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Politica nazionale

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    giambo64
    Post: 4.379
    Registrato il: 09/01/2008
    Capotreno
    00 29/07/2014 11:33
    Bravo Ralco, con poche parole hai spiegato chiaramente la questione, grazie, io non ci sarei riuscito. [SM=g28002]

    La gente non ricorda o non vuole ricordare quando avevamo la Lira e l'inflazione galoppante, allora era un problema gravissimo, oggi ce lo propongono come soluzione...

    E' sorprendente come gli italiani abbiano la capacità di esaltarsi con personaggi che fanno monologhi affacciati dal balcone, che da reale su piazza Venezia si è nel frattempo trasformato in virtuale, dopo esser stato televisivo...



    Questione Berlusconi: io con una persona ormai pregiudicata ed al momento interdetta dai pubblici uffici (quindi senza diritto di elettorato attivo e passivo) non riscriverei la Costituzione. Visto che questa persona - come sostieni tu - è messa in un angolo, perchè darle così tanta importanza al punto tale da offrirle l'opportunità di riscrivere la Costituzione?
    Sempre su Berlusconi. Io ho difeso e continuo a difendere chi "lo" elegge perchè sono dell'idea che molte persone votino il suo partito in buona fede e non si possa criminalizzare tali persone solo per questo motivo.



    in queste righe ti sei contraddetto, se difendi chi lo vota, perchè allora non vuoi che queste persone vengano rappresentate dal loro eletto nelle riforme istituzionali?
    Tu dici che questa fetta di italiani è onesta, perchè vuoi relegarli al margine se pensi questo?
    Sarei io a dover dire queste cose, non tu.
    Personalmente sapevo già negli anni ottanta che Berlusconi era un disonesto, legato alla banda Craxi-PSI, attraverso la quale aveva costruito la sua fortuna televisiva.
    Chi lo aveva votato, dopo tangentopoli, sapeva benissimo chi era, ma diamogli pure il beneficio del dubbio.
    Diamoglielo anche dopo le seconde elezioni, diamoglielo anche dopo le terze, ma poi basta, chi continua a votare un criminale non è giustificabile.
    Tu dici che chi lo vota può essere in buona fede, bene, magari sono io ad essere prevenuto, spiegami in cosa consiste questa "buona fede", spiegami per quale motivo una persona onesta può votare uno come lui, se non per le sue promesse di non far pagare le tasse, di fare meno controlli, di fare condoni per abusi di ogni genere ecc.ecc.


    Questione riforme: se la riforma costituzionale dovesse andare in porto così com'è, a me non va che il Senato diventi un luogo dove veicolare persone, per di più non elette, che potrebbero avere a che fare col malaffare locale, garantendo loro l'estensione dell'immunità parlamentare prevista dall'art 68.




    Concordo con te sull'immunità parlamentare, ma spiegami perchè dovrebbe essere automaticamente pieno di persone che potrebbero avere a che fare con il malaffare?
    Se i cittadini eleggono i rappresentanti degli enti locali onesti, perchè questi ultimi dovrebbero nominare in senato dei disonesti?
    Viceversa, se i cittadini eleggono dei disonesti nei comuni e nelle regioni (come spesso accade), che garanzia avresti che non eleggano dei disonesti anche al senato?

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    brioskj
    Post: 2.406
    Registrato il: 30/03/2010
    Città: ARENZANO
    Età: 54
    00 29/07/2014 12:50
    Ti ringrazio per l'esegesi delle parole.

    Con ordine.

    Buona fede = continuare a credere alle balle che ti vengono raccontate, tipo che lui (Il nano) è innocente e i magistrati sono tutti comunisti, il milione di posti di lavoro, blablablabla.
    E' la stessa buona fede con cui si continua a votare la sinistra a Genova, che ha ridotto la città ad una sorta di ospizio, con tutto il rispetto per gli anziani.
    Anche discorsi del tipo "Genova rialza la testa" che ho sentito per via dell'arrivo della Concordia e del lavoro ad essa correlato mi lasciano decisamente perplesso. E' vero, lo smantellamento darà lavoro, ma si tratta di un episodio. Di strutturale non c'è un bel niente. E provengono da gente la cui parte politica ha contribuito a rendere la città un mortorio, a portare l'AMT a quello che è oggi spolpandola di alcune sue proprietà gentilmente cedute ad imprese amiche (Abitcoop a Boccadasse e Coopsette in Val Bisagno/officina Guglielmetti), con tanto di colate di cemento annesse (alla faccia del TPL e della promessa tranvia in VB).

    Contraddizione = come ho detto, Berlusconi è decaduto dal Senato ed è ineleggibile. Il problema non è solo chi lo vota (ho meglio lo ha votato, perchè al momento era eleggibile) ma anche e soprattutto chi gli dà tanta importanza ora che non è più eleggibile, al punto di permettergli di essere legislatore costituente. Dico io, sto qua non può neanche votare ed il PD gli fa riscrivere la Costituzione?

    Senato: io parlavo di rischio potenziale, non automatico. Riguardo alla garanzie su come evitare al potere gente disonesta, il voto è una delega in bianco. E' automatico che rischi ce ne siano sempre...
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    (ispettore)
    Post: 1.785
    Registrato il: 13/05/2006
    Città: GENOVA
    Età: 44
    00 06/09/2014 12:36
    Tasse sul lavoro
    Chi di voi è lavoratore autonomo sa che le tasse "sul lavoro" sono molto alte,certo, esistono le detrazioni ed i credii d'imposta,però non possono riportarne il valore ad un livello accettabile,mentre le tasse sui beni sono molto basse. Nei Paesi più competitivi le tasse sono ,in proporzione, un po' meno alte che da noi, non di molto, ma in misura comunque significativa, mentre il rapporto tasse sul lavoro/tasse sui beni è decisamente più basso. A mio parere uno dei nostri problemi è che, invece di investire il denaro in attività produttive, lo si immobilizza in beni inutili come case, oro, pseudo oggetti d'arte e simili, tutte cose che non fanno girare denaro nè incrementano l'occupazione. Purtroppo le fasce di età più anziane continuano ad essere legate al mito della casa e non permettano alle generazioni più giovani di avere opportunità
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    brioskj
    Post: 2.406
    Registrato il: 30/03/2010
    Città: ARENZANO
    Età: 54
    00 06/09/2014 12:51
    Sei così sicuro che le tasse sugli immobili in Italia siano così basse?
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    sandro.raso
    Post: 1.687
    Registrato il: 17/01/2007
    Città: CHIAVARI
    Età: 69
    00 07/09/2014 14:46
    Lo erano un tempo.
    Responsabili principali: prima Amato e poi Monti.
    La tassazione sulla prima casa è semplicemente insopportabile.
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    GIANNUNZIO
    Post: 229
    Registrato il: 04/08/2006
    00 19/12/2014 09:45

    Segnali Forse siamo ad una svolta

    Milano accende la ripresa del Paese

    Rispetto alla media nazionale l’export cresce del 3 per cento, la disoccupazione è cinque punti in meno, il settore manifatturiero torna a un segno positivo


    di Giangiacomo Schiavi


    Consapevole di essere sull’orlo del burrone ma sicuro di aver trovato un punto fermo dal quale è possibile risalire, il presidente di Assolombarda Gianfelice Rocca tira una riga sulla parola «smarrimento» e punta l’evidenziatore sulla voce «fiducia». Fiducia nell’impresa, nell’Expo, nella leva dei giovani, nella green economy, nel mondo digitale e nel volontariato, nel secondo welfare, nella ricerca, nelle università e nell’eccellenza sanitaria. Fiducia in un futuro che per molti è ancora nero e increspato dalla crisi, ma che da Milano e dalla Lombardia appare diverso, possibile, meno buio del previsto. Lo dicono le cifre, l’export che cresce del 3 per cento rispetto al dato nazionale, la disoccupazione che è 5 punti in meno di quella del Paese, il settore manifatturiero che segna un più 0,7 di fronte al meno 7,1 italiano e infine il Pil, che si attesta cinque punti sopra il dato nazionale. Milano, dice Rocca, è al centro del mondo e mostra segnali chiari: ce la faremo.



    Illustr. di Chiara Dattola
    La relazione del presidente che un anno fa si era preso l’impegnativo compito da far volare Milano con idee e progetti per valorizzare impresa e territorio, spinge la città al ruolo di lampadiere, guida luminosa in un percorso accidentato di crescita e sviluppo che si gioca sul piano locale e globale e non può fare a meno dell’innovazione che definisce ogni livello di competitività. La ripresa e il rilancio di Milano alla vigilia dell’Expo, un evento che rafforza il potere attrattivo dell’area lombarda, dove in sessanta chilometri quadrati si racchiude il 25 per cento della produzione industriale del Paese, è un punto di partenza che si augurano in tanti. È qui che si può acchiappare la ripresa perché ci sono tutte le condizioni per farlo, c’è il capitale economico, quello umano e sociale, c’è quel che resta di una passione civile che un tempo animava i circoli e le associazioni culturali e c’è soprattutto una storia alle spalle, un’etica del lavoro che si ritrova nell’appello di Rocca, che invita a reagire all’idea del declino, a volare alto e non rasoterra.

    Bisognerebbe che di questa consapevolezza Milano facesse tesoro, ogni tanto, si accorgesse che le varie esortazioni che arrivano e la invitano a riprendersi un ruolo nel Paese, a ritrovare un’anima, non fossero viste come vuota retorica, appelli destinati a riempire le pagine dei giornali. Rocca non lo dice apertamente, ma il riferimento è al pensiero strategico che manca, a una visione almeno decennale del futuro, non inchiodato allo stretto presente, a guardare più in là e farsi carico delle aspettative create dai sei mesi di Expo. C’è un dopo da immaginare e costruire in cui l’impresa può fare attivamente la sua parte, c’è il vuoto da riempire della città metropolitana e c’è una Silcon Valley da creare sui terreni dell’esposizione universale.


    Ha senso in quell’area immaginare uno stadio e al tempo stesso pensare di far volare Milano? No, che non ha senso, perché se c’è un campo da football non ci sono le aziende e se non ci sono le aziende non c’è innovazione. È più interessante per Assolombarda l’idea del parco tecnologico, del polo della ricerca, del riferimento per le imprese e le università che trovano qui il luogo ideale per il decollo verso i nuovi mercati. Abbiamo atenei d’eccellenza che scalano le classifiche internazionali, ma i brevetti nel Paese sono pochi, il trasferimento tecnologico è troppo lento. Bisogna difendersi da uno Stato inefficiente e contribuire attivamente a riformarlo, facendo bene la propria parte ed evitando, come è accaduto con Expo, le cadute e le ricadute nel sistema corrotto degli appalti. Bisogna poi evitare, secondo Rocca, la trappola dell’autonomia sfiduciante, «perché le centralizzazioni sono un rimedio peggiore del male e rischiano di produrre gli stessi errori del passato».


    Milano startup town, dunque? Il motore è acceso: alla politica il compito di accelerare o frenare la corsa. Dietro la fiducia innescata dal discorso di un presidente che ama le visioni di lungo periodo c’è un’altra volta un’occasione da non perdere per la città, per la Lombardia e per il Paese. Non siamo condannati al declino, ma molto, adesso, dipende da noi.


    17 dicembre 2014 | 10:54

    © RIPRODUZIONE RISERVATA CORRIERE DELLA SERA
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