RIGOROSAMENTE di Cabras.... [SM=x165073] [SM=x165073] [SM=g27758]
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    postman78
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    00 16/04/2006 20:20
    nulla da dire...avessi io metà della testa che c'hai tu sarei ricchissimo!! [SM=g27763]
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    |hyena|
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    00 16/04/2006 21:03
    Re:

    Scritto da: postman78 16/04/2006 20.20
    nulla da dire...avessi io metà della testa che c'hai tu sarei ricchissimo!! [SM=g27763]



    Io ti ringrazio molto, ma purtroppo scrivere queste cose non basta per fare un sacco di soldi, ahimè, ahimè... [SM=g27766]

    [Modificato da |hyena| 16/04/2006 21.05]

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    00 16/04/2006 21:20
    [SM=g27758] ottimo... [SM=x165034]

    anche se avrei qualcosa da dire sulla parte relativa agli anni '70, scelte ideologiche e stratetigico-tattiche delle br, etc..

    non certo come critica ma come chiarimento sulle tue idee, si intende!! [SM=g27758]

    naturalmento lo conosci:
    www.cedost.it/testi/presentazione.htm
    ma non si sa mai..
    potrebbe esserti utile!
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    00 16/04/2006 21:25
    Re:

    Scritto da: bumper73 16/04/2006 21.20

    anche se avrei qualcosa da dire sulla parte relativa agli anni '70, scelte ideologiche e stratetigico-tattiche delle br, etc..
    non certo come critica ma come chiarimento sulle tue idee, si intende!! [SM=g27758]



    Dimmi dimmi! Sono molto interessata, confrontarsi è sempre un'ottima idea [SM=g27758]

    Il sito in effetti lo conoscevo, ma grazie comunque per il pensiero gentile.
    *****

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    bumper73
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    00 16/04/2006 21:46
    Re: Re:

    Scritto da: |hyena| 16/04/2006 21.25


    Dimmi dimmi! Sono molto interessata, confrontarsi è sempre un'ottima idea [SM=g27758]




    Negli anni ’70 e ’80 del Ventesimo secolo l’ideologia marxista ispirò la nascita delle Brigate Rosse (BR) in Italia e della Rote Armee Fraktion (RAF) in Germania. I loro componenti si proponevano di destabilizzare la vita pubblica, dunque..cominciamo! [SM=g27761]

    secondo me le br non si proponevano di destabilizzare la vita pubblica quanto di portare un "attacco al cuore dello stato", come ben sai..
    la destabilizzazione della vita pubblica casomai era un effetto di questa strategia, una conseguenza non necessariamente voluta ma determinata dall'effetto di panico sociale causato dalla ripetizione e dalla qualità degli attacchi.
    una conseguenza a lungo arginata dalla stessa stampa, la quale si ostinò per gran parte dei '70 ad ignorare le br e gli altri gruppi armati come formazioni armate organizzate e ad ascrivere alle azioni di occasionali banditi le varie operazioni di autofinanziamento, armamento, le verie e proprie attività tattiche e "politiche" quali gambizzazioni,intimidazioni, pestaggi, attentati, ascrivibili all'area del terrorismo di sinistra.

    quanto questa strategia di informazione fosse preordinata o comunque determinata dalla formazione politica della stampa del tempo e quanto strumentale a mantenere le attività operative dei gruppi armati nel sottobosco nebuloso della delinquenza (anche se "politica") non so.
    [SM=g27758]

    con questo, è ovvio che portare un attacco al cuore dello stato è, di fatto, una destabilizzazione della vita pubblica, ma nello stesso tempo credo che nella strategia delle br, ottenere lo stesso risultato senza alcuna destabilizzazione avrebbe significato arivare al medesimo successo.


    provo a speigarmi meglio: le br, secondo me, colpivano obiettivi per il loro valore politico, strategico e tattico e in queste scelte non era calcolata una parametrizzazione mediatica del bersaglio.

    vedasi la scelta degli ultimi bersagli, scelta già insita nelle radici della formazione: tecnici, menti, motori operativi della macchina stato ma senza alcun valore "spettacolare"..

    ma è un discorso apertissimo! [SM=g27758]

    [Modificato da bumper73 16/04/2006 21.49]

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    postman78
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    00 16/04/2006 22:02
    Re: Re: Re:

    Scritto da: bumper73 16/04/2006 21.46

    ...
    ma è un discorso apertissimo! [SM=g27758]

    [Modificato da bumper73 16/04/2006 21.49]




    Non mi intendo di terrorismo ma per quel poco che conosco, per quel poco che abbiamo detto anche al corso di polizia(ormai tanti anni fa) la strategia del terrorismo di quell'epoca era, effettivamente, colpire il cuore delle istituzioni, infatti eravamo spesso noi i bersagli preferiti perchè più esposti e facili da colpire, la destabilizzazione dell'ordine pubblico è, anche secondo me, una conseguenza come dice bumper.
    (interessante questa discussione!) [SM=x165034]
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    00 16/04/2006 22:18
    Ecco, lo dicevo che su queste cose sono una dilettante allo sbaraglio. [SM=g27760]

    Grazie grazie. Emendo. E attendo nuove illuminazioni, immobile come un gatto di piombo. [SM=g27763]

    [Modificato da |hyena| 16/04/2006 22.19]

    *****

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    00 16/04/2006 22:20
    Re: Re: Re: Re:

    Scritto da: postman78 16/04/2006 22.02


    Non mi intendo di terrorismo ma per quel poco che conosco, per quel poco che abbiamo detto anche al corso di polizia(ormai tanti anni fa) la strategia del terrorismo di quell'epoca era, effettivamente, colpire il cuore delle istituzioni, infatti eravamo spesso noi i bersagli preferiti perchè più esposti e facili da colpire, la destabilizzazione dell'ordine pubblico è, anche secondo me, una conseguenza come dice bumper.
    (interessante questa discussione!) [SM=x165034]



    purtroppo si perde, è fisiologico, la memoria vivente di quegli anni. i colleghi che c'erano.

    io ho avuto la fortuna di conoscerne e di sentire i loro ricordi e i loro ammonimenti.

    caso classico d'annata:
    segnalata auto probabile provento furto.
    sull'intervento, quando addirittura non saltava per aria la macchina sospetta, agguato ai colleghi che arrivavano per accertamenti...

    caso classico n.2:
    posto di controllo, oggi. fermiamo un tipo. ci dice subito che al ced uscirà di tutto, che è un ex brigatista, che ha svariate segnalazioni in atto..mentre aspettiamo gli esiti quello chiacchera..dice "guarda i tempi come cambiano..vent'anni fa messi come siete messi ora vi seccavamo in un minuto" ..


    oggi gli echi sono spenti.
    male e bene, bisogna vedere.

    ma i piantoni in superubot con le protezioni inguinali e il colletto rinforzato al gap me li ricordo ancora..i buchi di proiettile sulle garitte blindate..etc. etc. sanguinosamente etc..

    ah..il collega che ferito, si era riparato sotto una macchina. una terrorista (mi riferisco al caso classico n.1) lo prende per i piedi e lo tira fuori, poi gli punta la pistola in faccia e tira. inceppata. scarrella, niente. poi è dovuta andare. non c'era tempo per finirlo.questo è, di fatto, il segno di una volontà militare, di uno stato di guerra permanente nella psicologia di una persona. dello stato di militanza armata permanente di un soggetto che vede e sente come nemico un altro soggetto, nella sua concezione di guerra in atto contro lo stato.

    me lo raccontavano quelli che c'erano. i brividi.
    come se parliamo dell'attacco a fiumicino..ma questa è un'altra storia..
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    00 16/04/2006 22:23
    Ecco, tradisco subito il proposto immobilismo chiedendovi un chiarimento. Mi spiegate che l'obiettivo dei brigatisti era attaccare lo stato più che destabilizzare la vita pubblica. Volevano avviare la rivoluzione permanente, e questo mi torna. A questo punto però pensavano di farla da soli? Voglio dire - quello che pensavo sul fatto che la diffusione del loro messaggio avrebbe dovuto incitare le masse proletarie a ribellarsi è falso? O è solo una parte del discorso?
    *****

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    00 16/04/2006 22:31
    Re:

    Scritto da: |hyena| 16/04/2006 22.23
    Ecco, tradisco subito il proposto immobilismo chiedendovi un chiarimento. Mi spiegate che l'obiettivo dei brigatisti era attaccare lo stato più che destabilizzare la vita pubblica. Volevano avviare la rivoluzione permanente, e questo mi torna. A questo punto però pensavano di farla da soli? Voglio dire - quello che pensavo sul fatto che la diffusione del loro messaggio avrebbe dovuto incitare le masse proletarie a ribellarsi è falso? O è solo una parte del discorso?



    le br occupano con la loro attività operativa un arco di tempo abbastanza lungo, durante il quale alla guida dell'organizzazione si sono avvicendati diversi elementi portatori di dievrse strategie.la costante, il fine ultimo non era, secondo me, tanto la rivoluzione della massa quanto l'abbattimento dello stato imperialista. la rivolta della massa era un mezzo. era tattica. quindi volubile e subordinata alla strategia. l'eliminazione fisica di tecnici e politici era un altro. il fine era la demolizione delle strutture economiche, politiche, democratiche e repressive dello stato, visto come nemico. di cui le forze dell'ordine erano l'esercito, in una fantasia militare rivoluzionaria che divenne maniacale, paranoica.
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    00 16/04/2006 22:39
    Re: Re:

    Scritto da: bumper73 16/04/2006 22.31


    le br occupano con la loro attività operativa un arco di tempo abbastanza lungo, durante il quale alla guida dell'organizzazione si sono avvicendati diversi elementi portatori di dievrse strategie.la costante, il fine ultimo non era, secondo me, tanto la rivoluzione della massa quanto l'abbattimento dello stato imperialista. la rivolta della massa era un mezzo. era tattica. quindi volubile e subordinata alla strategia. l'eliminazione fisica di tecnici e politici era un altro. il fine era la demolizione delle strutture economiche, politiche, democratiche e repressive dello stato, visto come nemico. di cui le forze dell'ordine erano l'esercito, in una fantasia militare rivoluzionaria che divenne maniacale, paranoica.



    Grazie. Quindi in questo caso non vale più di tanto l'idea che le vittime siano incidentali, giusto? Devo dire che mentre scrivevo mi strideva un po' il confronto tra la teoria di Weinberg e altri per cui i morti sono esclusivamente uno strumento per far propaganda e la lista di vittime eccellenti delle vecchie e nuove BR. Questo tuo punto mi conferma che c'è qualche cosa di asimmetrico. Dovrei prendere in mano qualche testo specifico sul fenomeno. Mi consigli qualcosa che non sia la propaganda revisionista della Rossanda nè l'intervista di Barberis?

    Ah, ma se avessi tempo di preoccuparmi per bene di queste cose, se solo avessi tempo...
    *****

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    bumper73
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    00 16/04/2006 23:18
    Re: Re: Re:

    Scritto da: |hyena| 16/04/2006 22.39


    Grazie. Dovrei prendere in mano qualche testo specifico sul fenomeno. Mi consigli qualcosa che non sia la propaganda revisionista della Rossanda nè l'intervista di Barberis?

    Ah, ma se avessi tempo di preoccuparmi per bene di queste cose, se solo avessi tempo...



    visto che non hai tempo, qualcosa di veloce:

    "la peggio gioventu'" v. morucci
    www.rizzoli.rcslibri.it/rizzoli/popup/novembre04/1700436.htm
    le br, da dentro.

    "a mano armata" g.v. fioravanti
    www.bcdeditore.it/Catalogo/Scheda_libro.aspx?id=1944
    i nar, da dentro.

    "la banda bellini" m. philopat
    www.carmillaonline.com/archives/2004/04/000731.html
    autonomia e havet 36, il cocktail bellini nun c'entra peggnente

    "la detra in armi" g. cingolani
    www.archivio900.it/it/libri/lib.aspx?id=308
    spontaneismo armato, hobbit e bella morte

    "la notte della repubblica" s. zavoli
    www.brigaterosse.org/brigaterosse/ libri/Recensioni/SergioZavoli.htm
    fonte ponderale

    siti:
    www.brigaterosse.org/brigaterosse/prima.htm
    www.nelvento.net/
    www.lestintorecheamleto.net/
    certe immagini valgono più di tante parole

    ancora testi:

    "andare ai resti" e. quadrelli
    www.deriveapprodi.org/estesa.php?id=78
    ribellismo, banditismo, carceri.

    "ma l'amor mio non muore" aa.vv.
    www.deriveapprodi.org/estesa.php?id=76
    manuale pratico di insurrezione.

    tocca a te! [SM=g27758]





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    Utente Junior
    00 16/04/2006 23:24
    O che bello che bello. Grazie [SM=g27758] Fino a martedì mattina il tempo è dalla mia parte, quindi procedo di corsa.

    Ti ricambio con questo, che sicuramente già conosci e non c'entra niente con le BR, ma se tanto mi dà tanto ti può incuriosire:

    www.autistici.org/it/index.html

    e poi un superclassico che celebra il decimo anniversario in questi giorni

    www.ecn.org/

    L'FBI ha chiuso ShadowCrew quindi su quel tipo di divertimento non posso darti dritte (non mi ricordo i siti simili).

    In tema invece, che vogliamo dire della filmica sul caso Moro da Volontè a Bellocchio?

    Adesso smetto di mettere insieme cose a caso e vado a lavare i piatti... Thanksagain.


    [Modificato da |hyena| 16/04/2006 23.27]

    *****

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    Utente Master
    00 16/04/2006 23:35
    Io ti suggerirei QUESTO, per cominciare.
    Poi, QUESTO, quindi QUESTO.
    Poi darei un'occhiata QUI.
    E non dimenticherei che la storia del terrorismo annovera decine di altri gruppi di cui troppo spesso ci si dimentica, N.A.P., Prima Linea, N.A.R, etc.
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    00 16/04/2006 23:36
    Re:

    Scritto da: webcop 16/04/2006 23.35
    Io ti suggerirei QUESTO, per cominciare.
    Poi, QUESTO, quindi QUESTO.
    Poi darei un'occhiata QUI.
    E non dimenticherei che la storia del terrorismo annovera decine di altri gruppi di cui troppo spesso ci si dimentica, N.A.P., Prima Linea, N.A.R, etc.



    Bentornato tra noi [SM=g27760] Grazie mille!
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    00 16/04/2006 23:36
    Re:

    Scritto da: |hyena| 16/04/2006 23.24
    In tema invece, che vogliamo dire della filmica sul caso Moro da Volontè a Bellocchio?

    [Modificato da |hyena| 16/04/2006 23.27]



    Film. Appunto. [SM=g27758] [SM=g27761]
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    00 16/04/2006 23:43
    Re:

    Scritto da: |hyena| 16/04/2006 23.24
    O che bello che bello. Grazie [SM=g27758] Fino a martedì mattina il tempo è dalla mia parte, quindi procedo di corsa.

    Ti ricambio con questo, che sicuramente già conosci e non c'entra niente con le BR, ma se tanto mi dà tanto ti può incuriosire:

    www.autistici.org/it/index.html

    e poi un superclassico che celebra il decimo anniversario in questi giorni

    www.ecn.org/

    L'FBI ha chiuso ShadowCrew quindi su quel tipo di divertimento non posso darti dritte (non mi ricordo i siti simili).

    In tema invece, che vogliamo dire della filmica sul caso Moro da Volontè a Bellocchio?

    Adesso smetto di mettere insieme cose a caso e vado a lavare i piatti... Thanksagain.


    [Modificato da |hyena| 16/04/2006 23.27]




    bellocchio su tutti.
    doloroso.

    grazie del link!

    ah..

    "una fredda mattina di maggio"
    www.cinematografo.it/bdcm/bancadati_scheda.asp?sch=26497
    poco conosciuto ma se ne può cavare qualcosa


    e ovviamente:
    "l'eskimo in redazione" m. brambilla
    non trovo un link utile.


    in definitiva penso che i testi e i siti di cui sopra siano abbastanza utili per tutti.
    non si tratta di materiale accademico, sociologico, criminologico, sociopolitico o altro..
    non c'è n'è bisogno.
    basta leggere le confessioni, le storie, i pensieri di gente criminale come sono e restano i terroristi, leggerli con gli occhi di chi la strada la vive per capire un po' meglio tante cose sui fatti di quegli anni..


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    00 17/04/2006 00:39
    Re: Re:

    Scritto da: webcop 16/04/2006 23.36

    Film. Appunto. [SM=g27758] [SM=g27761]



    You are just a little bit ironic, but just a little!! [SM=g27766]